Polli e Galline

Quali sono le caratteristiche della razza Polverara?

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Quali sono le caratteristiche della razza Polverara?

il dic 31 2024
La Polverara è una razza antica, con radici venete, conosciuta anche con altri nomi. Sai quali sono le sue peculiarità? Vediamole insieme! La razza Polverara prende il nome dall'omonimo paese in provincia di Padova, è quindi una razza con radici in Italia, più precisamente nella campagna padovana. Già dal 1300 si ha traccia della sua esistenza. Pare che il noto filosofo padovano Dondi Dell'Orologio avesse portato a casa dalla Polonia alcune galline, che poi si accoppiarono con quelle della zona, dando origine alla razza vera e propria. Non si sa con certezza se questa sia pura leggenda o fantasia. Forse è più probabile che la razza si sia formata da polli provenienti dall'est europa, portati dai pellegrini che si fermavano nei monasteri del padovano. Una rappresentazione della gallina ciuffata si trova nell'oratorio di San Michele Arcangelo a Padova ed è datata 1397. Si narra inoltre che l'antica Polverara fosse così apprezzata per la sua bellezza, tanto da essere portata in regalo al sultano Maometto II. Sembra anche che queste galline furono poi commerciate dai veneziani in tutta europa, come merce pregiata. Agli inizi del '900 la Polverara conobbe l'inizio del declino, che arrivò all'apice nella seconda metà del secolo scorso, complici le guerre, ma anche a causa della dismissione di molti allevamenti oltre agli incroci con polli di razze meno pure. Considerata praticamente estinta negli anni 2000, è sopravvissuta per mano di Bruno Rossetto che ha continuato ad allevare questi polli, come anche Antonio Fernando Trivellato. Attualmente gli esemplari sono qualche migliaio.  Ci sono poi due filoni di pensiero sull'origine della Polverara, uno che la vuole derivare dalla Padovana e uno che la vuole come progenitrice della Padovana. Altri nomi.. Conosciuta anche come Schiatta di Polverara, Schiatta, o Padovana di Polverare, nel corso del tempo è diventata piuttosto rara, per questo attualmente si trova nella lista dei 'prodotti tradizionali' del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali per rimpopolare la razza. Le caratteristiche della Polverara Vediamo le principali caratteristiche che contraddistinguono questi polli. La cresta è la peculiarità della Polverara, formata da due piccoli cornetti di colore rosso che formano una V. Nel gallo sono molto più accennati rispetto alla gallina. In alcuni soggetti è anche presente un terzo cornetto ridotto, sopra le narici. I bargigli sono piccoli e rossi. Il ciuffo è di piccole dimensioni, con le piume tipicamente dritte nel gallo e più compatte nella femmina. Gli occhi sono grandi con colori che tendono dal marrone all'arancio. Il becco è ricurvo e di colorazione diversa a seconda della tonalità del manto. Questi polli per loro natura non si adattano facilmente ai luoghi chiusi, preferendo la vita all'aperto e il riposo sugli alberi. Il loro ciclo vitale dura poco più di 12 mesi, periodo dopo il quale si raggiunge la maturità sessuale. Gli orecchioni sono di media misura, bianchi e ovali. La coda nel maschio ha un angolo di 70°, mentre nella femmina ha un angolo di 50°, è tipico delle femmine portare le timoniere aperte. Le falciformi sono rade e non molto lunghe. Le zampe sono abbastanza lunghe, i tarsi di misura media sprovvisti di piume. Le uova della Polverara pesano dai 50 grammi in su e sono di colore biancastro. Il peso del gallo si aggira mediamente tra i 2 kg e mezzo e i 2 kg e 800 grammi, mentre quello della gallina tra 1 kg e 800 grammi e i 2 kg e 100 grammi. I colori della razza sono nero e bianco. Nella versione nera le piume hanno un colorito nero brillante, dalla tonalità molto intensa, con riflessi smeraldo sia nel gallo che nella gallina. Il becco è scuro. Nella versione bianca la tonalità è brillante, con becco giallastro-rosato. Ti interessa questa razza? Vorresti allevarla a casa tua? Contattaci subito!
Perché usare l'incubatrice per uova?

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Perché usare l'incubatrice per uova?

il dic 31 2024
L'incubatrice ha il compito di far schiudere le uova riproducendo il naturale calore del nido della chioccia. In natura è la chioccia infatti che tiene al caldo le uova col proprio corpo ed è capace di tenerne sotto di sé una dozzina, a volte fino ad una ventina. Se una gallina ha poche uova in cova le si possono aggiungere altre uova, non sue, che comunque verranno covate. Nel caso in cui la gallina non abbia l'istinto di fare la chioccia e quindi non sia in grado di tenere al caldo le uova, o nel caso in cui abbiate molte uova e poche chiocce, potete ricorrere alle incubatrici. Questi strumenti artificiali sono un ottimo rimedio anche contro i predatori, soprattutto se abitate in zone di campagna. Come usare l'incubatrice? 1. La prima volta che la metti in funzione disinfettala e controlla che funzioni correttamente, almeno una settimana prima di usarla. Non devono verificarsi al suo interno bruschi e repentini sbalzi di temperatura. 2. Scegli con cura il luogo dove collocare l'incubatrice; non va bene una stanza in cui ci siano sbalzi di temperatura e nemmeno esalazioni di gas (garage, caldaia). 3. Accendila qualche ora prima di inserire le uova così ha il tempo di scaldarsi correttamente. 4. La temperatura ideale è di 37,5° - 37,9°, con buona aerazione, mentre il tasso di umidità deve essere costante a 50-58%, perché le uova tendono a disidratarsi. Ricorda che queste condizioni dipendono molto dal clima esterno. 5. Introduci solo le uova di grandezza accettabile (non quelle troppo piccole), con il guscio abbastanza spesso. 6. Prima di introdurre le uova verifica che la temperatura sia al giusto livello, come anche il grado di umidità. Quale incubatrice scegliere? Sul mercato ne esistono diversi tipi: manuali, semiautomatiche e automatiche. Le manuali richiedono che le uova siano girate a mano, le semiautomatiche permettono di far ruotare le uova di 180 gradi, mentre le automatiche hanno un piccolo motore incorporato che muove in modo costante le uova (12 volte al giorno). Perché sono meglio le ultime? Perché se il coperchio della macchina viene aperto poche volte, si avranno più possibilità di un'ottima schiusa. Se hai un'incubatrice manuale devi girare le uova 2 volte al giorno, avendo cura di lavarti le mani prima di eseguire questa delicata operazione. Ripeti il procedimento per 18 giorni. Tieni presente che ogni volta che apri il macchinario temperatura e umidità subiscono un'alterazione. Queste macchine hanno due serbatoi per l'acqua, di cui uno serve per l'intero periodo di incubazione e l'altro serve solo per gli ultimi 3 giorni. Ci sono diverse capienze, a seconda delle tue esigenze. Cosa si ottiene con l'incubatrice Borotto Real 49? Le incubatrici Borotto rappresentano un'ottima scelta per chi si sta approcciando all'allevamento di pulcini. Come è fatta l'incubatrice Borotto Real 49? Il fondo ha delle vaschette di acqua e al di sopra ci sono gli alveoli portauova che vengono mossi dal motorino. Il coperchio ha la centralina con il controllo della temperatura, il riscaldamento e la ventola. Fai attenzione quando introduci le uova e assicurati che la punta sia rivolta verso il basso. Nel periodo successivo bisogna solo aggiungere l'acqua durante i giorni di incubazione, tramite la vaschetta esterna. L'incubatrice va spenta il 18 giorno e va introdotta la griglia con le uova distese. Il secondo serbatoio va riempito di acqua, il coperchio va chiuso e poi basterà attendere la totale schiusa delle uova. N.B. Ricordati che devi fare la speratura per vedere se dentro è effettivamente presente l'embrione. Al buio devi far passare un fascio di luce (come quello di una torcia) dal polo ottuso dell'uovo. I contadini sono molto abili a fare questa operazione, tanto che una volta si faceva solo con una candela; perciò potete chiedere a qualche anziano di farvi vedere il metodo giusto. La speratura si fa 2 volte, tra il 6° e 7° giorno e tra il 16° e 18°. L'uovo non fecondato è completamente chiaro. Mentre un uovo fecondato mostra al di sotto della camera d'aria delle vene, che contengono al centro l'embrione, più passeranno i giorno più l'embrione sarà grande e occuperà tutto lo spazio nell'uovo. Si tolgono dall'incubatrice tutte le uova non fecondate.
Attenti ai... predatori dei polli!

