Polli e Galline

Pollo Bielefeld: caratteristiche e allevamento della razza tedesca

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Pollo Bielefeld: caratteristiche e allevamento della razza tedesca

il dic 24 2024
La Bielefeld è una famosissima razza tedesca, sviluppata sia come gallina ovaiola che da carne. Appartiene alla categoria dei polli più grandi e si distingue per la buona produzione di uova brune e per il suo carattere pacifico. Scopriamo insieme le sue caratteristiche e come allevarla. Origini del pollo Bielefeld La Bieleferder è nata negli anni '70 del XX secolo in Germania, più precisamente nella città di Bielefeld, per mano dell'avicultore G. Roth: la sua idea era quella di creare un pollo forte, sano, che crescesse rapidamente, producesse molte uova e fosse utile anche come pollo da carne. La razza è stata riconosciuta ufficialmente nel 1980 ed è arrivata nel nostro Paese circa 10 anni dopo. Gallina Bielefeld: caratteristiche fisiche Come detto in apertura di articolo, la Bielefelder è una gallina ovaiola di grandi dimensioni, tanto che il gallo di questa razza può arrivare a pesare anche 4 chili. La femmina, invece, si aggira tra i 2,5 Kg e i 3,5 Kg. Il corpo ha una forma rettangolare, definita 'a mattone', con portamento medio alto e zampe non troppo visibili. La testa, non molto grande, è caratterizzata da una semplice cresta con 4/6 denti tagliati fino a metà della lama. Gli occhi hanno iride rosso arancio e sono incastonati nella faccia rossa e nuda. Il becco forte e robusto, mediamente lungo, è di colore corno giallastro. I bargigli sono ovali e ben proporzionati con la dimensione della cresta. Gli orecchioni sono rossi, allungati e di media grandezza. Le ali dei polli Bielefeld sono di media grandezza, chiuse e molto aderenti al corpo. La coda, ricoperta dalle falciformi, è rialzata rispetto alla linea del dorso e presenta timoniere abbastanza larghe. Il dorso è largo e arrotondato, senza cuscinetti. Le spalle sono larghe, ma poco evidenti. Il petto è prominente, profondo e molto arrotondato nella gallina. Le zampe sono corte e quasi totalmente nascoste dalle piume dei fianchi. I tarsi sono gialli e senza piume. Le 4 dita sono forti e ben allargate. Polli Bielefeld: piumaggio e colorazione Il piumaggio è caratterizzato da piume abbastanza lunghe, con leggeri cuscinetti. Le colorazioni riconosciute dalla FIAV sono: collo oro sparviero e collo argento sparviero. Il colore originale è il rosso pernice sparviero. Nella gallina, il petto non dovrebbe presentare il motivo sparviero, ma si tratta di una caratteristica difficilmente ottenibile. Allevamento galline Bielefeld: i nostri consigli La gallina Bielefelder ha un carattere tranquillo e affettuoso, tanto che con un po' di pazienza potrete abituarla a mangiare direttamente dalle vostre mani. Si tratta quindi di una razza facilmente addomesticabile, che sta bene sia libera in giardino che dentro ad un recinto possibilmente dotato di telo di copertura per la pioggia. Sono polli forti e in salute, difficilmente si ammalano. Se avete molto spazio, potete decidere di lasciarla razzolare liberamente, anche perché non vola e non corre: i suoi passi sono lenti e misurati. In alternativa, potete tenerla in un pollaio da giardino con apposito cassetto per la deposizione. Ricordatevi infatti che la Bielefeld è un'ottima gallina ovaiola. Le uova hanno un peso di circa 60 grammi e il guscio è di colore bruno. Le femmine di Bielefelder tendono a deporre anche durante la stagione invernale. Per questo motivo, se avete scelto di tenerle in un recinto, vi consigliamo di integrarlo con dei nidi artificiali. I pulcini crescono in fretta. Inoltre per distinguere i maschi dalle femmine, non c'è bisogno di guardare il sesso dei pulcini. I maschi, infatti, a differenza delle femmine, presentano una grande macchia bianca sulla testa.
Wyandotte nana: tutte le caratteristiche della piccola ovaiola statunitense

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Wyandotte nana: tutte le caratteristiche della piccola ovaiola statunitense

il dic 24 2024
La Wyandotte nana è una delle razze in miniatura più popolari al mondo. Presente in tantissime varietà cromatiche, questa piccola gallina ovaiola piace moltissimo per il suo carattere tranquillo e amichevole. Scopriamo insieme le sue caratteristiche e come allevarla. Origini della Wyandotte nana La gallina Wyandotte nana ha origini statunitensi. Alcune varietà sono state create anche in Inghilterra, Olanda e soprattutto Germania. C'è da dire però che l'olandese è la più fedele allo standard americano, mentre la tedesca è più dritta sulle zampe e presenta una coda di forma diversa. Presente in America già agli inizi del XX secolo, si è poi inserita anche nei Paesi europei, tanto che oggi la ritroviamo in quasi tutte le fiere avicole e vanta una nutrita schiera di estimatori. Gallina Wyandotte nana: caratteristiche fisiche Come detto prima, la Wyandotte nana è una gallina ovaiola in miniatura abbastanza pesante. Il gallo può arrivare a pesare anche 1,3 Kg, mentre la femmina pesa poco più di 1 Kg. Il corpo ha una forma rotonda ed armoniosa, con portamento mediamente alto. La testa, non molto grande, è larga e rotonda, caratterizzata da una piccola cresta a forma di rosa, più larga sul davanti e sottile nella parte posteriore. Gli occhi hanno iride rosso e sono incastonati nella faccia, anch'essa rossa, priva di piume e caratterizzata da una tessitura molto fine. Il becco, corto e forte, è di colore giallo. I bargigli dei polli Wyandotte nana, di tessitura fine, sono arrotondati e di media lunghezza. Gli orecchioni invece sono piccoli e rossi. Le ali sono raccolte, portate orizzontali e aderenti al corpo. La coda, ricoperta di numerose falciformi e copritrici, è corta, piena e larga. portata il più possibile all'altezza degli occhi. Il dorso è largo, un po' più lungo nella femmina. Le spalle sono larghe. Il petto è molto arrotondato, largo e pieno. Le zampe, mediamente lunghe, sono visibili e caratterizzate da un piumaggio aderente. I tarsi sono di un giallo intenso, ben divaricati, con dita di media lunghezza. Wyandotte nana colorazioni e piumaggio Il piumaggio è pieno, con piumino abbondante. Le piume sono larghe e molto arrotondate. Le colorazioni riconosciute dalla FIAV sono: argento orlata nero, collo oro sparviero, barrata, petto argento, bianca, bianca columbia nera, bianca columbia blu, blu, perniciata arancio, perniciata argento, perniciata, fasce brune, fulva, fulva orlata nera, fulva columbia nera, fulva columbia blu, nera, nera picchiettata bianco, grigio perla, oro orlata bianco, oro orlata blu, oro orlata nera, perniciata arancio maglie nere, perniciata argento maglie nere, perniciata maglie nere, rossa, salmonata, sparviero fulva e rossa millefiori. La più diffusa è senz'ombra di dubbio la Wyandotte nana bianca, insieme ai colori orlati e columbia. Inoltre si stanno selezionando anche altre colorazioni, come ad esempio il lavanda. Allevamento Wyandotte nana: i nostri consigli Come detto in apertura di articolo, la gallina Wyandotte nana ha un carattere mansueto e pacifico. Si tratta di una razza facilmente addomesticabile, e con il tempo si fideranno di voi a tal punto da mangiare dalle vostre mani. Proprio per la loro indole amichevole, sono galline perfette per stare a contatto con i bambini. La Wyandotte nana non ha grandi capacità di volare e non è molto avventurosa, quindi potete lasciarla libera in giardino senza il rischio che possa scappare. Sta bene anche dentro ad un recinto oppure, se avete molto spazio a disposizione, potete tenerla in un pollaio da giardino con apposito cassetto per la deposizione. Si tratta infatti di una buona gallina ovaiola. Le uova hanno un peso di circa 40 grammi con guscio di colore bruno chiaro fino a crema. Le femmine sono ottime covatrici: tengono sotto controllo i pulcini con dedizione maniacale e spesso vengono usate come chiocce per uova di altre razze. Per questo motivo, vi consigliamo di usare anche dei nidi artificiali. Inoltre svolgono bene anche il compito di madri adottive.
Gallina Amburgo nana: la piccola ovaiola snella ed elegante!

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Gallina Amburgo nana: la piccola ovaiola snella ed elegante!

il dic 24 2024
La Amburgo nana fa parte delle razze di galline ovaiole in miniatura. Difficile da addomesticare, questo piccolo pollo rustico è bellissimo da ammirare per il suo portamento elegante, fiero e slanciato. Scopriamo quali sono le sue caratteristiche e i consigli per l'allevamento. Origini della Amburgo nana La gallina Amburgo nana trova le sue origini in Inghilterra e Paesi Bassi. I primi esemplari furono esibiti dagli inglesi alla fine del XIX secolo e derivavano da un incrocio di galline Amburgo, Sebright e Giava nana. Poco dopo la razza comparve anche in Olanda e da lì si diffuse in tutta Europa. Gallina Amburgo nana: caratteristiche fisiche La Amburgo nana è una ovaiola in miniatura molto leggera. Il gallo, infatti, arriva a pesare appena 1 Kg, mentre la femmina pesa tra i 700 e gli 800 grammi. Il corpo, di forma cilindrica, è fine ed elegante. La testa, non molto grande, è sormontata da una cresta a forma di rosa coperta da piccole punte simili a gocce, più larga sul davanti e sottile nella parte posteriore, dove termina con una protuberanza arrotondata. La faccia rossa è caratterizzata da occhi di colore bruno scuro e becco da grigio-blu a nero con punta schiarita. I bargigli sono corti e ben arrotondati. Gli orecchioni invece sono grandi, bianchi e molto lisci. Il collo è caratterizzato da una mantellina abbondante. Le ali sono alte, così come la lunga coda, portata ben distesa. Il dorso, lungo e leggermente inclinato, accoglie una groppa ben fornita di piume lanceolate. Le spalle sono poco sporgenti. Il petto è ben arrotondato. Le zampe, ben visibili, sono caratterizzate da un piumaggio serrato. I tarsi, fini e di media lunghezza, sono di colore blu ardesia, con dita ben allargate e di media lunghezza. Pollo Amburgo nano: piumaggio e colorazioni Il piumaggio è molto sviluppato e aderente al corpo, con poco piumino e piume larghe. Le colorazioni riconosciute dalla FIAV sono: argento pagliettata nero, oro pagliettata nero, oro fiocchi neri, argento fiocchi neri, bianca, blu orlata, nera. Le due varietà argento pagliettata nero e oro pagliettata nero potrebbero sembrare diverse solo per il colore di base. In realtà la differenza sta nella coda. La argento pagliettata nero presenta, infatti, una coda con motivi neri rotondi e una pagliettatura all'estremità delle piume. La oro pagliettata nero, invece, ha la coda completamente nera. Allevamento Amburgo nana: i nostri consigli La gallina Amburgo nana non ha un carattere semplice. Si tratta, come detto in apertura di articolo, di una razza difficile da addomesticare, che ama muoversi liberamente. Ha dunque bisogno di uno spazio abbastanza grande dove pascolare e trovare sempre nuovi diversivi. Proprio per questo, vi consigliamo di tenerle in un ampio recinto oppure, se avete del terreno a disposizione, potete recintarlo e dotarlo di un pollaio da giardino con apposito cassetto per la deposizione. Si tratta infatti di una buona gallina ovaiola: produce circa 200 uova all'anno, con guscio di colore bianco e dimensioni abbastanza contenute (il peso di un uovo si aggira infatti attorno ai 35 grammi). Le galline Amburgo nana non sono molto propense alla cova: ecco perché avrete bisogno dell'aiuto di galline di altre razze o di una incubatrice per far schiudere le uova. I pulcini, in compenso, crescono velocemente e senza grossi problemi.
Gallina Olandese Nana: caratteristiche, allevamento e curiosità

