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Come deve essere la gabbia per i pappagallini? Consigli per far felici i nostri amici multicolore

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Come deve essere la gabbia per i pappagallini? Consigli per far felici i nostri amici multicolore

il dic 19 2024
I pappagallini sono uccelli meravigliosi! Oltre ad essere bellissimi e colorati possono dimostrarsi anche una perfetta compagnia in casa. Chi decide di prendersene cura però deve considerare attentamente che i pappagallini per natura sono definiti 'grandi volatori' di conseguenza, per quanto siano piccoli, non possono vivere in una gabbia angusta. Per fare felici questi piccoli amici alati spiegheremo come dovrebbe essere la loro gabbia o voliera. Come scegliere forma e dimensioni della gabbia Per prima cosa, è importante che la gabbia non sia circolare poiché questa soluzione potrebbe disorientare gli uccellini. La scelta migliore dovrebbe ricadere su una gabbia orizzontale', anche perché fornirebbe più spazio utile per il volo di questi uccelli. Una gabbia che si rispetti poi, deve ovviamente tenere in considerazione le dimensioni dell’”ospite”. In linea di massima le misure minime consigliate sarebbero di 70cm di lunghezza, 40cm di larghezza e 50cm di altezza. Tuttavia, se possibile, è bene non precludersi la possibilità di acquistare una voliera ancora più grande in modo rispettare in pieno le esigenze di volo dei pappagallini ed eventualmente tenerne più di uno. Il luogo ideale dove posizionare gabbia o voliera La sistemazione migliore è sicuramente in una zona alta circa 170cm da terra. Una posizione più bassa, rischia di creare momenti di panico per l’animale che, nel momento in cui qualcuno si avvicina alla gabbia, potrebbe avvertire la persona curiosa come una minaccia (meccanismo di difesa che in natura lo proteggerebbe dagli uccelli predatori). Inoltre la gabbia non dev'essere posizionata in luoghi con un buon ricircolo d'aria (ma lontano dalle correnti), lontana da elettrodomestici che potrebbero creare vibrazioni, ma soprattutto fuori dalla portata di altri animali come i gatti. Per una gestione ottimale della posizione della gabbia è possibile munire le nostre voliere con apposite ruote per un facile trasporto. Quali accessori inserire? Non è necessario riempire la gabbia con molte cose, anche per rispettare l’igiene e la sicurezza dei pappagallini. Non dovranno mancare abbeveratoi e mangiatoie. Qualche giocattolo poi non guasterebbe! Può essere utile ad esempio una cordicella per arrampicarsi (accessorio non indispensabile se la maglia che compone la rete della voliera presenta anche sbarre orizzontali), una pallina con campanella o un paio di altalene (se i volatili sono due). Infine, il fondo della gabbia dovrebbe consentire l’isolamento dalle feci, in modo che i pappagallini non ne vengano direttamente a contatto. A tal scopo, le nostre voliere possono essere accessoriate con degli appositi fondi con rete isola feci. La pulizia della gabbia La pulizia della gabbia dev'essere una delle cose principali. Ogni giorno si devono cambiare acqua e cibo. Una volta a settimana è importante anche lavare abbeveratoi e mangiatoie (ovviamente senza detergenti che potrebbero intossicare i volatili). Almeno ogni dieci giorni è necessario sterilizzare la gabbia. Non servono detergenti particolari… basta dell'acqua calda con l'aggiunta di disinfettante. Chiaramente anche il materiale assorbente sul fondo va sostituito.
Come allevare le colombe: consigli sull’alloggio, l’alimentazione e i rapporti in gruppo

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Come allevare le colombe: consigli sull’alloggio, l’alimentazione e i rapporti in gruppo

il dic 19 2024
Un allevamento di colombe è un'attività veramente coinvolgente. Come volatile, è prolifero e concede grandi soddisfazioni al suo allevatore che, per salvaguardare al meglio il benessere degli amici pennuti, deve conoscere poche ma fondamentali regole. Vediamo qualche dettaglio in più per poter allevare le colombe. Scegliere il giusto alloggio per le colombe Le colombe possono essere tenute in un ambiente libero, come in nidi fatti di legno o altri materiali posti sotto le tettoie o tra i rami degli alberi. Ma la soluzione più comoda è rappresentata dall’allevamento in voliera. Per la collocazione della voliera è bene sapere che gli esemplari adulti temono le correnti d'aria, piccolo particolare che porterà l'allevatore a posizionare la voliera in un punto riparato. Per il resto, le colombe adulte non temono né il freddo e né il caldo intenso (al contrario dei novelli che possono soffrire gli sbalzi di temperatura eccessivi). Comportamento in gruppo delle colombe e gestione degli spazi Anche se si tratta di un animale che vive in gruppo, la colomba caratterialmente non gradisce il sovraffollamento in voliera e gli ospiti indesiderati. Per sua natura è un animale territoriale che tende a difendere il suo spazio e i nidi. Quindi, nel caso in cui capiti un intruso, lo allontanerà con decisione e a qualsiasi costo. Per questo motivo l'allevamento in gabbia dovrà prevedere al suo interno solo coppie accertate, separando invece adulti privi di compagno perché questi ultimi disturbano le coppie e i colombi novelli. Ogni coppia dovrà inoltre avere a propria disposizione, una cassa con due nidi che verranno ambedue utilizzati durante il ciclo riproduttivo. Come si nutrono le colombe? Questo tipo di animale, necessita di granaglie specifiche particolarmente ricche di vitamine e oligominerali, erbe tenere, germogli e gusci di lumaca. Questi ultimi sono fondamentali per un corretto apporto di calcio e quindi, di un adeguato sviluppo fisico. Fondamentale è mettere a disposizione dei pennuti acqua da bere sempre fresca e pulita, posizionata in un luogo fresco e asciutto e non al sole. La pulizia delle colombe e della voliera Per mantenere bello e lucente il piumaggio delle colombe, sarà cura dell'allevatore mettere a loro disposizione una piccola bacinella per il bagno, con un livello di acqua di 4,5 - 5 cm. Per conservare il piumaggio delle colombe senza acari, conviene aggiungere all'acqua del bagno un apposito prodotto antiparassitario. Altrettanto importante è l’igiene della voliera (o comunque del posto scelto per l'allevamento) e dei relativi accessori. La pulizia della gabbia deve essere accurata e costante, con particolare riguardo alle deiezioni degli uccelli, al fine di evitare il proliferare di malattie spesso mortali. Ogni nido, prima di una nuova covata, deve essere pulito e disinfettato. Anche il mangime deve essere sempre fresco e va servito in mangiatoie apposite che impediscano la contaminazione del cibo a contatto con le zampe e con le feci.
I rituali di corteggiamento tra uccelli e la loro riproduzione

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I rituali di corteggiamento tra uccelli e la loro riproduzione

il dic 19 2024
Il regno animale ci ha da sempre abituato a comportamenti più o meno bizzarri finalizzati alla riproduzione. Gli uccelli selvatici, come anche i volatili da cortile, non sono da meno. Vediamo assieme alcuni tra i rituali di corteggiamento e accoppiamento più affascinanti e curiosi degli uccelli. Obiettivi del corteggiamento tra uccelli Sfoggiare il piumaggio, cantare o cimentarsi in curiose danze sono per gli uccelli comportamenti tutt’altro che superflui. Anche se a volte fatichiamo a comprenderne il significato, questi rituali comunicano cose come il buon stato di salute del volatile, un patrimonio genetico di tutto rispetto,una maggior propensione a proteggere la prole o grandi capacità nel procurare cibo. Insomma, col corteggiamento si vuol dimostrare di essere adatti per la riproduzione e la sopravvivenza della specie. Canti, cinguettii e altre serenate Una delle primissime fasi del corteggiamento riguarda il canto o in generale i richiami sonori.  Sono comunemente usati dai maschi sia per attirare gli esemplari femmina, sia per delimitare il proprio territorio nei confronti degli altri maschi della stessa specie. In base alla varietà di suoni o alla complessità della melodia gli uccelli riescono a comunicare la loro maturità e disponibilità all’accoppiamento. Come non pensare al canto del gallo, che noi umani banalmente associamo alla sveglia mattutina, ma viene usato dall’animale per reclutare galline per il suo harem. Non sempre però i richiami di corteggiamento vengono emessi cinguettando. Certe specie ripiegano su altri tipi di suoni. In natura ad esempio le cicogne si “arrangiano” con rumori provocati sbattendo il becco. Dimorfismo sessuale: quando anche l’occhio vuole la sua parte Perché i maschi di molte specie di uccelli hanno una livrea molto più colorata e appariscente rispetto alle compagne femmine? La diversità più o meno accentuata del piumaggio è da considerare come una vera e propria arma di corteggiamento che può influenzare la scelta della femmina riguardo al partner. L’esempio più conosciuto è quello del pavone e della sua ruota. Ma discorso simile vale anche per molte altre specie come il fagiano, vari tipi di anatre o per il gallo.   Danze e movenze per il corteggiamento Per la riproduzione degli uccelli possono anche prevedere danze, piccole coreografie o altre movenze utilizzate soprattutto dai maschi per richiamare l’attenzione delle femmine. Sbattere le ali, zompettare e muovere la testa, possono sembrare movimenti buffi, ma hanno una loro precisa tecnica di esecuzione. Sbagliare il balletto significa giocarsi la possibilità di colpire la femmina. In natura, l’esempio perfetto ce lo forniscono gli uccelli del paradiso, tipici della Nuova Guinea e dell’Australia. I maschi di queste specie si cimentano in complessi e affascinanti esibizioni di ballo che alle volte sono accompagnate da giochi di piume e colori. A livello nostrano possiamo ricordare il corteggiamento del gallo cedrone (foto in copertina). Una vera e propria marcia fatta a testa alta con petto in fuori, alla quale si aggiungono suoni gutturali piuttosto bassi. Anche gli uccelli acquatici come gli anseriformi adottano movenze particolari nell’acqua per far colpo sul partner. Movimenti sulla superficie dell’acqua, tuffi, simulazioni di abbeveraggio, o (come avviene per gli svassi) un’offerta reciproca di alghe per consacrare l’unione e simboleggiare la costruzione del nido. A volte è solo il maschio a compiere questi rituali, altre volte invece anche la femmina si unisce alle danze. Altri comportamenti di corteggiamento Concludiamo con alcuni rituali decisamente più funzionali e di facile comprensione. I maschi di alcune specie (come il pendolino) costruiscono il nido a priori, proprio per trovare consensi dalle femmine. Un nido ben costruito è una garanzia per certi uccelli femmina! Altre specie invece corteggiano regalando cibo ai partner o pulendosi reciprocamente le piume. Infine va fatto un accenno alle lotte tra maschi per la conquista delle femmine. Questo atteggiamento è comune a molti volatili tra cui i galli, i quali combattono per la supremazia nel pollaio e per la conquista del gruppo di femmine.
Come allevare le tortore domestiche: caratteristiche e curiosità di questi volatili

