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Come allevare canarini in voliera

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Come allevare canarini in voliera

il gen 03 2025
Il canarino è un uccello di piccole dimensioni che appartiene alla famiglia dei Fringillidi. Il nome deriva dalla sua terra d'origine, ovvero l'arcipelago delle Canarie. Essendo in grado di adattarsi alla maggior parte dei tipi di habitat, questi animali si sono rapidamente diffusi in numerose aree del pianeta. Scopriamo di più su come allevare i canarini. L'uccello da canto più diffuso al mondo Canarini e bengalini sono gli uccelli da canto più frequenti all'interno delle abitazioni degli italiani. Tanto che esistono diverse selezioni appositamente allevate per le melodie che riescono ad emettere: sono i cosiddetti canarini da canto. Il 'Comitato Ornitologico Mondiale' riconosce essenzialmente tre razze di canarini, ovvero la 'Harzer' o 'Harz roller', la 'Timbrado' e la 'Malinois waterslager'. Allevare questi uccelli al solo scopo di insegnare loro a cantare non è per niente facile e richiede pazienza, esperienza, spazio, nonché esemplari che sappiano già cantare e che possano insegnare ai giovani. Come allevare canarini Al di fuori delle razze da canto, i canarini possono essere anche distinti (e allevati) per il colore del piumaggio (canarini da colore) o per la postura. In questi casi l’allevamento è relativamente più semplice e può essere svolto anche semplicemente a livello domestico. Iniziamo con qualche considerazione generale: un po’ come per tutti gli uccelli da voliera, anche i canarini non amano molto la solitudine, per questa ragione potrebbe essere una buona idea quella di allevarli almeno in coppia. Tuttavia, se sei interessato anche alla loro riproduzione dovrai anche considerare che in tale periodo i maschi possono dimostrarsi violenti. Ciò ti obbligherebbe a tenere i due esemplari in gabbie separate fino a quando sono si dimostreranno pronti all’accoppiamento. Voliere per allevamento canarini Considerata l'abitudine di questi uccelli di volare in orizzontale, le gabbie per allevamento canarini devono essere più lunghe che alte. Un metro di lunghezza per 50 o 60 centimetri di altezza rappresentano le dimensioni ideali. All'interno delle voliere per canarini i posatoi devono essere sistemati in modo da non ostacolare i loro movimenti. Qualora la gabbia fosse condivisa da più esemplari sarà opportuno collocare diverse mangiatoie per evitare litigi. Fondamentali anche le vaschette per il bagno e gli abbeveratoi. Per garantire le giuste ore di buio e di sonno ai canarini può essere utile coprire la voliera con un telo. Riproduzione dei canarini Il periodo della cova è tra i più importanti all'interno dell'iter da seguire per un allevamento di canarini. Se allevi canarini in ambiente domestico o comunque in un luogo riparato, ti converrà cominciare a preparare la cova già a partire dal mese di febbraio. Se allevi gruppi numerosi di canarini, seleziona le coppie in grado di riprodursi e prepara tutte le attrezzature necessarie, tra cui i nidi con i relativi porta-nidi e tutto il materiale che questi animali preferiscono per la loro imbottitura (ovatta, lana e paglia). Quando i canarini sono prossimi al periodo della riproduzione evita di mettere insieme le coppie di consanguinei ma scegli sempre canarini nati da coppie differenti. Cosa mangiano i canarini? Vediamo ora cosa mangiano i canarini. Questi uccellini sono ghiotti delle miscele di semi che si possono acquistare in qualsiasi negozio specializzato, mentre nel periodo che precede la riproduzione e la cova, oppure quando il clima è più rigido, puoi somministrar loro un pastoncino fatto in casa a base di uovo, utile a rendere i canarini più forti ed il loro piumaggio più folto e luminoso. Di tanto in tanto puoi viziare i tuoi canarini con delle verdure a foglia larga o offrendo loro una mela. Negli abbeveratoi delle voliere per uccelli destinate ad ospitare le femmine nel periodo della deposizione puoi versare anche un integratore specifico a base di calcio e minerali che incrementi la robustezza del guscio delle uova.
Pappagallo di Meyer: tutto quello che c'è da sapere

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Pappagallo di Meyer: tutto quello che c'è da sapere

il gen 03 2025
Il pappagallo di Meyer (Poicephalus meyeri) è una delle specie più affascinanti e apprezzate dagli amanti degli uccelli esotici. Originario delle regioni sub-sahariane dell'Africa, questo piccolo pappagallo si distingue per il suo carattere equilibrato e per il piumaggio dai colori vivaci. In questo articolo, esploreremo tutto ciò che c’è da sapere su questa specie: dalle sue caratteristiche uniche alla gestione in cattività. Pappagallo di Meyer: caratteristiche Il pappagallo di Meyer è un uccello di dimensioni medio-piccole, lungo circa 21-24 cm e dal peso che si aggira tra i 100 e i 135 grammi. È noto per il suo piumaggio prevalentemente verde, spesso accompagnato da macchie gialle sulle spalle e, talvolta, sulla testa. Alcuni esemplari possono presentare tonalità bluastre su ali o ventre, rendendoli ancora più particolari. Questa specie è apprezzata non solo per il suo aspetto, ma anche per il carattere tranquillo e socievole. È meno rumoroso rispetto ad altri pappagalli, il che lo rende una scelta ideale per chi vive in appartamento. Inoltre, ha una longevità notevole, potendo vivere fino a 25 anni se curato adeguatamente. Habitat Naturale In natura, il pappagallo di Meyer abita le foreste, le savane e le aree boschive dell’Africa centrale e meridionale. Si può trovare in paesi come Zambia, Angola, Namibia e Repubblica Democratica del Congo. Grazie alla sua capacità di adattamento, è in grado di sopravvivere in diverse condizioni ambientali, alimentandosi con le risorse che trova, come semi, frutta e bacche. Pappagallo di Meyer: carattere e comportamento Il pappagallo di Meyer è noto per il suo temperamento equilibrato. È un uccello che ama la compagnia ma che sa essere anche indipendente. Se ben socializzato fin da piccolo, si affeziona profondamente ai membri della famiglia. Nonostante ciò, è importante ricordare che ogni pappagallo ha una personalità unica: alcuni possono essere più giocosi e vivaci, mentre altri tendono ad essere più calmi e osservatori. Uno dei vantaggi principali del pappagallo di Meyer è il suo basso livello di rumorosità. Pur emettendo i tipici richiami dei pappagalli, è generalmente meno chiassoso rispetto ad altre specie, come i conuri o gli amazzoni. Pappagallo di Meyer: alimentazione In natura, il pappagallo di Meyer si nutre di semi, frutta, bacche, fiori e occasionalmente insetti. In cattività, è fondamentale fornirgli una dieta varia e bilanciata per garantire il suo benessere. Cosa includere nella dieta quotidiana Miscela di semi o pellet di alta qualità: questi rappresentano una base nutrizionale solida. Frutta fresca: mela, pera, banana e frutti di bosco sono ottime scelte. Evitare assolutamente avocado e cioccolato, che sono tossici per i pappagalli. Verdure fresche: carote, spinaci, zucchine e peperoni sono ricchi di nutrienti. Proteine occasionali: un pezzetto di uovo sodo una volta alla settimana può essere un'ottima fonte di proteine. Consigli utili Cambiare il cibo quotidianamente per mantenerlo fresco. Fornire sempre acqua pulita. Evitare cibi troppo grassi o zuccherati. Come prendersi cura del pappagallo di Meyer Avere un pappagallo di Meyer come animale domestico richiede attenzione e impegno. Ecco i principali aspetti da considerare. Gabbia adeguata La gabbia deve essere spaziosa e robusta, con barre resistenti e una dimensione minima di 60x60x90 cm. Deve contenere posatoi di diverse dimensioni, giocattoli per stimolare la mente e uno spazio sufficiente per volare o arrampicarsi. Socializzazione Anche se può essere indipendente, il pappagallo di Meyer necessita di interazione quotidiana per evitare problemi comportamentali, come la noia o l’aggressività. Giocattoli e stimolazione mentale Questa specie è molto curiosa e intelligente. Fornire giochi interattivi, come puzzle o corde, è essenziale per mantenerlo felice e attivo. Pulizia e igiene La gabbia deve essere pulita regolarmente per prevenire infezioni. Anche i posatoi e le ciotole per il cibo devono essere igienizzati. Pappagallo di Meyer: salute e benessere Per garantire la salute del pappagallo di Meyer, è importante osservare eventuali cambiamenti nel comportamento o nell'aspetto. Segnali di allarme includono: Perdita di piume o piumaggio opaco Diminuzione dell'appetito Apatia o letargia Feci anomale In caso di problemi, è consigliabile consultare un veterinario specializzato in uccelli esotici. Inoltre, è utile sottoporre il pappagallo a controlli periodici per prevenire malattie comuni, come infezioni respiratorie o parassiti. Il pappagallo di Meyer è una scelta eccellente per chi cerca un compagno affettuoso, tranquillo e relativamente facile da gestire. Con la giusta cura, una dieta equilibrata e un ambiente stimolante, può diventare un membro della famiglia affettuoso e longevo. Che tu sia un esperto o un principiante nel mondo degli uccelli esotici, il Meyer saprà conquistarti con il suo fascino e il suo carattere dolce. Se stai pensando di adottare questo pappagallo, ricordati di acquistarlo da allevatori affidabili o centri di recupero specializzati. Così facendo, garantirai a questo splendido animale una vita lunga e felice!
Allevare colombi per hobby