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Attenti ai... predatori dei polli!

il dic 31 2024
Avere un pollaio è un’esperienza meravigliosa. Accudire galline e pulcini ci riporta un po’ indietro nel tempo. Ci permette di rivivere i ritmi lenti della campagna e riscoprire il piacere del contatto con la natura. Ma alcuni ospiti poco graditi possono rovinare quest’atmosfera di pace e tranquillità... Animali selvatici, mai abbassare la guardia Per prenderci cura del nostro pollaio a 360 gradi dobbiamo anche difenderlo dai predatori. I polli infatti vantano una serie di nemici, famelici e molto astuti, ed hanno bisogno di essere protetti per evitare che il recinto diventi un vero e proprio campo di battaglia! Ma chi sono questi predatori dei polli e come possiamo fare per garantire la sicurezza agli abitanti del nostro pollaio? Facciamo un elenco di questi pericolosi animali e dei rimedi che possiamo adottare per scongiurare i loro attacchi. Occhio alla volpe “Furbo come una volpe!”. Purtroppo per noi e per i nostri amati pennuti il proverbio ha proprio ragione. La volpe è scaltra e intelligente. Ama cacciare soprattutto dopo il tramonto e prima del sorgere del sole. I suoi attacchi sono più numerosi in primavera, periodo in cui deve sfamare i cuccioli. Una semplice recinzione potrebbe non bastare per tenerla lontana dal pollaio. La volpe, infatti, si arrampica senza problemi anche fino a 2 metri di altezza, oppure scava in profondità sotto la rete per crearsi un passaggio. L’unico modo per difendersi da questo animale è giocare d’astuzia. Dovremo quindi fissare la rete di recinzione alla base con del cemento, in modo che la volpe non scavi dei cunicoli, e assicurarci che la rete sia abbastanza alta e con il bordo superiore proteso verso l’esterno. Donnole, martore e faine sono animali famelici Questi piccoli mustelidi sono molto pericolosi e possono compiere delle vere e proprie stragi all’interno del pollaio. Presi dalla frenesia, infatti, potrebbero anche arrivare ad uccidere tutti i polli, per poi nutrirsi solo di alcuni di essi. La soluzione migliore per difendersi da questi tre mammiferi è chiudere sempre i nostri volatili nel ricovero notturno e proteggere il pollaio con una rete metallica a maglie fitte alta almeno 3 metri, di cui gli ultimi 50 cm spioventi verso l'esterno. Anche in questo caso, dovremo fissare la rete ad una base di cemento. I ratti sono i predatori dei polli più infidi I ratti sono un pericolo sia per i pulcini che per gli esemplari adulti. Se abbiamo dei pulcini, la soluzione migliore è metterli al sicuro in gabbie con un doppio fondo in rete o metallo. Evitiamo i veleni topicidi perché potrebbero essere ingeriti anche dai nostri polli. Le trappole per topi sono un ottimo rimedio. Cerchiamo anche di scovare le gallerie che questi animali costruiscono per entrare nel pollaio, distruggendole a colpi di vanga. Il pericolo arriva anche dal cielo! Gazze, cornacchie e corvi sono ghiotti di uova e possono attaccare anche i pulcini. Per far fronte ai loro attacchi possiamo coprire il recinto con una rete. Se questa soluzione non fosse fattibile, dovremo segnalare il problema alla forestale per ottenere il permesso di utilizzare apposite trappole per la loro cattura. Falchi, gufi e poiane prendono di mira sia i pulcini che gli esemplari adulti. Anche in questo caso possiamo usare una rete per coprire il pollaio. Ricordiamoci che questi rapaci sono specie protette, quindi non si possono cacciare! Il Verde Mondo consiglia... Un cane che gironzola vicino al nostro pollaio è sempre un buon deterrente contro molti di questi animali selvatici. Introdurre una coppia di porcellini d’India o cavie all’interno del recinto è un ottimo metodo per tenere lontani i ratti. Per stare ancora più tranquilli ci sono i pollai in legno anti predatore de Il Verde Mondo, ideati e realizzati per garantire la massima protezione a galline e pulcini grazie alla rete con diametro di soli 3 millimetri. Tre i modelli disponibili, tutti resistenti e prodotti con materiali di alta qualità: Amrock XL, Amrock XL Plus e Sebright XXL, adatti ad ospitare un massimo di 10 galline. Sicurezza assicurata anche con i nostri pollai in ferro anti predatore, dotati di rete a maglia fitta e doppio fondo per la protezione da tutti gli attacchi. Non farti cogliere impreparato: difendi i tuoi amici pennuti dai predatori!
Lo stato di salute generale dei polli: prevenzione e monitoraggio dei sintomi

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Lo stato di salute generale dei polli: prevenzione e monitoraggio dei sintomi

il dic 31 2024
Allevare correttamente i polli significa, tra le altre cose, monitorare il loro stato di salute: a tal fine si rivelano utili tutta una serie di accortezze come mantenere la salubrità degli ambienti, sottoporli alle vaccinazioni, conoscere le patologie dalle quali possono essere affetti, identificare i sintomi che segnalano qualche anomalia. Essendo questo un argomento di vasta portata, intendiamo soffermarci prima sulle principali misure di prevenzione e sui sintomi da non sottovalutare. Il prossimo mese invece affronteremo più nel dettaglio disturbi e malattie che colpiscono i nostri pennuti. Rivolgersi sempre alla competenza di esperti Trattandosi di problemi seri, ci sembra doveroso premettere che, a prescindere dalle informazioni che proporremo di seguito, la cosa migliore da fare per evitare o risolvere ogni disturbo della salute che può colpire i polli è di rivolgersi a veterinari o avicoltori esperti in quanto possono offrirvi senz’altro un aiuto più efficace! Un veterinario saprà di certo riconoscere malattie di tipo infettivo, venereo o parassitario e di conseguenza indicare e prescrivere le cure adeguate. Ci sentiamo comunque di suggerire anche un eventuale intervento di avicoltori esperti in quanto possono, al di là delle nozioni prettamente mediche del veterinario, capire quando un certo disturbo è legato a parametri ambientali (ad esempio la scarsa salubrità o la presenza di parassiti nel pollaio) o a comportamenti anomali degli stessi animali (come avviene ad esempio con le ferite da beccata tra due o più esemplari). Prevenzione e vaccinazioni Il detto “prevenire è meglio che curare” non sbaglia mai: per evitare di incappare in malattie o patologie, che possono anche risultare non curabili, la prima mossa utile è la prevenzione! La più comune forma di prevenzione è certamente rappresentata dalle vaccinazioni: chiedendo informazioni al Servizio Veterinario della vostra ASL di riferimento potrete sapere quali vaccinazioni sono obbligatorie per legge nella vostra Regione. Tra le vaccinazioni più comuni ricordiamo quelle contro la pseudo peste, la malattia di Marek, il vaiolo, il colera aviare, l’influenza aviaria, la coccidiosi, la corizza, i microplasmi e la bronchite infettiva. Vaccinazioni a parte, ci sono altre precauzioni adottabili per evitare possibili disturbi: · garantire una buona areazione per non avere aria stagnante o al contrario esporre galli e galline ad eccessive correnti d’aria; · pulire regolarmente il rifugio interno del pollaio e l’area di pascolo per debellare parassiti ed evitare malattie batteriche come la verminosi o la coccidiosi; · fornire un’alimentazione equilibrata, conservare bene i cibi e somministrarli freschi; · concedere spazio e movimento ai polli e quindi evitare sovraffollamenti per non stressarli eccessivamente; · isolare pollastri e pulcini dagli esemplari adulti: questo per via del regime alimentare diverso tra giovani e adulti, per le malattie che gli adulti potrebbero trasmettere ai piccoli e per evitare fenomeni di aggressività verso i pulcini indifesi; · tenere in quarantena i nuovi esemplari per scongiurare possibili contagi a quelli vecchi. Controllare e riconoscere i sintomi Qualora la prevenzione non fosse sufficiente, altra buona prassi è quella di saper riconoscere i sintomi che possono nascondere la presenza di malattie o di parassiti e quindi indurci a correre ai ripari! Perciò se notiamo nei nostri esemplari prurito o chiazze di pelle nuda già si potrebbe ipotizzare la presenza di pidocchi. Fenomeni di diarrea o escrementi di colore anomalo potrebbero essere causati da vermi o coccidi. Anche zampe gonfie o con vistose squame possono indicare disturbi parassitari. Se un gallo o una gallina si raggomitolano ed emettono mormorii strani, forse sono affetti da malattie dell’apparato respiratorio. O ancora contrazioni dei tarsi e sintomi di paralisi possono trovare origine nella malattia di Marek.
Consigli per il pollaio: come organizzare e gestire il ricovero notturno

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Consigli per il pollaio: come organizzare e gestire il ricovero notturno