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Come allevare le tortore domestiche: caratteristiche e curiosità di questi volatili

il dic 19 2024
Siamo abituati a vederle libere che scorrazzano per le nostre città, ma le tortore, esattamente come piccioni e colombe, possono essere allevate senza grandi difficoltà. Ecco allora qualche informazione per conoscere, curare ed allevare le tortore domestiche. Caratteristiche fisiche delle tortore La tortora domestica, conosciuta anche come tortora dal collare, presenta un corpo allungato, una testa di piccole dimensioni, un becco piuttosto debole ed una coda lunga ed elegante. Il suo piumaggio ha una colorazione diversa da quello dei colombi selvatici: le tonalità predominanti sono il grigio chiaro sfumato della testa e del petto (grigio tortora per l’appunto), il bruno-marroncino presente sul dorso e il bianco del ventre e della coda. Ma la caratteristica principale di questa razza è il disegno a forma di collare situato alla base del collo. Generalmente, il collare che dà il nome alla razza stessa è di colore nero o bianco. Attitudine all’allevamento e alloggio La specie che si alleva da più tempo è detta tortora Risoria, questa razza, proprio per la vicinanza all'essere umano, ha sviluppato un carattere nettamente più mansueto rispetto ad altre varietà. L’atteggiamento docile e tranquillo che caratterizza questi uccelli ne facilita molto l'allevamento. È possibile allevare le tortore domestiche anche all’aperto, dedicando loro voliere di grandi dimensioni attrezzate a dovere con mangiatoie, beverini e casette nido nelle quali le tortore avranno l'opportunità di allargare la famiglia. Per quanto attiene alla convivenza tra i diversi esemplari, è importante fare una raccomandazione: nel caso uno degli individui dovesse ammalarsi, onde evitare il contagio degli altri esemplari, è consigliato un periodo di quarantena. Alimentazione e curiosità sull’abbeveraggio Sull’alimentazione non ci sono raccomandazioni particolari: chi ha intenzione di allevare la tortora dal collare, dovrà scegliere mangimi contenenti semi di miglio, granturco e frutta di ogni tipo. È molto più importante preoccuparsi di non far mai mancare loro il cibo, così come l'acqua, che dovrà essere sempre fresca e pulita. Proprio riguardo all’acqua è curioso far presente una particolarità nell’abbeveraggio di questi volatili! Le tortore dal collare hanno sviluppato la capacità di bere in apnea, ovvero di non fare alcuna interruzione finché non hanno completamente placato la loro sete. Queste tortore da allevamento infatti sono solite immergere il becco nel contenitore dell'acqua e sollevarlo soltanto quando hanno finito, a differenza di tutte le altre specie di colombi. La riproduzione Una coppia di tortore, in genere, può deporre più volte durante l’anno. Solitamente, la femmina depone una o due uova per volta ed il periodo di cova dura circa due settimane. Terminato il periodo della cova, i piccoli impiegano circa venti giorni per imparare a volare e per alimentarsi in maniera autonoma. Prima di allora però l’alimentazione dei piccoli prevede  la somministrazione di un nutriente particolare… Infatti, come tutte le specie appartenenti alla grande famiglia dei columbidi, anche le tortore domestiche possiedono la capacità di produrre una sostanza secreta al livello del gozzo, detta anche 'latte dei colombi'. Questa sostanza viene proprio usata come nutrimento da dare ai piccoli prima dello svezzamento.
Come allevare il parrocchetto dal collare

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Come allevare il parrocchetto dal collare

il dic 19 2024
Tra gli animali da compagnia più affascinanti e divertenti i parrocchetti dal collare occupano certamente un posto d'onore. Sono animali straordinariamente intelligenti, che sviluppano un rapporto molto stretto con le persone con cui vivono e hanno un carattere ben definito e molto forte. In molti li paragonano ai gatti: animali indipendenti ma capaci di grande affetto. Tenere in casa e allevare parrocchetti dal collare può sembrare complicato, ma in realtà ci sono solo pochi accorgimenti da seguire per convivere con questi splendidi uccelli esotici. Caratteristiche e comportamento Il parrocchetto dal collare è un pappagallo considerato di taglia media. Il suo piumaggio è verde lime (anche se esistono diverse selezioni blu) e ha una fascia scura attorno al collo da cui prende origine il nome. Si tratta di un animale che si affeziona molto ai proprietari e, se addestrato adeguatamente, si può anche dimostrare un ottimo animale da compagnia. Tra i pappagalli di taglia analoga è considerato il migliore per quanto riguarda la capacità di parlare. Se ci si gioca tutti i giorni sin dalla tenera età inoltre svilupperà un forte attaccamento che non scomparirà per tutta la vita dell'animale. Una femmine tende di solito a dimostrarsi più affettuosa rispetto ad un maschio, ma quest’ultimo ha più possibilità di diventare un “parrocchetto parlante”.   Come allevare il parrocchetto dal collare in gabbia Prima di acquistare una gabbia per il parrocchetto dal collare, devi considerare alcuni elementi. Innanzitutto ricorda che questi pappagalli hanno una coda molto lunga, quindi servirà una gabbia o una voliera abbastanza alta da permettergli di restare appollaiato comodamente senza rischiare danni al piumaggio. Addestrando bene il parrocchetto non sarà necessario acquistare una gabbia troppo grande in quanto sarà preferibile farlo volare liberamente in casa. La gabbia dovrà avere una base removibile sul fondo, in modo che l'animale non abbia accesso al cibo andato a male o ai suoi stessi escrementi (col rischio ulteriore di contrarre malattie o infezioni). Assicurati poi che la gabbia abbia un sistema di chiusura molto efficace, in quanto questi pappagalli sono estremamente abili nella fuga. Per altri dettagli, ti invitiamo a leggere l’articolo sulle gabbie per pappagallini. Molto importanti sono le attenzioni giornaliere da dedicargli. In natura i parrocchetti sono animali che vivono in grandi gruppi e che formano coppie stabili, quindi hanno forti bisogni di socializzazione. Ragion per cui dovresti seriamente prendere in considerazione l’ipotesi di comprare una coppia. Consigli per l’alimentazione Per quanto riguarda il cibo, il parrocchetto dal collare non è un animale particolarmente esigente. Si nutre di frutta e verdura, quindi un'alimentazione basata su mele o altri frutti, verdure e ortaggi sbollentati garantisce sempre una buona salute. Va da se che cibo ed acqua dovranno essere sempre disponibili, in modo che il parrocchetto sia libero di gestirsi autonomamente. Nello shop-online de Il Verde Mondo troverai una sezione dedicata alla vendita di gabbie e voliere per uccelli o volatili da cortile. Visitalo per conoscere dimensioni, prezzi e accessori delle nostre gabbie!
Come scegliere la gabbia per il merlo indiano

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Come scegliere la gabbia per il merlo indiano

il dic 19 2024
Il merlo indiano, conosciuto anche come Gracula religiosa, è un uccello originario del continente asiatico, che vive soprattutto in aree boschive nella fascia tropicale di Sri Lanka, India, Malesia e Indonesia. La caratteristica che da sempre rende famoso questo volatile è la sua capacità di imitare la voce umana. Se sei interessato ad ospitare a casa tua questo simpatico uccello tropicale, ti daremo alcuni consigli su come scegliere la gabbia perfetta! La vita in cattività del merlo indiano I consigli che elencheremo da qui in avanti tengono in considerazione alcune caratteristiche naturali della Gracula che non la rendono proprio l’uccello più facile da allevare in casa. Questo merlo ha bisogno di muoversi e saltellare, di compagnia, di comunicare con chi gli sta intorno (emettendo versi anche assordanti), di vivere in ambienti luminosi e con temperature abbastanza calde. Se sei interessato all’argomento, scopri di più su pregi e difetti del merlo indiano! Insomma, gestire la Gracula non è proprio una passeggiata di salute, ma tutto ciò non deve pregiudicare la voglia di amarla e di prendersene cura. Dedicandole gli spazi e le attenzioni di cui ha bisogno, non ci saranno ostacoli ad una convivenza perfetta! Come dovrebbe essere la gabbia ideale per un merlo indiano? Il merlo indiano ha necessità di muoversi, ma senza il rischio di procurarsi ferite. È abituato a vivere in spazi ampi e ricchi di vegetazione, nei quali è libero di spostarsi da un tronco all'altro. Perciò, la gabbia scelta per ospitare il volatile dovrà essere spaziosa, di forma rettangolare e sviluppata soprattutto in lunghezza (da evitare quindi le classiche gabbie per uccelli a pianta circolare). A grandi linee le dimensioni minime dovrebbero essere 80x50x80 centimetri, ma queste misure valgono per un solo esemplare. Considerato che il merlo è un animale socievole, sarebbe opportuno trovargli un compagno/a e quindi una voliera per uccelli più grande. Dove posizionare la voliera del merlo indiano? La voliera dovrà essere sistemata in una stanza ampia, luminosa e (cosa fondamentale) molto frequentata, così da garantire sempre la giusta compagnia all’animale. Anche in contesto domestico, il merlo indiano vorrà interagire con chiunque gli stia intorno. Quanto detto fa del merlo indiano un vero e proprio animale da compagnia, particolarmente consigliato alle persone anziane o che trascorrono buona parte delle giornate in casa. Non dimenticare però che i suoni emessi dalla Gracula potrebbero essere mal sopportati dagli eventuali vicini di casa. Pertanto si consiglia di non sistemare mai la voliera su un balcone o di fronte ad una finestra aperta (soprattutto se intorno sorgono numerose abitazioni). Il merlo indiano, inoltre  mal sopporta il freddo, pertanto sarà necessario sistemare la gabbia in un ambiente ben riscaldato, soprattutto durante la stagione invernale. Cosa inserire dentro la gabbia? (Accessori) Oltre agli immancabili beverini e alle mangiatoie, nella voliera non devono mancare almeno due posatoi ed una vaschetta colma d'acqua nella quale il volatile possa bagnarsi. La gabbia, inoltre, deve essere dotata di una lettiera sistemata su fondo estraibile e protetta da una griglia. A proposito di “fondo estraibile” è importante sottolineare che la pulizia della gabbia dovrà essere accurata e molto frequente: tra deiezioni e cibo spanto, il merlo indiano tende a sporcare. Di conseguenza bisognerà darsi da fare per garantirgli un habitat pulito e salubre!
Allevare rapaci notturni: cos’è la Guferia?

