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Come fanno nascere i nidiacei gli uccelli
il dic 19 2024
Per gli uccelli allevare la prole è uno sforzo molto grande in quanto oltre che badare al cibo e ad accudire i pulcini devono anche preoccuparsi dei predatori che possono attaccare il nido in ogni momento in cui sono fuori a caccia di qualche verme.
L’allevamento dei piccoli comincia nel momento della cova e termina quando i figli cominciano a spiccare i primi voli. Non per tutte le razze questo è vero. Ogni specie cura in modo diverso i propri piccoli e questo dipende dal loro sistema nuziale. Quando un maschio si accoppia con più femmine sarà solo la femmina ad occuparsi dei piccoli, mentre se l’uccello è monogamo contribuirà insieme alla femmina ad accudire i pulcini fino al momento in cui saranno grandi.
Per esempio il Fagiano è poligamo, per questo motivo, dopo aver fecondato un certo numero di femmine, il maschio si disinteressa della covata. Nel caso di questa specie la cosa potrebbe essere un vantaggio in quanto il maschio, a causa dei suoi colori intensi e vistosi, ha molte più possibilità di essere individuato da qualche animale predatore come potrebbe essere una volpe o una faina. Per questo motivo lo stare vicino alla nidiata potrebbe essere controproducente per la sopravvivenza dei piccoli. Il fatto più curioso di animali poligami è quello del Pendolino il quale alleva singolarmente i piccoli ma nel loro caso potrebbe essere anche il soggetto maschio. È possibile infatti che la femmina dopo la deposizione abbandoni il nido, in quel caso, il maschio si occuperà della cova e dell’allevamento. Comunque sempre e solo un genitore si occuperà dei figli.
Nel caso di uccelli monogami, che sono la maggior parte delle specie, la partner viene aiutata durante tutto il periodo dell’allevamento e in certi casi anche nel periodo della cova.
Nella specie Cannaiola entrambi i genitori covano le uova mentre il Merlo lo fa solo la femmina.
Il Tuffetto che è un piccolo uccello acquatico è molto particolare, infatti la coppia di animali costruiscono insieme il nido, covano e alimentano i pulcini insieme. Nel loro caso la stranezza sta nel fatto che i pulcini non nascono tutti insieme ma scaglionati. In questo caso uno dei genitori comincia ad allevare i primi nati mentre il secondo rimane a far caldo alle uova che devono ancora schiudersi, i piccoli appena nati si accovacciano sul dorso del genitore per rimanere al caldo tra le sue piume. Non è quindi raro vedere questi animali nuotare negli stagni con i piccoli appollaiati sul loro dorso. Tutte queste cure amorevoli poi cessano nel momento in cui i pulcini diventano grandi in quanto questo animale è molto territoriale e quindi non desidera avere nel suo territorio nessun uccello di altra specie, ne tantomeno i loro piccoli diventati ormai grandi.
Tutte queste strategie riproduttive sono dovute all’ambiente che circonda questi animali e quindi ogni metodo è figlio di un adattamento della natura che ha come unico scopo quello di portare avanti la vita della specie.
![In Sudafrica 1000 anatre corritrici “assunte” per proteggere i vigneti dai parassiti](http://www.ilverdemondo.it/cdn/shop/articles/anatre-corritrici-contro-parassiti-vigneti-it-000.jpg?v=1734608788&width=1780)
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In Sudafrica 1000 anatre corritrici “assunte” per proteggere i vigneti dai parassiti
il dic 19 2024
Forse il termine “anatre contadine” è un po’ una forzatura, ma rende benissimo l’idea. Per quanto possa sembrare strano, ogni giorno i vigneti della tenuta di Vergenoegd in Sudafrica vengono invasi da un plotone di circa 800-900 anatre corritrici indiane con il compito di proteggere le coltivazioni di vite per la successiva produzione di vino. Curioso di sapere come e perché? Continua a leggere!
L’anatra corritrice indiana: un breve curriculum vitae
Nonostante il nome possa trarre in inganno, l’anatra corritrice indiana proviene dall’Indonesia. È anche conosciuta come anatra pinguino per la postura eretta e allungata che assume quando si muove a terra (soprattutto se spaventata). L’appellativo di corritrice deriva dall’andatura rapida che la rende particolarmente adatta per il pascolo. È uno dei più antichi esemplari di anseriformi usati in allevamento, anche grazie ad un’elevata produttività di uova.