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Allevare colombi per hobby

il dic 19 2024
Il colombo domestico ha come unico capostipite il colombo sassetto o tortaiolo. Viene allevato principalmente per hobby, come colombo viaggiatore, anche se molti allevatori lo allevano per la produzione della carne, la quale è molto saporita e gustosa. È un uccello che vice pochissimo a terra, infatti  passa la sua giornata appollaiato sui rami o sui tetti e si posa a terra solo per mangiare e bere. Per l’allevamento con il sistema all’aperto sono consigliate le razze locali. Queste razze sono calme e  addomesticabili, non si allontanano dalla colombaia e non si perdono facilmente. Di seguito elencheremo alcune razze, le più comuni, di colombi presenti nelle nostre campagne. Romano:  tipico colombo italiano allevato già al tempo dell’impero romano. È il più grande di tutti i colombi. Supera i 50 cm e il suo peso supera il kilogrammo. Ha un volo pesante, rumoroso e si eleva di pochi metri dal suolo. Triganino Modenese: è una razza italiana che si è sviluppata molto in Inghilterra. È un colombo di medio-piccola grandezza, con corpo largo e corto, ben arrotondato in tutte le sue parti,. Le zampe sono ben staccate dal corpo e tenute larghe tra loro. Mondano: antica razza francese molto grossa e pesante e con zampe corte caratterizzata dalle sue forme tozze. Il peso medio è di circa 1 Kg. La lunghezza supera i 40 cm. Piacentino: risalente al XIX secolo. Con un termine dialettale veniva chiamato “Pitton” che sta ad indicare un colombo reale o di grande taglia, da cui l’attuale soprannome “Pitone Piacentino”. È un colombo di grossa mole: ha zampe robuste con tarsi forti e neri, il suo peso minimo è di 750 g. La lunghezza si aggira attorno ai 40-42 cm.
La Voliera per uccelli

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La Voliera per uccelli

il dic 19 2024
Una Voliera è una gabbia di grandi dimensioni che di solito viene posizionata all’esterno delle abitazioni e dei giardini. Non è comunque escluso che molte persone la utilizzino in ambienti interni della casa. In una voliera si possono tenere vari tipi di uccelli, sia di taglia piccola, come piccoli calopsita, canarini, e piccoli animali esotici, che di taglia media come papagalli, merli, ecc. Le voliere possono essere gestite per hobby, bisogna comunque informarsi molto bene sugli uccelli che possono essere allevati. Bisogna infatti essere precisi nella scelta delle varie razze che ospiterà la voliera e nel numero di maschi e femmine che ognuna può contenere. Può essere molto difficile trovare il giusto equilibrio all’interno della gabbia, sia tra specie diverse che tra specie uguali. Se siete amanti del merlo indiano o dei pappagalli la voliera può rivelarsi la soluzione ideale, anche per allevare più di un esemplare. Se non siete dei neofiti ma degli appassionati  potete concentrarvi sull’allevamento delle varie razze di uccelli. In questo caso la vostra gabbia dovrà essere composta di accessori, quali gabbie per dare la possibilità ai vostri uccelli di deporre le uova ed allevare i piccoli. Questa può essere un’attività piuttosto complicata, per questo riuscire ad ottenere delle cucciolate può essere causa di una forte soddisfazione. La voliera deve essere quindi delle giuste dimensioni e dei giusti materiali. Una gabbia in legno, oltre che ad essere molto più bella e presentabile nei giardini, se costruita con i giusti materiali e le necessarie competenze può diventare anche molto economica. Si deve infatti considerare che una voliera deve resistere all’esterno, forse anche d’inverno, quindi chi sceglie la versione in legno deve tener presente della qualità del prodotto che compra. Se si acquistano prodotti economici o non di qualità corre il rischio di rimanere presto “senza gabbia”. Cosa molto importante da valutare sono  i materiali utilizzati per la costruzione. Dovete pensare che all’interno della voliera ci sono i vostri uccelli, quindi non sapere con che tipo di vernice è stata costruita diventa un rischio per la salute dei vostri animali e di conseguenza vostra. Allevare uccelli è una cosa fantastica, farlo con la giusta voliera può essere anche meglio. Per questo Il Verde Mondo pone molta attenzione ai materiali e alle caratteristiche delle voliere per rendere la gabbia il più confortevole possibile. 
Canarini come allevarli all'interno di una casetta per uccelli

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Canarini come allevarli all'interno di una casetta per uccelli

il dic 19 2024
I canarini sono gli uccelli da casetta per eccellenza, infatti sono i più diffusi nell’allevamento domestico. (Non diciamo gabbie ma casette per uccelli in quanto i nostri prodotti sono realizzati per avere un bell’aspetto, e quindi per ornare la vostra casa o giardino nel modo migliore, e per permettere agli animali che vi soggiornano all’interno di vivere il più serenamente possibile). ll motivo di questo loro successo presso gli allevatori domestici è che sono ottimi animali da compagnia che si affezionano molto al loro padrone, oltre che a possedere un canto molto allegro e melodioso. Ulteriore caratteristica importante è che sono facili da allevare, in quanto hanno bisogno di poche attenzioni e spazio. Chiaramente per poco spazio non significa che possono essere alloggiati in minuscole gabbie, ma devono comunque essere allevati in casette per uccelli delle giuste dimensioni, devono infatti essere sempre in grado di volare all’interno della casetta. Da non dimenticare che questi animali amano la compagnia, quindi sconsigliamo l’acquisto di un unico esemplare. La dieta di questi animali si compone soprattutto di semi secchi, anche se deve essere integrata con vegetali, come insalata e foglie di carota, non disdegnano comunque anche delle fette di mela. Cosa che non deve mai mancare è l’osso di seppia che gli serve per affilarsi il becco. La casetta per canarini deve essere sempre pulita e quindi deve essere mantenuta tale più volte alla settimana. Per questo motivo abbiamo predisposto le nostre casette per uccelli di un comodo cassetto che può essere estratto senza disturbare in alcun modo gli animali. Anche gli accessori vanno ben puliti, quindi attenzione ai posatoi, alle mangiatoie e abbeveratoi. Sul fondo della casetta per uccelli è consigliato distribuire della sabbia specifica per uccelli. La casetta per canarini dovrebbe avere lo spazio per poterci alloggiare dei nidi nei quali i canarini andranno a dormire. Questi animali hanno bisogno del buio più totale per poter riposare al meglio, per questo motivo inserire dei nidi è fortemente consigliato. Le porte delle casette devono essere abbastanza ampie per aver la possibilità di poterci far entrare il bagnetto che dovrebbe essere dato loro alcune volte la settimana, anche nei periodi invernali. Pensando a questa cosa abbiamo progettato porte ampie e comode. Ricordate che il canarino in genere può vivere più di dieci anni, se lo tratterete con amore e passione potrebbe vivere anche fino a venti anni. Quindi dovete considerare che avrete in casa un amico che vi terrà compagnia per un periodo importante della vostra vita.
Come fanno nascere i nidiacei gli uccelli

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Come fanno nascere i nidiacei gli uccelli

il dic 19 2024
Per gli uccelli allevare la prole è uno sforzo molto grande in quanto oltre che badare al cibo e ad accudire i pulcini devono anche preoccuparsi dei predatori che possono attaccare il nido in ogni momento in cui sono fuori a caccia di qualche verme. L’allevamento dei piccoli comincia nel momento della cova e termina quando i figli cominciano a spiccare i primi voli. Non per tutte le razze questo è vero. Ogni specie cura in modo diverso i propri piccoli e questo dipende dal loro sistema nuziale. Quando un maschio si accoppia con più femmine sarà solo la femmina ad occuparsi dei piccoli, mentre se l’uccello è monogamo contribuirà insieme alla femmina ad accudire i pulcini fino al momento in cui saranno grandi. Per esempio il Fagiano è poligamo, per questo motivo, dopo aver fecondato un certo numero di femmine, il maschio si disinteressa della covata. Nel caso di questa specie la cosa potrebbe essere un vantaggio in quanto il maschio, a causa dei suoi colori intensi e vistosi, ha molte più possibilità di essere individuato da qualche animale predatore come potrebbe essere una volpe o una faina. Per questo motivo lo stare vicino alla nidiata potrebbe essere controproducente per la sopravvivenza dei piccoli. Il fatto più curioso di animali poligami è quello del Pendolino il quale alleva singolarmente i piccoli ma nel loro caso potrebbe essere anche il soggetto maschio. È possibile infatti che la femmina dopo la deposizione abbandoni il nido, in quel caso, il maschio si occuperà della cova e dell’allevamento. Comunque sempre e solo un genitore si occuperà dei figli. Nel caso di uccelli monogami, che sono la maggior parte delle specie, la partner viene aiutata durante tutto il periodo dell’allevamento e in certi casi anche nel periodo della cova. Nella specie Cannaiola entrambi i genitori covano le uova mentre il Merlo lo fa solo la femmina.  Il Tuffetto che è un piccolo uccello acquatico è molto particolare, infatti la coppia di animali costruiscono insieme il nido, covano e alimentano i pulcini insieme. Nel loro caso la stranezza sta nel fatto che i pulcini non nascono tutti insieme ma scaglionati. In questo caso uno dei genitori comincia ad allevare i primi nati mentre il secondo rimane a far caldo alle uova che devono ancora schiudersi, i piccoli appena nati si accovacciano sul dorso del genitore per rimanere al caldo tra le sue piume. Non è quindi raro vedere questi animali nuotare negli stagni con i piccoli appollaiati sul loro dorso. Tutte queste cure amorevoli poi cessano nel momento in cui i pulcini diventano grandi in quanto questo animale è molto territoriale e quindi non desidera avere nel suo territorio nessun uccello di altra specie, ne tantomeno i loro piccoli diventati ormai grandi. Tutte queste strategie riproduttive sono dovute all’ambiente che circonda questi animali e quindi ogni metodo è figlio di un adattamento della natura che ha come unico scopo quello di portare avanti la vita della specie.
Come allevare i Calopsite? 4 consigli utili