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Allevare rapaci notturni: cos’è la Guferia?

il dic 19 2024
Con il termine guferia si fa riferimento all’uso di rapaci notturni addestrati per la caccia, una vera e propria arte antica tramandata fino ai giorni nostri, con le dovute rivisitazioni,  che trova ancora applicazione soprattutto a livello amatoriale (con esibizioni di volo o simulazioni di caccia). Approfondiamo quindi questo argomento cercando di capire caratteristiche della guferia e le razze di rapace più indicate allo scopo. Che differenza c'è tra Guferia, Falconeria e semplice allevamento? Iniziamo con il sottolineare le caratteristiche distintive di 3 forme diverse di allevamento di rapaci. Per Falconeria in generale si intende l’uso di rapaci per catturare prede nel loro habitat naturale. Nello specifico, la falconeria prevede l’impiego di volatili appartenenti alla famiglia dei Falconidi e degli Accipitridae (falchi e aquile in tutte le sottospecie e famiglie diffuse sul globo). Quando vengono allevati rapaci notturni come gufi, civette, barbagianni o assioli (ovvero uccelli rapaci appartenenti esclusivamente all'ordine degli strigiformi) si può parlare di Guferia. Diverso ancora è il semplice allevamento condotto al solo scopo di far riprodurre in cattività i rapaci, senza che vi sia la parte di addestramento. A tal proposito va ricordato che è vietata la detenzione di rapaci prelevati dal loro ambiente naturale, possono essere acquistati ed allevati sono esemplari nati e cresciuti in cattività. Alcuni dettagli sulla Guferia Quali ragioni potrebbero spingere una persona interessata più verso la guferia rispetto alla falconeria? Innanzi tutto c’è da dire che i rapaci notturni sono più economici rispetto a quelli diurni. Inoltre sono anche più facili da gestire: richiedono relativamente meno spazio e, rispetto ai parenti diurni, tendono ad essere più sedentari, più legati all’ambiente in cui vivono, hanno meno bisogno di compiere voli, ma sotto certi punti di vista sono anche un po’ pigri (e quindi relativamente meno inclini all’apprendimento). Falconeria e Guferia: le origini Il rapporto tra uomo e rapaci ha origini antichissime e trova le sue radici in un’area territoriale che va dalla Russia alla Mongolia. Alla base di questo legame simbiotico ci sta la caccia e quindi la necessità di procurarsi cibo. Col tempo l’uomo ha imparato a comprendere questi volatili e a mettere in pratica tecniche di addestramento che infondessero nell’animale fiducia verso il padrone e l’idea di una cooperazione vantaggiosa per entrambi (l’uomo cerca e trova prede, il rapace le caccia). Ovviamente al giorno d’oggi è venuta meno la necessità di allevare rapaci per ragioni di sopravvivenza. Ma la tradizione della falconeria è rimasta, affinata con più moderne tecniche di falconeria e nel pieno rispetto delle esigenze naturali dell’animale. Accanto alla falconeria e alla guferia classica si sono fatte strada nuove forme alternative di addomesticamento dei rapaci impostate come esibizioni di volo o simulazioni di caccia. Quali sono le specie più diffuse per la Guferia? Le specie di rapace notturno più indicate per l’allevamento sono le 4 elencate prima: gufi reali, civette, assioli e barbagianni. Tra queste, il gufo reale è sicuramente la scelta più azzeccata ai fini della falconeria (o guferia classica) quella ai fini di caccia. Il barbagianni invece, per costi e dimensioni, rappresenta la soluzione più comoda per chi è alle prime armi e non vuole un volatile rapace troppo impegnativo.
Come allevare un pappagallo Cacatua

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Come allevare un pappagallo Cacatua

il dic 19 2024
Il Cacatua è un pappagallo dalle dimensioni generose la cui caratteristica principale è la cresta erettile piumata che l’uccello è in grado di gonfiare. Commercio e detenzione di questo volatile sono vincolate da una legislazione molto ferrea che ha l’obiettivo principale di proteggerne le varie specie (molte delle quali in via di estinzione). Oltre a ciò, per allevare un pappagallo Cacatua sono richieste molte attenzioni una volta introdotto in ambito domestico, ma di sicuro il volatile sarà in grado di ricambiare con molto affetto. L’origine dei Cacatua I Cacatuidae, sono una piccola, ma importante famiglia dell'ordine Psittaciformes che conta ventuno specie (alcune delle quali sull'orlo dell'estinzione) diffuse prevalentemente in Australia, Indonesia o nei territori di Molucche, Papua e Nuova Guinea. L'origine del nome sembra derivare da un dialetto malese di alcune isole del Mar di Molucca e rappresenterebbe l'unione tra le parole kakak (sorella) e tuwah (vecchia). Questo appellativo è probabilmente dovuto allo schiamazzo acuto da “vecchia sorella” dell'uccello. Ad ogni modo, dal momento in cui i primi ornitologi e botanici hanno esplorato queste meravigliose isole, il nome cacatua è stato confermato al nostro crestato psittaccide. Commercio e detenzione del Cacatua Il cacatua è un animale insolito all'interno delle voliere degli ornitofili: l'eccessivo costo e la necessaria documentazione CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione), lo relegano ad una nicchia ristretta di appassionati. Alcune specie, come il cacatua nero (conosciuto anche come cacatua delle palme) o il Callocephalon fimbriatum (detto anche cacatua gang-gang) ne contano davvero pochi esemplari rimasti in natura. La grande preoccupazione per questi superstiti, ha via via spianato la strada all'allevamento privato (con documentazione certificata), ma con l’obiettivo di sostenere le specie, aumentandone il numero in natura grazie al rilascio dei giovani nati. Oramai tutti i cacatua acquistabili in commercio provengono da allevamenti. Un commerciante fidato vi fornirà la documentazione comprovante la nascita in regime domestico. Adattamento all’ambito domestico Il Cacatua è un uccello che necessita di molte attenzioni. Se non sei in grado di assicurargli compagnia, meglio abbandonare in partenza l’idea di adottarlo. Anche perché la solitudine potrebbe portarlo a comportamenti autolesionistici (ad esempio, potrebbe strapparsi da solo di dosso le piume). Sempre per lo stesso motivo, nelle ore diurne, il cacatua andrebbe tenuto fuori dalla gabbia, per consentirgli di interagire meglio con le persone (e casomai di imparare a parlare o a ballare a ritmo di musica). Ad ogni modo, la voliera deve essere lo stesso collocata in una stanza molto frequentata. La sistemazione dei Cacatua: gabbie e voliere Considerando le dimensioni (che possono arrivare fino a 70 cm), la migliore sistemazione per il cacatua è una voliera ampia e spaziosa, non eccessivamente ricca di vegetazione ma dotata almeno di vari posatoi dal diametro ideale per le sue grosse zampe. Un ulteriore accorgimento è quello di lasciare in un angolo del fondo della gabbia un contenitore basso e pieno di sabbia secca (il cacatua infatti adora il bagno di sabbia per pulire il piumaggio dai parassiti). Nella voliera poi dovranno essere presenti alcuni giochi in grado di stuzzicare la curiosità dell’animale, distraendolo anche dall’eccessivo bisogno di attenzioni verso il padrone. Alimentazione L'alimentazione non riserva grossi problemi. Un buon misto di semi per grandi parrocchetti (che si può trovare in commercio) è ideale,  così come anche semi germinati, frutta fresca, legumi secchi, pastoncini e acqua fresca. Per altri consigli culinari, rivolgiti al tuo veterinario o all’allevatore da cui hai acquistato il Cacatua.
Come allevare canarini da canto

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Come allevare canarini da canto

il dic 19 2024
I canarini sono volatili da allevamento che spiccano per i colori vivaci e i cinguettii orecchiabili. Spesso questi passeriformi vengono scelti come animali domestici soprattutto sulla base del loro aspetto fisico, ma in alcuni casi vengono ricercati e selezionati principalmente per le loro doti canore. Stiamo parlando dei canarini da canto! Scopriamo di più su questo curioso, raro e complesso tipo di allevamento! Cosa si intende per canarini da canto? Nel tempo sono state selezionate dall'uomo specie di canarini capaci di produrre canti melodiosi. Rispetto alle varietà che si differenziano per le tonalità del colore (detti per l’appunto canarini da colore) o per forma e postura (detti canarini da forma o posizione), quelle da canto sono meno conosciute e possono non essere caratterizzate da colori vistosi. Hanno una corporatura robusta rispetto ai canarini tradizionali e sono capaci di deliziare le nostre orecchie con dolci melodie. Quali sono le razze da canto? Sono state selezionate tre razze che si differenziano per le melodie prodotte: Harzer roller, Malinois waterslager e Timbrado. Canarini Harzer roller L'Hazer roller ha un corpo affusolato ma più robusto rispetto ai canarini comuni. Ha la testa appiattita al vertice e gli occhi piccoli e neri. Il becco, di colore carmicino, è ben proporzionato rispetto al corpo, le ali si chiudono alla base della coda e il piumaggio è molto aderente. Anche le zampe sono proporzionate e sono di colore carmicino-bruno. Sono state registrate otto melodie, che richiamano allo stesso tempo gaiezza e stati malinconici. Non sono canti esuberanti ma costringono l'ascoltatore a prestare attenzione per percepire le variazioni di toni. Canarino Malinois waterslager Il Malinois waterslager, come l'Hazer, ha un corpo robusto e una testa piccola, ha un portamento leggermente ricurvo e toni di colore che vanno dal giallo al verde-bruno. Si conoscono complessivamente 13 melodie del Malinois. È capace di riprodurre canti semplici e altri complessi costituiti da suoni d'acqua e toni di fondo. Sembrerebbe che questa specie sia stata selezionata in Belgio incrociando canarini olandesi con le varietà tedesche. Canarino Timbrado Per ultimo, ma non meno importante, vi è il Timbrado, caratterizzato da dimensioni ridotte, tanto da essere simile al canarino selvatico. Nella maggioranza dei casi ha un piumaggio tendente al verde. È capace di produrre 7 melodie, continue e discontinue, caratterizzate da toni forti. Infatti, anche i meno esperti possono riconoscere il canto del Timbrado. Questa specie deriva dall'incrocio tra il Canarino del Pais e il Canarino del Sassone. Recentemente si è diffuso anche in Italia. Come si allevano i canarini da canto? Insegnare questi canarini a cantare non è per niente un’impresa facile. Il “bel canto” è una cosa che l’uccello deve apprendere prima di eseguirla. È quindi di fondamentale importanza che vi siano tutta una serie di condizioni favorevoli perché ciò avvenga. Intanto, vista la difficoltà di questo tipo di allevamento, ti conviene procedere in modo molto graduale (iniziando con 2 o 3 esemplari), affidandoti il più possibile a qualcuno di esperto. Se non altro ciò ti permetterà di riconoscere le melodie che caratterizzano le diverse razze, capendo di conseguenza quali sono gli esemplari più dotati. A cantare è il maschio che, nella fase giovanile (dopo lo svezzamento), viene isolato dagli altri esemplari per evitare che il suo canto venga contaminato apprendendo suoni errati. L’animale selezionato poi deve essere affiancato da un 'anziano esperto' (un buon canterino) che ha la funzione di precettore. La vicinanza del giovane al “maestro” dovrebbe facilitare l’apprendimento da parte del primo delle giuste melodie da riprodurre. Conviene insegnare le giuste tecniche di canto a 2 o 3 esemplari alla volta, entro i 3 mesi di vita, e aumentando progressivamente le ore di buio della gabbia in cui sono inseriti. Nelle ore di luce è importante che vi sia un contatto visivo col maestro affinché l’apprendimento dia i suoi frutti. Inutile dire che se si vuol fare sul serio è importante monitorare costantemente i risultati e prendere quindi confidenza con le tempistiche. Continua a leggere il nostro Blog per imparare come allevare il canarino e scegliere la sua gabbia ideale.
Come allevare cardellini in voliera