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Ma perché nei vigneti della Vergenoegd si utilizzano le anatre? Questa azienda vinicola sudafricana ha scoperto che le anatre, lasciate libere di pascolare nei vigneti, portavano a benefici tangibili: la qualità del terreno migliorava e allo stesso tempo diminuiva il numero dei parassiti che normalmente minacciano le vigne. Le anatre infatti sono solite nutrirsi (tra le altre cose) anche di insetti e piccoli invertebrati. Tra questi c’è anche la famigerata lumaca bianca, uno dei principali nemici delle vigne.
Scoperta l’utilità delle corritrici nei campi, si è avviato un vero e proprio progetto di ripopolazione delle runner duck con la cooperazione del WWF. Attualmente nei vigneti della Vergenoegd sono impiegate tra le 800 e le 900 anatre… Praticamente 1000 pennuti al servizio delle coltivazioni d’uva.
Competenze richieste: saper cacciare parassiti
I vantaggi derivanti dall’usare le anatre corritrici nei vigneti sono molti. Da un lato viene drasticamente ridotto l’uso di pesticidi per combattere i parassiti (questa pratica ha contribuito alla qualificazione della Vergenoegd come azienda sostenibile). In secondo luogo si favorisce l’azione dei parassiti “buoni” (quelli utili alle piante) che altrimenti verrebbero eliminati indistintamente dai pesticidi. Ultimo, ma non meno importante, anche le anatre ne beneficiano arricchendo la loro dieta con alimenti che in cattività faticherebbero a trovare.
Competenze trasversali: essere buone concimatrici
La presenza delle anatre sui campi di vite è utile anche per la concimazione del terreno. Le deiezioni e le piume lasciate cadere al suolo forniscono tutta una serie di nutrienti utili per migliorare la qualità del terreno e consentire alle piante di crescere più forti e rigogliose.
È richiesta esperienza con il pubblico
Con il passare del tempo il fenomeno delle anatre contadine è diventata una vera e propria attrazione anche per pubblico e turisti. Spesso i visitatori del vigneto attendono con ansia quei 2 momenti della giornata (uno al mattino e uno nel primo pomeriggio) in cui le anatre si recano in gruppo nei campi e danno inizio all’attività di disinfestazione. Un’altra bella botta in positivo per gli affari!
Premio di produzione? Un vino dedicato: il Runner Duck
Per celebrare l’importante contributo delle anatre nella protezione dei vigneti, l’azienda ha anche deciso di dedicare alle contadine pennute una specifica selezione di vini chiamata appunto Runner Duck. Non sappiamo quali siano le note aromatiche che caratterizzano questi vini, ma di certo le nostre anatre lavoratrici si sono meritate questo riconoscimento!
![Allevare rapaci notturni: cos’è la Guferia?](http://www.ilverdemondo.it/cdn/shop/articles/allevare-rapaci-notturni-la-guferia-it-000.jpg?v=1734607296&width=1780)
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Allevare rapaci notturni: cos’è la Guferia?
il dic 19 2024
Con il termine guferia si fa riferimento all’uso di rapaci notturni addestrati per la caccia, una vera e propria arte antica tramandata fino ai giorni nostri, con le dovute rivisitazioni, che trova ancora applicazione soprattutto a livello amatoriale (con esibizioni di volo o simulazioni di caccia). Approfondiamo quindi questo argomento cercando di capire caratteristiche della guferia e le razze di rapace più indicate allo scopo.
Che differenza c'è tra Guferia, Falconeria e semplice allevamento?
Iniziamo con il sottolineare le caratteristiche distintive di 3 forme diverse di allevamento di rapaci. Per Falconeria in generale si intende l’uso di rapaci per catturare prede nel loro habitat naturale. Nello specifico, la falconeria prevede l’impiego di volatili appartenenti alla famiglia dei Falconidi e degli Accipitridae (falchi e aquile in tutte le sottospecie e famiglie diffuse sul globo).