il dic 31 2024
Per garantire ai polli le migliori condizioni di salute possibili è di importanza fondamentale una corretta distribuzione e manutenzione degli spazi a loro dedicati. Ecco perché vogliamo fornire indicazioni utili per organizzare un pollaio coi fiocchi! Per fare ciò sarà necessario avere cura tanto degli spazi chiusi quanto di quelli aperti: in questa occasione ci occuperemo di come si organizzano i ricoveri notturni, rimandando invece ai prossimi appuntamenti per delucidazioni su recinti e parchetti esterni. Il pollaio: dimensioni e gestione dello spazio nel ricovero notturno Considerando esemplari di media taglia, il ricovero chiuso del pollaio dovrebbe garantire uno spazio di un metro quadro ogni 4 esemplari. Questo per evitare un eccesivo accumulo di escrementi, un più rapido degrado della lettiera e quindi condizioni igieniche poco adatte alla salute dei volatili. Di conseguenza la scelta delle dimensioni del rifugio notturno andranno adeguate al numero di capi che si vogliono allevare, nonché all’eventualità di far riprodurre i nostri polli. In questo secondo caso potrebbe risultare utile anche la predisposizione di box isolati per riproduttori. Ricovero notturno: iluminazione, areazione e protezione dagli agenti atmosferici Lo scopo principale del ricovero chiuso di un pollaio è quello di proteggere galli e galline non solo da eventuali attacchi di predatori esterni, ma anche in generale dagli agenti atmosferici. Nello specifico le pareti dovranno isolare da possibili gelate o correnti d’aria in inverno e da temperature troppo elevate d’estate. Che sia di legno o di metallo, la struttura del ricovero dovrà essere a prova di spifferi, ma soprattutto dovrà garantire un buon isolamento termico sia col caldo che col freddo. Per isolare termicamente il fondo del ricovero potrebbe essere utile tenerlo sollevato da terra! Altrettanto importante è garantire una buona illuminazione naturale (utile sia allo stato di salute in generale che alla deposizione delle uova). Dovranno quindi essere presenti finestre, possibilmente esposte al sole. Queste aperture offriranno luce all’animale e faciliteranno anche l’areazione dell’ambiente (senza eccessive correnti d’aria). Ogni apertura dovrà impedire l’accesso ai predatori (ad esempio grazie ad una rete metallica). Pulizia e lettiera del ricovero notturno In generale, la conformazione del pollaio dovrà essere strutturata in modo tale da permetterne la pulizia e quindi la salubrità. Ecco perché bisognerà preoccuparsi di pulire o cambiare periodicamente la lettiera! La lettiera serve per assorbire le deiezioni, le cui esalazioni ammoniacali sono responsabili di problemi di salute dei polli, ma anche di eventuali rallentamenti della crescita. La lettiera potrà essere adagiata utilizzando materiali diversi: paglia trinciata, sabbia grossolana, ma tra le migliori spicca sicuramente il truciolo depolverato. Questo truciolato (meglio se di faggio) è ottimo non solo per l’elevato grado di assorbimento delle deiezioni, ma anche perché col tempo il miscuglio che si verrà a creare tra esso e i rifiuti dei volatili andranno sostanzialmente a formare una sorta di lettiera permanente in grado di contrastare la proliferazione di muffe e parassiti. Ciò non toglie comunque l’importanza di rivoltare e arieggiare periodicamente la lettiera aggiungendone all’occorrenza un nuovo strato. Le proposte di ricovero per polli de IL VERDE MONDO L’ampio assortimento di pollai rappresenta senz’altro uno dei punti di forza de IL VERDE MONDO: all’interno della sezione e-commerce potrete trovare soluzioni adattabili a diverse situazioni. Volete ad esempio cimentarvi con un piccolo allevamento di polli, ma non avete molto spazio per realizzarlo? Potreste optare per un pollaio in legno (5-7 capi) che integra nella stessa struttura casetta interna e recinzione per cortiletto esterno, anche con ruote! Avete bisogno di una struttura più grande per un allevamento biologico? Vi offriamo soluzioni in grado di ospitare fino a 100 capi!
La gallina Nana Calzata: caratteristiche e curiosità di questa splendida razza

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La gallina Nana Calzata: caratteristiche e curiosità di questa splendida razza

il dic 31 2024
Continua il viaggio alla scoperta delle molteplici razze di galli e galline che abitano i nostri cortili! Questa volta vogliamo parlare di una razza ornamentale molto diffusa in Italia, ovvero della gallina Nana Calzata, razza che si caratterizza non solo per il particolare aspetto estetico, ma anche per la relativa facilità di gestione. Origine e collocazione geografica Questa tipologia di gallina è diffusa nel territorio europeo da diversi secoli. Nel tempo si sono sviluppate varie razze affini con denominazioni diverse a seconda del territorio, ma la sua forma standardizzata trova origine in Olanda, dove agli inizi del XX secolo ha preso proprio il nome di Calzata Olandese Nana, o più semplicemente Nana Calzata nel resto d’Europa. In realtà, condividendo delle somiglianze con altre razze come la Nagasaki nana o la Birmana nana, si potrebbe anche supporre una più antica origine asiatica della Nana Calzata, ma i vari incroci avvenuti nel tempo con altre razze occidentali non consentono di confermare del tutto questa ipotesi. Caratteristiche fisiche della Nana Calzata Nonostante la costituzione robusta, come spiega lo stesso aggettivo “nana” questi polli sono piuttosto bassi: i maschi arrivano a pesare circa 750 grammi, le femmine invece 650 grammi. Essendo una razza ornamentale le sue peculiarità risiedono proprio nelle caratteristiche fisiche. Godono innanzitutto di un portamento eretto dovuto al corpo corto e incurvato e alla coda portata sopra la linea del dorso. Le ali sono inclinate verso il basso: nei maschi le penne maggiori del ciuffo della coda sono compatte e non arcuate. La cresta ha dimensioni medie, gli orecchioni invece sono piuttosto grandi. Gli occhi sono di colore rossastro. Tuttavia, ciò che spicca in modo particolare nella Nana Calzata è il vistoso piumaggio delle zampe: le penne delle tibie sono robuste e tese all’indietro, e anche i tarsi (di colore blu/grigiastro) sono interamente ricoperti da piume. Le varietà cromatiche che contraddistinguono questa razza sono numerose, non tutte però ugualmente riconosciute come standard nei diversi paesi. Le colorazioni previste in Italia come standard della Nana Calzata sono: betulla, bianco, bianco columbia, camoscio pagliettato bianco, collo argento, collo oro, fulva, grigio perla, millefiori, millefiori limone, nero, nero picchiettato bianco, porcellana, rosso e sparviero.   Consigli per allevarle Nel complesso questi volatili si dimostrano facilmente addomesticabili e quindi consigliabili anche ad allevatori non esperti: come già anticipato sono animali di robusta costituzione e date le modeste dimensioni non richiedono molto spazio. Ecco quindi che per iniziare il loro allevamento vi basterà un piccolo pollaio, magari in legno e dotato di ruote! Nel nostro e-commerce potete trovarne di ogni tipo! Gli esemplari femmina di gallina Nana Calzata sono in grado di deporre un gran numero di uova (del peso medio di 38 grammi) e si dimostrano anche ben disposte alla cova e al successivo accudimento dei pulcini. La peculiarità delle zampe piumate fa sì che, lasciate libere di muoversi all’aperto, non danneggino il giardino. Se il vostro obiettivo è quello di esibirli alle fiere, sappiate che sarà opportuno munirvi di un bel recinto coperto, da mantenere sempre asciutto e pulito (per evitare così che le piume delle zampe si rovinino). Se poi necessitate di informazioni più dettagliate per il vostro allevamento di gallina Nana Calzata vi invitiamo a consultare altri articoli del nostro blog dedicati ai polli in generale e, perché no, anche a visitare l’e-commerce de IL VERDE MONDO per scoprire la nostra offerta dedicata a galli e galline: dai mangimi base agli integratori, dalle mangiatoie agli abbeveratoi, dai pollai in legno a quelli in ferro!
Lo spazio esterno del pollaio: recinzione e parchetto esterno per il pascolo

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Lo spazio esterno del pollaio: recinzione e parchetto esterno per il pascolo

il dic 31 2024
Dopo la lezione dedicata ai rifugi notturni dei pollai, è il momento di trattare dell’habitat esterno. Così come è importante assicurare riparo e protezione ai nostri amici da cortile, non bisogna comunque scordare che, in quanto animali, hanno bisogno di muoversi all’aria aperta! Questo non solo migliora la loro salute, ma permette anche di garantirgli un’alimentazione diversificata e basata sulle risorse naturali che i polli troveranno attorno a sé. Nello specifico ci soffermeremo a dare qualche consiglio non solo sul parchetto esterno destinato al pascolo, ma anche sull’eventuale recinto circostante al ricovero notturno, nel caso in cui da quest’ultimo non vi sia accesso diretto alla zona di pascolo. Il recinto esterno del pollaio Come appena detto, quando le galline non possono accedere direttamente al pascolo dal ricovero notturno, è buona prassi quella di recintare una porzione dell’area circostante al ricovero per permettere loro di razzolare un po’ all’aria aperta. Data la propensione dei polli a far fuori le piante attorno a loro, il nudo terreno che ricopre l’area potrebbe rilevarsi freddo e umido (soprattutto d’inverno) facilitando anche la formazione di pozzanghere maleodoranti (causate da pioggia e deiezioni). Affinché tutto ciò non incida negativamente sul benessere dell’animale, sarà opportuno ricoprire la superficie con della ghiaia di fiume grossa o con una gettata di cemento, che garantiscono lo scolo dell’acqua e una pulizia più rapida ed efficace. In alternativa si potrà utilizzare anche la paglia triturata che eviterà un contatto diretto delle zampe col suolo freddo. Parte della superficie poi potrebbe essere adibita alla pulizia di galli e galline allestendo una zona per i bagni di sabbia: la buca dovrà essere profonda circa 20-50 centimetri e contenere sabbia pulita mista a ceneri di legna o terriccio. Esponendola al sole, tenendola asciutta e pulendola regolarmente, invoglierete i pennuti ad usarla volentieri per mantenersi puliti. Misure e accorgimenti per il recinto esterno Lo spazio esterno dovrà essere sufficientemente esteso in modo da garantire 1 o 2 metri quadri circa per capo. In più dovranno essere presi accorgimenti diversi per quanto riguarda la recinzione: se fissata al terreno, per garantire una buona stabilità della struttura, converrà interrarla ad una profondità di almeno 50 centimetri. In altezza basteranno un paio di metri, ma per evitare attacchi di predatori la struttura dovrà essere protesa verso l’esterno e la rete metallica di protezione andrà fissata non del tutto tesa (per dare un senso di instabilità ai predatori che proveranno a scalarla). Per impedire ogni possibilità di fuga agli esemplari in grado di volare (anche se solo per alcuni metri) si potrà applicare una rete sulla parte superiore. Questo intervento poi può rivelarsi utile anche per scongiurare il passaggio di malattie infettive portate da altri animali esterni. In caso di problemi di spazio non preoccupatevi! IL VERDE MONDO propone anche pollai che integrano un recinto per cortiletto esterno! Parchetto esterno per il pascolo L’area di pascolo dovrebbe essere di gran lunga più vasta rispetto a quella del recinto esterno: ogni capo dovrebbe avere a disposizione almeno 10 metri quadrati di superficie, con piante e spazio a sufficienza affinché un pollo possa muoversi e cibarsi secondo natura (non per niente queste misure minime per legge permettono l’inquadramento di un allevamento come biologico). Il pascolo ideale dovrebbe offrire erba, cespugli e alberi, utili non solo per il cibo, ma anche per dare riparo dal sole e dal caldo. Sono molto indicate le piante fruttifere (meglio se non trattate con pesticidi) poiché galli e galline sono ghiotti di frutta e semi. Occhio però che non entrino in contatto con piante velenose come oleandro, ligustro o edera!
La Gallina Chabo o Nagasaki, allevamento e curiosità