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Gallina Olandese Nana: caratteristiche, allevamento e curiosità

il dic 24 2024
La Olandese nana fa parte delle razze di galline ornamentali in miniatura dalla coda lunga. Questo pollo di campagna è il più piccolo che si conosca: di carattere mansueto e facile da addomesticare, è perfetto come animale da compagnia anche per i bambini. Scopriamo quali sono le sue caratteristiche e i consigli per l'allevamento. Origini della Olandese nana La gallina nana Olandese trova le sue origini più antiche nel nord ovest dell'Europa. In Olanda fu dichiarata razza nana nazionale nel 1906. Deriva da un piccolo pollo campagnolo europeo. Le diverse colorazioni sono state ottenute grazie all'accoppiamento con diverse razze. A oggi questa razza è molto popolare in tutto il mondo, tanto che alcuni Paesi hanno addirittura associazioni e circoli dedicate all'Olandese nana. Gallina Olandese nana: caratteristiche fisiche La nana Olandese è una gallina ornamentale a coda lunga in miniatura molto leggera. Il gallo pesa poco più di 500 grammi, mentre la femmina arriva a pesare appena 450 grammi. Il petto è portato alto e molto arrotondato. La testa, piccola e delicata, è sormontata da una cresta semplice. Originariamente esisteva anche un secondo tipo di cresta, quella a rosa, che si è però completamente estinta. La faccia rossa è caratterizzata da piccole piumette. Gli occhi sono grandi e vivaci, di un colore che va dal baio rossastro al rosso brunastro. Il becco, leggermente incurvato all'estremità, è corto e forte, e presenta lo stesso colore dei tarsi. I bargigli sono rossi, ben arrotondati e di grandezza media. Gli orecchioni invece sono bianchi, piatti e abbastanza piccoli, con una forma ovale o a forma di mandorla. Il collo, corto e ricurvo, presenta una mantellina abbondante che si estende fino alle spalle. Le ali sono portate rivolte verso il basso, senza strisciare per terra. Le estremità sono arrotondate e curvate verso l'interno. La folta coda, portata alta, è caratterizzata da bellissime piume: sia le maggiori che le minori sono lunghe e ben arcuate. In particolare. le timoniere sono disposte a ventaglio. Il dorso è molto corto e risale verso la coda con una linea concava. La groppa è corta e larga, con lunghe lanceolate. Le spalle sono larghe e coperte dalla mantellina che scende dal collo. Le zampe, molto corte, sono caratterizzate da un piumaggio duro. I tarsi, lisci e di media lunghezza, differiscono per colore in base alla varietà. Sono portati ben allargati, con quattro dita di media lunghezza. Pollo Olandese nano: piumaggio e colorazioni Il piumaggio è liscio e ben aderente al corpo, con piumino molto sviluppato, ricca groppa e mantellina. Le colorazioni della razza Olandese nana riconosciute dalla FIAV sono: collo oro collo arancio collo argento collo oro blu collo argento blu collo oro bianco collo oro sparviero dorata frumento argentata frumento salmonata fulva columbia nero quaglia argento quaglia bianca nera blu grigio perla sparviero nera picchiettata bianco limone millefiori Allevamento Olandese nana: i nostri consigli Come abbiamo detto nell'introduzione, il pollo razza Olandese nana ha un carattere docile ed è quindi facile da addomesticare. Sono polli molto attivi, ma essendo estremamente piccoli non hanno bisogno di grandi spazi: per questo, se volete cimentarvi nell'allevamento di Olandese nana, vi consigliamo di prendere un semplice pollaio in legno da giardino. Vi basterà poi lasciarli liberi di pascolare in giardino, anche se di piccole dimensioni. Se proprio volete creare uno spazio dedicato solo a loro, vi consigliamo di scegliere un recinto per galline dotato di rete antipredatore e tetto di copertura per proteggere i vostri polli dalle intemperie. Non possiamo definire l'Olandese nana una vera e propria gallina ovaiola, ma è comunque un'ottima covatrice ed accudisce i pulcini in maniera eccellente. I pulcini sono molto attivi fin dai primi giorni, quindi fate attenzione che non scappino, passando attraverso la rete del recinto. Per evitare che succeda, potete fare ricorso ad una pulcinaia, dotata di recinto in PVC a maglie molto strette.
Faverolles nana: la gallina tedesca in miniatura con 5 dita

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Faverolles nana: la gallina tedesca in miniatura con 5 dita

il dic 24 2024
La Faverolles nana è una gallina in miniatura dal temperamento molto docile, che si fa addomesticare senza problemi. Questo pollo nano ha un particolare tratto distintivo: tarsi abbondantemente impiumati e cinque dita, sono sempre facili da selezionare. Scopriamo quali sono le sue caratteristiche e come allevarla al meglio. Origini della Faverolles nana La gallina Faverolles nana è stata creata in Germania nel 1922 grazie all'incrocio di una gallo Faverolles poco cresciuto e alcuni polli di razza Barbuta, Nana Calzata e Brahma nana. La sua prima esibizione risale al 1929. Oltre che in Germania, è stata riprodotta anche in altri paesi. In Italia è presente il tipo tedesco, che differisce dal tipo inglese per la coda. La Faverolles nana inglese è stata selezionata usando sempre esemplari molto piccoli appartenenti alla razza maggiore. Ecco perché il tipo inglese risulta sempre più grande rispetto a quello tedesco. Gallina Faverolles nana: caratteristiche fisiche La Faverolles nana è una gallina in miniatura dal corpo compatto, a forma di triangolo allungato. Il gallo può arrivare a pesare circa 1,3 Kg, mentre la femmina pesa poco più di 1 Kg. Il portamento è medio alto, con petto ben arrotondato. La piccola testa è sormontata da una cresta semplice, dritta e dentellata. La faccia è ricoperta di piume. Gli occhi sono di colore baio rossastro. Il becco è corto e forte, di colore chiaro. I bargigli sono piccoli e nascosti dalla barba, così come gli orecchioni. La barba è molto folta, con favoriti ben sviluppati. Il collo, mediamente lungo, è caratterizzato da una mantellina abbondante. Nella femmina, in particolare, si assiste alla formazione di una sorta di criniera. Le ali sono molto aderenti al corpo e sono portate orizzontali. La coda è caratterizzata da timoniere corte, coperte da abbondanti falciformi. In particolare, nel tipo tedesco la coda è portata orizzontale, mentre in quello inglese è leggermente rivolta verso l'alto. Il dorso è lungo e dritto. La groppa è larga e piena, piatta sulla linea superiore. Le spalle sono larghe. Il ventre è pieno, molto più sviluppato nella femmina. Le zampe sono ben impiumate, corte e forti. I tarsi, di media lunghezza e di color carne, sono caratterizzati da un'ossatura fine e sono coperti di piume sul lato esterno. Come abbiamo detto prima, la Faverolles nana presenta 5 dita: il quinto dito si trova sopra al quarto ed è orientato verso l'alto. Pollo Faverolles nano: piumaggio e colorazioni Il piumaggio è abbondante, largo e pieno. Le colorazioni della razza Faverolles nana riconosciute dalla FIAV sono: salmonata bianca bianca columbia nero Esistono anche varianti sparviero e blu orlato. Allevamento Faverolles nana: i nostri consigli Come abbiamo detto nell'introduzione, la razza Faverolles nana ha un carattere pacifico e molto docile, e con un po' di pazienza è quindi facile da addomesticare. Non sono polli molto attivi: non hanno propensione al volo e tendono a rimanere in uno spazio ridotto. Per questo motivo, se volete allevare galline di Faverolles nana, vi consigliamo di prendere un semplice pollaio in legno da mettere in giardino. In questo modo le vostre galline saranno libere di pascolare e razzolare. Se non vi sentite sicuri a lasciarle in uno spazio aperto, potete scegliere un recinto per galline dotato di rete antipredatore e tetto di copertura, ma ricordate che si tratta di polli che tendono ad ingrassare facilmente: fate in modo che si muovano il più possibile, magari mettendo il cibo in punti difficili da raggiungere. Se avete degli esemplari da esposizione, dovete far attenzione alle piume dei piedi perché potrebbero sporcarsi facilmente. Per questo dovrete tenere i polli in un luogo il più possibile pulito ed asciutto, lontano da eventuale fanghiglia o sporcizia. La Faverolles nana è una buona gallina ovaiola, e la produzione di uova prosegue anche durante la stagione invernale. Per essere una razza nana, le uova sono abbastanza grandi, con guscio di colore marrone chiaro. La propensione alla cova è molto rara. I pulcini crescono abbastanza in fretta, diventando presto pollastri.
Gallina Olandese Nana Ciuffata: tutto quello che c'è da sapere