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Come allevare i Calopsite? 4 consigli utili

il dic 19 2024
I Calopsite fanno parte della famiglia dei pappagalli, precisamente dei Cacatuidi. Sono facilmente riconoscibili per il tipico ciuffo alto sulla testa. Sono di colore grigio e li potete riconoscere dal tipico ciuffo sfumato di giallo sulla testa e dalle due macchie arancioni sulle guance. Sono veri e propri animali da compagnia e si affezionano molto al padrone, soprattutto se tenuti fin da piccoli a contatto con le persone. I Calopsite possono vivere fino a 15 anni! Resistono bene alle temperature rigide, purché riparati adeguatamente, quindi potete decidere di tenerli in casa oppure in una voliera in giardino. Se avete deciso di prendere un Calopsite, qui di seguito trovate 4 consigli per allevarlo nel migliore dei modi! 1. Non lasciate solo il vostro piccolo Calopsite!Se avete poco tempo da dedicargli, vi consigliamo di metterlo in una voliera con altri suoi simili oppure con Cocorite e Canarini, in modo che si facciano compagnia. Il Calopsite, se viene lasciato solo, soffre di solitudine! Se, al contrario, avete la possibilità di passare molto tempo con il vostro nuovo amico, si instaurerà tra voi un rapporto speciale e potrete insegnargli tantissime cose, ad esempio delle canzoncine da fischiettare! 2. Cosa mangiano i Calopsite?In commercio trovate mix di semi già pronti, tuttavia la loro alimentazione dovrebbe prevedere anche frutta e verdura, per garantire il giusto apporto di vitamine e sali minerali. I Calopsite amano i semi di girasole, ma non esagerate con la quantità perché potrebbero fargli male. Vi consigliamo di dare al vostro Calopsite il Grit, una miscela composta da gusci di ostrica tritati che favorisce l'assorbimento di calcio nei volatili e aiuta la digestione. Questo alimento è importante soprattutto durante la cova, cioè il periodo in cui gli uccelli hanno bisogno di assumere più calcio. 3. Come distinguere maschi e femmine?I maschi di Calopsite hanno un ciuffo molto più pronunciato rispetto alle femmine, con un colore giallo vivace, mentre le femmine hanno la testa tendente al grigio. In alcuni casi però, come nel caso delle mutazioni, è molto più difficile distinguere maschi e femmine, se non quasi impossibile. In genere i maschi apprendono più facilmente motivetti da fischiettare e sono più rumorosi rispetto alle femmine.Quando li acquistate, tenete a mente che il piumaggio la dice lunga sullo stato di salute di questi volatili: deve quindi essere lucido e senza zone prive di piume. Se prendete una coppia di solito è molto prolifica. Installate un nido di legno nella voliera, preferibilmente con della segatura e loro si adatteranno all'ambiente. 4. Come predisporre la voliera?Un’ampia voliera è l'ambiente ideale per i Calopsite: questi uccellini adorano avere molto spazio a disposizione, quindi non metteteli in una gabbia troppo piccola! È fondamentale che i pappagalli abbiano abbastanza spazio da potersi muovere tranquillamente. I posatoi devo essere abbastanza distanti da permettergli di battere le ali e fare piccoli voli, quindi cercate di disporli nel modo giusto. La voliera deve avere le sbarre orizzontali perché i Calopsite si arrampicano per passatempo, cosa impossibile se ci sono sbarre verticali. Con la voliera di solito vengono forniti anche l'abbeveratoio e la mangiatoia: assicuratevi che siano presenti, altrimenti dovrete acquistarli separatamente. Ricordate anche di dotare la voliera di una rete separa feci che vi renderà il lavoro di pulizia molto più facile. L'acqua va cambiata tutti i giorni, specialmente d'estate. Potete anche aggiungere una vaschetta in cui i volatili possano lavarsi.   I Calopsite possono anche essere allevati a mano fin da piccoli e tenuti in casa, tuttavia questo richiede molta pazienza e molto tempo. Se volete provare a farlo, vi consigliamo di chiedere indicazioni agli esperti. Diteci la vostra! Anche voi avete dei Calopsite in voliera? Avete degli amici che vogliono allevarli? Condividete l'articolo se vi è piaciuto! Seguiteci anche su Facebook   
Come allevare le Cocorite?

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Come allevare le Cocorite?

il dic 19 2024
Le Cocorite, il cui vero nome è 'Parrocchetto ondulato', sono piccoli pappagalli che fanno parte della famiglia degli Psittacidi, di origini australiane. Il loro nome deriva dal greco e ha un significato che ne rispecchia il carattere: pappagallo melodioso. Il loro colore tipico di questi volatili è verde chiaro, tuttavia in cattività si sono formate molte mutazioni e i colori hanno ampliato il loro spettro.  Si tratta di esemplari intelligenti e socievoli, tuttavia ogni Cocorita ha il proprio carattere, a seconda che passiate poco o tanto tempo con essa, ve ne accorgerete. Ci sono gli esemplari che cantano e svolazzano tutto il giorno e quelli invece che se ne stanno più tranquilli.   Cose da sapere prima di prendere le Cocorite:  No alla solitudine. Ogni Cocorita ama stare in compagnia, se ne prendete un solo esemplare rischiate che soffra di solitudine. L'ideale è averne due, un maschio e una femmina. In questo modo potranno accoppiarsi e arricchire la gabbia con nuovi esemplari. Se invece ne volete di più sarebbe meglio fossero tutte coppie.   La gabbia deve essere rettangolare e grande. Lo spazio a disposizione deve essere molto e va sfruttato tutto. La voliera è la soluzione ideale per tenere i vostri volatili in giardino o in luogo chiuso. Dovete sistemare i posatoi, anche abbastanza distanti tra loro, in modo che le Cocorite possano volare da uno all'altro, facendo un po' di movimento.    Le mangiatoie devono essere tante quante gli esemplari. Per assicurare che tutti abbiano accesso al mangime ci devono essere molte mangiatoie, anche gli abbeveratoi sarebbe bene che fossero più di uno. Ricordate di cambiare l'acqua tutti i giorni.    Cosa mangiano le Cocorite? A parte il solito mangime per Cocorite potete inserire nella loro alimentazione alcuni frutti come banane, kiwi e mele. Anche l'insalata va bene. Ogni tanto potete aggiungere le spighe di panico, senza esagerare. Quando nascono i piccoli va dato il pastoncino giallo. La giusta alimentazione dei vostri animali da compagnia li potrà far vivere a lungo, fino a dieci anni. Aggiungete un posto anche per l'osso di seppia nella voliera, perché ne hanno bisogno. Attenzione ai cibi che fanno male! Non date alle Cocorite: cioccolato, panna, latte, semi di mela, noccioli di ciliegia, di pesca e di albicocca. Vanno evitati anche: cipolla, melanzana, avocado, kaki, olive, asparagi. Sono tutti alimenti potenzialmente velenosi per loro.    Amano il caldo. Poiché questi piccoli pappagalli provengono da climi caldi, la loro temperatura ideale è dai 12 ai 30 gradi. In inverno questi esemplari potrebbero soffrire il freddo se le temperature scendono sotto lo zero, perciò il consiglio è di mettere la gabbia in un posto riparato e coprire i lati per proteggerli dal vento con un telo trasparente. Se ci sono delle giornate particolarmente fredde potete tenere le Cocorite in casa, ma attenzione allo sbalzo termico, perché così come il freddo potrebbe essere letale. Se i vostri esemplari sono abituati a stare all'aperto anche d'inverno potranno continuare a starci, purché ben riparati. Se invece vedete che si arruffano e gonfiano le piume per il freddo, forse è il caso di trovargli un'altra sistemazione.    Quante uova depongono? Le Cocorite depongono fino a sei uova e la cova dura 18 gg. Potete mettere una casetta-nido in legno nella gabbia per facilitare la cova. Cercate di non disturbarle troppo in questo periodo, specialmente evitate di guardare dentro la casetta in modo ricorrente altrimenti perderanno la fiducia in quel posto, non ritenendolo più sicuro e l'abbandoneranno. Come ci accorgiamo se qualcosa non va? Se vediamo un repentino cambiamento di comportamento in un esemplare può essere il segnale che qualcosa non va. Se per esempio una Cocorita canta tutto il giorno ed improvvisamente resta sempre silenzio, può essere sintomo di qualche malanno. In questo caso dovrete chiedervi quale è la causa ed eventualmente consultare un esperto.  PS. Se vi è piaciuto questo post condividetelo sui social!   
Conoscere il Merlo Indiano