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Come allevare cardellini in voliera

il dic 19 2024
I cardellini sono tra i piccoli volatili più apprezzati per il loro piacevole e melodioso canto. Rientrano nella classe dei Fringillidi e il loro nome deriva dal cardo, una pianta che produce semi succulenti per questi graziosi uccellini. L'allevamento dei cardellini non è una tecnica molto semplice, in quanto si riproducono con difficoltà quando sono in cattività. Tuttavia, sono stati prodotti mangimi particolari che aiutano l'allevatore a tenere sotto controllo questa situazione. Vuoi conoscere come allevare i cardellini? In questo articolo potrai scoprire le strategie e le tecniche più utilizzate dagli allevatori per far crescere e riprodurre i magnifici volatili dal piumaggio variopinto e morbido. Come allevare cardellini: le voliere per uccelli Prima di allevare i cardellini, devi assicurarti di avere: cardellini di entrambi i sessi voliera per uccelli ambiente con temperatura costante e privo di umidità mangimi specifici. Per quanto riguarda le gabbie e voliere per uccelli, è bene sottolineare che devono essere scelte con precisione, a seconda del tipo di ambiente. Per esempio, una voliera da esterno per uccelli dovrebbero essere più resistenti agli agenti atmosferici rispetto a quelle per gli ambienti interni. Devono, inoltre, essere abbastanza grandi da permetterne i movimenti. Anche se i cardellini non soffrono il freddo, non gradiscono l'umidità; a questo scopo possono essere usate stufette elettriche senza impostarle ad alte temperature. Altrimenti è sempre più consigliabile l’allevamento al chiuso. Alimentazione e rotazione dei semi È opportuno usare mangimi specifici ed effettuarne la rotazione, in modo da simulare l'alimentazione dei cardellini in natura. In particolare, i semi devono essere alternati a seconda delle stagioni. Per favorire l'accoppiamento, si deve utilizzare una dieta altamente proteica: ai semi vanno aggiunte uova, pastone e larve di insetti. Si tratta di un tipo di dieta che dovrebbe essere fornita alla maggior parte degli uccelli da gabbia e da voliera. A tal proposito ti saranno senz'altro d'aiuto mangiatoie e beverini per voliere. Qualche accenno sulla riproduzione Oltre a questi accorgimenti, occorre lasciare un piccolo spazio alla femmina per effettuare la nidificazione. Inoltre, lo spazio della voliera deve essere sufficientemente grande per evitare eventuali contese tra i maschi. Uno dei principali problemi della cova, è che la femmina potrebbe disporre le uova al di fuori del nido o rifiutarsi di covarle specialmente se è un individuo giovane: in questo caso, devono essere affidate ad una balia. Durante la cova, inoltre, i due cardellini devono essere separati; il maschio può essere posto in una gabbia vicina in modo che la femmina possa sempre vederlo e riesca, allo stesso tempo, a covare in tranquillità, evitando comportamenti aggressivi dovuti alla mancanza di spazio.
Voliere per pappagalli: caratteristiche e accessori da inserirvi

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Voliere per pappagalli: caratteristiche e accessori da inserirvi

il dic 19 2024
In questo articolo ci occupiamo di pappagalli e delle voliere per uccelli ideali ad ospitarli. Analizzando e conoscendo le caratteristiche fisiche e fisiologiche, nonché le abitudini di questi magnifici pennuti, è possibile capire come devono essere le gabbie per pappagallini e con quali accessori andrebbero arricchite. Dimensioni e proporzioni della voliera Regola generale: una buona voliera per pappagalli dovrebbe svilupparsi in orizzontale piuttosto che in verticale. Questo non significa necessariamente che la gabbia debba essere più larga che alta, ma che deve essere comunque garantita una certa larghezza minima (tale da assecondare e non ostacolare il volo di un pappagallo). Chiaramente poi le misure minime richieste dipenderanno dalle varie razze di pappagalli considerate e dalle relative dimensioni. Va da sé che le voliere per pappagalli grandi dovranno essere più spaziose. Ad ogni modo, considerando volatili di piccole dimensioni, possiamo affermare che 70 – 80 cm di larghezza dovrebbero essere una misura sufficiente per un pappagallino. Anche il numero di esemplari che dovranno condividere lo stesso ambiente potrebbe incidere sulla scelta. Più esemplari assieme potrebbero necessitare di più spazio: tuttavia le misure non avranno bisogno di essere proporzionali al numero di capi. Prendiamo ad esempio le voliere per pappagalli inseparabili: indipendentemente che siano destinate ad un singolo o ad una coppia, le dimensioni richieste saranno bene o male le stesse. Scopri in questo video la Voliera Aquila Reale XL.   Altre caratteristiche delle voliere per pappagalli Ai pappagalli, oltre che a volare, piace arrampicarsi aiutandosi con zampe e becco. Questa cosa vale sia quando sono lasciati liberi di circolare in casa, sia quando sono dentro alla loro voliera. Per questa ragione la maglia esterna che compone le gabbie per pappagalli dovrebbe presentare sbarre orizzontali e verticali abbastanza ravvicinate tra di loro. Questo renderà le scalate più facili e il vostro uccellino più felice. Oltre a ciò si può inserire anche una cordicella che assolverà la medesima funzione. Qualora tu voglia allevare vari esemplari assieme (casomai di razze diverse) potrebbe esserti di aiuto attrezzarti con una o più voliere a due piani. Ciò ti permetterà di gestire al meglio eventuali conflittualità, ma usando la stessa struttura.   Accessori voliera pappagalli Una volta scelta la gabbia è il momento di concentrarsi sugli accessori per voliera. Dal punto di vista igienico, risulta molto utile procurarsi un fondo per voliera estraibile e con rete isola feci. Un fondo estraibile ne renderà la pulizia molto più facile e veloce. La rete isola feci invece impedirà ai pappagalli di entrare in contatto diretto con le proprie deiezioni (cosa che potrebbe favorire malattie ed infezioni). Se  vuoi una gabbia da poter comodamente spostare, ti converrà procurarti anche delle ruote. Le nostre voliere con ruote accessoriabili ad esempio sono l’ideale per spostare i tuoi uccellini (casomai per far godere loro un po’ di sole o per metterli velocemente al riparo dalle intemperie). Le ruote per voliera possono essere munite di fermo per evitare movimenti accidentali. Nella voliera infine non potranno mancare i più classici degli accessori: i posatoi dovranno essere distribuiti uniformemente per tutta la gabbia a distanze e altezze tali da non ostacolare eventuali salti o tentativi di volo; per l’alimentazione dei pappagalli ci si dovrà munire di beverini, mangiatoie (meglio se antispreco), griglia porta verdura e supporto per un eventuale osso di seppia (o porta seppia); per invogliare un pappagallino a lavarsi è utile una vaschetta per il bagno; infine, se miri a far riprodurre i tuoi uccellini, potresti inserire anche un nido chiuso in legno che garantirà comfort e privacy.   Scopri in questo video tutto ciò che devi sapere sui nostri Accessori per Voliere!
Come addestrare una Calopsite: consigli per l’allevamento a mano

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Come addestrare una Calopsite: consigli per l’allevamento a mano

il dic 19 2024
Il pappagallo Calopsite, detto anche parrocchetto delle ninfee, è un pappagallino di medie dimensioni che, da adulto, arriva ad essere lungo circa 30 cm. Nonostante conservi una personalità forte e selvatica, se allevato con pazienza ed il giusto metodo, può diventare un meraviglioso compagno di vita, affettuoso, giocherellone e di gran compagnia. In questo articolo forniremo consigli e curiosità per aiutarvi nell’allevamento a mano! Calopsite come riconoscere maschio e femmina? La differenziazione del sesso delle Calopsite diventa visivamente evidente non prima del decimo mese. I pappagalli Calopsite giovani sono tutti tendenzialmente grigi. Ma raggiunta l'età adulta nel maschio sarà possibile apprezzare colori più intensi. Soprattutto l'area delle guance, si colorerà di un bel giallo brillante con i classici pomelli rosso acceso. Inoltre, i maschi tendono ad avere un ciuffo più lungo e riccio sul capo. La femmina invece, ha le perlature delle piume come caratteristica nella livrea. Ciò sta ad indicare quelle sfumature grigio perla, che non vanno via con l'entrata in età adulta (come invece avviene per i maschi).       Canto Calopsite-quando inizia a cantare? Un'altra caratteristica del maschio rispetto alla femmina è la maggior predisposizione al canto. Il canto della Calopsite è molto particolare e simpatico. Questo pappagallino, infatti, è in grado di imparare suoni e motivetti e di riprodurli durante la giornata, per attirare l'attenzione del padrone. La femmina, invece, tende ad emettere suoni e fischi, ma non è molto propensa al canto. Tecnicamente questi pappagallini potrebbero iniziare a cantare già dopo i primi 2 o 3 mesi. Ma le tempistiche possono variare in base alla propensione naturale del maschio e alla perseveranza del padrone nel ripetergli qualche motivetto da imparare. Come allevare i pappagalli Calopsite Le Calopsite possono essere allevate rispettandone le esigenze di movimento, e quindi, senza costringerle tutto il giorno in una gabbia (si parlerà quindi di allevamento a mano). Naturalmente, chi sceglie di acquistare uno di questi splendidi pappagalli, è probabile che voglia costruire con lui un rapporto e considerarlo un animale da compagnia. Di conseguenza l’approccio a mano è quello più consigliato. Le teorie su come allevare a mano una Calopsite sono diverse: c’è chi sostiene che per l’allevamento a mano si debba iniziare con pappagalli ancora da svezzare (approccio più delicato e pericoloso per l’uccellino), chi invece pensa che l’adattamento al padrone sia possibile anche con esemplari più adulti. In entrambi i casi sono necessari tanta pazienza, delicatezza e coccole a volontà. Ai fini dello svezzamento, innanzitutto il pulletto va maneggiato a partire dai 20-25 giorni e mai prima (per evitare di fargli male). Per interagire e creare affinità, ovviamente, bisogna dargli da mangiare. Per gli animali è regola ferrea affidarsi e fidarsi di chi li nutre. Per questo bisognerà usare una siringa ed imbeccarlo con una pappa cremosa, preparata con polvere da imbecco ed acqua calda.       Calopsite come addestrarli? Stabilito che sono pappagallini adatti a convivere con l'uomo alla stregua di altri animali domestici, la domanda è: come addestrare una Calopsite? Imbeccarlo, coccolarlo, giocare con lui, accarezzarlo, scaldarlo tra le mani, avvicinarlo al viso e tenerlo con sé il più possibile… Questi gesti, uniti ad una infinita pazienza, aiuteranno il pappagallo ad abituarsi all'uomo e lo renderanno socievole, affettuoso e giocherellone. Anche parlargli, fischiettare canzoncine o cantare è utile per stimolarlo a ripetere. Voliere e Gabbie per Calopsite: quale scegliere? Se si abitua il volatile a vivere libero non ci sarà bisogno di una gabbia per Calopsite esageratamente grande. L'importante è che abbia dimensioni comode (almeno 40 o 50 cm tra larghezza e profondità), che non lo facciano sentire eccessivamente costretto. Naturalmente, deve essere arredata con tutti gli accessori per voliere del caso: trespolo o posatoi, un distributore d'acqua, una piccola mangiatoia ecc…   Per maggiori informazioni in merito puoi leggere l’articolo “Voliere per pappagalli: caratteristiche e accessori da inserirvi”.
Conuro del Sole: il simpatico pappagallino dai colori brillanti