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Gallina Olandese Nana Ciuffata: tutto quello che c'è da sapere

il dic 24 2024
La gallina Olandese Nana Ciuffata rientra meritatamente tra le razze di galline ornamentali in miniatura. Si tratta di un pollo di campagna dalla corporatura abbastanza snella, la cui peculiarità sta tutta nel vistoso ciuffo che porta con fierezza sulla testa! Il carattere vivace ma pacifico la rende relativamente facile da addomesticare. Vediamo quali sono le caratteristiche di questa razza e i consigli per allevarla al meglio. Origini della gallina Olandese Nana Ciuffata L'Olandese Nana ciuffata è stata creata in maniera del tutto autonoma sia in Olanda che nel Regno Unito, da due diversi avicultori e partendo da incroci di razze differenti. L'attuale Olandese Nana con ciuffo fu esibita per la prima volta nei Paesi Bassi nel 1915, arrivando in Italia pochi anni dopo. Olandese Ciuffata Nana: caratteristiche fisiche La gallina Olandese col ciuffo Nana è una gallina ornamentale molto snella. Sia il maschio che la femmina non arrivano a pesare neanche 1 kg. Il petto, largo e prominente, è portato mediamente alto. La testa, di media grandezza, è priva di cresta. A sostituirla, infatti, troviamo un ciuffo molto importante, ampio e di forma sferica. Nella femmina le piume del ciuffo sono più corte e assumono la cosiddetta forma 'a piumino di cipria'. Nel gallo, invece, le piume sono più lunghe e per questo il ciuffo tende a ricadere all'indietro. Questo ciuffo naturalmente necessita di cure particolari: esso, infatti, può diventare facilmente luogo prediletto per i pidocchi. Ecco perché va tenuto il più possibile pulito. Inoltre, è meglio che rimanga asciutto: da bagnato, oltre a perdere la sua originale bellezza, potrebbe infastidire il pollo. La faccia è rossa e senza piumette. Gli occhi vanno dal rosso al bruno-rosso. Il becco, non troppo lungo, è caratterizzato da narici svasate. I bargigli arrotondati sono di media lunghezza. Gli orecchioni sono bianchi con leggere tracce rosse. Il collo, di media lunghezza, presenta una mantellina che si allunga fino alle spalle. Le ali, mediamente lunghe, sono portate aderenti al corpo con inclinazine obliqua. La coda è tenuta alta, ma non troppo, portata ben distesa sopra la linea del dorso. Nel gallo è caratterizzata da un cospicuo numero di copritrici e da falciformi arrotondate. Il dorso è portato leggermente inclinato all'indietro. Le spalle sono larghe e poco evidenti. Le zampe, molto corte, sono caratterizzate da un piumaggio duro. I tarsi, lisci e di media lunghezza, sono di colore blu ardesia, con quattro dita di media lunghezza. Olandese Nana con ciuffo: piumaggio e colorazioni Il piumaggio è di due tipi: liscio o arricciato. Nel primo caso le piume sono ben aderenti al corpo. Il piumaggio arricciato, invece, presenta piume rialzate e curvate in avanti. Le colorazioni della razza Olandese con ciuffo Nana riconosciute dalla FIAV sono: blu orlata a ciuffo bianco bianca a ciuffo bianco bianca a ciuffo nero cioccolato a ciuffo bianco kaki a ciuffo bianco fulva a ciuffo bianco nera a ciuffo bianco nera picchiettata bianco a ciuffo bianco sparviero a ciuffo bianco nera (ciuffo nero) blu orlata (ciuffo blu orlato) sparviero (ciuffo sparviero) nera picchiettata bianco (ciuffo nero picchiettato bianco) Allevamento galline Olandesi Nane ciuffate: i nostri consigli Come abbiamo detto nell'introduzione, con un po' di pazienza l'Olandese ciuffata nana è facilmente addomesticabile nonostante il carattere vivace. Se volete cimentarvi nell'allevamento di questa razza, vi consigliamo di scegliere un recinto per galline con tetto di copertura per proteggere i vostri polli dalle intemperie, alla luce di quanto detto riguardo al ciuffo che caratterizza queste piccole galline. Non possiamo definire queste galline nane ciuffate come delle vere e proprie ovaiole, ma depongono comunque un discreto numero di uova bianche. Nei pulcini il contrasto di colore tra il ciuffo e il resto del corpo è visibile praticamente da subito.
Perché le galline mangiano le uova: come evitare l'ovofagia

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Perché le galline mangiano le uova: come evitare l'ovofagia

il dic 24 2024
L’ovofagia nelle galline non è altro che un fenomeno, attribuibile a cause differenti, per il quale gli avicoli tendono a mangiare le loro uova. Comprendere perché le galline mangiano le uova tuttavia non è semplice, poiché tale comportamento può dipendere da diversi fattori, presentando ovviamente differenti soluzioni al problema. Le galline mangiano le uova tendenzialmente solo quando vengono allevate all’interno di piccoli recinti, con un numero di nidi insufficiente se rapportato ai volatili presenti. Altro motivo può essere un’alimentazione altamente sbilanciata. Questo infatti avviene molto raramente qualora le stesse vengano invece allevate allo stato brado o in spazi particolarmente ampi, con la possibilità di muoversi liberamente, specie all’aperto. Inoltre, la gallina mangia uova deposte da lei o dalle compagne di pollaio dopo averle rotte magari accidentalmente: tentata dal colore brillante del tuorlo, finisce per assaggiarle, apprezzandone di conseguenza anche il tipico sapore gustoso. In questo modo, da un evento accidentale tende a nascere una vera e propria abitudine a causa della quale l’animale tenderà successivamente a rompere e mangiare le uova non appena ne avrà occasione, portando gli altri avicoli che la circondano ad assumere il medesimo comportamento. Le galline mangiano le uova cosa fare Tendenzialmente le galline si mangiano le uova quando le condizioni in cui vengono allevate non risultano adeguate: se allevate allo stato brado, difficilmente l’incontro occasionale con un uovo rotto accidentalmente determinerà fenomeni frequenti di ovofagia, poiché il pascolo determina nell’animale un’azione distraente e antistress che ne impedisce un’accezione sistematica. Come evitare che le galline mangiano le uova? Per arginare tale problematica è possibile ricorrere a una serie di piccoli accorgimenti che consentiranno di risolvere piuttosto facilmente la situazione, evitando di incorrere in questo modo in quelle che, sul lungo periodo, potrebbero rivelarsi abitudini poco apprezzate. E’ prima di tutto fondamentale lasciare che gli animali sfruttino il pascolo. Meglio dunque prediligere l’allevamento allo stato brado, proprio perché questo consente di stressare gli animali in modo ridotto, distraendoli e impedendo quindi che entrino facilmente in contatto con le proprie uova. Qualora invece non sia possibile fruire di un pascolo, è opportuno somministrare all’interno di tramogge sia erba che verdure fresche. Un’alimentazione regolare ridurrà eventuali carenze. Le galline che mangiano le uova infatti, tendono ad assumere tale comportamento che sfocia in ovofagia quando le stesse uova si rompono in modo naturale. Questo accade di frequente quanto il guscio risulta particolarmente fragile e delicato, sinonimo di un’alimentazione sbilanciata e incompleta. Alimentando il pollame con un mangime completo assunto unitamente a specifici integratori, permetteremo alle galline di produrre uova con un guscio più resistente e robusto, rendendone meno frequente la rottura. La corretta alimentazione delle galline dette ovaiole prevede almeno il 16% di proteine unite a una buona percentuale di vitamine e nutrienti, senza tuttavia dimenticare un contenuto elevato di grassi e proteine vegetali. Se tuttavia, nonostante un’alimentazione completa, i gusci delle uova deposte risultano ancora piuttosto fragili, occorre prestare particolare attenzione poiché tale condizione implica una carenza di calcio che necessita appunto di essere integrato artificialmente. Proprio la carenza di calcio potrebbe altresì comportare un incremento dell’ovofagia, questo perché i gusci stessi sono fonte di calcio, e qualora l’animale iniziasse a trarne beneficio, tale abitudine tenderebbe inevitabilmente ad acuirsi. Al di là dell’alimentazione, occorre poi concentrarsi sul reale spazio a disposizione delle galline, riducendo il più possibile la probabilità che si creino presupposti pericolosi per l’integrità delle uova. Qualora la zona di deposizione deputata alle uova risulti eccessivamente piccola o affollata, le possibilità che esse vengano urtate, rotte o schiacciate risultano altissime. In questo caso è possibile ricorrere al nido per galline che mangiano le uova. Si tratta di uno specifico nido per galline ovaiole, solitamente realizzato in materiale plastico, polimerico o in lamiera zincata, dotato di un particolare vano raccogliuova e adatto anche agli ambienti esterni. Questa tipologia di nido presenta un fondo inclinato che fa si che l’uovo, una volta deposto, possa rotolare delicatamente in una piccola cassetta anteriore, inaccessibile all’animale che in questo modo non potrà comprometterlo, nemmeno accidentalmente. Un pratico coperchio apribile renderà successivamente semplice la raccolta delle uova pulite, evitando che le galline possano mangiarle. Il dispositivo può essere poi liberamente smontato per agevolarne il trasporto, fissato alle pareti del pollaio o in alternativa utilizzato per realizzare una batteria di nidi qualora si possiedano molteplici galline ovaiole da allevamento. Una soluzione pratica di questo genere renderà pertanto molto più semplice affrontare tutte le problematiche legate all’ovofagia, proteggendo le uova dalle galline più ribelli.   Vien da sé che, offrendo agli animali una sistemazione comoda e decisamente più opportuna, risulterà molto più difficile favorire l’abitudine di tale pratica: le uova risulteranno illese e le stesse galline saranno meno avvezze a compromettere l’integrità dei gusci, anche solo accidentalmente, per poi degenerare in ovofagia.
Perché le galline si beccano tra loro