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Conoscere il Merlo Indiano

il dic 19 2024
Il Merlo indiano, conosciuto anche come Maina o con l’affascinante nome di Gracula Religiosa, è un uccello originario dell’area tropicale asiatica e appartiene alla Famiglia degli Storni. Noto per l’incredibile capacità di imitare la voce umana e ogni altro genere di suono, il Merlo indiano ha un temperamento abbastanza vivace ed è poco portato al contatto fisico. Nonostante questo, non è raro trovare Gracule addomesticate che si lasciano accarezzare dai loro padroni. Le specie maggiormente importate sono la Gracula maggiore, la Gracula minore e la Gracula di Giava. Caratteristiche fisiche del Merlo indiano Il Merlo indiano è un pennuto molto forte che in cattività può vivere fino a 25 anni! Ha un piumaggio nero brillante, un becco giallo molto robusto, due escrescenze ai lati della testa (caruncole) di un colore giallo intenso e una coda abbastanza corta. La sua lunghezza varia tra i 24 e i 35 cm a seconda della specie, con un peso massimo di 250 grammi. La Gracula raggiunge la maturità verso i 2-3 anni. La prima muta avviene intorno ai 6-8 mesi per poi ripetersi una volta all’anno in età adulta, tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno. Le sue uova sono di un azzurro tenue con macchie rosa o brune. Cosa controllare prima di acquistare un Merlo indiano? Al momento dell’acquisto assicurati che il Merlo abbia un aspetto sano e dimostri un atteggiamento vispo. Il piumaggio dovrà essere lucido e ben pulito; il respiro regolare e non affannoso. Questo uccello fa parte dell’Appendice II della Convenzione di Washington (CITES): ciò significa che è una specie protetta e prima di comprarlo dovrai controllare che sia accompagnato da un valido documento d’importazione. Qual è la gabbia più indicata per il Merlo indiano? Pensare all’alloggio migliore per la tua Gracula non è cosa da poco e noi ti consigliamo di farlo in anticipo, ancor prima di portare a casa il tuo nuovo amico pennuto. Questo uccello è abituato agli spazi della foresta, quindi la voliera dovrà essere grande abbastanza da permettergli di aprire le ali senza farsi male. Il Merlo indiano non si arrampica come fanno i pappagalli, ma si sposta saltellando. Ti consigliamo di scegliere una gabbia rettangolare, sviluppata in lunghezza, per dargli la possibilità di muoversi come vuole. Cosa mangia il Merlo indiano? La Gracula è un uccello onnivoro, ma ha una particolare predilezione per la frutta che dovrà essere sempre lavata, asciugata e mai fredda per evitare disturbi gastrici. Può mangiare mele, banane, fragole, pere, melone, frutti di bosco, ciliegie, papaya e anguria. Inoltre, come cibo fresco il Merlo gradisce riso integrale bollito, patate lesse, ma anche verdure come cicoria, lattuga, cavolo, cetriolo e pomodoro. Il vostro amico dovrà avere a disposizione acqua pulita e due vaschette per il cibo: una per quello fresco e l’altra per il mix di graniglie. Informazione importantissima: il Merlo tende ad accumulare troppo ferro nell’organismo, quindi fai molta attenzione alla sua alimentazione perché il cibo sbagliato potrebbe provocargli gravi complicazioni al fegato. Inoltre avocado, prezzemolo e cioccolato sono tossici! Il rapporto tra Merlo indiano e uomo Come abbiamo detto all’inizio, la Gracula è famosa per la sua capacità nell’imitare suoni e voci umane. I giovani sono più abili degli esemplari adulti e stare molte ore a contatto con il padrone costituisce una forma di imprinting molto potente. Proprio per questo il Merlo indiano risulta essere l’animale adatto a chi può condividere con lui buona parte della giornata. La soluzione migliore è sistemare la voliera nella stanza più frequentata, in modo che non si senta solo e possa interagire costantemente con gli altri abitanti della casa. La Gracula è molto loquace e ha bisogno di compagnia e attenzioni. Il Merlo indiano è un uccello molto intelligente! Ma oltre ai pregi, ha anche alcuni difetti. Pensi di avere tutte le carte in regola per allevarlo? Sei curioso di sapere come si addestra? Continua a seguire il Blog de Il Verde Mondo: nei prossimi articoli parleremo ancora di questo meraviglioso pennuto!
Pregi e difetti del Merlo Indiano

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Pregi e difetti del Merlo Indiano

il dic 19 2024
Già avevamo parlato del Merlo Indiano (o gracula religiosa), delle sue caratteristiche fisiche, della sua alimentazione e delle sue abitudini di vita. Questa volta invece ci soffermeremo su pregi e difetti di questo volatile in un ambiente domestico. Se siete interessati ad accoglierne uno in casa, un consiglio fondamentale, prima di addentrarci nei dettagli, è di prendere bene in considerazione quelle che sono le vostre abitudini di vita e fra poco vi elencheremo i perché: vivere da soli o con altri, in appartamento o in una casa indipendente, essere spesso fuori casa o meno sono tutti fattori che talvolta possono trovarsi in contrasto con le naturali esigenze del merlo. Quindi sarà meglio che sappiate come comportarvi al fine di rendere la convivenza gradevole, soprattutto nel caso abbiate intenzione di addestrarlo. Gestione degli spazi: le voliere e le stanze adatte ad ospitarle Come già affermato, il merlo indiano ha bisogno di potersi muovere senza il rischio di farsi male e tutto ciò è dovuto alle condizioni generali nelle quali vivrebbe in stato di libertà. Di conseguenza la voliera dovrà essere spaziosa (possibilmente rettangolare e sviluppata in lunghezza). La voliera poi dovrà essere posizionata in una stanza sufficientemente grande, calda, luminosa e, cosa ancora più importante, nella stanza più frequentata della casa in modo tale da garantirgli compagnia. L’aspetto sociale e l’interazione con gli esseri umani Ma perché bisogna garantirgli compagnia? È proprio qui che entrano in gioco le vostre abitudini: le gracule in natura vivono in gruppo, ma anche in ambito domestico cercheranno di interagire con chi le circonda. Se siete spesso fuori casa il merlo ne potrebbe soffrire non trovando nessuno con cui relazionarsi. Quindi se lo avete scelto come animale da compagnia è giusto anche preoccuparsi del fatto che il bisogno relazionale è reciproco, non per niente è un animale particolarmente consigliato a chi passa gran parte della giornata in casa, come ad esempio gli anziani! In più, sempre per la stessa ragione, qualora andaste in vacanza assicuratevi che qualcuno possa andare regolarmente a controllarlo. Pulizia della voliera e degli spazi circostanti Altra pecca legata al merlo indiano è la necessità di dover pulire con frequenza la voliera, non solo per via degli escrementi, ma anche per la polvere di cheratina biancastra rilasciata dalle sue piume e per i residui di cibo che l’animale farà cadere. In più è molto probabile che in mancanza della voliera adatta tutti questi “rifiuti” finiscano fuori dalla stessa. Una pulizia adeguata inoltre eviterà che nella stanza si diffondano e permangano cattivi odori. I suoni emessi dalla gracula Cosa di non poco conto è poi il luogo nel quale vivete, questo non per un’esigenza specifica del merlo quanto per garantire a voi dei buoni rapporti con il vicinato. Il merlo indiano infatti conserva in ambito casalingo la naturale abitudine di fischiare e il suono acuto che emette può rappresentare un disturbo non indifferente per chi abita attorno a voi. Perciò, se non vogliamo che alla prossima assemblea condominiale il tema di discussione sia quello dei decibel indesiderati, sarà opportuno che ne siate consapevoli. Tuttavia già sappiamo che la “voce” del merlo non è unicamente un difetto! Addestramento Dopo tutti questi difetti, chiaramente non vogliamo lasciarvi con l’amaro in bocca. È il momento di parlare dei pregi di questa magnifica specie:  il merlo indiano è affascinante, intelligente e in grado di dimostrarsi un compagno eccellente se addomesticato a dovere. Se poi volete sfruttare la sua dote di riprodurre i suoni emessi dall’uomo vi diamo qualche consiglio: pronunciategli una parola alla volta, quando l’avrà riprodotta potrete continuare con un nuovo termine. Non teneteli in coppia, altrimenti la comunicazione tra di loro vanificherà tutti i vostri sforzi di farlo “parlare”; stimolate la sua curiosità introducendo nella voliera oggetti colorati come giocattoli per bambini; concentrate l’allenamento nelle ore pomeridiane, fascia di maggiore ricettività del volatile. Ora che avete a disposizione i pro e i contro, prendete al meglio la vostra decisione. Per altre curiosità rimanete sintonizzati su questo blog e visitate lo store de Il Verde Mondo per trovare i prodotti più indicati per il merlo indiano!
Sai tutto sugli 'Inseparabili'? Scopri le loro caratteristiche

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Sai tutto sugli 'Inseparabili'? Scopri le loro caratteristiche