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Conuro del Sole: il simpatico pappagallino dai colori brillanti

il dic 19 2024
Il pappagallo Conuro del Sole è uno dei pappagalli più amati, grazie al suo piumaggio vivacemente colorato e alla sua indole particolarmente socievole. È un pappagallo estremamente elegante, dal piumaggio di base giallo dorato intenso, le copritrici primarie gialle, le secondarie verdi e le penne remiganti verdi sfumate di blu. Il becco è nero, ha anelli bianchi intorno gli occhi e una coda lunga e affusolata, zampe bruno scuro e iride marrone. È lungo circa 30 cm e pesa dai 120 ai 130 grammi. Prima di decidere di adottare uno di questi pappagalli, sarà bene conoscere qualche nozione su come allevare un Conuro del Sole: vediamole di seguito. Conuro del Sole carattere Sono uccelli estremamente socievoli che si affezionano facilmente al proprietario e alla sua famiglia, se questa se ne prende cura con gentilezza e amore. Possiedono un richiamo molto acuto e forte, che utilizzano per richiamare l'attenzione in caso di necessità o anche per avvisare dei pericoli. Non è raro che si possano ritrovare anche a svolgere funzioni di 'guardia'. Ma il Conuro del Sole parla? Possiamo dire che è in grado di imitare la voce umana, ma non così bene come altri pappagalli tipo il cenerino e la cocorita. In certi casi però si possono rivelare degli ottimi parlatori. Sono animali molto giocherelloni che spesso si esibiscono in giochi particolarmente buffi, come penzolare da una corda o sdraiarsi sulla schiena. Come addestrare un Conuro del Sole Il Conuro del Sole allevato a mano cresce senza avere la naturale paura nei confronti dell'uomo. I pappagalli in natura sono prede e per istinto hanno paura di noi come di qualsiasi altro predatore/animale. Attraverso lo svezzamento a mano, il pulcino viene prelevato dal nido a poche settimane di vita e si abitua all'uomo fin da piccolo. Proprio grazie alla sua indole pacata il Conuro del Sole si presta molto bene ad essere, appunto, allevato a mano. Conuro del Sole riproduzione Durante il periodo del corteggiamento, accoppiamento e successiva nascita dei piccoli, i Conuri del Sole si dimostrano particolarmente aggressivi, visto che vogliono proteggere il loro nido. Depongono 3-5 uova che si schiudono dopo circa 25 giorni. Come svezzare un Conuro del Sole? In natura, lo svezzamento dei piccoli avviene intorno ai 3 mesi di età. Nel caso dell’allevamento a mano, sarà il piccolo a decidere quando è giunta l’ora. È molto importante fornire diversi cibi solidi, in maniera che la loro innata curiosità li spinga ad assaggiarli e così prendere confidenza con il tipo di cibo che dovranno mangiare in seguito. Conuro del Sole alimentazione Cosa mangia il Conuro del Sole? In natura si ciba principalmente di frutta, noci e semi, ma in cattività bisogna fornirgli una dieta equilibrata basata sugli estrusi da lasciare in una apposita mangiatoia. È importante garantire agli uccelli da compagnia una dieta varia, ma bisogna sempre ricordarsi di soddisfare determinati requisiti nutrizionali. Inoltre i Conuri del Sole apprezzano e hanno bisogno dei “dolcetti”, di conseguenza saltuariamente si può concedere qualche snack di frutta, verdura, sementi e noci. Malattie Conuro del Sole Quanto vive un Conuro del Sole? Un esemplare in buona salute può raggiungere i 25-30 anni, ma bisogna sempre fare attenzione al suo stato di salute. Un pappagallo ammalato spesso presenta questi sintomi: piumaggio arruffato che serve a mantenere meglio il calore corporeo; occhi socchiusi soprattutto quando non si sentono osservati; poco movimento in gabbia, sta sempre nella zona più alta e più riparata della gabbia; mangia e beve meno oppure il contrario, mangia e beve molto, ma ciò non fa aumentare il peso, e anzi lo fa dimagrire; le feci sono liquide oppure sono di un colore diverso dal solito (per esempio possono essere molto scure oppure verdastre); quando la situazione è abbastanza grave passa la maggior parte del tempo sul fondo della gabbia; respirazione affannosa; lacrimazione da naso e occhi; Se i sintomi persistono per qualche giorno, è d'obbligo portarlo da un veterinario per fare tutti gli esami necessari. È importante conoscere bene il comportamento del proprio animale per capire se ci sono cambiamenti di abitudini che possono far presagire uno stato di malessere. Gabbia per pappagalli Conuro del Sole Per mantenersi in salute, questi uccelli hanno bisogno di muoversi, di conseguenza non vanno tenuti esclusivamente in voliera. Amano volare e giocare, perciò hanno bisogno di spazi dedicati a loro, dove poter esplorare l’ambiente e interagire con esso. La gabbia dovrà essere utilizzata il meno possibile e in ogni caso dovrà essere abbastanza grande da permettergli di sbattere almeno le ali. Le dimensioni raccomandate sono 80cm di lunghezza, 60 cm di profondità e 80cm di altezza, con la distanza delle sbarre che non deve superare i 2cm. Inoltre, è importante che la gabbia sia fornita di sbarre orizzontali, dal momento che amano assumere strane posizioni risultando molto buffi. Adorano inoltre fare il bagnetto, quindi è bene prevedere di inserire un'apposita vaschetta all'interno della gabbia, cosi come mettere a disposizione dei rametti da distruggere e dei giochi con i quali consentirgli di passare il tempo mentre voi non siete in casa.
Lori Arcobaleno: tutto quello che c'è da sapere sul colorato pappagallo

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Lori Arcobaleno: tutto quello che c'è da sapere sul colorato pappagallo

il dic 19 2024
Il pappagallo Lori Arcobaleno, detto anche Lorichetto Arcobaleno, denominazione che comprende almeno 22 sottospecie, è uno dei più belli e splendidi pappagalli domestici che si possono trovare. Si tratta di un pappagallo di taglia piccola, circa 25-30 centimetri compresa la coda, che pesa circa 130 grammi. La sua caratteristica più riconoscibile è il piumaggio: ha la testa blu, con un colletto giallastro, il dorso verde e tante sfumature rossastre. La restante parte del corpo è verde, principalmente la coda, le ali e le zampe. Le sue piume sono abbellite con tutte le sfumature dell’arcobaleno e ogni sottospecie ha un colore più o meno prevalente. I Lorichetti Arcobaleno si notano molto facilmente, con i loro rossi e verdi luminosi, azzurri e viola vivaci e macchie color giallo limone che sfumano verso l’arancio intenso. Il becco è generalmente nero negli esemplari giovani, e diventa rosso con l’età. Presenta due occhi diversi, uno di colore rossastro e l’altro più scuro, vicino al nero. I colori particolari, sia del becco che del piumaggio, lo rendono riconoscibile rispetto alle altre specie di lorichetto. È impossibile distinguere un pappagallo Lorichetto Arcobaleno maschio da uno femmina, quindi ogni esemplare deve essere sessuato usando il test del DNA, per i quali vengono utilizzate piume o sangue. L’unico modo in cui è possibile distinguerli, senza questo test, è osservando il loro comportamento, dal momento che i maschi esibiscono atteggiamenti più aggressivi.   Comportamento Lorichetto Arcobaleno Di carattere Lori Arcobaleno è frizzante ed entusiasta, e cerca spesso di giocare e interagire col suo umano preferito. Sono uccelli sempre indaffarati e vivaci, che dedicano ben poco tempo al riposo. Si esibiscono spesso in atteggiamenti estremamente divertenti, ma possono anche risultare eccessivi per chi è abituato ad un animale più rilassato. Hanno la curiosa abitudine di dormire giacendo sulla schiena, facendo così spesso prendere paura ai suoi proprietari. Essendo molto eccitabile e intelligente, tende spesso a beccare, quando è eccitato oppure ha paura, per esempio di essere rimesso in gabbia. La maggior parte dei lorichetti non vanno d’accordo con gli altri uccelli, e possono anche diventare aggressivi con gli esemplari della propria specie. Sono animali molto territoriali e bisogna fare attenzione a non lasciarli incustoditi assieme ad altri uccelli. Il Lori Arcobaleno parla? I lorichetti sono pappagalli che sanno essere rumorosi, dalla voce acuta e con un richiamo stridulo e ripetitivo. Il Lorichetto Arcobaleno parla, dato che è in grado di imparare molte parole e frasi e di ripeterle chiaramente e spesso, anche se nella stessa famiglia si possono trovare esemplari molto più chiacchieroni. Gabbia Lori Arcobaleno L'alloggiamento più indicato è la voliera, con nido sul fondo del quale va disposto uno strato di segatura. Si tratta di uccelli che amano farsi il bagno spesso, quindi nella gabbia è bene prevedere un trespolo doccia, uno spruzzatore d’acqua portatile e una vaschetta da bagno poco profonda per la gabbia. Inoltre amano i giocattoli, soprattutto gli oggetti tintinnanti. Dato che hanno la tendenza ad annoiarsi facilmente, è importante avere a disposizione una rotazione costituita da almeno venti giocattoli per dargli la possibilità di variare i giochi. Come tutti i pappagalli, tendono a sporcare la loro gabbia con avanzi di cibo ed escrementi, e a causa della loro dieta particolare che produce escrementi estremamente liquidi, per i Lorichetti è ancora più importante pulirla con regolarità. Lorichetto Arcobaleno alimentazione Dato che il loro becco non è potente e capace di rompere il guscio dei semi, il mangime per Lori Arcobaleno è principalmente il nettare a base di succo di frutta in cui è sciolta della polvere appositamente formulata per l’alimentazione dei Lori e Lorichetti, integrata con frutta fresca e qualche fiore come ad esempio l’ibisco. I lorichetti hanno una lingua “a pennello” appositamente sviluppata per raccogliere il nettare e il polline.   Malattie Lori Arcobaleno Quanto vive un Lori Arcobaleno? Normalmente hanno un arco di vita che va dai 15 ai 25 anni, ma causa della loro dieta a base di nettare e frutta altamente deperibile, le infezioni batteriche sono un pericolo per questi pappagalli. Per evitare malattie, i cibi liquidi dei lorichetti devono essere cambiati e riforniti spesso, soprattutto nella stagione calda. Anche la frutta può andare a male se lasciata nella gabbia anche solo qualche ora durante i periodi più caldi, e ciò può causare infezioni o intossicazioni al pappagallo. Lorichetto Arcobaleno riproduzione In natura si riproducono da agosto a gennaio, e le coppie nidificano nelle cavità degli alberi di eucalipto. I pulcini nascono durante la primavera, anche se questa tempistica dipende dalle condizioni climatiche e ambientali. Di solito la femmina depone da una a tre uova, che vengono incubate per ventiquattro giorni, dalla sola femmina, e i piccoli escono dal nido verso le otto settimane di vita. Come molti altri pappagalli, questi uccelli sono monogami e rimangono fedeli al loro partner per tutta la vita. Addestramento Lori Arcobaleno Come allevare a mano un Lori Arcobaleno? Si tratta di un impegno da non sottovalutare: un pappagallino di 15 giorni di vita va alimentato circa 6 volte al giorno e necessita di cure costanti. Dovete la possibilità di seguire costantemente lo sviluppo del pappagallino per almeno 2 mesi, altrimenti non imbarcatevi nell'impresa.
Come allevare una civetta: tutto quello che c'è da sapere su questo piccolo rapace