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Perché le galline si beccano tra loro

il dic 24 2024
Accade spesso di assistere al beccarsi delle galline, e viene spontaneo chiedersi: perché lo fanno? Quali sono i motivi che le spingono ad assumere questo comportamento, definito anche cannibalismo delle galline? Vediamo di saperne di più e di capire perché le galline si beccano tra loro. Le galline che si beccano sono nervose Vedere le galline che si beccano nel pollaio non è una cosa rara e vi sono dei motivi che le spingono a farlo. Per prima cosa è da tenere in considerazione è che si tratta di un comportamento di origine nervosa che le spinge a beccarsi tra loro sul collo, sulle ali, sul dorso e nella zona anale. All’inizio si tratta di un comportamento limitato e sono solo alcuni i polli che si beccano, ma via via il fenomeno si propaga, e poiché si imitano fra loro in breve tempo tutti i capi dell'allevamento iniziano a beccarsi. Quando le galline si beccano? Vi sono dei momenti particolari che spingono le galline a beccarsi. Ad esempio, il fenomeno si manifesta soprattutto quando gli animali vengono tenuti in ricoveri molto piccoli, e quindi sono in gran numero in spazi ridotti. Il sovraffollamento e la presenza di poche mangiatoie è la causa scatenante che porta i polli a beccarsi e il motivo è sempre la competizione per accaparrarsi lo spazio per mangiare. In seguito, quando compare il sangue sul corpo degli animali feriti, gli altri polli vengono stimolati dalla curiosità, quindi la situazione degenera e quello che era un semplice beccarsi diventa vero e proprio cannibalismo. Gli animali che vengono presi di mira vengono ridotti malissimo e questo può creare l'insorgere di infezioni e ulteriori malattie. Come prevenire il beccarsi fra i polli E’ possibile prevenire il beccarsi fra le galline ed evitare lo scempio? Certamente, ecco dunque cosa fare e quali trucchi escogitare per farle vivere serenamente fra loro. Permettere agli animali di fare il pascolo preferibilmente in un ambiente diversificato, in cui sono presenti cespugli e alberi a foglie caduche. Mettere al riparo in un altro luogo gli animali che riportano anche lievi ferite, per evitare che gli altri possano incuriosirsi e attaccarli. Distribuire le granaglie sulla lettiera e al pascolo in modo da attirare gli animali e stimolarli per cercare il cibo. In questo modo si distraggono ed evitano le competizioni per accaparrarselo. Installare una quantità di mangiatoie sufficienti e in relazione al numero degli animali presenti nel pollaio. Fra le mangiatoie e gli abbeveratoi deve esserci una distanza di almeno 2-3 metri e questo accorgimento porta ad una riduzione delle lotte per il cibo. Gli animali così si allontanano e preferiscono andare a bere. Se invece è già in corso il fenomeno del cannibalismo è consigliabile mettere a disposizione delle galline dei fasci di verdure che vanno appese ad a un'altezza di circa un metro. E’ un tentativo per indurre gli animali a staccare dalla lotta e ad interessarsi ad altro. Come mettere nuove galline in un pollaio già esistente Uno dei problemi più frequenti è l’inserimento di nuove galline in un pollaio già esistente. Per evitare la situazione delle galline ovaiole che si beccano non appena arriva una new entry, è preferibile inserirle durante la notte, quando le galline in genere dormono. In questo modo la presenza delle nuove galline non disturba quelle già presenti che non percepiscono la loro entrata come un’invasione di campo. Ricordare che, se nel pollaio ci sono molte galline, non introdurre mai un solo esemplare nuovo, ma più esemplari nuovi assieme, in modo da creare un gruppetto che possa contrastare meglio gli attacchi degli altri gruppi.
Come curare raffreddore dei polli: rimedi naturali e non

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Come curare raffreddore dei polli: rimedi naturali e non

il dic 24 2024
Il raffreddore dei polli è una delle malattie più comuni che si manifesta in un pollaio e in genere porta come sintomi grave affezione delle vie respiratorie superiori. Il raffreddore delle galline può essere dovuto all'ipotermia del corpo, che può verificarsi se l'uccello per diverso tempo era in ruspante nella stagione invernale o nel pollaio, se ci sono correnti d'aria oppure se la temperatura nel pollaio è al di sotto del normale. La maggior parte dei problemi si verifica negli allevamenti di grandi dimensioni oppure causati dalla trascuratezza. Tuttavia, se si rispettano le pratiche regolari di pulizia è possibile scongiurare anche il pericolo di ritrovarsi con i polli con raffreddore, malattia oltretutto facile da curare con una buona dose di cure e attenzioni. Scopriamo come curare raffreddore dei polli con rimedi naturali e non, soprattutto per quanto riguarda le galline ovaiole con raffreddore, in quanto è importante che anche l’uovo sia sano. Come curare le galline ovaiole con raffreddore Quando le galline starnutiscono vuol dire che è in atto un’ondata di raffreddore nell’allevamento e quindi bisogna prendere dei provvedimenti. Prima di passare alle cure naturali oppure ai farmaci da somministrare quando i polli starnutiscono bisogna garantire loro un ricovero adeguato. In particolare durante i cambi di stagione, quando compaiono le prime correnti d’aria, un ricovero ideale può essere realizzato con una tettoia protetta su tre lati, con i posatoi e una lettiera con paglia abbondante e asciutta. Gli sbalzi di temperatura portano sofferenza alle galline, per cui un buon un ricovero deve proteggerli per non metterli sotto stress e far correre loro il rischio di abbassare le difese immunitarie, facendo insorgere malattie respiratorie anche gravi. Dunque, quando la gallina starnutisce bisogna prendere subito dei provvedimenti per evitare il peggio. Il pollaio va pulito con cura durante le pause riproduttive, quindi tra fine estate e inizio autunno. Vanno tolte tutte le attrezzature, quindi nidi, posatoi, mangiatoie e abbeveratoi, e anche la lettiera permanente deve essere asportata. Il pollaio va pulito a fondo e preferibilmente con un’idropulitrice a vapore e dopo che tutto è perfettamente asciutto, dobbiamo sostituire la lettiera permanente e possiamo riposizionare le attrezzature. Introdurre nuove galline Un altro aspetto da tenere in considerazione nel badare al pollaio è la sostituzione delle galline, che deve avvenire tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. In questo periodo, infatti, è possibile introdurre un nuovo gruppo di galline ed eliminare quelle vecchie che non fanno più uova. E’ possibile selezionare le galline nuove da inserire tra quelle nate in aprile oppure è possibile acquistarle altrove. E’ importante tenere presente che le nuove galline devono abituarsi a deporre le uova dentro i nidi in modo da non farle rompere. Per abituare le nuove galline a deporre le uova nei nidi devono essere chiuse dentro il pollaio sino a pomeriggio inoltrato, in maniera tale da evitare che durante il pascolo possano fare le uova. La raccolta delle uova così verrà anche facilitata e rimarranno intere.   Come curare il raffreddore delle galline Tra i farmaci per raffreddore polli autorizzati e disponibili nel nostro shop, troviamo ZooFood P/L per la prevenzione e il trattamento di raffreddori, bronchiti, sinusiti e polmoniti, e anche Trachispirina nel formato da 100gr, che somministrato regolarmente previene le malattie dell'apparato respiratorio. In generale comunque il veterinario prescrive un antibiotico a largo spettro, che di solito si rivela molto efficace e riesce a far scomparire gli starnuti nel giro di pochi giorni. Rimedi naturali per raffreddore dei polli E’ possibile curare il raffreddore alle galline con i rimedi naturali, ottimi per debellare la malattia e alcuni perfetti perché funzionano da ricostituenti. Ecco alcuni rimedi per raffreddore galline da mettere in atto per sconfiggerlo: Ortica: mescolata alla crusca è un pastone vitaminico e i semi favoriscono la produzione di uova Frassino orniello e sambuco: la macerazione della corteccia di Frassino orniello, conosciuto anche come “albero della manna” con quella di sambuco favorisce la produzione di uova e cura il “calcinaccio” del pulcino. Finocchio acquatico: è indicato per curare il gonfiore di stomaco delle galline Foglie di papavero: hanno un effetto lassativo e vanno aggiunte al mangime per permettere alle galline con il raffreddore di evacuare facilmente le scorie e pulire l’organismo. Altri rimedi naturali utili per combattere il raffreddore dei polli sono i decotti, come ad esempio ottimo è quello a base di aglio e timo e dallo agli animali. Con tutti questi consigli, come vedi è facile risolvere il problema del raffreddore delle galline e avere uova sane.
Pidocchi delle galline: come eliminarli

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Pidocchi delle galline: come eliminarli

il dic 24 2024
La corretta manutenzione di un pollaio è fondamentale per evitare che si formino parassiti come i pidocchi, che arrecano danno all’allevamento e compromettono la vita del pollame. Eliminarli è dunque indispensabile, per evitare alle galline di contrarre malattie e vivere quindi sane e serene. Ecco come eliminare i pidocchi delle galline. Come combattere i pidocchi delle galline Come eliminare i pidocchi dal pollaio? Per prima cosa è importante aver cura del pollaio eseguendo un controllo quotidiano sulle galline, così da poter rilevare qualsiasi anomalia e intervenire tempestivamente. Non bisogna trascurare nulla e anche un minimo sospetto di qualcosa che non va non deve essere sottovalutato, ma analizzato per ridurre il rischio di infestazione di pidocchio delle galline. Intervenendo in maniera tempestiva si evita quindi la diffusione dei pidocchi dei polli e si riduce soprattutto la possibilità di contagiare altri esemplari, salvando così l’allevamento di pollame. Come eliminare i pidocchi nel pollaio con prodotti specifici La soluzione ideale per eliminare i pidocchi dei polli dal pollaio è la disinfestazione, da eseguire almeno una volta all’anno se sono stati introdotti nuovi esemplari, ma se vi sono state già infestazioni dovrà essere eseguita almeno una volta a settimana nella stagione estiva. Infatti, i pidocchi dei polli si sviluppano maggiormente con il caldo estivo, per cui solo con una accurata e frequente disinfestazione possono essere combattuti ed eliminati con efficacia. I prodotti contro i pidocchi delle galline da utilizzare sono degli acaricidi ambientali per uso zootecnico, preferibilmente a base naturale. Tra questi quelli con maggiore efficacia sono gli acaricidi a base di estratti di piretro o di geranio. Invece, sul mercato esistono anche dei prodotti di sintesi altrettanto efficaci e chi preferisce questo tipo di acaricidi può trovarli a base di esteri fosforici o di permetrine microincapsulate. Sono disponibili anche acaricidi di sintesi realizzati con estratti naturali, come ad esempio lo Spinosad, che contiene ingredienti naturali estratti da un fungo microscopico particolare, atossico per l’ambiente e non dannoso per altri insetti, e altrettanto efficace. Pidocchi dei polli come eliminarli con i rimedi naturali Se si tratta di un’infestazione da pidocchi dei polli leggera è possibile intervenire con dei rimedi naturali che si presentano davvero di grande efficacia. Utili sono infatti i trattamenti di calce bianca da eseguire alle pareti, oppure è possibile utilizzare un apparecchio a fiamma come un comune bruciatore a fiamma ossidrica. La fiamma emessa dai bruciatori è un grande aiuto per ridurre o eliminare del tutto le infestazioni da pidocchi delle galline. Per i pidocchi galline rimedi naturali e attenzione all’andamento del pollaio sono utili per poterne impedire la propagazione. Come eliminare i pidocchi dalle galline  Come intervenire invece nel caso le galline siano state infestate dai pidocchi? Liberare l’animale dal fastidio causato da questi parassiti è determinante per farlo vivere tranquillo e non farlo soccombere sotto i suoi attacchi. Prima di tutto bisogna controllare se le galline sono realmente infestate dai pidocchi. Per farlo basta sollevare le piume nelle zone del collo o del dorso e se presentano dei piccoli mallofagi di colore marroncino chiaro che si muovono allora vuol dire che l’infestazione è in atto. Un altro modo per controllare se le galline presentano pidocchi è quello di indagare sulla zona intorno alla cloaca. Se sono presenti larve o uova allora anche in questo caso sono presenti i pidocchi dei polli. Rimedi naturali contro i pidocchi delle galline Per eliminare i pidocchi dalle galline bisogna assolutamente setacciare con cura il corpo di ogni animale uno ad uno e spruzzarvi sopra degli specifici antiparassitari a base di piretroidi naturali. Inoltre, è preferibile mettere a disposizione degli animali uno spazio ampio cosparso con cenere di legno bruciato, in cui possono rotolarsi e fare dei bagni di pulizia quando ne hanno voglia. Per una pulizia più accurata è possibile utilizzare la cenere di legno per pulire ad uno ad uno le galline: riempire una bacinella in cui ci entra una gallina con della cenere di legno, mettere il pollo nella vaschetta e cospargere la cenere su tutto il suo corpo, strofinando la pelle e le piume. Una volta coperto l'animale con la cenere, toglierlo dal recipiente senza ripulirgli il corpo e lasciare agire la cenere. Ripetere la procedura su tutti gli altri polli da trattare. Un altro rimedio naturale contro i pidocchi delle galline è l’olio di Neem, da utilizzare diluito in acqua tiepida e da spruzzare sugli animali singolarmente, ma anche nel pollaio e nei nidi. Anche l’aglio è efficace per eliminare i pidocchi dalle galline. Per preparare la soluzione a base di aglio procurarsi una bottiglietta spray vuota, lavarla e risciacquarla con cura per eliminare ogni residuo. Mescolare 300 ml di acqua, 30 ml di succo d'aglio e 1 cucchiaino di olio essenziale, lavanda, cannella, menta, alloro o timo e versarli nella bottiglia. Spruzzare la miscela sulle galline ogni due giorni per 2-3 settimane e presto i pidocchi saranno eliminati.
Temperatura per incubare uova di gallina: qual è e come mantenerla stabile