il dic 19 2024
Gli inseparabili sono dei pappagalli che fanno parte del genere Agapornis e comprendono ben 9 specie. Questo nome deriva dal greco ed ha il significato di 'uccelli che si amano' proprio perché una coppia di inseparabili dura per sempre! Sono abbastanza piccoli ed hanno la coda corta. La loro origine è africana e possiamo distinguere tre specie più diffuse che sono Fischer, Personata, Roseicollis. Queste specie si distinguono principalmente per la colorazione. Vediamole nel dettaglio. La Roseicollis è caratterizzata dal blu sul dorso, rosa sulla testa, la punta delle ali scura, verde sul corpo. La Personata è caratterizzata dalla testa nera, collo e coda gialli, il contorno occhi è senza piume e tutto il resto è verde. La Fischer è molto simile alla prima tranne per quanto riguarda testa e collo che assumono un colorito rosso o arancio. Le restanti 6 specie sono più rare da trovare. Per quanto riguarda invece la distinzione tra maschi e femmine risulta per tutti molto difficile da fare. Si ricorre per questo ad un esame di laboratorio per distinguerli quando si vogliono far accoppiare. Anche un occhio attento non riesce a distinguerli. Questi teneri animali hanno sempre bisogno del loro compagno e del contatto con l'umano. Infatti è consigliabile a chi li possiede di lasciarli liberi in casa di tanto in tanto, quando e dove possibile. Sono molto affettuosi e tendono ad appoggiarsi sulla spalla o sulle mani e rispondono se li si chiama con un fischio o per nome. Devi solo avere un po' di pazienza nella fase di addomesticamento e vedrai che impareranno in fretta. È consigliato addestrarli fin da piccoli in modo che imparino subito il loro nome o il richiamo. Dopo di che vedrai che vorranno anche giocare con te. Nel caso acquistiate in un secondo momento un altro esemplare fate molta attenzione, perché potrebbero verificarsi delle gelosie e questo potrebbe minare non solo i rapporti tra i due, ma anche con te. Se gli inseparabili in questo caso sono di sesso opposto non ci dovrebbero essere particolari problemi, ma se i due sono dello stesso sesso le cose si potrebbero complicare per lo scatenarsi di gelosie. La loro vita in cattività ha una durata media di 12 anni, la maturità sessuale viene raggiunta dopo l'anno. Come gestire la voliera per inseparabili La voliera deve essere ampia, con molti posatoi e giochini. Se hai una coppia ricordati di introdurre il nido! Dopo 23 o 25 giorni al massimo dalla deposizione delle uova nasceranno i piccoli. Cosa mangiano gli inseparabili Gli inseparabili mangiano semi, frutta e verdura. Un consiglio: scegli i mangimi dedicati che abbiano al loro interno il miglio, la scagliola, il riso, i semi di girasole, il frumento. Ogni tanto puoi cucinare ai tuoi inseparabili del riso integrale, pasta integrale o cereali. Quando hanno finito di cibarsene è meglio pulire la voliera dai resti di cibo ed è bene che ogni 2 – 3 giorni il cibo avanzato sia rimosso. Il veterinario o il negoziante ti può consigliare sulle giuste dosi di mangime. In ogni caso evita la cioccolata perché potrebbe uccidere il tuo inseparabile (anche una minima dose)! L'acqua deve sempre essere fresca e disponibile. Inoltre puoi omaggiare i tuoi pennuti con una vaschetta d'acqua tiepida per fare il bagno e vedrai come saranno contenti di schizzare acqua da tutte le parti! Assicurati che l'acqua non sia fredda, ma tiepida perché sono abituati a temperature miti. Finito il bagnetto gli inseparabili devono stare in una stanza calda per evitare che si ammalino. Questi pappagalli hanno bisogno di dormire dalle 10 alle 12 ore a notte, quindi se li tieni in casa specialmente in inverno devi coprire la loro gabbia con un telo nelle ore di riposo notturno, in modo che siano al buio. Ricordati sempre di lavarti le mani dopo aver toccato i tuoi inseparabili perché potrebbero trasmetterti delle malattie. Inoltre evita di farli entrare in contatto con cane e gatto, potrebbero spaventarsi.
Scegliere il canarino come animale domestico: caratteristiche e consigli per allevarlo

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Scegliere il canarino come animale domestico: caratteristiche e consigli per allevarlo

il dic 19 2024
Il  canarino è senz’altro uno degli uccelli da compagnia più gettonati, non solo perché si abituano abbastanza facilmente a vivere con l’uomo, ma anche perché la prassi di allevare questi uccelli ha tradizioni secolari che ne hanno portato una larga diffusione anche in Italia. Ciò non toglie che amare e apprezzare i canarini significa conoscerli e sapere come prendersene cura a dovere. Sfrutteremo le prossime righe proprio per farvelo conoscere meglio. Caratteristiche generali del canarino Il Serinus canaria (questo è il suo nome scientifico) è un passeriforme che prende il nome da uno dei luoghi di origine, ovvero le isole Canarie. Allo stato selvatico comunque se ne trovano anche nelle Isole Azzorre e Madera. In natura il canarino raggiunge circa i 16 cm, mentre quelli di allevamento possono anche superare i 20 cm. Si caratterizza per il piumaggio aderente e colorato (principalmente giallo/verde negli esemplari selvatici), per il becco a forma conica e per gli occhietti neri. Tra le peculiarità più importanti dei canarini c’è senza ombra di dubbio la propensione (soprattutto nei maschi) di emettere gradevoli cinguettii. Il canarino: razze e selezioni Secoli di tradizione nell’allevamento di questi uccelli hanno portato alla nascita e alla diffusione di svariate forme ibride. In generale, si possono distinguere 3 categorie: - Canarini da colore: la selezione di questi canarini è basata sulle diverse colorazioni ottenute nel tempo da vari e successivi incroci. L’incrocio con il cardinalino del Venezuela ha consentito l’introduzione della pigmentazione rossa; - Canarini da canto: la selezione è finalizzata ad individuare delle buone qualità canore. Questo tipo di allevamento però è poco diffuso in quanto impegnativo (è assai facile che il canarino assimili suoni che vanno a contaminare il canto tanto ricercato); - Canarini da forma e posizione: selezione incentrata sulla forma del corpo e sulla postura. Come accogliere in casa un canarino I canarini non amano la solitudine, ma nonostante ciò potrebbero mostrarsi in alcuni casi aggressivi anche tra di loro. Per evitare scontri e litigi potrebbe essere raccomandabile tenere separato ogni esemplare (o in gabbie diverse o nella stessa gabbia o voliera con appositi divisori). Questo discorso vale sia per esemplari dello stesso sesso che per maschio e femmina, poiché anche l’eventuale riproduzione richiede un avvicinamento graduale e monitorato. Gabbia o voliera dovranno essere inserite in stanze ben areate, casomai vicino ad una finestra, e le dimensioni dell’alloggio scelto dovranno essere abbastanza grandi, soprattutto se lo spazio sarà condiviso tra 2 o più esemplari. Per garantirne l’igiene, il fondo della voliera dovrà essere estraibile per una facile pulizia. Non vanno poi dimenticati abbeveratoi, mangiatoie, e posatoi (anche in plastica) e perché no, anche una vaschetta d’acqua che useranno per lavarsi. Come nutrirlo adeguatamente La miscela di semi indicata per l’alimentazione del canarino dovrà contenere prevalentemente scagliola, ma anche niger, panico, avena, ravizzone (utile soprattutto per i maschi canterini) e altri semi. Non vanno dimenticate però anche frutta e verdura che dovranno coprire circa la metà dei pasti del canarino. Verdure appropriate sono ad esempio la lattuga, il radicchio, gli spinaci, i broccoli, cavoli, invidia, carote, fave, piselli, cetrioli e pomodori. La verdura andrà servita lavata e ben asciutta poiché l’acqua in eccesso potrebbe causare problemi intestinali. È consigliabile poi dargli una o due volte alla settimana pezzetti di biscotti all’uovo o di tuorli d’uovo sodo che forniranno un apporto proteico ideale per la riproduzione.
Alcuni consigli per tenere in casa un uccello granatino

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Alcuni consigli per tenere in casa un uccello granatino

il dic 19 2024
Se siete alla ricerca di un volatile da compagnia, una valida alternativa potrebbe essere quella di optare per un granatino. Questo piccolo uccellino dai colori sgargianti, seppur di indole timida, con le giuste accortezze può rivelarsi un buon compagno. Il granatino è un uccello passeriforme appartenente al genere degli Uraeginthus. Ne esistono due sottospecie, il granatino comune e il granatino violaceo, detto anche purpureo. Conosciamo meglio questo simpatico uccellino! Il granatino: aspetto fisico Alcune caratteristiche fisiche sono comuni ad entrambe le specie del granatino: misura circa 13-14 centimetri, ha un corpo robusto, una coda lunga e rettangolare ed il becco conico e appuntito rosso, come rosso è anche l’anello perioculare. Nel maschio dell’esemplare comune prevale il colore bruno/ruggine, su cui spiccano le guance violetto. La femmina presenta le stesse colorazioni con tonalità meno accese. Il maschio del granatino violaceo invece, come suggerisce il nome stesso, si differenzia per guance e petto di colore blu/viola acceso e un piumaggio leggermente più arruffato rispetto al parente comune; nella femmina prevale il color bruno/ruggine. Zone di appartenenza del granatino È un uccello originario dell’Africa sub sahariana e vive prevalentemente in aree di savana dove siano presenti macchie di boscaglia (acacia in particolare) e cespugli. Si muove tra alberi e terra (dove va in cerca di piccoli invertebrati, molto utili alla sua dieta). Al di fuori del suo habitat naturale lo si può trovare con una certa facilità anche negli allevamenti europei. In particolare nel territorio italiano è più diffusa la variante violacea rispetto a quella comune (generalmente meno resistente). La vita domestica del granatino In natura il granatino tende a non avvicinarsi agli insediamenti umani, di conseguenza si può affermare che è un animale abbastanza timido: nonostante ciò una volta abituato ad un ambiente domestico può essere allevato senza grosse difficoltà. Se siete interessati a tenerne uno in casa, o meglio ancora due, sarà opportuno seguire alcuni consigli. Innanzitutto dovrete garantirgli una voliera abbastanza grande (almeno 50 cm di lunghezza) in modo che si possa muovere con una certa libertà senza rovinare il piumaggio. La stessa voliera poi dovrà essere posizionata in una stanza abbastanza calda (tra i 20 e i 25°). Non mettetelo assieme a più esemplari della stessa o di altre specie poiché, data la sua timidezza, non gradirà la presenza di estranei. Per la stessa ragione, se volete tenere una coppia, è raccomandabile acquistare subito i due uccellini assieme in quanto potrebbero essere già abituati alla convivenza. Qualora invece possediate già un maschio e vogliate trovargli una compagna, si potrebbero verificare episodi di maltrattamento a danno di quest’ultima: in tal caso toglietela dalla gabbia del maschio e cercate di instaurare un rapporto gradatamente (ad esempio tenendoli separati, ma comunque in contatto visivo).   Alimentazione e riproduzione del granatino Indispensabile sarà ovviamente la presenza di un abbeveratoio per l’acqua. Oltre a questo sappiate che i granatini si nutrono principalmente di semi come scagliola, panico, niger o miglio. A questi poi si possono aggiungere anche un po’ di frutta, ortaggi e verdura fresca. Di particolare importanza risulterà anche la somministrazione di piccoli insetti o larve utili soprattutto in fase di svezzamento dei piccoli. A tal proposito, se siete interessati alla loro riproduzione, aggiungiamo qualche altra informazione: data la loro propensione naturale a stare in coppia, anche la riproduzione in cattività sarà possibile, a patto che seguiate i consigli di prima e ricreiate per i vostri granatini un habitat confortevole. Per il nido può andare bene uno a pera in vimini. Il periodo riproduttivo va da agosto a dicembre. La femmina deporrà da 3 a 6 uova bianche per non più di 2 o 3 cicli riproduttivi a stagione. La cova dura circa 12 giorni e sarà caratterizzata dalla piena collaborazione tra la femmina e il maschio.
Guida rapida alla riproduzione del canarino