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Come allevare una civetta: tutto quello che c'è da sapere su questo piccolo rapace

il dic 19 2024
La civetta è un animale che ha da sempre colpito l'immaginario popolare. Ritenuto già dai greci un uccello sacro e magico, avatar della dea Pallade Atena (da qui il suo nome scientifico Athene noctua), veniva visto come simbolo della saggezza e delle conoscenze antiche. Ingiustamente ritenuta portatrice di sventure, di lutti e rovine a causa del suo lugubre verso, in realtà è un uccello estremamente affascinante e negli ultimi anni non è raro vedere la civetta come animale domestico. Ma bisogna ricordarsi sempre che stiamo parlando di una specie protetta: per allevare una civetta bisogna innanzitutto essere in regola con il CITES. La civetta: caratteristiche Le dimensioni di una civetta oscillano generalmente tra i 21 e i 23 centimetri, con un'apertura alare di 53-59 centimetri. Il peso può variare tra i 100 e i 200 grammi. Presenta un capo largo e delle forme vengono definite tozze. Gli occhi sono di un intenso colore giallo e presenta delle zampe lunghe e ricoperte da setole in certi punti. Il piumaggio della civetta è di colore grigio-bruno con alcune macchie di colore bianco nella parte superiore, mentre nella parte inferiore il colore è per lo più bianco con alcune macchie brune. Quanto vive la civetta? Si tratta di un animale longevo, che in libertà vive circa 16-18 anni. Come allevare una civetta: documentazione CITES La Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione, o CITES, è una convenzione internazionale firmata a Washington nel 1973 con lo scopo di regolamentare il commercio internazionale di fauna e flora selvatiche in pericolo di estinzione. Per estensione la sigla si riferisce anche al documento che attesta la provenienza dell'animale. Al momento di acquistare una civetta, bisogna sempre esigere tutta la documentazione dall'allevatore o dal venditore. In Italia si possono detenere regolarmente solamente rapaci nati in cattività da almeno due generazioni, e bisogna sempre controllare che il rapace abbia al tarso un anello inamovibile con un numero uguale al numero riportato sul documento.   Quanto costa una civetta Il prezzo di una civetta può variare a seconda della specie acquistata oppure a seconda della sottospecie. Solitamente però il prezzo per una civetta dotata di CITES, anellata e imprintata, si aggira intorno ai 500 euro. Alimentazione civetta Per sapere cosa mangia la civetta bisogna tenere a mente che si tratta di un rapace notturno, che in libertà si muove nottetempo per andare a caccia di cibo, solitamente di mammiferi e nello specifico di topolini e altri piccoli roditori. Si nutre anche di coleotteri e altre tipologie di insetti. In cattività, mangiano topi (anche morti e surgelati), tarme della farina e insetti da pasto, pulcini (surgelati), cuore di pollo. Riguardo a quanto mangia una civetta, ci si può regolare con l'esperienza e con la tecnica dei food trials. Consiste nel somministrare vari tipi di cibo all'animale in voliera e in abbondante quantità, per poi andare a controllare sulla mangiatoia quanto cibo è stato consumato e quale ha preferito. Per le civette è meglio somministrare il cibo per le prove nelle ore serali ed analizzare ciò che rimane la mattina successiva. In questa maniera possiamo identificare le abitudini alimentari di ogni singolo uccello, e potremo regolarci per stilare una dieta personalizzata. In linea di massima, comunque, possiamo dire che una civetta mangia uno o due pulcini al giorno, oppure mezza quaglia, uno o due topolini o una coscia di coniglio. Generalmente è meglio nutrirla con due pasti nell'arco della giornata. Come accudire una civetta: alloggiamento Tenere una civetta in casa può essere molto impegnativo. Si tratta di animali rumorosi, che sporcano e che, tra feci e resti di cibo, potrebbero creare un'ambiente maleodorante. La soluzione più consona è quella di allestire una voliera, che non deve essere particolarmente grande. Le dimensioni minime per una voliera singola sono di 1,5 x 1 x 1 metro, mentre nel caso volessimo approntarla per una coppia di animali deve essere almeno di 2 x 2 x 2 metri.  Le voliere per rapaci notturni non devono essere completamente chiuse ai lati ma devono avere molte finestre coperte solo con la rete, o anche uno o più lati di sola rete, dato che hanno bisogno di guardare fuori e vedere persone all’esterno della voliera nei momenti in cui vi alloggiano. Il tetto deve essere coperto solo per metà in maniera che ci sia una zona protetta dai fattori atmosferici ed una zona in cui arrivi luce solare e anche la pioggia, che le civette amano. Ottime sono dunque anche le voliere modulari, componibili a piacimento in base a quanto spazio si vuole lasciare alla civetta. Oltre ad un nido riparato dalla luce, la voliera deve contenere posatoi adatti alla specie e costruiti in maniera corretta, usando tronchi e rami naturali. Nonostante i rapaci notturni assumano l'acqua che necessitano dalla carne, deve sempre essere presente una vaschetta perché amano fare il bagno. L’acqua deve essere cambiata periodicamente e in estate deve essere cambiata anche 2 volte al giorno, dato che possono anche bere quando fa troppo caldo. Il fondo della voliera va ricoperto di ghiaietta che va cambiata periodicamente.
Colino della Virginia: allevamento e riproduzione

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Colino della Virginia: allevamento e riproduzione

il dic 19 2024
Il colino della Virginia è un uccello selvatico di piccole dimensioni appartenente alla famiglia Odontophoridae. La specie è diffusa sul versante orientale di Canada e Stati Uniti, in Messico, in Guatemala e a Cuba. Sono abbastanza diffusi e facili da trovare nelle fiere ornitologiche, dove se ne possono trovare diverse sottospecie e mutazioni. In particolare in Italia si trovano allevamenti della specie classica, della sottospecie cubana e della mutazione bianca.  Nonostante vengano chiamati anche quaglie della Virginia, fanno parte della famiglia degli Odontoforidi e non dei Fasianidi, con cui hanno in comune solo l'aspetto, l'habitat e il comportamento della quaglia. Per il resto sono animali completamente diversi. La loro diffusione in Italia è particolare, dal momento che diversi anni fa, all'incirca negli anni '60, nel Nord Italia furono ambientati con successo diversi gruppi di colini a scopo venatorio. In particolare nella baraggia novarese e nel Parco del Ticino al giorno d'oggi si trovano popolazioni stabili di questo volatile. Colino della Virginia: caratteristiche  Il colino della Virginia, detto anche quaglia della Virginia, è un piccolo uccello simile alla quaglia, dal corpo tozzo, lungo tra i 21 e i 26 cm, pesa mediamente 200 grammi, con sagoma compatta e coda corta, portata obliqua verso il basso, petto bombato, largo e prominente. I maschi hanno il dorso bruno-castano e il ventre bianco, striato di nero. Nei colini della Virginia è molto caratteristico il disegno sul capo, che si presenta marrone scuro, tendente al nero, e striato di bianco. In particolare la gola e la stria oculare sono bianche, mentre un’ampia fascia scura parte dall'occhio e corre all'indietro e intorno alla gola. La femmina di Colinus virginianus ha la stessa distribuzione dei colori, ma ha una livrea meno appariscente, con le parti bianche sostituite da un colore arancio ruggine.  Allevamento Colini della Virginia  I colini della Virginia sono più diffusi e meno cari rispetto alle quaglie della California. Il prezzo di una coppia di colini classici (Colinus Virginianus) si aggira intorno ai 40 euro, che può salire tra i 50 ed i 60 euro per i cubani (Colinus Virginianus Cubanensis) arrivando anche a più 150 per i colini '' crestati'' (Colinus Cristatus).  Come allevare colino della Virginia? L'allevamento è relativamente semplice, dato che sono animali che si adattano bene nella voliera, fanno le uova e covano, se hanno abbastanza tranquillità.  Sono animali che vivono solitari o in coppia per la maggior parte del tempo, ma possono tranquillamente vivere anche in gruppi numerosi, eccezion fatta per il periodo di accoppiamento.  La loro carne e le loro uova sono adatte per il consumo alimentare: gli animali allo stato brado sono cacciati per la carne e negli allevamenti sono fatti riprodurre per la produzione di carne e uova e per l’addestramento dei cani da caccia.  Riproduzione colini della Virginia  I colini della Virginia sono normalmente monogami, ma non sono rari i casi di poligamia. Dal momento però che sia i maschi che le femmine covano, possono sorgere dei problemi nel momento in cui i maschi devono curare più nidi.  Per poter gestire più famiglie bisogna avere una voliera ampia, in modo che le famiglie con novelli non siano troppo vicine e gli adulti non aggrediscano i piccoli dell'altra famiglia. Sono uccelli che hanno buona predisposizione per la cova: erba alta, cespugli, rami, sassi e simili possono conferire buoni nascondigli per i nidi. Sono animali terrestri e il loro comportamento è simile a quello della quaglia selvatica o della pernice.  In genere il colino può iniziare a fare uova a partire dai 10/12 mesi di età. Conviene tenerle almeno un giorno prima di metterle in incubatrice, per un massimo di sei giorni.  Sono animali che possono convivere anche con le quaglie, ma non è particolarmente consigliato in fase di riproduzione: essendo i maschi molto territoriali, un eventuale sovraffollamento potrebbe portare al cannibalismo.  Colino della Virginia: alimentazione  Sono onnivori, e normalmente un buon mangime per selvaggina può soddisfare le loro esigenze. Gradiscono anche la verdura, e in genere una fonte di proteina animale nel periodo della deposizione garantisce pulcini belli e genitori sani. In primavera prediligono principalmente invertebrati e vegetali, mentre durante l'inverno la dieta diventa essenzialmente granivora.  Nella prima fase di crescita, soprattutto quando cominciano a cambiare il piumino con penne e piume, hanno bisogno di alte quantità di proteine di origine animali, più digeribili e assimilabili rispetto alle proteine vegetali. Può essere particolarmente indicato un mangime estruso in micro granuli con farina di pesce che abbia almeno il 30% di proteine, specifico per il primo periodo di vita e ricco di tutti gli aminoacidi che servono per la crescita e per lo sviluppo corporeo e del piumaggio.  In seguito si può passare ad un buon mangime per selvaggina primo periodo, arricchito con pastoncino per insettivori, uovo sodo e schiacciato. Dopo due o tre settimane di vita è il caso di integrare la dieta con tarme della farina e alternative di origine animale. 
Pappagallo Ecletto: carattere, alimentazione, voliera