Quando vengono allevati rapaci notturni come gufi, civette, barbagianni o assioli (ovvero uccelli rapaci appartenenti esclusivamente all'ordine degli strigiformi) si può parlare di Guferia.
Diverso ancora è il semplice allevamento condotto al solo scopo di far riprodurre in cattività i rapaci, senza che vi sia la parte di addestramento. A tal proposito va ricordato che è vietata la detenzione di rapaci prelevati dal loro ambiente naturale, possono essere acquistati ed allevati sono esemplari nati e cresciuti in cattività.
Alcuni dettagli sulla Guferia
Quali ragioni potrebbero spingere una persona interessata più verso la guferia rispetto alla falconeria? Innanzi tutto c’è da dire che i rapaci notturni sono più economici rispetto a quelli diurni. Inoltre sono anche più facili da gestire: richiedono relativamente meno spazio e, rispetto ai parenti diurni, tendono ad essere più sedentari, più legati all’ambiente in cui vivono, hanno meno bisogno di compiere voli, ma sotto certi punti di vista sono anche un po’ pigri (e quindi relativamente meno inclini all’apprendimento).
Falconeria e Guferia: le origini
Il rapporto tra uomo e rapaci ha origini antichissime e trova le sue radici in un’area territoriale che va dalla Russia alla Mongolia. Alla base di questo legame simbiotico ci sta la caccia e quindi la necessità di procurarsi cibo. Col tempo l’uomo ha imparato a comprendere questi volatili e a mettere in pratica tecniche di addestramento che infondessero nell’animale fiducia verso il padrone e l’idea di una cooperazione vantaggiosa per entrambi (l’uomo cerca e trova prede, il rapace le caccia).
Ovviamente al giorno d’oggi è venuta meno la necessità di allevare rapaci per ragioni di sopravvivenza. Ma la tradizione della falconeria è rimasta, affinata con più moderne tecniche di falconeria e nel pieno rispetto delle esigenze naturali dell’animale. Accanto alla falconeria e alla guferia classica si sono fatte strada nuove forme alternative di addomesticamento dei rapaci impostate come esibizioni di volo o simulazioni di caccia.
Quali sono le specie più diffuse per la Guferia?
Le specie di rapace notturno più indicate per l’allevamento sono le 4 elencate prima: gufi reali, civette, assioli e barbagianni. Tra queste, il gufo reale è sicuramente la scelta più azzeccata ai fini della falconeria (o guferia classica) quella ai fini di caccia. Il barbagianni invece, per costi e dimensioni, rappresenta la soluzione più comoda per chi è alle prime armi e non vuole un volatile rapace troppo impegnativo.
![Uccelli da canto: quali sono, le voliere, il mangime migliore](http://www.ilverdemondo.it/cdn/shop/articles/uccelli-da-canto-quali-sono-voliere-mangime-it-000.jpg?v=1734533548&width=1780)
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Uccelli da canto: quali sono, le voliere, il mangime migliore
il dic 18 2024
Se avete il desiderio di vivere in una casa viva, con qualcuno che vi tenga sempre compagnia e vi trasmetta allegria, allora una soluzione potrebbe essere decidere di adottare un animale da canto. Questa tipologia di uccelli si distinguono per essere piccoli, colorati e dall'aspetto molto simpatico e allegro.
Questi uccelli da canto sono ottimi per tenere compagnia e donare gioia ai loro padroni.
Ci sono moltissime specie di uccellini da canto: questo dono è il loro modo di comunicare, marcare il territorio, corteggiare le loro potenziali partner e durante il periodo dell'accoppiamento e della riproduzione.
Ci sono moltissime specie di uccelli in grado di deliziare con il loro canto chiunque abbia la fortuna di ascoltarli, come gli indigeni europei (tordi, merli, cesene fringuelli e cardellini), ma i migliori uccelli da canto sono:
il cardellino;
il canarino;
il merlo;
l'usignolo;
il pettirosso;
Il cardellino
Uccelo dai colori accesi e dal canto armonioso. Questo pennuto attualmente è una specie protetta, per cui in molti luoghi è vietato tenerli in casa; per fortuna però è possibile trovarlo cantare in mezzo ai boschi.