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Guida rapida alla riproduzione del canarino

il dic 19 2024
La riproduzione dei canarini è un processo affascinante, ma che richiede regole e procedure da rispettare! Se volete intraprendere questo meraviglioso viaggio, vi daremo tutte le informazioni necessarie, dalle fasi preliminari dell’accoppiamento, fino allo svezzamento dei piccoli canarini. Fidatevi, sarà un’esperienza che vi darà grandi soddisfazioni! Il periodo di riproduzione e fotoperiodo I canarini si riproducono tra marzo e agosto, anche se sarebbe meglio evitare i periodi più caldi! Ciò infatti favorirebbe la formazione di malattie e l’infestazione di acari e parassiti a danno dei piccoli. I canarini necessitano di almeno 13 ore di luce continua durante la giornata per garantire regolarità al loro ciclo stagionale (fotoperiodo). La luce infatti serve ai fotorecettori del cervello per produrre gli ormoni sessuali. Se le nostre abitudini non consentono un’adeguata e continua illuminazione dentro casa, sarebbe il caso di posizionarli all’esterno (per abituarli al freddo è meglio collocarli all'aperto non oltre ottobre). Se invece riusciamo a tenerli in casa armiamoci di lampade (per scaldare e illuminare) e di un telo cerato per coprire la voliera di notte. L’alimentazione durante la riproduzione Oltre alla solita miscela di semi accompagnata da frutta e verdura (vedi articolo precedente sul canarino) si consigliano integratori di vitamine e calcio. Gli ossi di seppia favoriranno l’assimilazione di calcio della femmina e di conseguenza uova sane. Ottimi anche i pastoncini all’uovo (o pezzetti di biscotto all’uovo) che dovrebbero essere introdotti gradualmente nella dieta (dai 2 ai 3 giorni alla settimana), circa un mese prima della riproduzione. È importante abituare la femmina al pastoncino in modo che dopo la schiusa delle uova questo venga dato anche per svezzare i piccoli. Quando i canarini sono pronti per l’accoppiamento? Osservate il comportamento dei canarini! Il maschio potrebbe iniziare a cantare in maniera più stridula abbassando le ali fin tanto che cinguetta. Si potrebbe anche cimentare in una sorta di danza attorno al trespolo. Se sono presenti altri maschi poi si mostrerà molto territoriale. Le femmine invece cominceranno a strappare la carta sul fondo della voliera (segno che vogliono preparare il nido) e davanti ai maschietti potrebbero accucciarsi alzando la coda. Tutto sarà ancora più evidente controllando la loro cloaca (l’organo riproduttivo) che in fase riproduttiva si gonfierà e arrosserà. Formazione della coppia dei canarini Come per gli esseri umani, anche tra i canarini prima di mettere su famiglia dovrà scattare la scintilla! Se il canarino maschio dovesse entrare in fase riproduttiva prima, potrebbe dimostrarsi aggressivo nei confronti della femmina. Perciò, fino a quando non saranno entrambi pronti, conviene tenerli in gabbie separate o nella stessa voliera distanziati da un divisorio. Meglio comunque mantenere il contatto visivo. Quando sono pronti è probabile vederli scambiarsi qualche “bacetto” attraverso il divisorio! Questo tenero gesto che li fa assomigliare molto all’uomo decreterà che la coppia è formata. Altrimenti, metteteli assieme e verificate che non litighino (in tal caso, meglio separarli e aspettare ancora un po’). Se rispettate i loro tempi tutto andrà per il meglio! Il nido e la deposizione delle uova A prescindere dalla tipologia di nido scelto (interno in vimini o esterno), dovremmo mettere la nostra canarina in condizione di deporre e covare le uova appartata e in tranquillità. Forniamo alla futura mamma del cotone o della juta per allestire il nido ed eventualmente aiutiamola anche con la sistemazione dello stesso. Fatto il nido, la canarina inizierà a deporre un uovo al giorno (dalle 4 alle 6 uova totali). Ad ogni uovo deposto, noi dovremo sostituirlo con uno finto, conservando quello vero in una scatolina imbottita di ovatta. Questa procedura serve per far nascere tutti i piccoli nello stesso momento, evitando che “chi primo arriva.. meglio alloggia” prevaricando sugli altri. Le uova andranno girate ogni giorno (per non decentrare il tuorlo) e riscaldate con una lampadina a bassa intensità. Quando saranno deposte tutte le uova, le dovremo riporre nel nido. Schiusa delle uova e svezzamento Dopo circa 2 settimane le uova si schiuderanno. Entrambi i genitori provvederanno a fornire il cibo per lo svezzamento. Dopo circa 20 giorni i pulcini inizieranno a cibarsi da soli. Ciò significherà che possono essere separati dai genitori, che a loro volta andranno divisi!
Allevare i rapaci: curiosità sui cacciatori del cielo

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Allevare i rapaci: curiosità sui cacciatori del cielo

il dic 19 2024
I rapaci sono tra gli uccelli più maestosi che esistano. Eppure il loro allevamento non è per niente cosa semplice. Vuoi per i troppi vincoli legislativi o per la scarsa diffusione nel nostro territorio. Se siete interessati al mondo dei rapaci vi daremo qualche informazione utile anche per prendere in considerazione la possibilità di allevarli. Cosa sono i rapaci? Dire che i rapaci sono uccelli predatori è riduttivo e in parte sbagliato. Sono molte le specie di uccelli che cacciano il proprio cibo (basti pensare ai polli che si nutrono di piccoli invertebrati), ma ciò non è sufficiente a considerarli rapaci. Quello che distingue questi volatili sono le tecniche di caccia e gli attributi fisici che permettono la stessa (becco ricurvo e appuntito e unghie ad artiglio). Inoltre le prede dei rapaci sono rappresentate da vertebrati come piccoli mammiferi, rettili, anfibi o altri uccelli. Esistono vincoli per allevare o detenere rapaci? Questo discorso è piuttosto spinoso, in quanto si scontra con numerosi vincoli di carattere legislativo dai quali spesso è anche difficile venire a capo. Le regole in gioco vanno a toccare diversi aspetti: normative CITES per la detenzione e il commercio di animali esotici, leggi per il benessere dell’animale, leggi sulla caccia, leggi per il trasporto di animali vivi, nonché norme di carattere sanitario. Per non annoiarvi con aspetti troppo tecnici possiamo dare comunque due informazioni basilari: 1. Non è possibile catturare o detenere un rapace proveniente dallo stato selvatico! Ad un privato è consentito tenere in cattività solo rapaci a loro volta nati in cattività (da almeno 2 generazione). Senza avvertire un apposito centro di recupero, potreste essere penalmente perseguibili anche solo per aver accolto in casa un esemplare bisognoso di cure. 2. Se siete interessati alla falconeria, per far volare un rapace, anche se il vostro obiettivo non è la caccia, potrebbero servire licenza di caccia e porto d’armi. Ebbene sì! Un rapace è considerato un’arma! Quali sono i tipi di allevamento per i rapaci? In base allo scopo perseguito possiamo distinguere tre tipi di allevamento. 1. Allevamento per successiva reintroduzione in natura: si tratta di centri dove si raccolgono esemplari feriti o traumatizzati per curarli e poi rilasciarli allo stato selvatico, ma anche dove si svolgono programmi di ripopolamento della specie. 2. Allevamento per falconeria: vi rientrano coloro che per hobby o a livello professionale addestrano rapaci per la caccia o per le esibizioni di volo. 3. Allevamento per la riproduzione: come per la maggior parte degli allevamenti, lo scopo è quello di far riprodurre gli esemplari per poi rivenderli. Viene definita anche rapacicoltura. Quali sono le specie più diffuse per l’allevamento? I rapaci possono essere classificati in diurni e notturni. Quelli diurni si suddividono in 5 famiglie, ma quelle che interessano principalmente l’allevamento sono quelle degli Accipitridae (che comprende tra le altre la maggior parte di aquile e nibbi) e degli Falconidae (falchi e gheppi). Tra le specie notturne ricordiamo gli Strigidae che comprendono gufi, civette e allocchi. Cosa mangiano i rapaci? La loro dieta è ovviamente a base di carne fresca di vario tipo. Al contrario di quello che si può pensare, sfamare questi uccelli non è molto più dispendioso rispetto ad altri volatili. Si possono acquistare grandi razioni di carne da congelare e servire di volta in volta (dopo averla scongelata). È possibile farli riprodurre? La riproduzione in cattività dei rapaci è possibile, ma piuttosto complessa. Proprio questa difficoltà ha portato nel tempo alla messa appunto di precise tecniche quali la somministrazione di ormoni o l’inseminazione artificiale. Se nella coppia però si crea affiatamento è comunque possibile che la riproduzione avvenga in maniera naturale. Dove devono alloggiare i rapaci? A scopo riproduttivo è consigliabile una grande voliera per garantire ai rapaci la libertà di muoversi (almeno 2-2,5 metri di altezza, larghezza e profondità). Per la caccia o la falconeria in generale si possono usare apposite pertiche rivestite per non danneggiare le zampe. Il rapace verrà poi legato a queste con dei geti (laccetti di cuoio).
Conoscere il gufo reale: come allevare il più grande tra i rapaci notturni