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Temperatura per incubare uova di gallina: qual è e come mantenerla stabile

il dic 24 2024
Una delle cose più importanti da gestire nel processo di riproduzione del pollaio è la temperatura per incubare uova di gallina. Se non si ha a disposizione una chioccia, l'incubatrice è una scelta obbligata ed è in ogni caso l'opzione più indicata per le prime volte in cui ci si cimenta nella schiusa di uova, in quanto offre il totale controllo sul processo, in particolare sulla temperatura interna incubatrice, ed è l'opzione migliore se si vogliono covare grandi quantità di uova. Incubazione uova gallina temperatura Al giorno d'oggi praticamente tutte le incubatrici artificiali che si trovano in commercio, dalle più sofisticate alle più economiche, sono dotate di termostato automatico che permette di impostare la temperatura incubatrice esatta, attivando o stoppando l'elemento riscaldante al suo interno in maniera tale da mantenerla stabile. Regolare manualmente la temperatura incubatrice, come può capitare in quelle più datate oppure costruite in maniera artigianale, si può rivelare estremamente complesso e impegnativo. Per essere sicuri della temperatura rilevata, conviene sempre utilizzare due termometri, dal momento che un'errata rilevazione può costare l'intera incubata.  La temperatura incubatrice uova di gallina senza ventilazione forzata dovrebbe essere di circa 38,5°C (101,5°F se il display utilizza i gradi Fahrenheit), mentre la temperatura incubatrici per uova ventilate dovrebbe aggirarsi attorno ai 37,7°C, oppure 100°F. Questo perché nelle incubatrici senza ventilazione l'aria presenta una temperatura differente ad ogni strato, più calda in alto e più fredda nella parte inferiore. Di conseguenza, possono esserci anche 2-3°C di differenza tra la parte superiore dell'incubatrice ed il fondo. La temperatura normalmente viene rilevata al livello della parte più alta delle uova. Come regolare temperatura incubatrice Per le uova di gallina la durata dell'incubazione è di circa 21 giorni. Per i primi 18 giorni la temperatura va mantenuta attorno ai 37,7°C, con un'umidità del 57%. A partire dal 18° giorno si entra nella fase di schiusa, per cui è indicato abbassare la temperatura a 36,9°C ed aumentare l'umidità tra il 66% e il 75%. Prima di inserire le uova nell'incubatrice, è opportuno lasciarla accesa un paio d'ore per darle il tempo di stabilizzarsi. Quando avete a che fare con una nuova incubatrice, prima di incubare, è opportuno testarne il funzionamento lasciandola accesa per una o due giornate intere controllando che i valori di temperatura e umidità restino costanti e che il meccanismo gira uova automatico, se presente, funzioni correttamente. Una volta che inizia il periodo di incubazione, cercate di aprire l'incubatrice il meno possibile. L'apertura dell'incubatrice causa un abbassamento dell'umidità, che, in particolare durante il periodo di schiusa, rende più difficoltoso ai pulcini la rottura del guscio, aumentando il rischio che ne rimangano intrappolati all'interno senza possibilità di uscita. Come mantenere la temperatura in caso di interruzione di corrente Nel caso si verifichi un'interruzione di corrente e l'incubatrice resti senza alimentazione per qualche ora, si può conservare l'incubata a patto di agire con prontezza e mettere in pratica alcuni accorgimenti. Per prima cosa, non bisogna assolutamente aprire il coperchio, per conservare il più possibile la temperatura all'interno. Inoltre, se possibile, è opportuno coprire l'incubatrice con una coperta, avendo però cura di staccare la spina, dato che al ritorno della corrente l'azione congiunta della coperta e dell'incubatrice rischia di far salire troppo la corrente. Nel momento in cui l'alimentazione risulterà di nuovo attiva, riattaccate la spina e togliete la coperta, avendo cura di verificare che la temperatura e l'umidità siano ai livelli ottimali. Alcuni modelli di incubatrice sono in grado di mantenere le condizioni interne entro un intervallo di valori accettabili anche dopo ore di assenza di corrente.
Cosa mangiano i pulcini: alimentazione e quantità corrette

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Cosa mangiano i pulcini: alimentazione e quantità corrette

il dic 24 2024
Prendersi cura di pulcini appena nati è una grande responsabilità: si tratta di animali molto fragili e sensibili che necessitano di un ambiente sicuro e di un'alimentazione adeguata alle diverse esigenze della fase di vita che affrontano. Andiamo quindi a vedere cosa mangiano i pulcini di gallina e come prendersene cura affinché crescano sani e forti.  Come qualsiasi animale in fase di crescita, un pulcino deve seguire un'alimentazione che equilibri adeguatamente proteine, carboidrati, minerali e vitamine. Il mangime per pulcini appena nati sarà quindi diverso da quello per pulcini in età più avanzata. È sempre bene seguire scrupolosamente le indicazioni riportate sulle schede informative dei vari mangimi e, in caso di dubbio sull'effettiva età di un pulcino, contattare un esperto in grado di determinarla.  Per alimentare correttamente un pulcino bisogna quindi seguire una dieta commerciale. È fondamentale sapere come scegliere il mangime adatto, come somministrarlo nella maniera corretta ed è altrettanto importante sapere come arricchire la dieta con un mangime per pulcini fatto in casa, in modoa da integrare con il tempo tutti gli elementi nutritivi di cui hanno bisogno con la crescita. Sul mercato si possono trovare diverse gamme di prodotti adattati alle esigenze nutrizionali di ogni fascia d'età: dall'alimentazione pulcini appena nati a quella dedicata, dopo le prime settimana di vita, ad animali destinati al consumo della carne piuttosto che al consumo delle uova. Nel caso si stia seguendo la crescita di galline a scopo decorativo, come animali domestici, sarà indicata un'alimentazione ancora diversa. Per le prime settimane di vita, ad ogni modo, la dieta è uguale per tutte le tipologie di pulcini. Alimentazione pulcini di gallina appena nati  Il pulcino che esce dall'uovo ha un aspetto già piuttosto sviluppato ma ha comunque bisogno di calore e di una dieta adeguata. Osservando come mangiano i pulcini appena nati, notiamo che sono già in grado di mangiare da soli ma è comunque sempre meglio incoraggiarli, bagnandogli il becco con l'acqua e avvicinandoli alla mangiatoia. Dal momento che all'interno dell'uovo erano comunque ben nutriti, non è il caso di allarmarsi se per le prime 24-48 ore dall'uscita dall'uovo non mangiano.  È importante prestare attenzione a cosa mangiano i pulcini appena nati: necessitano di granaglie, mangimi e farine ben miscelati, in modo che i vari nutrienti siano ben proporzionati in base alla loro fase di crescita. Generalmente in vendita si trovano mangimi commerciali formulati appositamente per questa fase della loro vita, che possono essere somministrati fin dal primo giorno.  Questi mangimi contengono spezzato di granturco fine, farina d'estrazione di soia, soia integrale tostata, panello di germe di granturco, glutine di granturco, crusca grano tenero, fosfato bicalcico, carbonato calcio, olio di germe di granturco ed altri integratori di vitamine e sali minerali. I pulcini dovrebbero mangiare mangimi di elevata qualità, realizzati appositamente per stimolare una crescita regolare e bilanciata. Può capitare però di trovare sul mercato mangimi industriali con molte vitamine, sali minerali ed integratori che stimolano troppo il processo di crescita. Si tratta di prodotti che andrebbero miscelati con farine semplici e granaglie sminuzzate come legumi, frumento, miglio e mais.  Cosa mangiano i pulcini maturi  I pulcini non vengono più considerati neonati nel momento in cui non hanno più bisogno della lampada ad infrarossi ed entrano in una fase di crescita in cui il fabbisogno proteico rappresenta circa il 20% dell'alimentazione totale. È importante continuare ad offrire loro alimenti per la crescita fino a circa 4-5 mesi, quando i pulcini raggiungono la maturità sessuale.  Il cibo tritato è il più adatto in questa fase, considerato che a mano a mano che crescono sono in grado di mangiare pezzetti più grandi. È possibile anche fornire sabbia per galline. Nelle galline, la macerazione del cibo avviene nel ventriglio grazie all'aiuto di ghiaia o piccoli sassi e, spolverando un po' di sabbia per galline sul cibo, possiamo aiutare questo processo per i pulcini.  Oltre alla dieta di base, che dev'essere incentrata sul mangime commerciale, possiamo integrare con altro cibo come: carne, pesce, formaggio, verdure, frutta, pomodori, pane. Per quanto riguarda la quantità di mangime da dare ai pulcini in rapporto al resto dell'alimentazione, diciamo che le integrazioni non dovrebbero mai costituire più del 10% della dieta.  Ci sono pochi alimenti sconsigliati: cipolle, agrumi, avocado, bucce di patate, foglie di rabarbaro o fagioli secchi. Nel caso in cui i pulcini vivano in un pollaio esterno, essi inizieranno ad ingerire sabbia e ghiaia da soli, oltre a nutrirsi anche di erba, semi, insetti, lumache, vermi ed altro.  Come nutrire pulcini di gallina  È importante stare sempre particolarmente attenti quando viene immagazzinato il mangime. Nel caso in cui si bagnasse e si formasse muffa è molto importante buttarlo perché, se ingerito dagli animali, potrebbe causare loro malattie. Per evitare questo, è buona abitudine controllare la quantità di cibo che compriamo e conservarlo in luoghi asciutti e ben riparati.  Occorre avere a disposizione una mangiatoia delle giuste dimensioni, proporzionata al numero dei pulcini, che eviti di creare sovraffollamento. Inoltre, deve essere provvista di una base che permetta loro di accedere facilmente al cibo, mantenendo la giusta proporzione tra capienza e altezza. Un'ultima nozione di estrema importanza è quella di somministrare tutti giorni acqua fresca utilizzando un abbeveratoio. 
Pulcini con il raffreddore: cosa fare e come curarli