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Pappagallo Ecletto: carattere, alimentazione, voliera

il dic 19 2024
Allevare in casa i pappagalli è un’attività che richiede grande impegno ma può dare enormi soddisfazioni: socievoli e divertenti, questi animali hanno bisogno di cure continue ma entrano facilmente in sintonia con il padrone e con i bambini. Uccelli che richiedono grande responsabilità sono i pappagalli Ecletto (detto anche pappagallo eclettico o pappagallo eclectus), coloratissimi e originari delle Isole Molucche, delle Isole Salomone, della Nuova Guinea e dell’Australia. Vediamo insieme quali sono i tratti distintivi di questo pappagallo, soffermandoci in particolare sul suo carattere, sull’alimentazione e sulle abitudini di vita quotidiana. Pappagallo Ecletto: carattere ed aspetto In Eclectus roratus è presente un visibilissimo dismorfismo sessuale: gli esemplari maschi e quelli femmine si distinguono ad occhio nudo con facilità. I maschi sono più piccoli (30/33 centimetri) e di colore verde quasi del tutto uniforme, tranne per le punte delle ali e della coda. Hanno il becco giallo o arancio. Il pappagallo ecletto femmina è mediamente più grande (oltre i 35 centimetri e fino a 600 grammi di peso), rosso scarlatto sulla testa, blu su torace e ventre e di nuovo sfumature rosse, arancioni o gialle sulla punta della coda. Hanno il becco di colore nero o marrone molto scuro. I pappagalli ecletti sono di norma poco rumorosi ed emettono suoni soffici e vellutati durante il gioco e le interazioni sociali. Come succede per gli esseri umani, però, esistono singoli esemplari più espansivi e chiacchieroni. Sono pappagalli di buon carattere: apprezzano il gioco tranquillo, rispondono ai comandi quando addestrati, raramente beccano o artigliano. Sono socievoli e gentili anche con i bambini. Di solito, gli esemplari più docili sono i maschi. Bisognerà prestare molta attenzione nella fase di formazione delle coppie. Non capita di rado che la femmina diventi moderatamente aggressiva con il maschio prima di creare con lui un legame. Sono rari gli incidenti gravi o mortali, ma è importante rispettare alcune regole: I due animali devono essere di taglia ed età simile (da un lato, se la femmina dovesse diventare troppo espansiva, il maschio non rischierebbe di venire ferito; dall’altro, essendo cresciuti insieme, sarà più facile che si affezionino l'uno all’altro e che non diventino scontrosi) Verificare la presenza di difficoltà comportamentali Evitare di allevare due femmine insieme: potrebbero entrare in competizione ed avere atteggiamenti aggressivi L’animale è longevo: in cattività gli esemplari vivono fin oltre i 40 anni. Per questo, prima di acquistare uno di questi splendidi pappagalli è necessario ponderare bene la propria decisione: accoglierlo in casa significa occuparsene per decenni, esattamente come si farebbe con un altro membro della famiglia. Questi animali sono ottimi genitori, autonomi e premurosi: possono covare nell'apposito nido fino a quattro deposizioni all’anno, ognuna di due uova. Se intendi tenere con te tutti i piccoli, devi necessariamente valutare il fatto che la tua famiglia sarà impegnata con loro per almeno due generazioni. La principale caratteristica che attrae un enorme pubblico di allevatori appassionati è però l’ abilità di parola: il pappagallo ecletto parla e anzi può essere addestrato a questo proposito. Il costo per questo animale varia dai 300 ai 500 euro, a seconda della sottospecie. Pappagallo Ecletto: alimentazione e cibi preferiti Questi animali presentano una caratteristica davvero strana per la famiglia degli Psittaciformes: hanno un intestino insolitamente lungo. Questo fa pensare che, fin dalle origini evolutive, l’animale sia abituato a nutrirsi di fibre più che di semi o bacche. Ecco alcuni dei cibi con cui è possibile conquistare la sua gratitudine: Mele, pere, arance, melograni, papaya, frutti di bosco e banane: devono costituire almeno il 30% dei pasti Carote, sedano, piselli, fagioli (sia cotti che germogliati), mais fresco, zucca e verdure a foglia verde Miscele di semi, come il miglio o il girasole Il pappagallo si è comportato bene durante il gioco, è stato tranquillo con i bambini e ha risposto positivamente ai tuoi comandi? Gli Ecletto sono golosi di formaggio: prova a offrirgli un cubetto di grana come ricompensa! Una voliera grande e ben attrezzata L’Ecletto è un pappagallo piuttosto grande. Per questo, avrà bisogno di una voliera di ampie dimensioni, di almeno 3,5 metri per 1,5. Dovrai dotarla di rami freschi ma stabili o posatoi per riposare (il pappagallo dorme almeno 10 ore al giorno) e foglie dietro cui nascondersi, oltre a giocattoli senza parti che possano essere ingerite e ogni altro attrezzo che possa rendere la sua giornata più interessante. Il miglior fondo per la voliera è la carta di giornale, da cambiare quotidianamente. Nonostante sia un uccello tropicale, abituato ai climi caldi e umidi, fornirgli in estate una vaschetta d’acqua tiepida lo divertirà e lo aiuterà a rinfrescarsi con un breve bagno. Attenzione a non esporre la voliera agli spifferi: questi uccelli soffrono il freddo e il forte vento! Fai fare loro una passeggiata in un ambiente tranquillo ogni giorno, per sgranchirsi e giocare con la famiglia. Attento solo a rumori forti e movimenti bruschi: i pappagalli amano tranquillità e routine e possono spaventarsi se inseriti in un ambiente troppo caotico.
Come allevare il Verzellino

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Come allevare il Verzellino

il dic 19 2024
Il Verzellino è un piccolo uccello facente parte della famiglia dei Fringillidi. Il canto del verzellino è la sua caratteristica più peculiare: gioioso e vivace, è un perfetto esempio di uccellino da compagnia. Di carattere socievole ed espansivo, non ha difficoltà a vivere anche con altre razze, ma gli allevatori devono continuamente fare i conti con la sua salute cagionevole. Vediamo insieme come può essere studiato un efficace allevamento del verzellino!  Colore, taglia e caratteristiche fisiche Il Verzellino è un piccolo uccello cantore, lungo circa 11 centimetri e distinto da un piumaggio giallo-bruno con piccole sfumature verdi sul capo e rigature su tutto il corpo e le ali. Il Verzellino femmina è leggermente più piccolo e la disposizione dei colori sul piumaggio ne consente il riconoscimento. Negli esemplari giovani è probabile la presenza di parti di colore rossiccio, che scompaiono con l'invecchiamento dell'esemplare. Il becco è in color corno.  L'animale è molto cagionevole: le malattie di cui soffre più frequentemente coinvolgono apparato respiratorio e digerente.  Per queste ragioni è fondamentale:  Posizionare la voliera all'aperto solo nei mesi caldi, curandosi comunque di non esporla alle correnti e al vento. Soffre anche l'umidità, sia durante l'estate che l'inverno: un ambiente asciutto e tiepido è perfetto per lui (non a caso, il Verzellino in natura vive nel bacino del Mediterraneo, dal Sud della Spagna al Nord Africa, fino al Sud Italia e al Medio Oriente, dove raramente le temperature sono rigide) Spostarli all'interno e al caldo in autunno-inverno, se la gabbia non può essere protetta efficacemente in altro modo Rimuovere molto frequentemente i resti di cibo non consumato, poichè possono innescare contaminazioni batteriche che aggredirebbero il fragile sistema digerente dell'esemplare. Inoltre, il fondo della gabbia deve essere pulito almeno una volta al giorno per evitare infezioni.  La detenzione Il Verzellino è una specie protetta, perché esposta al rischio di bracconaggio. Per allevarli in casa è necessario conservare, in caso di futuri controlli, il certificato di nascita in cattività. Inoltre, è necessario acquistare solo esemplari inanellati o farli inannellare fin dalle prime settimane di vita, per evitare di incombere in controlli e sanzioni a tutela della fauna selvatica.  Canto e socievolezza Il canto del Verzellino è melodioso, armonico, gioioso e vitale. Socializza in modo molto semplice con i propri simili, per razza e taglia, intrattenendo rapporti di comunità solidi. Solamente nel periodo dell'accoppiamento è consigliabile separare le razze, per evitare competizione nella conquista delle femmine e anche perché le taglie più grandi possono diventare da moderatamente a molto aggressive (brutti minuti per un uccellino così piccolo e delicato!). Gabbia o voliera?  I Verzellini vivono bene in gabbie spaziose, più larghe che alte. Questa accortezza è necessaria soprattutto durante la stagione degli amori: il verzellino maschio, infatti, sarà meno propenso ad infastidire la femmina durante la deposizione delle uova, la cova e la cura dei pulcini.  Se il verzellino in gabbia rimarrà sempre all'esterno, deve essere protetto dalle intemperie e una parte va isolata in modo che non scenda mai sotto i 10 gradi: servirà da ricovero nelle giornate più rigide.  L'alimentazione del verzellino Cosa mangia il verzellino? L'uccello è un granivoro: mangia prevalentemente semi e qualche frutto, ricorrendo molto raramente all'alimentazione viva. Verzellino: cosa mangia Gli alimenti da prediligere per questa razza sono:  Scagliola, perilla, miglio, lino, sesamo e papavero, come semi Cicoria, radicchio, rape, rucola e insalata per i vegetali Fettine di mela, come frutti Un pastoncino di qualità, con un buon apporto proterico e somministrato nel periodo degli amori (marzo-aprile), aiuta gli esemplari ad arrivare più forti alla deposizione e alla cova. Inoltre, può essere usato per rinforzare i piccoli nei primi giorni di svezzamento Una piccola quantità di semi grassi, come il girasole, può favorire l'irrobustimento e l'aumento di peso dei pulli durante lo svezzamento. Lo svezzamento deve terminare quando i piccoli sono in grado di sgusciare i semi da soli Verzellino: riproduzione in gabbia Maschi e femmine di Verzellino inizieranno a cercare un partner con cui accoppiarsi all'inizio della primavera. Se la fecondazione va a buon fine, la femmina creerà un nido con steli secchi e fieno, riempito di piume per renderlo più confortevole, e deporrà 4/5 piccolissime uova bianche con una piccola scuritura in cima. La covata dura circa 10 giorni. Se la femmina non dovesse accettare le uova è bene affidarsi ad una balia canarina, che possa prendersene cura fino alla schiusa. Se il maschio dovesse infastidire la partner durante la cova (un atteggiamento frequente in questa razza), è suggeribile separarli: in caso contrario, per liberarsi delle sue attenzioni, la femmina potrebbe abbandonare il nido.  La femmina di Verzellino è in generale un'ottima nutrice: alimenta i piccoli per 15/20 giorni per poi, progressivamente, svezzarli. Dopo questo periodo, i piccoli saranno considerati autonomi e andranno in una diversa zona della gabbia. I pulli sono davvero molto delicati: anche se curati con attenzione, sarà probabile avere qualche perdita durante lo svezzamento. Particolarmente critica è la prima muta del piumaggio.
Come allevare uccelli Verdoni: alimentazione, riproduzione e voliera