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La Gallina Chabo o Nagasaki, allevamento e curiosità

il dic 31 2024
La gallina Chabo o Nagasaki è una razza ornamentale nana che si contraddistingue oltre che per il bell’aspetto anche per il carattere docile. Proprio questo loro temperamento mite rende galli e galline Chabo ottimi come animali domestici, in grado di rapportarsi bene anche con i bambini. Origine e diffusione della razza Chabo Questa gallina è di origine asiatica, probabilmente cinese, vietnamita o indocinese. Tuttavia la sua perfezione e selezione è avvenuta in Giappone, da dove poi è partita anche la sua diffusione verso i territori europei. La denominazione “Chabo” è quella originale usata in Giappone, ma anche quella che si sta pian piano standardizzando nei paesi occidentali. Fino a poco tempo fa invece era più comune sentire parlare di “Nagasaki”: denominazione impropria associata a questo particolare tipo di pollo in onore della città da cui partì la sua importazione (il porto di Nagasaki appunto). L’aspetto della Chabo Nagasaki Dato che stiamo parlando di una razza nana ornamentale, le sue peculiarità non potevano che concentrarsi sull’aspetto fisico. Della Chabo colpiscono le zampe particolarmente corte, che conferiscono al volatile un aspetto grazioso, ma allo stesso tempo un po’ goffo. Galli e galline di questa razza infatti sembrano costantemente strascicarsi a terra! Da queste zampe corte derivano alcuni accorgimenti specifici per allevarli. L’ampia coda solitamente è posta ad angolo retto rispetto a corpo, donando alla gallina una caratteristica forma ad U. Le ali puntano verso il basso. Nei maschi, cresta e bargigli possono essere anche molto sviluppati e visibili. Il peso medio va dai 0,5 ai 0,7 kg. Varianti di piumaggio La gallina Chabo ha un piumaggio molto folto, tant’è che può sembrare molto più robusta di com'è in realtà. Questa caratteristica poi sembrerà ancora più accentuata nelle sottospecie con il piumaggio arricciato. Nello standard italiano sono previste varie colorazioni: bianca, bianca a coda nera, gialla a coda nera, betulla oro, grigio perla, millefiori. Queste sono solo alcune varianti, alle quali se ne aggiungono altre riconosciute come standard all’estero come la sparviero, la blu orlato, la lavanda o la porcellana. Caratteristiche comportamentali La Chabo risulta essere un animale dal carattere particolarmente docile e tollerante, sia nei confronti dell’essere umano che con i suoi simili. Infatti è perfino possibile mettere una gallina coi suoi pulcini assieme ad altri esemplari di razze simili. Anche più maschi possono convivere pacificamente tra loro e risulteranno molto premurosi verso la prole! Riproduzione della razza Chabo La riproduzione è una delle poche pecche della razza. Le femmine depongono poche e piccole uova e il tasso di mortalità dei pulcini è abbastanza elevato. Ciò è dovuto principalmente al fattore “zampe corte” che comporta mediamente la morte prematura di circa un quarto dei pulcini. Per rimediare a questo, una soluzione potrebbe essere l’accoppiamento con polli dalle zampe normali che porterà mediamente ad ottenere un 50% di pulcini con zampe corte e il restante 50% con zampe normali. Consigli per l’allevamento Come accennato poco fa, le zampe corte della razza Chabo comportano una serie di accorgimenti e premure diversi rispetto ad altri esemplari. Se da un lato non dovrete preoccuparvi che scavino e rovinino il giardino, dall’altro dovrete garantire ambienti costantemente asciutti e puliti. Dato che ali e petto tendono ad essere a contatto diretto col terreno, il pollaio dovrà proteggere al meglio dalle intemperie (soprattutto dal bagnato) e dovrà anche essere pulito con frequenza e attenzione. Allo stesso modo anche trespoli, mangiatoie e accessori vari andranno posizionati ad un'altezza tale da essere facilmente accessibili.  Detto questo, la loro piccola taglia fa comunque in modo che richiedano poco spazio per essere allevati. Un giardino può andare benissimo! Nell’e-commerce de IL VERDE MONDO potrai senz’altro trovare il pollaio ideale per il tuo allevamento di galline Chabo! Cosa aspetti?
Le malattie più comuni dei polli. Problemi di salute di galli e galline

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Le malattie più comuni dei polli. Problemi di salute di galli e galline

il dic 31 2024
Dopo aver affrontato il tema della salute generale del pollo lo scorso mese, come promesso ci dedicheremo ad un breve excursus sulle malattie più comuni delle galline. L’argomento avrebbe una portata vastissima, ma in questa sede vedremo in maniera sintetica le principali patologie che colpiscono galli e galline. Malattie di origine virale · Malattia di New Castle > definita anche come pseudopeste aviaria, si manifesta con problemi gastrointestinali (feci verdi), nervosi (paralisi totale) e respiratori. È una patologia altamente contagiosa e dai frequenti esiti fatali per il pollo. L’unica strada percorribile è la prevenzione tramite vaccinazione. · Morbo di Marek > la linfomatosi neurale si trasmette sia da animale ad animale o anche tramite l’uovo. I principali sintomi sono di tipo gastrointestinale (diarrea), ma soprattutto nervosi. Strane contrazioni degli arti e la paralisi che colpisce progressivamente le varie parti del corpo sono infatti i segnali più frequenti. Colpisce prevalentemente gli esemplari più giovani e il tasso di mortalità è molto elevato. Unico rimedio la vaccinazione in giovane età.  · Difterite o vaiolo dei polli > comunemente si parla di vaiolo se si manifesta con ulcerazioni cutanee sulla testa (che possono portare anche alla cecità), di difterite se si estendono anche nella cavità orale. Si trasmette più spesso in estate attraverso punture di insetti (o anche con contagio da altri esemplari). Si raccomandano il vaccino preventivo e la tintura di iodio per alleviare le ulcere. Malattie batteriche · Psittacosi > provoca febbre alta, polmoniti, diarrea e rapido dimagrimento. Si trasmette con le feci e le secrezioni nasali e lacrimali. È molto contagiosa e può colpire anche l’uomo. · Corzia infettiva > è legata ad agenti atmosferici e ambientali non idonei, ma può anche avere natura infettiva. Si accompagna a sintomi simili a quelli del raffreddore (occlusioni e secrezioni nasali) e a gonfiori facciali. Si previene con la vaccinazione e si cura con apposite terapie. · Colera aviale > i sintomi sono sonnolenza, diarrea e tracce di sangue nelle feci, bargigli cianotici e tendenza a nascondere la testa sotto le ali. Ha tempi di incubazione di 1 o 2 giorni e si contrasta con vaccini e altre terapie specifiche. Malattie da protozoi: la coccidiosi I coccidi sono protozoi (organismi unicellulari) che si insediano nell’intestino dei polli causando gravi disturbi che, soprattutto nei giovani, possono portare alla morte. La malattia di diffonde con le feci, ma anche condizioni igieniche non ottimali e l’umidità agevolano la proliferazione di questi organismi. I sintomi possono essere molti, ma non è sempre detto che si manifestino in modo evidente. Ne citiamo alcuni come penne arruffate, posizioni rannicchiate, dimagrimento, diarrea con tracce di sangue e paralisi. Per contrastarla esistono vaccini e farmaci appositi contro i coccidi, ma un consiglio utile è anche quello di tenere gli esemplari giovani in un recinto a parte prima di metterli con gli esemplari adulti: in questo modo si abitueranno gradualmente a questi ospiti indesiderati. Infestazioni parassitarie · Endoparassiti (vermi) > è un problema frequente in galli e galline. I vermi si trasmettono con le feci o attraverso l’ingerimento di piccoli invertebrati. Infestano l’apparato gastrointestinale provocando occlusioni, lesioni e in generale dimagrimento e debolezza. Il problema si contrasta con farmaci antielmintici. · Ectoparassiti > esistono numerosi disturbi e malattie dei polli causati da parassiti esterni. Citeremo solo i 3 più conosciuti: 1. Acaro della rogna. Si insinua tra le squame dei tarsi di galli e galline provocando croste, rigonfiamento, prurito, problemi di deambulazione, fino a compromettere lo stato di salute generale. La cura è rappresentata da spray o preparati di vasellina e zolfo da applicare alle zampe fino alla completa guarigione. 2. Acaro rosso. Di giorno si insinua nelle fessure presenti nel pollaio o nei posatoi, di notte attacca galli, galline e pulcini succhiando loro il sangue. Provocano prurito, anemia e nei peggiori casi portare anche alla morte. Anche se difficili da debellare completamente, il rimedio migliore è quello di disinfestare l’intero pollaio con prodotti appositi. 3. Pidocchio pollino. Parassita abbastanza comune che provoca alle galline un forte prurito. Si combatte con appositi spray, inserendo tabacco o sambuco nel pollaio (che funge da repellente) e allestendo bagni di sabbia fuori dal pollaio.
La Gallina Faverolles, allevamento e curiosità