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Pulcini con il raffreddore: cosa fare e come curarli

il dic 24 2024
Quando ci accorgiamo che i nostri pulcini starnutiscono, deve scattare un campanello di allarme. È molto importante sapere cosa fare nel caso di pulcini con il raffreddore. Infatti, nonostante per noi umani sia una patologia non grave, poco più di un fastidio, nei pulcini il raffreddore, se trascurato, può diventare cronico. Non si tratta di una malattia devastante, ma a lungo andare può causare morti improvvise e, una volta che saranno cresciuti, inficiare la produzione delle uova. Rimedi raffreddore pulcini Come curare il raffreddore dei pulcini raffreddati? I rimedi validi per i polli sono validi anche per i pulcini, bisogna però adeguare le dosi di conseguenza. Insieme ai farmaci che può prescrivere un veterinario nel caso di forme più gravi, come la norfloxacina e la terramicina, si può anche ricorrere ad alcuni rimedi naturali, come la somministrazione di aglio, aceto o vino diluiti nell'acqua, o ad elementi con proprietà balsamiche, come per esempio uno sciroppo di menta e malva che si può preparare facilmente in casa. Spesso questi rimedi, insieme magari a qualche integratore vitaminico, possono essere efficaci in caso di forme lievi. È bene ricordare però che le proprietà antielmintiche di aglio, cipolla, semi di zucca e altri rimedi naturali non sono tali da garantire una copertura totale agli animali ma sono un buon coadiuvante, se pensate nell'ottica di un quadro generale di attenzione all'igiene, alla pulizia generale ed alle condizioni di benessere psicofisico degli animali. Nel caso in cui il raffreddore sia conclamato e continuo, si può somministrare un prodotto specifico come Tetra Spir, una polvere solubile da sciogliere in acqua (circa 1 cucchiaino da caffè per 1 litro d'acqua) da far bere ai pulcini per almeno 5 giorni consecutivi. È importante che il trattamento venga portato a termine, anche nel caso in cui si manifestino i primi miglioramenti dopo 2-3 giorni. I suoi principi attivi, la tetraciclina 20% e la spiramicina 10%, rendono questo prodotto un antibiotico ad ampio spettro d'azione, efficace contro malattie intestinali e respiratorie, ma che deve essere assunto per tutta la durata necessaria affinché l'infezione sia debellata. Il primo intervento da fare, comunque, è sempre quello di cercare di isolare i pulcini infetti da quelli sani, dal momento che il contagio si può diffondere attraverso la condivisione del cibo, dell'acqua e della lettiera. Occorre invece favorire l'aerazione e, se possibile, anche il soleggiamento del ricovero. Pulcini con il raffreddore cosa fare per prevenirlo Per evitare che i nostri pulcini si ammalino possiamo utilizzare alcuni integratori come forma di prevenzione. Trachispirina C, per esempio, è un coadiuvante alimentare naturale che, unito al mangime, fornisce un'integrazione complementare in grado di rafforzare l'equilibrio fisiologico, abbassando le probabilità che possa verificarsi la contrazione di infezioni batteriche polmonari. Un'alternativa è ZooFood, un mangime complementare totalmente naturale, ottimo anche per il trattamento del raffreddore, da utilizzare almeno una settimana al mese ogni mese. Starnuti pulcini: sintomo di qualcosa di più serio? Se il pulcino starnutisce può essere un semplice raffreddore dovuto a sbalzi di temperatura, ma può anche essere il sintomo di una malattia più grave. Per questo se sopraggiungono altri sintomi come dissenteria, inappetenza o perdite di sangue, bisogna subito rivolgersi ad un veterinario. Un raffreddore può essere il sintomo di una laringotracheite infettiva che, in forma grave e acuta, è caratterizzata da raffreddore, tumefazione della testa e difficoltà respiratorie, ovvero notiamo che i nostri pulcini respirano con il becco. Se notiamo anche il manifestarsi di rantolo, secrezioni nasali o tosse con emissione di sangue o muco, dobbiamo isolare immediatamente l'animale e chiamare il veterinario. L’eccessiva produzione di muco all’interno della trachea e nella regione della laringe può provocare la morte per soffocamento. Un'altra malattia dovuta ai bruschi sbalzi di temperatura e dal ristagno di umidità è la corizza, una affezione delle vie respiratorie che può manifestarsi in due forme, una più lieve detta semplice e l'altra più grave detta infettiva, che viene causata da batteri. Nella forma lieve il decorso è sempre benigno, a patto che non si trascurino le consuete norme igieniche per non incorrere nel pericolo che si trasformi in quella infettiva. Essendo entrambe le forme contagiose, comunque, si deve provvedere alla disinfezione del ricovero e delle suppellettili. In forma lieve riscontriamo un forte raffreddore, accompagnato da generale prostrazione, tosse, starnuti ed abbondante scolo oculo-nasale bianco sporco che ostacola la respirazione e che costituisce il maggiore veicolo di contagio per gli altri pulcini, in particolare se condividono cibo, bevanda e lettiera. Nella forma infettiva, tutte le suddette manifestazioni sono accentuate al punto che è possibile confondere la malattia col diftero-vaiolo: la secrezione catarrosa diviene purulenta, la respirazione sempre più difficile, il becco resta quasi sempre aperto e gli occhi semichiusi. In questa fase diventa necessario praticare delle iniezioni intramuscolari di 2 cc di terramicina o streptomicina, oltre che lavare gli occhi con una soluzione di acido borico al 3 % e ungere le narici con pomata alla penicillina.
Gallina Mugellese: caratteristiche e allevamento della razza toscana

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Gallina Mugellese: caratteristiche e allevamento della razza toscana

il dic 24 2024
Le galline mugellesi appartengono ad una razza aviaria nana, adibita ad allevamento, tipica della zona del Mugello (Firenze), ma ugualmente diffusa anche nelle campagne della Toscana, già a partire dagli inizi del '900.  Galline razza mugellese: cenni generali La razza di galline mugellesi è nota per le sue caratteristiche di chiassosità, vivacità e frugalità (da qui il detto locale 'la gallina mugellese ha cent'anni e mostra un mese'), ma anche per la sua predisposizione alla cova, dato che gli esemplari di questa specie sanno prendersi cura anche delle uova di altri volatili come anatre, oche o, ancora, galline ovaiole e fagiani. Questa gallina veniva pertanto impiegata come balia per le galline da 'reddito' assodato che, dopo aver deposto circa una quindicina di uova, in questo volatile scattava in modo naturale l’istinto alla cova, che in taluni casi durava anche un anno intero. Le galline e i galletti mugellesi nani arrivarono in Italia dall'Asia, dall'incrocio di razze locali come la Brahma, la Cocincina e la Langshan e le razze mediterranee. L'Asia, in effetti, è considerata il territorio centrale d'origine da cui si diffuse il pollo come volatile nel resto del mondo. Il termine asiatico Bantam, usato per indicare il pollame nano, indicava il porto presso cui gli inglesi commerciavano questa razza come prodotto da allevamento. In seguito all'inserimento delle incubatrici nell'allevamento aviario, la razza, non ritenuta sufficientemente ricercata e di valore, si avviò verso un forte ridimensionamento, sopravvivendo solo nei cortili delle case di alcune zone della Toscana. Nel 2017, la FIAV (Federazione Italiana Associazioni Avicole) ha iniziato il recupero della razza Mugellese sostenendo l'importanza della biodiversità avicola, in quanto patrimonio culturale e territoriale. Tale riconoscimento è avvenuto in occasione dei 24° Campionato Italiano di Avicoltura. In questo contesto, la gallina Mugellese è stata definitivamente riconosciuta come razza, per la categoria di colorazione “dorato frumento”, mentre si stava ancora procedendo per il riconoscimento della colorazione di tipo “selvatico oro”.  Ad oggi, per questa razza, sono descritte ed ammesse le due colorazioni: sia dorato frumento che selvatico oro. Galletto mugellese: le principali caratteristiche La struttura delle galline e dei polli mugellesi, ad eccezione delle zampe che sono leggermente tozze, è ben proporzionata e compatta. La morfologia generale ricorda quella di un polletto di campagna (come la Mericanel). Il collo arcuato non è eccessivamente lungo, le ali e il busto sono molto grandi, così come il petto e la coda che può arrivare ad una apertura di 45 gradi. I galli mugellesi differiscono in modo significativo tra maschi e femmine della specie (in gergo dismorfismo sessuale). Nello specifico, la femmina sfoggia un piumaggio spento e mimetico, in grado di permetterle la fuga di fronte ad eventuali predatori e, in genere, la sua livrea o tegumento (insieme dei colori) si rifà ai colori grigio-marroni per il corpo, al nero per la coda e all'oro per il collo. Nel maschio, invece, i colori sono più vivaci. Il piumaggio del pollo mugellese, che raggiunge la propria definitiva conformazione in età adulta, si dirama nelle tonalità del rosso mattone e dorato con striature di nero per il collo, rosso vivo per la cresta, barbigli e orecchioni, petto e ali rossi scuro. La coda, tendenzialmente nera con riflessi verdi, è piuttosto folta, gli speroni sono corti e tarchiati. Il peso di un esemplare maschio si aggira attorno ad 1-1.2 kilogrammi, mentre quello della femmina non supera gli 800 grammi. Gli occhi della gallina Mugellese, sia nei maschi che nelle femmine, sono abbastanza grandi e molto vispi, presentano una colorazione brillante che tende a sfumare verso colori molto scuri. Durante il periodo della cova, le uova deposte appaiono piccole, biancastre e numerose: possono raggiungere anche l'ordine di grandezza di un centinaio. L'allevamento della gallina mugellese L'allevamento di questa razza di volatili è abbastanza semplice. Mediamente, per allevare in pollaio questa tipologia, sono necessari i seguenti accorgimenti: Un posatoio, luogo in cui le galline andranno ad appollaiarsi per riposare; Un nido collettivo, ovvero la zona in cui le galline vanno a depositare le uova; Una mangiatoia per il becchime; Una rastrelliera; Un abbeveratoio per l'acqua; Uno cortile aperto per permettere alle galline di scorrazzare. Dopo l’acquisto delle galline, è fondamentale che queste rimangano chiuse all’interno del pollaio per almeno una settimana, in modo che sia possibile per loro adattarsi al nuovo ambiente, prima di liberarle nel cortile. Una volta raggiunti i quattro mesi di età, le galline inizieranno a deporre le uova. Per favorire la cova, è necessario che il nido collettivo sia ricoperto di paglia o fieno: è possibile raggiungere questo obiettivo chiudendo le galline all’interno del pollaio fino al pomeriggio, evitando così che scelgano di deporre le loro uova all'esterno. La razza mugellese può deporre e covare tutto l'anno. Una corretta alimentazione è indispensabile per coadiuvare la cova. Ecco allora che si rende necessario far reperire erba verde alle galline. Nel caso in cui questa dovesse scarseggiare nel prato, sarà possibile somministrare scarti vegetali di ortaggi vari. Come alimento secco è possibile utilizzare cereali integrati con mangimi proteici per pulcini.   * La foto di sinistra presente nel banner di questo articolo, ci è stata inviata da Maurizio Pavone, allevatore che ha riscoperto la razza mugellese.
Gallina Romagnola: caratteristiche e allevamento