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Come allevare uccelli Verdoni: alimentazione, riproduzione e voliera

il dic 19 2024
Il Verdone è un piccolo uccello presente in tutta Italia e il cui nome scientifico è Chloris chloris. Questo uccellino dal canto piacevole si adatta a vivere in gabbia, è facile da addomesticare e il suo nome deriva dalla tonalità verde che generalmente lo caratterizza, presente in diverse sfumature. Le parti superiori sono solitamente verde oliva, petto e gola si presentano nelle tonalità giallo verdi, mentre il ventre è giallo oro. Scopriamo di più sugli uccelli Verdoni. Il canto del Verdone Il canto del Verdone è acuto e squillante, e anche molto variegato. Alcuni uccelli di questa specie emettono cinguettii ripetitivi con pause brevi e cambiando tono quando varia la velocità. Può anche emettere un canto con fischi simili a cigolii che finiscono con una nota più acuta. Solitamente canta anche in volo e quando lo fa compie un volo circolare, battendo leggermente le ali. Cosa mangia un Verdone L’uccello Verdone può essere considerato onnivoro, infatti la sua dieta è variegata. L’alimentazione Verdoni è composta sia di animali che di vegetali ed è basata soprattutto su quello che la natura offre nei campi in ogni stagione. Proprio per questo, quando nella stagione estiva nei campi ci sono meno prodotti, i verdoni si dedicano soprattutto alla caccia di insetti. I loro preferiti sono le formiche, gli afidi, i coleotteri e anche i ragni. Invece, con l’inizio dell’autunno cominciano a privilegiare i vegetali e quindi la loro alimentazione si compone di grano, miglio, girasole e bacche di ginepro. In via del tutto eccezionale mangia frutta matura, escluso nella stagione autunnale, quindi non danneggia le coltivazioni e gli agricoltori possono stare tranquilli. Rientrano nell’alimentazione del Verdone anche rovi, rosa canina e usano il potente becco per rompere i semi duri di pinoli e cereali. Riproduzione degli uccelli Verdoni L’uccello Verdone predilige gli habitat con una vegetazione ricca, quindi giardini, parchi e frutteti, o comunque i luoghi con molti alberi sono i suoi preferiti. Buona parte degli esemplari sono stazionari, altri invece emigrano in zone più calde per prepararsi alla riproduzione, che coincide con la fine della primavera e l’inizio dell’estate. Durante la stagione degli amori, gli uccelli compiono piccoli saltelli sospesi in aria e svolazzano emettendo l’inconfondibile cinguettio, mentre quando sono a terra gonfiano le piume e si drizzano impettiti. La femmina, nel frattempo, si occupa della preparazione del nido sui rami degli alberi, nascosto dalle foglie, oppure nelle siepi, a seconda del luogo in cui si trova. La prima covata avviene in aprile, la seconda a giugno e l’ultima ad agosto, e ogni volta può produrre un massimo di sei uova. È la femmina a dedicarsi totalmente alla covata e il maschio le porta il nutrimento per tutto il tempo necessario, che comunque non supera le due settimane. Appena avviene la schiusa delle uova, entrambi i genitori si occupano di nutrire la covata e dopo tre settimane di cure i piccoli sono pronti per spiccare il volo. Come allevare Verdoni È possibile allevare Verdoni in gabbia o in voliera. Nel caso si scelga di allevare Verdoni in gabbia, è consigliabile comprarne una di dimensioni medio grandi e dalla forma squadrata. Evitare del tutto le gabbie piccole, in quanto gli uccelli hanno bisogno di spazio per volare, e quella a cupola gli farà perdere l’orientamento. La voliera modulare è sicuramente una scelta azzeccata, in quanto è adattabile di volta in volta a qualsiasi esigenza. La scelta migliore per allevare il Verdone, soprattutto se si vuole favorire la riproduzione, è quella della voliera, ambienti abbastanza spaziosi per farli volare e muovere senza costrizioni, e in cui si può ricreare il loro habitat preferito. Si tratta della soluzione migliore per allevare Verdoni in cattività, tecnica abbastanza difficoltosa, che richiede appunto una serie di accorgimenti per realizzarsi senza problemi. L’ambiente deve essere privo di umidità e bisogna mantenere una temperatura costante per far sì che i Verdoni siano a proprio agio. La femmina ha bisogno del suo spazio per effettuare la nidificazione, quindi bisogna riservarle un angolo in cui può preparare il nido in maniera riservata. È anche necessario predisporre beverini e mangiatoie all’interno della voliera, da rifornire costantemente per assicurare il giusto nutrimento agli uccelli. Inoltre, per favorire l’accoppiamento Verdoni bisogna utilizzare una dieta altamente proteica. Ecco perché i mangimi per Verdoni devono essere nutrienti e ai semi vanno aggiunte uova, pastone e larve di insetti. Esistono mangimi per uccelli progettati appositamente per fornire a questi animali tutte le sostanze di cui hanno bisogno per crescere forti e sani. La riproduzione Verdone in cattività, anche se come abbiamo visto richiede qualche attenzione, permette di preservare la specie e gli allevatori nel tempo hanno selezionato alcune varietà cromatiche, come l’Agata, l’Isabella, il Satinè e il Lutino. Quanto vivono i Verdoni In genere i Verdoni non sono molto longevi e hanno una prospettiva di vita piuttosto bassa. Infatti, in natura possono vivere solo per 3-4 anni dalla nascita. Tuttavia, se allevati e tenuti in gabbie o voliere, le loro aspettative di vita sono senz’altro più lunghe.
Come allevare un Diamante Mandarino: gabbia, mangime, riproduzione

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Come allevare un Diamante Mandarino: gabbia, mangime, riproduzione

il dic 18 2024
Il diamante mandarino è la prima specie di volatile importata dall’Africa all’Europa. É perfetto per vivere una vita da appartamento grazie alle sue piccole dimensioni, 10-12 centimetri e la sua mancanza di doti canterine che non creeranno problemi né a voi né ai vostri vicini.  Caratteristiche del diamante mandarino Uccellino dal piumaggio molto lucido e colorato, il diamante mandarino è un animale molto attivo e di compagnia. Essendo così piccolo occupa poco spazio, per cui anche le gabbie, anche se devono sottostare a delle grandezze minime per non far soffrire l’animale, sicuramente non andranno ad occupare molto spazio.  Provenendo da zone più o meno calde, come l’Africa, l’Asia e l’Australia, deve evitare le escursioni termiche e le forti correnti d’aria: i diamanti mandarini sopportano perfettamente le temperature dai  7-10° in sù. Sono animali molto svegli e con delle buone risposte agli stimoli dei padroni; infatti quando si gioca con loro sono propensi a rispondere con dei suoni molti bassi e per nulla fastidiosi.   L’habitat naturale del diamante mandarino è vicino all’acqua nel sottobosco; ama molto fare il bagno negli stagni o nei ruscelli con la corrente molto debole. In piena libertà il diamante mandarino vive in colonie numerose, dove sono soliti giocare nell’acqua la maggior parte della giornata.  Il suono che emette la femmina è molto meno armonioso rispetto a quello del maschio. Il partner maschile infatti emette un suono armonioso, un gorgheggio, a basse frequenze, ben scandito e armonico: è per questo che molti lo ritengono un suono molto rilassante.  A parte ciò, i maschi hanno il becco di un colore più rossiccio, mentre quello delle femmine tende più ad una tonalità aranciata. In alcune specie, inoltre, i maschi hanno una goccia di blu sotto gli occhi che li distinguono rispetto alle femmine.  Altri tipi di diamante mandarino si distinguono per essere bianco, grigio, diluito, faccia nera, mascherato, dorso bruno e dorso chiaro, George, l’arricciato e ventre nero.  Qualsiasi sia il diamante mandarino che sceglierete per tenervi compagnia, se starete attenti a nutrirlo a dovere e tenerlo in un posto sicuro, potrà vivere anche per 10 anni.   Come allevare un Diamante Mandarino Essendo degli animali amanti dell’acqua, è importante tenere in considerazione una piccola vasca da bagno utile sia per far fare il bagno ai piccoli volatili, sia per farli abbeverare.  Anche se è piccolo, questo uccellino è molto vivace, ama muoversi e sentirsi libero; per essere sicuri, comprate una gabbia per diamante mandarino della grandezza di 90x40x44cm nel caso in cui si decida di tenerlo in casa. Se invece si ha lo spazio per tenere la gabbia all’aperto, innanzitutto assicuratevi che sia in una posizione protetta dal vento, dai potenziali sbalzi di temperatura e dai rumori forti.  Sia nel caso in cui si mettesse il diamante mandarino in gabbia o in voliera, tenete a mente che questi animali anche se piccoli sporcano molto; ponete dei fogli di giornale sul fondo delle gabbie in modo da facilitarne la pulizia.  Se volete dare ai vostri amici pennuti il massimo della protezione, mettere dentro le voliere delle piccole casette di legno o di legnetti.  Cosa mangiano i Diamante Mandarino In natura i diamanti mandarini si nutrono di erbe verdi, semi secchi e insetti: in casa, invece, questi animali sono perfettamente in grado di adattarsi ai cibi venduti in commercio per piccoli animali esotici, reperibili molto facilmente in qualsiasi negozio di animali e di poco costo.  Durante l’inverno, quindi nei periodi freddi, si consiglia di preparare un miscuglio fatto principalmente da semi energetici come il niger, il miglio rosso e i semi condizionati.  Il mangime per diamante mandarino in estate, invece, cambia leggermente perché si raccomanda di somministrare dei semi a rapido assorbimento, come scagliola e panico giallo: nel periodo riproduttivo il cibo più indicato sono degli impasti a forma di bastoncino all’uovo.  Oltre ai semi, è importante somministrargli anche spinaci, insalata, mandarino, mela, carota, cetriolo e mandarino. Il diamante mandarino si distingue poi per essere ghiotto della borsa del pastore e del tarassaco.  Diamante Mandarino riproduzione Sia in natura che in voliera i diamanti mandarini si riproducono in mezzo alle foglie e ai rami secchi. Ad ogni ciclo riproduttivo, la femmina depone fra le 5 e le 7 uova: la covata inizierà subito dopo aver deposto il secondo uovo e avrà una durata fra i 14 e i 16 giorni.  Le uova si schiuderanno a distanza di qualche giorno e i genitori, a giorni alterni, si occuperanno di dar da mangiare ai piccoli fino alla prima volata, che avverrà dopo 20-30 giorni dalla nascita.  Il totale distacco dal nido avverrà dopo i primi 2-3 anni di vita. É consigliato far riprodurre i diamanti mandarini almeno tre volte l’anno. Il diamante mandarino è un animale economico sia dal punto di vista della nutrizione che della compravendita. Prima di acquistarne uno, però, assicuratevi che l’esemplare sia vivace, non abbia le croste attorno al becco o alle narici, sia pulito, gli occhi siano ben aperti e asciutti e abbia tutte le dita delle zampe.