In alcuni luoghi fortunati è permesso adottare solamente degli esemplari maschi previa licenza; in questo caso si consiglia vivamente di acquistare delle gabbie molto grandi, in modo da non far soffrire l'animale, adatto per vivere negli ambienti aperti e spaziosi.
Il canarino
Gli uccelli canarini da canto sono forse i più popolari fra gli uccelli dal canto melodioso; questi pennuti poi sono molto famosi per il colore giallo acceso (appunto, giallo canarino) anche se in realtà le sue sfumature possono inclinarsi un po' più verso il bianco o il rossiccio.
Sia gli esemplari maschio che femmina sono in grado di emettere un bellissimo canto e tenere compagnia se non rallegrare le le mattine dei suoi padroni.
Il merlo
Soprannominato il Beethoven degli uccelli. Animale molto intelligente; questo pennuto è in grado di integrare più melodie. Unico difetto è che attualmente non è permesso tenere in casa uno di questi animali.
L'usignolo
Animale dal colore brunastro proveniente dai boschi europei e asiatici. Il suo melodioso canto gli viene insegnato dai genitori e generalmente avviene durante le prime ore del mattino e durante il tramonto.
Il pettirosso
Le caratteristiche di questo uccello è la chiazza rossa posta su parte del petto e metà del musetto; il suo canto delicato ed è possibile ascoltarlo dalle regioni del nord europa fino al centro asia, le isole canarie e le isole lungo l'arcipelago britannico.
Essendo un animale più espansivo con gli esseri umani, rispetto alla media, è sempre stato parte di alcune mitologie storiche come quella dell'impero romano, il medioevo francese e la mitologia vichinga.
Gabbie per uccelli da canto
Prendersi cura degli uccelli che cantano sicuramente non è per nulla una cosa facile. Questi pennuti hanno la necessità di essere tenuti tutti in voliere medio grandi, in modo da potersi sentire maggiormente a loro agio ed essere più propensi al canto.
Sia le gabbie, che le stanze stesse in cui vengono tenute le gabbie, devono essere tenute pulite, così da non rovinare le corde vocali degli uccelli.
Le gabbie oltre ad essere pulite spesso, si consiglia di tenerle in un punto in cui il pennuto non perda il senso delle funzioni principali (cioè il fotoperiodo), vicino l'aria aperta ma allo stesso tempo essere coperte dalle zone colpite dal vento e dal sole diretto.
Mangime per uccelli da canto
Per mantenere in salute tutti i pennuti è importante stare attenti a ciò che mangiano. La dieta deve essere specifica e bilanciata, con i corretti principi nutrizionali quali fibre, proteine, amidi, vitamine sali minerali e molti altri.
Per una corretta alimentazione, in inverno si consiglia di dare delle specifiche vitamine per uccelli da canto, in modo da assicurarsi la loro salute non venga meno.
Ponete molta attenzione a ciò che somministrate; i mangimi devono essere sigillati ermeticamente così che al loro interno non creino alcuna sorta di muffa o altre sostanze cancerose.
Creare il giusto mix di alimenti da sé, non è per nulla semplice, perché si devono trovare tutti i principi nutritivi, sali minerali, probiotici necessari per assicurare una buona vita agli uccellini.
Per fortuna esistono dei prodotti industriali privi di qualunque additivo chimico e allo stesso tempo con il giusto apporto nutrizionale quali integratori minerali, vitamine, semi e semi, visto che la maggior parte di questi animali sono granivori.
Mi raccomando che la vasca per gli uccelli sia adeguatamente cambiata tutti i giorni così come anche la l'acqua che i vostri amici verranno.
Per aumentare l'apporto proteico è possibile acquistare anche del pastoni composti da uovo e proteine da somministrare una o due volte a settimana, soprattutto alle femmine durante il periodo degli accoppiamenti, della cova e dello svezzamento dei piccoli.
Raccomandati che la femmina abbia il giusto apporto di calcio per la corretta formazione delle uova, dei muscoli e delle ossa dei piccoli.
![Il canarino non canta: cause e rimedi](http://www.ilverdemondo.it/cdn/shop/articles/il-canarino-non-canta-causa-e-rimedi-it-001.jpg?v=1734532396&width=1780)
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Il canarino non canta: cause e rimedi
il dic 18 2024
Perchè il nostro canarino non canta? Ha smesso da un giorno all'altro oppure non ha mai cantato?