Polli e Galline

Gallina Romagnola: caratteristiche e allevamento

il dic 24 2024
La razza della gallina romagnola è, come suggerito dal nome, una tipologia di pollo tipica della zona della Romagna che, essendo di estrazione mediterranea, ne mantiene le caratteristiche principali: la leggerezza e l'eleganza. Si tratta di una razza che ha visto iniziare la sua storia nell'immediato dopoguerra nella zona del delta del Po, quando fu selezionata in alcune pollicolture tra le provincie di Rovigo e Ravenna con l'ottenimento di due varianti, una caratterizzata da una colorazione dorata e una grigia. Con il tempo si è avuta la necessità di attivare campagne di recupero dei polli di razza romagnola, con programmi di recupero come quello del 2007, quando si contavano appena un centinaio di unità, di cui appena 30 di gallo romagnolo: nel 2012 la razza è stata comunque salvata. Pollo romagnolo e galline romagnole: caratteristiche della razza Come tipologia di razza avicola siamo di fronte ad un animale di natura estremamente rustica, adatto all'allevamento sia da carne che da uova. Tutte le varianti e gli esemplari esistenti sono molto simili per quello che riguarda le dimensioni e le caratteristiche morfologiche, mentre differenze notevoli si possono trovare nel piumaggio e nella colorazione dello stesso. Come conformazione, la razza romagnola prevede un animale di taglia media, con un tronco cilindrico abbastanza sviluppato e che risulta leggermente inclinato verso la groppa.  La testa è di media grandezza e comunque ben proporzionata al corpo, provvista di un becco di misura contenuta ma comunque dotato di una notevole forza e resistenza, che si presenta con una colorazione gialla striata di pigmenti scuri, oppure interamente grigio di tonalità ardesia. Gli occhi che sormontano il becco sono abbastanza grandi, solitamente di colore arancione con una pupilla abbastanza prominente, mentre la cresta è semplice, con minimo cinque denti e il lobo che segue la nuca: come vedremo, quella della cresta è una delle caratteristiche che differenziano il maschio e la femmina. La testa è spesso caratterizzata da un intenso colore rosso, che possiamo ritrovare sui bargigli, che si presentano lunghi e di tessitura abbastanza fine, e sulla tonalità del muso dell'animale. A contrasto di questo rosso così diffuso troviamo gli orecchioni, che nella razza romagnola sono di piccola dimensione ma molto visibili per via della colorazione bianca (con una tonalità quasi crema), che soprattutto negli esemplari più giovani sono ombreggiati di blu. Ali ben aderenti e sempre portate chiuse, zampe di lunghezza media e piuttosto sottili con 4 dita di colore variabile dal giallo fino al blu striato di scuro sono altre caratteristiche che accomunano tutti gli esemplari della razza romagnola, sia quelli maschili che femminili. Per il resto esiste qualche differenza sostanziale tra un pollo romagnolo e una gallina romagnola, che permette di distinguerli con facilità. Polli romagnoli   Come in tutte le specie, anche in questo caso il pollo ha un peso leggermente maggiore nell'esemplare maschio. Il pollo Romagnolo si attesta tra i 2.0 kg e i 2.5 kg di peso, e tra le altre caratteristiche che lo distinguono troviamo una cresta ben dritta con cinque o più denti e con il lobo che prosegue sulla nuca. Inoltre, gli stessi bargigli sono decisamente più sviluppati e lunghi nel pollo rispetto alla gallina. Muscolatura sviluppata e ben evidente e una coda abbastanza grande, con attaccatura larga portata ben aperta rispetto alla controparte femminile, completano il quadro delle peculiarità del pollo romagnolo. Gallina razza romagnola Le galline di razza romagnola hanno dimensioni leggermente più contenute, che si riflettono ovviamente anche sul peso dell'animale. Infatti, l'esemplare femmina difficilmente supera i 2.0 kg di peso e, rispetto al pollo, ha anche la particolarità di avere la cresta che si ripiega da un lato e una coda di dimensioni sì generose e con attaccatura larga, ma portata sempre chiusa rispetto a quanto avviene nel gallo. La gallina ovaiola romagnola ha poi caratteristiche ben precise per quella che è la sua produzione. Normalmente questa varietà depone circa 150 uova all'anno, tutte con un peso di almeno 55 grammi. Sono uova che si distinguono molto bene per il loro guscio di colore bianco, tipico di quelle razze molto rustiche e campagnole, come le galline livornesi o quelle di razza padovana. Per questa sua caratteristica di produzione, la razza romagnola è molto apprezzata sia come allevamento per carne, che risulta di ottima consistenza e saporita, sia per quello da uova. L'allevamento della Gallina Romagnola La questione dell'allevamento è molto importante per questa razza, che come abbiamo accennato ha avuto qualche problema di diffusione e ha seriamente rischiato l'estinzione per un periodo di tempo: ora, grazie a programmi studiati e dedicati, la razza della gallina romagnola è salva. Per quello che riguarda le condizioni ideali di allevamento di quella che è denominata anche gallina mora romagnola (per via della colorazione del suo piumaggio che presenta dei fiocchi di piume totalmente neri), non vi sono particolari attenzioni. Siamo infatti di fronte ad una razza dal carattere vivace e molto attivo, che ama correre in spazi aperti piuttosto larghi, quindi avrà semplicemente la necessità di trovare queste caratteristiche di ampiezza nel proprio habitat. Ha comunque dimostrato di apprezzare zone di aggregazione in cui potersi cibare o covare con tranquillità, quindi è sempre consigliabile dotare lo spazio di allevamento con una o più casette o pollai, in relazione alla dimensione dello spazio destinato a questi animali.
Malattie alle zampe delle galline: quali sono e come curarle

Polli e Galline

Malattie alle zampe delle galline: quali sono e come curarle

il dic 24 2024
Quando si pensa al pollaio da giardino, si fatica a credere che galline e polli siano animali fragili. Siamo abituati a vederli in libertà, beccare vermi dall’erba, sostare sulla paglia senza troppi fastidi, dando l’idea che non abbiano bisogno di molte cure. In realtà, c’è da tenere a mente che sono animali piuttosto delicati, vanno preservati dalle temperature troppo alte o troppo basse, ma soprattutto necessitano di un ricovero pulito e di una corretta e completa alimentazione. Se manca l’attenzione a uno di questi fattori è facile che si verifichino malattie degenerative e patologie invalidanti, che possono portare anche alla soppressione dell’animale. Malattie alle zampe dei polli: acari, parassiti e rogna La più frequente malattia delle zampe dei polli è una malattia parassitaria, chiamata rogna. La rogna è causata dal proliferare sottocutaneo di un acaro, simile a quello della scabbia nell’uomo, che attecchisce nella profondità dell’epidermide delle zampe dell’animale e si riproduce molto velocemente, provocando l’indurimento delle dita, dermatiti, scaglie bianche e croste che, se non curate nel modo e nei tempi corretti, possono provocare ferite, sanguinamenti e conseguenti infezioni. Nell’animale che contrae questa malattia si manifesterà prurito, nervosismo, inappetenza con conseguente dimagrimento e piumaggio scomposto, ma soprattutto una maggior staticità nei movimenti. L’indurimento e l’ispessimento della pelle delle zampe porterà difficoltà a muoversi e si noterà che l’animale stazionerà con molta più frequenza in superfici piane, evitando posatoi, pioli o rami d’albero dove sostare. La causa del proliferare dell’acaro della rogna è principalmente la scarsa igiene. L’importanza di tenere pulito il ricovero degli animali è fondamentale per la prevenzione dello svilupparsi di acari e parassiti. Si consiglia di pulire spesso la lettiera ed il ricovero con un’idropulitrice a vapore e di spostare regolarmente le mangiatoie e gli abbeveratoi, favorendo allo stesso tempo la diversificazione dell’area di pascolo. Galline e polli risentono molto dello sbalzo delle temperature e delle correnti d’aria. Nel periodo estivo, ad esempio, si abbassano le loro difese immunitarie a causa delle temperature elevate e si rendono quindi più sensibili agli attacchi di parassiti e acari. Nelle stagioni intermedie, primaverili e autunnali, sarebbe buona norma sistemare il loro ricovero: oltre al mantenimento di un’adeguata pulizia, hanno bisogno di una tettoria coperta in tre lati, posatoi di varie dimensioni per favorire appoggi diversi e della paglia asciutta su cui riposare o covare in tranquillità. Come curare la rogna delle zampe delle galline Le malattie alle zampe dei polli si possono curare per tempo, grazie all’utilizzo di pomate antibiotiche o all’applicazione di qualche goccia di antiparassitario ad uso avicolo nella parte interessata, massaggiando fino all’assorbimento. Questo procedimento è da farsi 2 o 3 volte ogni quindici giorni. È importante ammorbidire e mantenere morbida la cute di zampe e dita, applicando unguenti o creme a base di paraffina. In caso di miglioramento si noterà che le scaglie formatesi sulle zampe cadranno da sole o si riusciranno ad asportare con molta facilità, senza ad esempio l’uso di forbici o lame. Se non si notano miglioramenti, è possibile ripetere il ciclo di cura. La rogna è una malattia specifica degli uccelli e non è trasmissibile all’uomo, ma è ovviamente sempre consigliabile l’uso di guanti in lattice quando ci si approccia all’animale e alle sue ferite. Galline dalle zampe gonfie: Pododermatite e Ipercheratosi Altre due malattie che si possono riscontrare alle zampe delle galline sono la pododermatite e la ipercheratosi, quest’ultima molto più frequente su animali anziani. La pododermatite è frequente su polli e tacchini da allevamento intensivo. Si tratta di un processo infiammatorio della superficie plantare del piede. Le cause sono carenza di vitamina A, obesità, posatoi inadeguati, punture d’insetti e infezioni batteriche o parassitarie. Anche per la prevenzione di questa malattia è di fondamentale importanza l’igiene, come la diversificazione dei posatoi nelle dimensioni per favorire la corretta circolazione del sangue. Per la cura, si dovranno utilizzare pomate antibiotiche e l’integrazione di vitamina A nell’alimentazione. L’ipercheratosi invece è molto più frequente nella fase della vecchiaia dell’animale. Si tratta di una produzione abnorme di pelle, quindi di cheratina, nella zona del tarso e metatarso della zampa, cioè nella parte pigmentata. Le cause sono dovute alla vecchiaia appunto, allo scarso movimento e alla carenza di vitamina A. Anche in questo caso si può curare la zona con pomate emollienti e antibiotiche, e solo successivamente all’eventuale esportazione della pelle.
Anelli per galline: le misure corrette per ogni razza