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La Gallina Faverolles, allevamento e curiosità

il dic 31 2024
La gallina Faverolles è stata selezionata in Francia come razza da carne. Col tempo però ci si è resi conto che il suo portamento elegante e il piumaggio colorato la rendevano un’ottima candidata per abbellire e vivacizzare i giardini di casa! Impariamo quindi a conoscere meglio questo robusto, ma al tempo stesso maestoso volatile da cortile! Origini della gallina Faverolles e le sue varianti La Faverolles ha origini francesi ed è nata tra il 18° e il 19° secolo dall’incrocio tra polli di fattoria locali e altre razze come la Brahma o la Dorking. All’epoca il mercato dei polli da carne era in crescita ed è questo il motivo per cui se ne è perfezionata la razza. Oltre alla selezione fatta in Francia (detta Faverolles claire), ne esiste un tipo tedesco (Favorelles foncé) e uno di origine inglese. Anche se l’intento iniziale delle varie selezioni era proprio quello di allevare un ottimo esemplare di pollo da carne, col tempo si è fatta strada l’abitudine di allevarle a scopo ornamentale dato che alcune peculiarità fisiche la rendono interessante da esporre nei giardini o alle fiere. Caratteristiche fisiche Nonostante il portamento elegante, la Faverolles è di costituzione pesante e ha una corporatura abbastanza allungata (caratteristiche tipiche nelle razze da carne). Oltre a ciò, altre due particolarità sono la colorazione salmone delle femmine e un quinto dito ereditato dalla Dorking. La coda non ha dimensioni molto accentuate, sia nelle galline che nei galli, ed è portata in posizione medio-alta (tranne che nella selezione tedesca in cui la coda è quasi orizzontale). Le zampe sono color bianco-rosato e sono leggermente piumate. Come il corpo, anche la testa è abbastanza grossa e presenta una piccola cresta semplice. Gli occhi sono di colo rossastro. Spicca poi anche l’abbondante barba che copre alla vista i piccoli bargigli e gli orecchioni. Colorazioni del piumaggio Da notare prima di tutto sono le diversità cromatiche tra galli e galline. Nei maschi prevalgono il nero (soprattutto sotto il collo, sul ventre e sulla coda) e il bianco avorio/crema. Le femmine invece possono essere argentate frumento (sfumatura più chiara caratteristica della selezione francese) o salmonate (quella più scura tipica delle Faverolles tedesche). Tuttavia esistono esemplari bianchi e sparviero. La gallina Faverolles nana Anche se tecnicamente andrebbe considerata come una razza a parte, è curioso sottolineare l’esistenza della gallina Faverolles nana. La razza in miniatura è stata selezionata in Germania e in Gran Bretagna, ma attraverso tecniche diverse: quella tedesca è il frutto dell’incrocio con altre razze nane, invece la parente d’oltre Manica è mediamente più grande perché risultato di accoppiamenti tra esemplari di dimensioni ridotte, ma sempre di Faverolles. Come allevare la Faverolles? Grazie al carattere mite e amichevole di queste galline, il loro allevamento risulterà piuttosto agevole. Tuttavia ecco alcuni accorgimenti su come allevare le Faverolles. 1. La tendenza del pollo a crescere ed ingrassare con facilità ci obbligherà a stare attenti alle quantità di cibo da somministrare: evitate mangimi troppo calorici! 2. A questi galli e galline piace molto muoversi, perciò sarà indispensabile garantirgli spazio sufficiente per scorazzare all’aria aperta. 3. Dato che si muovono esclusivamente a terra, non ci sarà bisogno di una recinzione esterna molto alta. Preoccupatevi che le piume delle zampe non si sporchino troppo e soprattutto che non siano infestate dai parassiti. 4. Anche il pollaio andrà dimensionato a dovere! In generale non richiedono troppo spazio, ma proprio a causa della loro tendenza ad ingrassare rapidamente ci converrà non sacrificarle in spazi troppo stretti. 5. Le galline depongono uova in buona quantità, sia in inverno che in estate. Queste uova dal guscio marrone chiaro pesano all’incirca 60 grammi, ma difficilmente le galline provvederanno a covale. Quindi se vi alletta l’idea di farle riprodurre sarà opportuno munirsi di incubatrici.
Organizzare il pascolo per gli allevamenti avicoli: consigli per volatili da cortile

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Organizzare il pascolo per gli allevamenti avicoli: consigli per volatili da cortile

il dic 31 2024
Un allevamento estensivo per i volatili da cortile fatto a regola d’arte ha bisogno di uno spazio verde adeguato dove polli, anatre, oche e simili possano scorrazzare liberamente. Se siete convinti che ottenere un habitat coi fiocchi sia un impresa impossibile, sappiate che non è così. Nelle prossime righe vi daremo qualche consiglio su come organizzare al meglio lo spazio adibito al pascolo degli avicoli. I suggerimenti che forniremo saranno validi per qualsiasi tipo di allevamento abbiate o che vogliate intraprendere, si tratti di galline ovaiole, di polli da carne, di faraone, tacchini, oche oppure di anatre. Perché è importante organizzare al meglio il pascolo? La diversificazione delle piante che andranno inserite all’interno del pascolo è fondamentale per almeno tre ragioni: 1. Possono fornire ai vostri animali alimenti e nutrienti in più rispetto a quelli che normalmente vengono somministrati loro nel pollaio (ricovero notturno o parchetto esterno). 2. Fungono da zone d’ombra sotto cui galli, galline e company possono trovare riparo dal sole e dal calore. 3. Se opportunamente disposte, possono proteggere anche dalle eccessive correnti d’aria. Come preparare il terreno per il pascolo? Il terreno che ospiterà il pascolo dovrà essere asciutto, soffice e ricco di invertebrati (ottima fonte di nutrimento per i polli). Bisognerà poi fare in modo che non diventi polveroso o che si formino zone umide e fangose (che potrebbero favorire malattie o infestazioni parassitarie). Se la vostra situazione di partenza non è delle migliori, ecco qualche suggerimento. Per preparare il terreno ad una crescita rigogliosa delle piante, si può partire in autunno seminando un miscuglio di semi comprendenti graminacee, leguminose e altre sementi come quelle per prati, ravizzone o rafano. Fatto ciò, in primavera il terreno andrà fresato (frantumato e rigirato), in modo tale che le piante precedentemente coltivate vadano ad ammorbidire il terreno favorendo maggiormente la nascita di nuova vegetazione. Un'altra idea potrebbe essere quella di “concimare” il terreno distribuendo erba fresca falciata da altri prati. Così facendo i semi attecchiranno meglio e saranno anche protetti dalle zampe dei pennuti. Quali piante andranno inserite nel pascolo per diversificare l’ambiente? La vegetazione ottimale dovrà comprendere piante ad alto fusto, arbusti ed erba, possibilmente in grado di resistere al calpestio degli animali. Per le piante arboree (ad alto fusto) possiamo suggerire ad esempio olmo campestre, pioppo bianco, tiglio, frassino. A questi andranno alternate piante arbustive come la rosa canina, il prugnolo o l’olivello spinoso. Ottima scelta sarà quella di mettere a disposizione anche delle piante da frutto, grazie alle quali gli avicoli potranno diversificare la loro dieta. Tuttavia sarà meglio evitare quelle che richiedono l’uso di pesticidi (melo, pesco, ciliegio) e prediligere piante che non necessitano di trattamenti antiparassitari come melograno, kaki, nespolo o nocciolo. Come disporre le piante all'interno del pascolo? Se posizionata a dovere, la vegetazione del pascolo offre riparo al tuo allevamento sia dal caldo che dal vento. Ad esempio, si può realizzare una siepe campestre in prossimità del recinto esterno, alternando una pianta a fusto alto con un arbusto. Così facendo si garantirà una barriera che proteggerà gli animali dal vento. Un po’ tutti gli animali poi prediligono ambienti diversificati, quindi una buona soluzione può essere quella di realizzare delle piccole macchie o fasce boscate isolate, alternando sempre piante arboree e arbustive. Si creeranno così delle comode zone di riparo dal caldo e dal sole, dove i volatili da cortile potranno trovare tregua dall’afa estiva. Quali soluzioni adottare per il pollaio? Ora che il pascolo è finalmente pronto, non dobbiamo comunque dimenticare di fornire ai nostri compagni pennuti degli adeguati ripari per la notte. Il pollaio adatto andrà scelto in base allo spazio disponibile, al numero di capi e alle condizioni ambientali e climatiche. Quindi, fai un salto nella sezione NEGOZIO de Il Verde Mondo!
Una gallina per amica: viaggio in barca a vela per il mondo con Monique