Possono essere diversi e molteplici le ragioni dietro a un canarino che non canta. In questo articolo cercheremo di chiarire le cause più comuni e probabili e proporre rimedi possibili.
Se il canarino smette di cantare
Per prima cosa dobbiamo chiarire se ha smesso di cantare o se non ha mai cantato.
È cosa poco nota infatti che solo il 5% dei canarini femmina cantano. Il canto è infatti un richiamo all'acoppiamento prodotto dai maschi e solo in piccolissima percentuale dalle femmine.
Non è facile riconoscerne il sesso e al momento dell'acquisto potrebbe non essere stato chiaro, tuttavia porsi questa semplice domanda potrebbe già chiarire tutti i dubbi.
Sappiamo quindi che se un canarino ha smesso di cantare con tutta probabilità si tratta di un esemplare maschio e possiamo addentrarci nella scoperta di cause e rimedi.
Se il canarino maschio non canta
Questa è quindi una delle prime domande da porsi.
Una volta chiarito che il canarino in nostro possesso è maschio possiamo addentrarci nello studio e comprensione dei motivi che lo hanno portato a smettere di cantare. Fortunatamente la maggior parte di queste cause è passeggera e non di origine fisiologica.
Per questo motivo grazie a qualche piccolo accorgimento possiamo eliminare le cause di disagio del nostro amico e permettergli di reiniziare la propria attività canora.
Canarino che non canta cause
Vediamo quindi i seguenti possibili scenari:
Il canarino è triste. Sarebbe presuntuoso pensare che solo noi possiamo avere variazioni di umore. Il cambio di gabbietta, una scarsa o eccesiva esposizione alla luce solare, ma anche poca compagnia o temperatura inadeguata. Tutti questi possono essere motivi che rendono triste il nostro amico e lo fanno smettere di cantare.
Non ha ancora ultimato lo sviluppo. Se il nostro canarino è ancora molto giovane potrebbe aver intrapreso dei primi esercizi canori per poi sospendere e riprendere naturalmente a sviluppo completato. Se è ancora in fase di crescita l'interruzione temporanea del canto non è poi così rara.
Alimentazione sbagliata. Come noi, anche il canarino può risentire dell'alimentazione sbagliata. Ricordiamo che i semi sono molto ricchi di grassi e che quindi dovrebbero essere in maggiore quantità d'inverno e minore d'estate. Allo stesso modo lattuga e altre verdure dovrebbero essere più presenti d'estate.
Se nessuna delle sopra elencate è una causa possibile allora c'è la possibilità che il canarino stia male, nel qual caso il nostro consiglio è di consultare un veterinario specializzato.
Il canarino non canta e perde piume
Questa potrebbe essere una delle cause più comuni. Se è in corso la muta delle piume è abbastanza comune che il canarino smetta di cantare.
È un processo a cui vanno incontro la maggior parte dei pennuti i quali, per prepararsi alla stagione fredda, abbandonano le piume estive in favore delle più calde invernali. Durante questo processo il canarino avrà meno energie a disposizione, ma soprattutto potrebbe non sentirsi molto attraente o a proprio agio. In questo caso non bisogna preoccuparsi poiché il canarino riprenderà a cantare normalmente a processo ultimato.
Cosa fare se il canarino non canta
Trattandosi di un animale da compagnia con pochissime esigenze il nostro consiglio è di mettere in atto tutti gli accorgimenti per risolvere possibili cause di stress o disagio.
Provvediamo quindi a:
Tenerlo con noi in una stanza dove passiamo la maggior parte del tempo. Evitiamo quindi di farlo sentire solo e permettiamogli un'esposizione alla luce solare non diretta, ma comunque vicina all'interno della stanza.
Attendere che abbia ultimato il proprio sviluppo fisiologico. Questo avviene entro il primo anno di vita, preoccupiamocene quindi solo al compimento dei 12 mesi.
Mettiamogli a disposizione verdura fresca e acqua fresca ogni giorno per permettergli di autoregolarsi.
Solo qualora nessuna di queste soluzioni funzionasse chiediamo il consiglio di un veterinario specializzato in volatili da compagnia.