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Conoscere il gufo reale: come allevare il più grande tra i rapaci notturni

il dic 19 2024
Dopo che il mese scorso abbiamo visto in via generale come allevare i rapaci, è arrivato il momento di iniziare a scoprire le singole specie. Il gufo reale ad esempio è il più grande rapace notturno esistente. Può essere impiegato in allevamento per la falconeria, per la riproduzione, ma anche per la caccia. Impariamo come allevare il gufo reale! Specie e habitat del gufo reale Gufo reale europeo È tipico dell’Europa, ma anche dell’Asia centrale. In Italia lo si trova soprattutto nell’area alpina. Data la zona di provenienza, si adatta molto bene a diverse condizioni climatiche. Questa, è la specie di dimensioni e peso maggiori. Ragione per cui è un po’ più difficile da allevare, soprattutto se si è alle prime armi. Le femmine poi sono più grandi e pesanti dei maschi. Possono raggiungere gli 80cm di altezza, un peso fino a 4kg e un apertura alare di quasi 2 metri. Il piumaggio si caratterizza per le colorazioni bruno-giallastro con striature nerastre. Sulla grossa testa risaltano gli occhi giallo-arancio, sopra i quali spuntano due lunghi ciuffi piumati. Il gufo reale europeo è l’unica specie impiegabile nella caccia. In cattività è possibile farlo vivere molto a lungo (possono arrivare anche a 50 anni). Gufo reale africano Rispetto a quello europeo, il gufo reale africano si differenzia per il piumaggio dai colori più contrastati, per gli occhi gialli e per dimensioni e peso inferiori. Nonostante sia più agevole da addomesticare rispetto al cugino europeo, questo gufo non si adatta bene a climi freddi. Motivo per cui è poco indicato per l’allevamento nei nostri territori. Gufo reale virginiano Il gufo reale virginiano è la variante americana del volatile. È molto simile a quello africano, soprattutto per quanto riguarda la stazza. Ma a differenza di questo non ha particolari esigenze climatiche. Risulta quindi un ottimo esemplare per l’allevamento. Alimentazione del gufo reale In quanto rapaci, i gufi reali sono animali carnivori. In natura cacciano piccoli mammiferi come topi o conigli, ma possono rappresentare un pericolo anche per i volatili da cortile. Per allevarli si possono conservare le carni in congelatore, da somministrare poi scongelate, una volta al giorno, possibilmente intere (come con i topi ad esempio) e con tanto di pelle, pelliccia o piume (ciò proteggerà l’apparato digerente). Per trovare la dieta migliore è opportuno sperimentare tipi e quantità di carne diverse e verificare quale risulterà più gradita e adatta al rapace.   Consigli per la riproduzione La riproduzione del gufo reale ha alte probabilità di successo anche in cattività. Quello che però può scoraggiare è l’aspetto economico. Tra alloggi, controlli veterinari e alimentazione la spesa complessiva può risultare piuttosto elevata. In più va sottolineato che questi gufi raggiungono la maturità sessuale attorno ai due anni e che a volte per il primo ciclo riproduttivo è possibile dover aspettare anche il terzo anno di vita. Di conseguenza finché non si arriverà alla prima riproduzione bisognerà mettere in conto tutte le relative spese per il mantenimento. Il periodo della riproduzione è la primavera. Possono essere deposte 2 o 3 uova per covata, a meno che non si ricorra a tecniche riproduttive avanzate grazie alle quali è possibile raddoppiare o triplicare le uova ottenibili in un ciclo riproduttivo. Voliere per la vita in cattività Questo è sicuramente un punto a favore dei gufi reali che tendono ad essere sedentari e passivi, soprattutto in età adulta. Ciò fa si che l’allevamento in voliera sia facilitato e che per un singolo esemplare non siano necessari alloggi eccessivamente grandi. L’unica eccezione riguarda l’attività riproduttiva, che avrà più probabilità di successo con una voliera bella spaziosa.
In Sudafrica 1000 anatre corritrici “assunte” per proteggere i vigneti dai parassiti

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In Sudafrica 1000 anatre corritrici “assunte” per proteggere i vigneti dai parassiti

il dic 19 2024
Forse il termine “anatre contadine” è un po’ una forzatura, ma rende benissimo l’idea. Per quanto possa sembrare strano, ogni giorno i vigneti della tenuta di Vergenoegd in Sudafrica vengono invasi da un plotone di circa 800-900 anatre corritrici indiane con il compito di proteggere le coltivazioni di vite per la successiva produzione di vino. Curioso di sapere come e perché? Continua a leggere! L’anatra corritrice indiana: un breve curriculum vitae Nonostante il nome possa trarre in inganno, l’anatra corritrice indiana proviene dall’Indonesia. È anche conosciuta come anatra pinguino per la postura eretta e allungata che assume quando si muove a terra (soprattutto se spaventata). L’appellativo di corritrice deriva dall’andatura rapida che la rende particolarmente adatta per il pascolo. È uno dei più antichi esemplari di anseriformi usati in allevamento, anche grazie ad un’elevata produttività di uova. Cercasi anatre contadine a tempo pieno. 1000 posizioni aperte Ma perché nei vigneti della Vergenoegd si utilizzano le anatre? Questa azienda vinicola sudafricana ha scoperto che le anatre, lasciate libere di pascolare nei vigneti, portavano a benefici tangibili: la qualità del terreno migliorava e allo stesso tempo diminuiva il numero dei parassiti che normalmente minacciano le vigne. Le anatre infatti sono solite nutrirsi (tra le altre cose) anche di insetti e piccoli invertebrati. Tra questi c’è anche la famigerata lumaca bianca, uno dei principali nemici delle vigne. Scoperta l’utilità delle corritrici nei campi, si è avviato un vero e proprio progetto di ripopolazione delle runner duck con la cooperazione del WWF. Attualmente nei vigneti della Vergenoegd sono impiegate tra le 800 e le 900 anatre… Praticamente 1000 pennuti al servizio delle coltivazioni d’uva. Competenze richieste: saper cacciare parassiti I vantaggi derivanti dall’usare le anatre corritrici nei vigneti sono molti. Da un lato viene drasticamente ridotto l’uso di pesticidi per combattere i parassiti (questa pratica ha contribuito alla qualificazione della Vergenoegd come azienda sostenibile). In secondo luogo si favorisce l’azione dei parassiti “buoni” (quelli utili alle piante) che altrimenti verrebbero eliminati indistintamente dai pesticidi. Ultimo, ma non meno importante, anche le anatre ne beneficiano arricchendo la loro dieta con alimenti che in cattività faticherebbero a trovare. Competenze trasversali: essere buone concimatrici La presenza delle anatre sui campi di vite è utile anche per la concimazione del terreno. Le deiezioni e le piume lasciate cadere al suolo forniscono tutta una serie di nutrienti utili per migliorare la qualità del terreno e consentire alle piante di crescere più forti e rigogliose. È richiesta esperienza con il pubblico Con il passare del tempo il fenomeno delle anatre contadine è diventata una vera e propria attrazione anche per pubblico e turisti. Spesso i visitatori del vigneto attendono con ansia quei 2 momenti della giornata (uno al mattino e uno nel primo pomeriggio) in cui le anatre si recano in gruppo nei campi e danno inizio all’attività di disinfestazione. Un’altra bella botta in positivo per gli affari! Premio di produzione? Un vino dedicato: il Runner Duck Per celebrare l’importante contributo delle anatre nella protezione dei vigneti, l’azienda ha anche deciso di dedicare alle contadine pennute una specifica selezione di vini chiamata appunto Runner Duck. Non sappiamo quali siano le note aromatiche che caratterizzano questi vini, ma di certo le nostre anatre lavoratrici si sono meritate questo riconoscimento!
Come allevare le Ara: i pappagalli affettuosi, colorati e… parlanti!

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Come allevare le Ara: i pappagalli affettuosi, colorati e… parlanti!