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Una gallina per amica: viaggio in barca a vela per il mondo con Monique

il dic 31 2024
Lui è Guirec (a destra nella foto qui sopra) ed è un giovane francese con la voglia di esplorare il mondo in barca a vela. Lei (a sinistra nella foto) si chiama Monique, temeraria gallina che Guirec ha deciso di portare con se nelle sue avventure tra mari e oceani. Questa notizia (esattamente come i suoi protagonisti) sta facendo il giro del mondo! Quando abbiamo sentito questa storia ne siamo rimasti rapiti, tanto da voler scrivere questo articolo! Guirec: il giovane esploratore Appena compiuti i 18 anni, Guirec ha capito che la vita a terra non faceva per lui ed ha intrapreso un lungo viaggio verso l’Australia. Tornato verso l’Europa è approdato (tra le altre mete) anche nelle isole Canarie dove gli è stata offerta come regalo una gallina… Monique. Chi l’avrebbe detto che quel semplice regalo si sarebbe trasformato nella perfetta compagna di viaggio! Monique: l’avventuriera pennuta Monique è una gallina ovaiola rossa, un volatile da cortile abbastanza comune negli allevamenti. Ma lei ha qualcosa di diverso… Appena incontrato Guirec scatta una sorta di colpo di fulmine tra i due tanto da spingere il ragazzo a portarsela con se nella sua successiva esplorazione. È l’inizio di uno splendido viaggio per il globo. La vita da marinai Dalle Canarie i due insoliti marinai si dirigono verso l’oceano Atlantico per raggiungere i Caraibi. Fin da subito Monique dimostra di non essere semplicemente un animale da compagnia, ma una vera e propria risorsa. Prima di partire a Guirec hanno detto che nel bel mezzo dell’oceano le galline ovaiole non producono uova. Invece, contro ogni aspettativa, Monique ha iniziato a darsi da fare fornendo al compagno uova fresche senza sosta. Il sostentamento è assicurato anche in mare aperto! Ma non è tutto! Sembra che la nostra coraggiosa gallina non rimpianga assolutamente la vita da pollaio. In poco tempo si è abituata perfettamente a muoversi sulla barca e a condividere cibo e spazi col suo amico umano. Dall’oceano ai social… Il grande successo! L’intera esperienza di viaggio e di convivenza è stata documentata su Facebook ed Instagram generando molta curiosità tra il popolo di internet. È bastato veramente poco affinché la notizia si diffondesse a macchia d’olio tra il pubblico dei social, che tuttora è in attesa di scoprire quali nuovi e avvincenti viaggi compiranno i due! Cosa ci insegnano Monique e Guirec? Tutta la vicenda non può che farci riflettere sul rapporto tra animali e uomo. Un rapporto che va oltre la semplice convenienza per l’umano. Monique e Guirec vivono in simbiosi, tenendosi compagnia, ma anche aiutandosi l’uno con l’altra. La nostra speranza è di imbatterci più spesso in notizie di questo tipo!
Galline ovaiole e cicli di produzione delle uova. Obiettivo: uova fresche e naturali!

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Galline ovaiole e cicli di produzione delle uova. Obiettivo: uova fresche e naturali!

il dic 31 2024
Oggi vorremmo focalizzare la nostra attenzione sulle galline ovaiole. Quella di allevare galline (o altri volatili da cortile) al fine di ottenere uova fresche da consumare in casa o da vendere a terzi è sicuramente una scelta interessante, ma a seconda dell’uso che facciamo delle uova (o per meglio dire, in base a quante ce ne servono) lo stesso allevamento va organizzato a dovere. Sapere cose come “quale razza scegliere” o “quante uova mi produrranno le galline” diventa fondamentale per gestire al meglio il tutto. Tipi di allevamento e condizioni ambientali In Italia esistono quattro tipologie di allevamento: in gabbia, a terra, all'aperto e biologico. Ciascuna classificazione è caratterizzata dall'ambiente in cui vivono e depongono le uova le galline. In ogni allevamento le condizioni ambientali vengono modificate per consentire agli animali di deporre un numero di uova superiore alla norma, pur nel rispetto degli standard di benessere individuati dalle normative vigenti. Le condizioni di vita migliori, nonché quelle che noi ci sentiamo di raccomandare, sono ovviamente quelle di un allevamento biologico: le galline hanno la possibilità di razzolare all'aperto e si nutrono soprattutto di mangime biologico. La quantità di uova prodotte sarà inferiore, ma a tutto beneficio di galline più felici e uova più naturali. Razze ovaiole Passiamo adesso alle razze comunemente più utilizzate per la produzione di uova. Innanzitutto va menzionato che proprio per ottenere un numero sempre maggiore di uova, l’uomo, con secoli e secoli di esperienza in campo di allevamento, ha progressivamente selezionato le razze più “produttive” e incrociato le stesse per dare vita a razze ibride particolarmente indicate a tale scopo. Tra le più comuni ricordiamo l’ibrida ovaiola rossa. Se invece cercate delle razze che possano essere sfruttate anche a scopo ornamentale, noi possiamo suggerirvi le Livornesi, le Padovane, le Amrock o le Amburgo. Cicli di produzione delle uova Altra cosa importante è sapere come funzionano i cicli di produzione delle uova da parte delle galline. L'intervallo tra due mute successive coincide con un ciclo di produzione delle uova. Con il raggiungimento della maturità sessuale di una gallina, parte anche il primo ciclo di produzione. Il primo ciclo è quello che offre decisamente il maggior numero di uova (a seconda della razza e del tipo di allevamento si può può avere una media di 200-300 uova). Proprio per questa ragione, negli allevamenti intensivi vengono usate solo galline al primo ciclo di produzione. Va comunque fatto notare che nonostante la produzione massiva, durante il primo ciclo, possono essere anche più frequenti fenomeni di ovulazione irregolare (uova di dimensione irregolare, con guscio molle o con 2 tuorli…). Dal secondo ciclo produttivo in poi le ovulazioni tendono a regolarizzarsi, ma diminuisce progressivamente il numero di uova complessivo, che sarà via via sempre inferiore. Raggiunti 4 o 5 cicli, la gallina dovrebbe smettere di produrre uova.
Come proteggere i nostri polli dai predatori: consigli per il pollaio o il recinto esterno

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Come proteggere i nostri polli dai predatori: consigli per il pollaio o il recinto esterno

il dic 31 2024
Chi alleva polli e galline in campagna o in periferia sa bene che uno dei problemi principali di cui preoccuparsi è la presenza di predatori naturali… un serio pericolo per i vulnerabili volatili! Contro questi fastidiosi animali esistono varie soluzioni, incentrate principalmente su un’accurata predisposizione del pollaio e del recinto esterno. Usare una rete resistente a maglie strette Ratti e serpenti potrebbero essere attratti da polli e galline, ma soprattutto dai pulcini, perché rappresentano per loro ghiotti pasti abbastanza piccoli da trasportare. Considerando le dimensioni di questi predatori, per proteggere in maniera adeguata i nostri animali da cortile è indispensabile che il loro recinto sia fabbricato con una rete anti predatori, a maglie molto fitte e resistenti. Usare una recinzione alta e con il bordo superiore rivolto verso l’esterno Il cacciatore di polli e galline più pericoloso è la volpe. La volpe attacca soprattutto di notte e riesce ad arrampicarsi sopra reti molto alte. Di solito uccide solo gli animali che le servono per alimentarsi, portando via un pollo, una gallina o, ancora meglio, un pulcino. Anche altri animali come la faina, la donnola o la martora, riescono molto facilmente ad entrare in un pollaio. Questi animali, appartenenti alla famiglia dei mustelidi, una volta entrati nel pollaio, potrebbero addirittura uccidere tutti gli animali presenti, trafugandone però solo uno o due (quelli necessari alla loro alimentazione e a quella di eventuali cuccioli). Per proteggere polli e galline da questi mammiferi è importante che la recinzione esterna del pollaio sia molto alta (anche 3 metri). Per ovviare alla grande agilità delle volpi è poi opportuno che il bordo della recinzione (la parte più alta) sia rivolto verso l’esterno. Questo rappresenterebbe un ostacolo ulteriore alla scalata del furbo animale.   Evitare che i predatori entrino attraverso buche a terra o alla base della recinzione Risolvere solo il problema di un’eventuale scalata non basta. Tutti i predatori visti finora potrebbero cercare di entrare nel pollaio dal basso, scavando buche e facendosi spazio nella parte inferiore della recinzione.  Per essere veramente sicura la recinzione di un pollaio andrebbe progettata come una sorta di parallelepipedo. Quindi non solo chiuso ai quattro lati, ma anche nella parte inferiore.  Per questo motivo è importante che la recinzione venga fissata a terra usando ad esempio una base di cemento, oppure interrandola per almeno mezzo metro nel terreno. Chiudere anche la parte superiore della recinzione Polli e galline possono diventare preda anche di alcune specie di uccelli rapaci. Solitamente è sufficiente che il recinto sia chiuso nella parte superiore con una rete abbastanza robusta per tenere lontani gazze, falchi e gufi. Nel caso in cui un rapace riuscisse ad entrare nel pollaio, potrebbe portare via un solo animale di piccola taglia, quindi probabilmente cercherà di prendere un pulcino, senza toccare gli esemplari adulti. Altri accorgimenti Oltre a tutto ciò, si può ricorrere comunque ad altri accorgimenti. Contro i topi ad esempio,  è possibile collocare delle trappole intorno al pollaio. È sconsigliato invece usare veleni che potrebbero uccidere i pennuti che li abbiano ingeriti accidentalmente (col rischio ulteriore di intossicare qualche membro della famiglia compresi il cane ed il gatto). A proposito di cane, il migliore amico dell’uomo, con il suo abbaiare, può rivelarsi un ottimo dissuasore contro volpi e simili. In assenza di un cane si possono escogitare altri sistemi in grado di fare rumore e spaventare i predatori.
Caratteristiche e curiosità della gallina di razza siciliana