il dic 19 2024
Sono tra i pappagalli più conosciuti e apprezzati a livello domestico. Le Ara piacciono perché sono colorate, vivaci, ma anche perché se addestrate a dovere fanno tanta compagnia e possono anche imparare a parlare. Prendersi cura dei pappagalli Ara non è complesso! Basta concedere loro spazio, ma soprattutto molte attenzioni. Ecco qualche altro consiglio per allevare le Ara! Caratteristiche fisiche e comportamento A seconda della specie questo volatile può misurare dai 45 ai 95 cm. Circa metà della lunghezza è rappresentata dalla sola coda. Anche il colore del piumaggio varia da specie a specie senza però distinzione tra maschi e femmine (non c’è dimorfismo sessuale). Giallo, rosso, blu e verde sono i colori più frequenti. La zona attorno agli occhi è sostanzialmente priva di piume e mostra la pelle bianca. Il becco ricurvo e appuntito invece può essere nero o color corno. Dell’Ara poi colpiscono molto l’intelligenza (che le permette di riprodurre la voce umana), il carattere docile e giocherellone, ma anche il legame che può instaurare col padrone. Questi pregi però sono attenuati dalla fragilità psichica dell’animale. Se lasciato per molto tempo da solo o costretto a vivere in spazi ristretti, questo pappagallo può cadere in depressione, diventare irrequieto, provocarsi lesioni (come ad esempio strapparsi le piume) o addirittura lasciarsi morire. Consigliamo quindi di adottare un’Ara solo se si è sicuri di poterle dedicare molte attenzioni! Habitat e alimentazione                                                    Le Ara sono animali tipici del Centro e Sud America. Vivono in zone alberate (dalle foreste pluviali alle savane) dove riescono a procurarsi il cibo di cui necessitano: semi, frutta noci e insetti. In cattività è importante rispettare a grandi linee questa dieta, evitando semi troppo grassi e integrando anche con della verdura. Il rapporto col padrone o con altri esemplari! Dato che in natura vivono in gruppo, i pappagalli Ara hanno bisogno di socializzare. Oltre al tempo che noi stessi dedicheremo all’animale, possiamo anche prendere in considerazione un acquisto in coppia. Bada però che se è tua intenzione insegnare al pappagallo a parlare, in coppia le probabilità di successo diminuiranno. Questo perché prevarrebbe la naturale comunicazione tra simili, mentre quello che dice il padrone verrebbe sostanzialmente ignorato. Altra raccomandazione è quella di acquistare le Ara da piccole perché crescendo tendono ad affezionarsi di più all’uomo, diventando anche più giocose e gestibili. Un esemplare adulto invece avrebbe molte più difficoltà ad abituarsi e ciò potrebbe renderlo triste e poco reattivo. Un’esemplare giovane poi ha molte più probabilità di imparare a parlare.   Insegnare al pappagallo Ara come parlare Come resistere alla tentazione di insegnare ad un'Ara a parlare? Per riuscirci sappi innanzitutto che dovrai armarti di molta pazienza, perché saranno necessari vari tentativi. Come detto prima, gli esemplari giovani si dimostreranno più predisposti degli adulti, ma ciò non basta! Sarai tu, allevatore, in virtù del vincolo d’affetto creato con l’animale, ad avere più probabilità di successo come insegnante! Passiamo all’atto pratico. Pronuncia parole semplici e corte (le più facili da riprodurre) e fallo in un luogo silenzioso (altri rumori, versi di animali o voci differenti confonderebbero l’Ara). Continua a ripetere le stesse parole associando ad esse un gesto affettuoso o un piccolo premio per incoraggiarlo! Come scegliere gabbie o voliere per le Ara Per consentire ad un pappagallo Ara di stare comodo, la prima misura da considerare è l’apertura alare, che si aggira attorno ai 100 cm. Di conseguenza gabbie e voliere dovranno essere larghe almeno 1 metro per consentirgli di sgranchirsi le ali. Se decidi di acquistare una coppia, le misure da rispettare andranno sostanzialmente raddoppiate. In estate gabbie e voliere possono anche essere tenute all’esterno. Tuttavia non è necessario tenere le Ara costantemente rinchiuse in voliera! Il loro attaccamento al padrone, unito alla pigrizia di fondo, fa si che non ci si debba preoccupare che il pappagallo scappi o svolazzi incontrollato per casa. Un bel trespolo fuori dalla gabbia sarà sicuramente gradito al volatile!
Come deve essere la gabbia di un canarino? Guida alla scelta delle dimensioni e degli accessori

Uccelli

Come deve essere la gabbia di un canarino? Guida alla scelta delle dimensioni e degli accessori

il dic 19 2024
Oggi torniamo a parlare del canarino, uno degli uccelli da gabbia o voliera più gettonati come animale da compagnia. Già abbiamo parlato in generale di come allevare il canarino o di come si riproduce… Questa volta daremo suggerimenti per scegliere la gabbia o voliera migliore (considerando le sue caratteristiche fisiche e comportamentali) e ponendo particolare attenzione sulle dimensioni, gli accessori e l’allestimento. Dimensioni della voliera e abitudini del canarino La gabbia per dei canarini deve avere dimensioni tali da consentire loro di muoversi quanto basta. Considerando che volano tendenzialmente in orizzontale e che non raggiungono grandi altezze, la voliera dovrebbe essere più lunga che alta. La lunghezza ottimale si aggira attorno al metro, mentre per l’altezza possono bastare 50 – 60 centimetri. Con queste dimensioni i tuoi canarini possono compiere piccoli voli da una parte all’altra in modo da sgranchirsi le ali. Gli accessori: quali, quanti e dove posizionarli Sempre riguardo alla questione del volo del canarino dentro la gabbia, è il caso di sottolineare che i posatoi devono essere posizionati in modo tale da non essere d’ostacolo al movimento dell’uccello. Ad ogni modo fermo restando lo “spazio di manovra”, i posatoi possono essere piazzati su diverse altezze e, se necessario, vicino agli accessori della gabbia (ad esempio un posatoio davanti l’entrata del nido). Se la gabbia è condivisa da più esemplari bisognerà  inserire più mangiatoie onde evitare litigi per il cibo. Non potranno mancare poi abbeveratoi e vaschette per il bagnetto. Assicurati che l’acqua al loro interno sia sempre fresca e pulita. X il nido non servono formati particolari (un semplice nido in vimini andrà bene), l’importante è posizionarlo in modo che la canarina sia sufficientemente appartata. Posizione e pulizia della gabbia Gabbie e voliere andrebbero posizionate in stanze dove vi sia un buon ricircolo d’aria e, soprattutto, in luoghi dove possano godere di una buona illuminazione di giorno, ma anche di buio nelle ore notturne. La gabbia e i relativi accessori devono essere lavati con buona frequenza. In particolare preoccupati di pulire spesso il fondo della gabbia. Il fondo può essere foderato con dei fogli di giornale, ottimi sia perché economici e facili da reperire, ma anche la loro capacità di assorbire le deiezioni. La proposta de IL VERDE MONDO Per i vostri canarini Il Verde Mondo suggerisce la VOLIERA CINCIALLEGRA (C20) a 2 piani. Questa voliera è realizzata in acciaio zincato preverniciato, materiale altamente resistente sia se utilizzato in luoghi chiusi che all’aperto.  Internamente misura 940 x 645 x 1200 mm… le dimensioni perfette per i tuoi canarini. La gabbia poi è dotata di comodi fondi estraibili e quindi facilmente lavabili. Alla base della voliera possono poi essere installate delle ruote per un trasporto più semplice. Avere a disposizione due sezioni separate nella stessa voliera ti permetterà di allevare contemporaneamente più specie o di gestire al meglio tutte le dinamiche di allevamento dei canarini (riproduzione e svezzamento, eventuali liti ecc…). In alternativa, rimuovendo il vassoio centrale potrai usare CINCIALLEGRA come gabbia ad un piano.
Un diamantino per coinquilino: consigli per l’allevamento in gabbia o voliera

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Un diamantino per coinquilino: consigli per l’allevamento in gabbia o voliera

il dic 19 2024
È conosciuto anche come diamante mandarino o bengalino, ma noi lo chiameremo semplicemente diamantino. Il diamantino è un piccolo passeriforme originario dell’Australia e delle isole Sonda che ormai si è insediato molto bene anche nelle nostre case grazie all’aspetto grazioso unito ad un carattere mansueto. Di seguito riporteremo alcuni consigli per allevare un diamantino in gabbia o in voliera. Conosciamo meglio il nostro diamantino Il diamantino mandarino misura circa 12 cm e si caratterizza a colpo d’occhio per le guance color arancio e il becco rosso acceso. Il resto della livrea presenta invece colori più neutri come il grigio, il bianco, il bruno e il nero. La femmina si distingue dal maschio per dimensioni leggermente inferiori e per colori più tenui. Anni e anni di gestione in cattività di questa specie hanno portato alla nascita di numerose mutazioni con dimensioni e colori diversi. Ecco che è possibile trovare diamantini completamente bianchi, o con le guance scure ecc… Vita in allevamento Il diamantino non ha esigenze particolari per l’allevamento (anche questo ne conferma la validità come animale domestico). L’unica raccomandazione è di procurarti fin da subito una coppia in modo che si facciano compagnia. Se la riproduzione dei diamantini non è di tuo interesse puoi anche prendere due maschi o due femmine. Prima però, assicurati che vadano d’accordo. Come deve essere la gabbia o la voliera? Ora concentriamoci sull’alloggio dei diamantini. Nonostante le loro piccole dimensioni, la gabbia dovrà essere comoda e spaziosa. Questi uccellini sono particolarmente vivaci e hanno bisogno di muoversi e quindi di spazio per essere felici. Suggeriamo una gabbia di forma rettangolare con una larghezza di almeno 60 cm come la nostra voliera “Tortora” Modello B00 che può anche essere fissata al muro. Non dovranno mancare diversi posatoi grazie ai quali i piccoli pennuti potranno muoversi. Altrettanto importanti saranno il fondo estraibile per la rimozione delle deiezioni, mangiatoie, abbeveratoi e anche una piccola vaschetta per il bagnetto (molto apprezzata dai diamantini soprattutto in estate). Disponi la voliera in un ambiente abbastanza luminoso, lontano da correnti d’aria e intemperie e con una temperatura compresa tra i 5 e i 30°. In estate puoi anche mettere la gabbia al sole per alcuni minuti (i tuoi diamantini lo apprezzeranno). Cosa mangia il diamantino? La dieta del diamantino non è molto complessa. Di base deve essere composta di granaglie per uccelli esotici (miglio, scagliola, panico, niger o ravizzone…) integrate da frutta e verdura lavata e non fredda (mela, mandarino, zucchine, spinaci, lattuga…). Consigli per la riproduzione Per incentivare i tuoi uccellini a mettere su famiglia devi inserire nella gabbia una piccola cassetta nido già foderata con fibre naturali come fieno, fibre di juta o di cocco… al resto ci penserà la coppia. Potranno essere deposte dalle 2 alle 7 uova che verranno covate da entrambi e che si schiuderanno dopo circa 2 settimane.