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Caratteristiche e curiosità della gallina di razza siciliana

il dic 31 2024
La gallina siciliana è un'antica razza, nata probabilmente da un incrocio tra polli libici e locali. Dal piumaggio abbondante ed aderente al corpo, è un volatile rustico, dalle poche pretese, ma dalla grande resa. Per chiunque fosse interessato ad imparare qualcosa di più sulla razza siciliana, proveremo a dare qualche informazione utile. Habitat e comportamento della gallina di razza siciliana La razza è molto diffusa in Sicilia ed ufficialmente riconosciuta dalla FIAV. Vanta antiche origini, risalenti con molte probabilità al sedicesimo secolo. La gallina siciliana è rustica, ovaiola e resiste perfettamente ai climi freddi. Molto meno, invece, in ambienti troppo caldi ed afosi. Forte e dall'indole vagabonda, difficilmente è soggetta alle comuni malattie delle razze più diffuse. Solitamente viene allevata a scopo di recupero della razza. Caratteristiche morfologiche della gallina siciliana Ha un aspetto fiero e battagliero. Dalla forma elegante, la gallina siciliana è snella e leggera. Il tronco è di grandezza media, ricoperto da un piumaggio abbondante e morbido. La testa è arrotondata e larga. Il becco giallo è forte e riporta alcune striature scure. Gli occhi sono vivaci, grandi, prominenti di un intenso colore rosso oppure arancio scuro. La cresta identifica e distingue la gallina siciliana dalle altre razze. Si presenta con una tessitura fine e rossa. All'estremità termina a coppa ben arrotondata (proprio per questa caratteristica viene definita cresta a coppa). I denti della coppa sono generalmente 5, di forma regolare e ben definiti. In entrambi i sessi, la cresta viene portata dritta ad eccezione delle galline che depongono, le quali la portano leggermente pendente. Gli orecchioni sono arrotondati, rossi o leggermente macchiati di bianco e di grandezza media. Il collo risulta ben arcuato ed elegante, con una mantellina abbondante. Le zampe hanno una colorazione sul verde salice. Le ali sono lunghe e portate aderenti. Tuttavia, la gallina siciliana non è una buona volatrice. La colorazione tipica è selvatica bruna. Si riscontrano però anche esemplari di colore bianco, blu e nero. L'alimentazione e il pascolo Dal punto di vista dell’alimentazione, allevare la razza siciliana è abbastanza semplice. Questo volatile infatti è di poche pretese. Si nutre di orzo, frumento, semi di girasole, avena. Lasciata libera di pascolare, è in grado di procurarsi buona parte degli elementi necessari per una sana ed equilibrata alimentazione. Qualche cenno sulla riproduzione dei polli di razza siciliana I polli di razza siciliana sono molto precoci. Prima dei 20 giorni si distinguono già i sessi. I galli diventano sessualmente attivi a due mesi, mentre le galline depongono le uova dopo 5 mesi. Le uova hanno il guscio bianco ed i pulcini nascono vispi e robusti.
Conoscere ed allevare galli e galline: i polli di razza Valdarno

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Conoscere ed allevare galli e galline: i polli di razza Valdarno

il dic 31 2024
I polli di razza Valdarno hanno origine toscana, sono noti per la bontà delle carni e per l'elevata produzione di uova (uova bianche che cominciano ad essere deposte dal quinto mese di vita). Sono animali piuttosto rustici, che hanno bisogno di tanto spazio aperto (e quindi poco adatti all’allevamento intensivo). Scopriamo di più su questa razza! La storia della selezione Valdarno La Valdarno è una delle razze più discusse e controverse di sempre. Lo standard venne annunciato per la prima volta nel 1905. Tuttavia, questo riconoscimento ufficiale fu l’origine di una polemica che continuò a protrarsi per molto tempo, almeno fin quando la razza stessa non si estinse. Dopo alcuni decenni, un allevatore italiano assai noto nel settore decise di recuperare questa razza, ricorrendo a polli che avessero caratteristiche il più possibile vicine all'originaria Valdarno. Il progetto partì con incroci fra polli 'Bresse' (di origine francese) e individui autoctoni selezionati nelle campagne senesi, immettendo nei nuovi animali geni appartenenti alla razza Castigliana. Caratteristiche morfologiche Sotto certi punti di vista si possono notare alcune somiglianze tra la Valdarno e la Livorno, ma vediamo più nel dettaglio le caratteristiche di questa razza! La Valdarno ha un portamento eretto e fiero, il piumaggio nero con particolari riflessi verdi, la pelle completamente bianca e le zampe tendenti al color ardesia. Ha una cresta semplice piuttosto pronunciata (soprattutto nel maschio) e di color rosso acceso. Anche i bargigli sono molto pronunciati e di color rosso. Mentre gli orecchioni sono bianchi.   Habitat per l’allevamento e pollaio per il ricovero notturno Una delle caratteristiche della razza, da tenere maggiormente in considerazione quando si decide di allevarla, è la scarsa resistenza al freddo. La cresta infatti tende a congelarsi velocemente. Pertanto, è sconsigliato allevare questi polli ad altitudini superiori ai 700/800 metri sul livello del mare o lungo le valli interne soggette ad abbondanti gelate. Il Valdarno è un pollo robusto, che ama gli spazi ampi e aperti e che non va chiuso in recinti troppo stretti. Le dimensioni consigliate per le aie sono di 120/130 metri quadrati, con almeno 10 metri quadrati a disposizione di ciascun individuo. All'interno del pollaio scelto come ricovero notturno, bisognerà garantire alle galline ovaiole un'illuminazione di almeno 16 ore al giorno, non soltanto attraverso le finestre, ma anche tramite lampade ad incandescenza di potenza pari o superiore a 40 watt. Sarà inoltre opportuno che ogni pollo disponga di almeno venti centimetri di posatoi, sistemati ad un'altezza non inferiore a 60 centimetri dal suolo. Cenni sull’alimentazione Per la loro alimentazione sono preferibili semi di leguminose, cereali e i residui dei semi sottoposti all'estrazione dell'olio. Oltre a ciò non c’è molto da aggiungere. Anche perché per i polli Valdarno assume particolare importanza il pascolo. Grazie ad esso questi volatili riescono a soddisfare gran parte della loro alimentazione, rispetto al totale del cibo assunto durante la giornata. Proprio per questo motivo, tali polli non sono idonei all'allevamento intensivo. È necessario porre particolare attenzione all'acqua. I polli Valdarno infatti bevono circa il doppio di quanto mangiano, pertanto diventa fondamentale tenere sempre gli abbeveratoi in zone d'ombra (soprattutto durante la stagione estiva) e cambiare spesso l'acqua al fine di evitarne il surriscaldamento.
5 regole per un allevamento biologico di galline

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5 regole per un allevamento biologico di galline

il dic 31 2024
Negli ultimi anni, sta prendendo sempre più piede il concetto di 'biologico', ovvero rispettoso degli animali e dell'ambiente. A livello commerciale un allevamento biologico è più difficoltoso in quanto presenta costi più elevati, ma finché si vuole gestire un piccolo allevamento avicolo a livello domestico non ci sono grandi ostacoli nel curare galli e galline come natura comanda. Ragion per cui, per darti qualche dritta, elencheremo le 5 cose che differenziano l’allevamento biologico di galline da altri che usano metodi più intensivi. Cosa si intende per allevamento biologico? A definirne i tratti distintivi, ci ha pensato l’Unione Europea con apposito regolamento. La linea comune ad ogni singolo precetto normativo è che “per essere considerato biologico, un allevamento deve mettere gli animali il più possibile nelle condizioni in cui vivrebbero in natura”. Partendo da ciò ecco che possiamo delineare le 5 caratteristiche dell’allevamento biologico. 1 – Lo spazio a disposizione È chiaro che se un pollo viene allevato esclusivamente in gabbia, la sua natura non verrà in alcun modo rispettata. Lo spazio destinato ai volatili è un elemento fondamentale, sia per quanto riguarda la superficie disponibile per capo, sia per la qualità dello spazio/terreno. Nel caso del biologico, la legge esistente in materia impone uno spazio maggiore a disposizione degli animali, anche rispetto al normale allevamento a terra. Lo spazio per singolo esemplare, deve essere abbastanza esteso da permettere agli animali di muoversi ed eventualmente di tenere separati i capi sani da quelli ammalati. Fondamentale sarà anche la qualità del terreno, tale da consentire ai polli di pascolare senza problemi e di procurarsi, perché no, anche qualcosa da mangiare. 2 – L’alimentazione E proprio il cibo è il secondo “pilastro” di un allevamento biologico. I mangimi dovranno essere essi stessi biologici, ovvero prodotti senza l'impiego di concimi chimici e pesticidi. Ogni alimento, inoltre, dovrà essere libero da OGM e, di conseguenza, la soia (notoriamente a rischio OGM) dovrà essere sostituita con sorgo, favino e glutine di mais. 3 – Uso limitato degli antibiotici Altra differenza importante, riguarda l'uso di antibiotici. Se un pollo proveniente da un semplice allevamento all'aperto si ammala verrà curato mediante la somministrazione di antibiotici. In un allevamento biologico, invece, è possibile ricorrere agli antibiotici soltanto per un numero limitato di volte durante l'anno e sempre sotto stretto controllo del veterinario. 4 – Rispetto dei normali tempi di sviluppo dell’animale È risaputo che a livello commerciale bisogna attenersi alle rigide richieste del mercato, soprattutto per quel che riguarda le tempistiche. Nei grandi allevamenti intensivi si tenta in tutti i modi di forzare quelli che sono i ritmi naturali degli animali. Ad esempio eccedendo con le dosi di cibo per velocizzare la crescita dei capi giovani. Provvedendo a sostituire le galline ovaiole dopo il primo ciclo di produzione delle uova (quello più produttivo). Oppure ancora somministrando ormoni per regolare l’ovulazione delle galline. In un allevamento biologico invece non deve esserci fretta e ogni animale deve crescere e svilupparsi secondo i suoi ritmi. 5 – Trasporto ridotto al minimo Ultima cosa, ma che probabilmente interessa più gli allevamenti a scopo commerciale, riguarda il trasporto degli animali, che deve essere ridotto al minimo indispensabile per non affaticarli o causare loro traumi. Sei interessato a questo argomento? Inizia col procurarti online un pollaio dal nostro e-commerce!
Guida ai tipi di cresta di galli e galline

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Guida ai tipi di cresta di galli e galline

il dic 31 2024
È forse la parte anatomica più caratteristica dei polli in generale. Stiamo parlando della cresta! Probabilmente i meno esperti di allevamento di avicoli avranno presente solo la classica cresta a lamina. In realtà, a seconda della specie o della selezione,la cresta di questi volatili da cortile può assumere diverse forme, più o meno diffuse e più o meno strane. Ecco perché abbiamo pensato di scrivere una breve guida ai tipi di cresta di galli e galline per saperli riconoscere e capire a quali razze possono appartenere. Da cosa dipende la forma della cresta di galline e galli? Le diverse sembianze che può assumere questa protuberanza carnosa dipendono ovviamente da fattori genetici, influenzati però anche dalla mano dell’uomo per mezzo dei vari incroci susseguitesi nel tempo tra diverse specie e selezioni. Cresta semplice   Iniziamo con la più conosciuta cresta semplice, per intenderci, quella a forma di lamina (piatta, eretta e col bordo seghettato). È un tipo di cresta che, in versione più o meno grande ed accentuata, accomuna la maggioranza delle specie di pollo (Rhode Island, Amrock, Faverolles, Nana Calzata, Chabo, Valdarno e Livorno ne sono solo alcuni esempi). Cresta Doppia o a Coppa   Questa tipologia di cresta è detta doppia proprio perché visivamente sembra che l’animale ne abbia 2 in testa. Considerando anche la parte concava che viene a crearsi nella parte centrale si può capire anche perché viene definita cresta a coppa. L’esempio nostrano più noto di cresta doppia appartiene a galli e galline di razza Siciliana, ma è possibile ricordare anche la Caumont. Cresta a cornetti   In questo caso la cresta assume la sembianza di un paio di corna che, a seconda della specie o dell’esemplare, possono essere poco o molto accentuate, protratte in avanti o verso l’alto, parallele o divergenti (a forma di V). Ne sono alcuni esempi le razza Polverara, Olandese ciuffata o la Breda. Cresta a Noce   L’esempio tipico di questo tipo di cresta ce lo fornisce la Moroseta. Una protuberanza posta appena sopra il becco che per forma (e nel caso specifico della Moroseta anche per colore) ricorda quello di una noce che spunta tra le piume. Cresta a Rosa   Tipo di cresta molto particolare la cui forma è data da numerosi piccoli cornetti ammassati tra loro che, a seconda di quanto sono pronunciati, ricordano proprio l’aspetto di un fiore (probabilmente anche per via della colorazione rossiccia). In alcuni casi, come nei polli Rosecomb Bantam, la cresta a rosa è accompagnata da protuberanze più allungate. Cresta a Pisello o a Baccello   Per alcuni aspetti assomiglia alla cresta a Noce, ma rispetto a questa ha una forma leggermente più allungata e curva, proprio come quella di un baccello. È possibile ritrovarla in specie come la Brahma o la combattente indiana Cornish.
Guida alle colorazioni del piumaggio dei polli

Polli e Galline

Guida alle colorazioni del piumaggio dei polli

il dic 31 2024
Dopo aver dedicato un intero articolo ai tipi di creste di galli e galline, abbiamo pensato di fare la stessa cosa anche a proposito del piumaggio (o per lo meno le varianti più note e comuni). L’obiettivo è quello di fornire alle persone meno esperte una piccola guida alle colorazioni del piumaggio dei polli, utile per orientarsi tra le diverse pigmentazioni, tra i disegni possibili delle piume e per associare, ad una certa denominazione, il tipo di piumaggio corrispondente. Colorazioni di base Iniziamo con le varianti di colore, che in molti casi possono anche contraddistinguere l’intera livrea di un esemplare. Molto diffusa è la colorazione bianca, riscontrabile in razze come quella Polverara, Moroseta, la Livorno ecc… Simile è anche la colorazione bianco columbia che contraddistingue la razza Brahma (il bianco è predominante, ma sono presenti dei ciuffi neri sul collo, sulla coda e sul bordo delle ali. Anche il nero è un colore molto presente (come ad esempio nella razza Polverara, nella Livorno o anche nella Valdarno). Spesso il piumaggio nero è “contaminato” da sfumature sul marrone o da riflessi verdi e blu scuri. Altra livrea abbastanza comune è quella fulva che caratterizza razze come l’ovaiola ibrida comune, la Cocincina, la Livorno ecc… Immancabile è anche la pigmentazione bruna. Concludiamo con la colorazione blu. Non si tratta di una vera e propria pigmentazione blu, quanto più di un grigio tendente al bluastro/viola. Si può ad esempio trovare il blu nella Cocincina Nana o nella razza Siciliana. Disegno della piuma e altre colorazioni In molti casi capita che la livrea di un gallo o di una gallina dipenda dall’accostamento di più colori. Basti pensare alla Brahma citata poco fa, ai galli collo oro (maschio di Olandese Nana), collo argento (gallo Livorno), ai polli Faverolles ecc... Diverso è il caso in cui una particolare livrea dipende dal disegno che contraddistingue le piume dell’animale. Un esempio di ciò è dato dalla livrea sparviero, che troviamo nella Amrock. Sulla piuma si alternano linee più scure ad altre più chiare (bianco, nero e grigio). Non per niente si è soliti chiamare questa variante anche come barrata. Altra alternativa è la cosiddetta millefiori. Nel complesso, l’effetto finale è quello di un piumaggio puntinato che per certi versi assomiglia a quello della livrea barrata, ma con un’alternanza di colori leggermente più casuale. Questa fantasia è dovuta al disegno paiettato che contraddistingue la stessa piuma e che spesso può alternare anche 3 colori diversi (bianco, nero e fulvo). Ne sono esempi la razza Amburgo, alcune selezioni della Chabo e della Nana Calzata. Passiamo infine alla piuma orlata (o pluriorlata), uno degli effetti più belli da vedere! Una serie di piccoli cerchi concentrici che, a seconda del contrasto dei colori, potrà apparire più o meno visibile. Questo piumaggio lo possiamo trovare nell’effetto salmonato della Faverolles (fulvo e bianco) o anche nella Sebright (bianco e nero o fulvo e nero).  
Caratteristiche e curiosità sulla gallina Ancona

Polli e Galline

Caratteristiche e curiosità sulla gallina Ancona

il dic 31 2024
La razza Ancona è una selezione nostrana le cui caratteristiche principali sono quelle di essere una buona ovaiola, nonché un ottimo esemplare per scopo ornamentale (grazie al suo piumaggio “a pois”). Oltre a ciò, spicca anche la rusticità dell’animale che lo rende piuttosto indipendente dal punto di vista dell’alimentazione. Scopriamo quindi caratteristiche e curiosità sulla gallina Ancona! Origini e caratteristiche della razza La gallina ovaiola Ancona trae il nome dal porto della città marchigiana, dal quale venne originariamente esportata in tutto il resto della Penisola, nonché in Europa ed in America. Una delle caratteristiche di maggior rilevanza è costituita dalla sua abitudine a deporre numerose uova, con una media annuale che tocca le 180 unità, ma che può raggiungere le 250. Le uova sono di medie dimensioni e presentano un guscio bianco abbastanza resistente. Altra caratteristica della Gallina ancona è data dall’inconfondibile piumaggio a pois. Questa tipica picchiettatura a pallini bianchi è il frutto di attente selezioni, volte a fare della Ancona non soltanto una buona ovaiola, ma anche un degno volatile a scopo ornamentale. Generalmente la base della livrea è nera, ma esistono anche esemplari di colore blu (grigio/azzurro). Queste galline presentano un piumaggio folto, un corpo piuttosto robusto, un petto largo e pieno ed un dorso leggermente arrotondato. La femmina raramente pesa più di 2 chili, mentre il gallo può raggiungere i 2,8 chilogrammi e si distingue per la presenza di una cresta semplice, dritta, ampia e rossa. Molto più rara, ma comunque possibile, è la presenza di una cresta a rosa. I bargigli sono altrettanto rossi e piuttosto pronunciati. Gli orecchioni sono bianchi, zampe e becco infine sono gialli. Al di là dei soli attributi estetici, la gallina Ancona è nota anche per il suo temperamento vivace e per la sua robustezza. Come allevare la gallina Ancona Queste particolari galline amano molto razzolare all'aperto e necessitano quindi di ampi spazi in cui muoversi. Inutile dire che è fortemente sconsigliato praticare l'allevamento al chiuso. La mancanza di spazi, inoltre, potrebbe renderle particolarmente nervose ed aggressive, tanto da indurle persino ad attaccare i propri simili. La necessità di cibo di questo bel volatile ammonta a circa due terzi rispetto a quella di altre razze, pertanto, la Ancona è una gallina che genera un impatto ambientale minimo e che è facilmente allevabile adottando il metodo biologico. La sua indole libera, infatti, la spinge a procurarsi il cibo per conto suo e a razzolare per molte ore al giorno nell'aia. Queste galline si adattano facilmente ad ogni genere di clima e sopportano bene sia i rigori della stagione fredda, che il caldo di quella estiva. La loro produzione di uova, inoltre, non dipende in alcun modo dall'impatto che il clima sortisce sull'animale. La gallina Ancona è stata importata e da molti anni viene allevata con successo anche in Inghilterra e in Nord America, adattandosi perfettamente ai climi locali.