Polli e Galline

Anelli per galline: le misure corrette per ogni razza

il dic 24 2024
Gli anelli per polli servono a tener monitorati gli animali, nello specifico a suddividerli per razza, sesso, linea di sangue, cosa utile soprattutto per un allevamento con varie razze e una grande quantità di avicoli. Anche i piccoli allevatori, però, possono anellare i propri polli, per iniziare una selezione avicola o semplicemente per poter distinguere i vari esemplari o le varie incubate. Per questo motivo, gli anelli per galline sono fondamentali e si possono acquistare diverse misure di anelli per polli, in base ad ogni razza. Quando mettere gli anelli per polli L’anellatura delle galline è un’operazione da fare quando i pulcini sono attorno ai 50 giorni di vita e questo periodo va scelto con cura. Infatti, anellare gli animali prima di un determinato periodo potrebbe comportare la perdita dell’anello, farlo troppo tardi invece potrebbe non essere possibile, in quanto il pulcino presenterebbe una corporatura troppo robusta per la corretta calzata dell’anello. Mettere gli anelli per polli non è affatto un’operazione invasiva per i nostri animali: basta infatti prendere un esemplare con le mani e infilare l’anello in una delle due zampe. Ricordiamo che, in ogni specie, le zampe sono più sottili nelle femmine e più grandi nei maschi, tanto che la differenza delle zampe di una femmina rispetto a quelle di un maschio si nota con facilità. Tipi di anelli identificativi per polli Per gli avicoltori, ma non direttamente acquistabili, sono disponibili gli anelli per galline della FIAV (Federazione Italiana delle Associazioni Avicole): questi anelli hanno la particolarità di essere già numerati e si ottengono con l’iscrizione ad un Club di Avicoltura. Questo tipo di anelli identificativi per polli serve per poter partecipare ai campionati italiani e permettere così alla FIAV di risalire all’allevamento avicolo che li ha ottenuti con assoluta certezza e garantire massima trasparenza ad ogni partecipante. Gli anelli per polli FIAV cambiano colore ogni anno, riprendendone la rotazione ogni cinque anni. Gli anelli per avicoli de Il Verde Mondo servono per anellare gli animali di quegli avicoltori che non vogliono partecipare a campionati o gare, ma desiderano comunque intraprendere un percorso di selezione, oppure dividere i propri animali per sesso, incubata, linea di sangue o razza. Anelli per galline Il Verde Mondo Gli anelli per galline che potete acquistare nel nostro sito sono in plastica e disponibili nei colori bianco e verde. Vanno dalla misura 12 alla misura 25, dandovi la possibilità di anellare varie razze di avicoli grazie a questa ampia gamma di misure anelli per galline. Questi anelli per avicoli possono essere aperti e chiusi facilmente attraverso una zip e possono essere quindi riutilizzati. Nei nostri anelli avete la possibilità di scrivere le informazioni che vi interessano con un semplice pennarello indelebile, come data di nascita, sesso o linea di sangue, non essendo pre-numerati. Che misure anelli polli utilizzare Ogni razza avicola è caratterizzata da una corporatura specifica, dalla più magra alla più robusta, e ogni esemplare ha di conseguenza zampe di dimensioni diverse. In base a ciò e in base al sesso di ogni singola razza, è importante conoscere la misura dell’anello da utilizzare. Per facilitare l’acquisto di anelli per galline della misura corretta, abbiamo raggruppato, nel PDF scaricabile che trovi qui sotto, le razze di gallina più diffuse in Italia, dividendole tra maschio e femmina, e specificando la misura dell’anello per polli da utilizzare. Clicca qui per scaricare il PDF con le misure degli anelli per ogni razza In questo modo, saprete con certezza quale anello acquistare nel nostro shop, scegliendo la misura disponibile tra il diametro 12, 16, 18, 20 o 25 millimetri e potrete iniziare il vostro percorso di selezione, senza correre il rischio che le vostre galline perdano l’anello o che sia impossibile farlo calzare nelle loro zampe.
Gallina ermellinata di Rovigo: caratteristiche e allevamento

Polli e Galline

Gallina ermellinata di Rovigo: caratteristiche e allevamento

il dic 24 2024
Con lo scopo di ottenere carni di qualità, l’avicoltura italiana iniziò, negli anni Cinquanta del secolo scorso, un progetto di sviluppo e selezione di varie razze avicole, sperimentando diversi incroci. In questo contesto di ricerca, nasce la gallina ermellinata di Rovigo, precisamente nel 1959 alla Stazione di Policoltura Sperimentale di Rovigo, come razza da prodotto. Di dimensioni piuttosto grandi, è un incrocio tra la razza inglese Sussex e quella americana Rhode Island. Lo scopo dell’incrocio di razze diverse era proprio quello di ottenere come risultato una gallina dalla massa muscolare piuttosto grande, che avesse una duplice attitudine nella produzione, sia di carne che di uova. Razza polli ermellinata di Rovigo: caratteristiche Di pelle gialla e di colorazione argento columbia nero, ha orecchioni e bargigli rossi, una piccola cresta rossa con cinque o sei dentelli, occhi rossi e becco giallo, forte, leggermente convesso e di media grandezza. La testa è medio grande, più esile negli esemplari femminili che nel gallo. Il collo è mediamente lungo e di colore bianco, con fiamme nere nella mantellina, meno definite sul capo. Dai colori del suo piumaggio, piuttosto ricco e chiaro maculato di piume scure, deriva il termine “ermellinato”: ricordavano l’ermellino che portava Re Luigi XIV. Ha un dorso lungo, portato in prevalenza orizzontalmente, ali larghe e medio lunghe, anch’esse portate orizzontalmente, ben aderenti al corpo. La coda è mediamente grande e di colore nero o piuttosto scuro, ha un petto pieno, largo, ben arrotondato e profondo. Le cosce sono piene e carnose, con piumaggio folto. I tarsi sono di media lunghezza, di colore giallo con venature rosse, ma di ossatura esile. Il corpo è squadrato, di forma rettangolare, ed il ventre è ben sviluppato, soprattutto nella gallina, largo ma non grasso. La maturità sessuale avviene a circa sei-sette mesi nei maschi e a circa cinque-sei mesi nelle femmine. Il peso medio di un pollo ermellinato adulto va dai 3 ai 3,5 chilogrammi, mentre quello di una gallina ermellinata adulta va dai 2,2 ai 2,6 chilogrammi. Un pollo ermellinato ha a disposizione dalle 6 alle 8 galline, per garantire la giusta produzione di uova. I pulcini hanno un piumaggio giallo e un accrescimento piuttosto rapido, ben si prestano ad essere allevati in piccoli gruppi familiari. Le galline ermellinata di Rovigo depongono all’anno dalle 170 alle 190 uova, dal peso di circa 55-60 grammi e dal guscio rosato. Galline ermellinata di Rovigo: allevamento Sono di indole piuttosto tranquilla e hanno un’ottima attitudine al pascolo. Si adattano perfettamente ad un allevamento di tipo biologico, all’aria aperta e ad ambienti agrari diversi. Di costituzione robusta e forte, si adattano bene al clima tipico della loro regione, dagli inverni rigidi e dalle estati particolarmente calde e afose. Si trovano per la maggior parte nel territorio veneto, in particolare nella zona del Delta del Po. Sono animali perfetti per le fattorie o gli agriturismi autoproduttori di cibo, essendo versatili nella produzione. I polli sono ottimi sia cotti alla brace che arrosti, mentre i capponi sono utilizzati maggiormente per brodi e arrosti. Le galline sono ottime bollite o per il brodo, oltre che molto apprezzate per le loro uova. Se dovessimo nominare i difetti di questa razza, oltre alla forma del corpo piuttosto tozza e al piumaggio sottile, sono l’ossatura grossolana ed esile e la formazione comune di cuscinetti alle zampe, che potrebbero ospitare dannose infezioni parassitarie. La gallina ermellinata di Rovigo non è stata ancora inserita negli standard della F.I.A.V., Federazione Italiana delle Associazioni Avicole, ma è invece stata inclusa nel progetto CO.VA. della Regione Veneto, mirato alla salvaguardia, nonché alla Conservazione e alla Valorizzazione, delle razze avicole venete, riconoscendola come razza autoctona.
Sessaggio pulcini: come distinguere i maschi dalle femmine

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Sessaggio pulcini: come distinguere i maschi dalle femmine

il dic 24 2024
Distinguere i pulcini maschi dalle femmine non è una cosa così banale come si crede, anzi: tutt’altro. Per alcune razze risulta semplice già dalla nascita, perché il piumaggio si presenta da subito di colori diversi in base al sesso, ma per le più comuni non è così. Per chi alleva polli e galline in modo amatoriale o domestico, questa distinzione è sì importante ma non di vitale importanza: si pratica già dai primi giorni di vita del pulcino e serve per poter raggruppare i pulcini dalla nascita secondo lo stesso sesso, in modo da poterli accudire e farli crescere nel modo corretto, secondo le loro diverse esigenze.  Il sessaggio dei pulcini è una pratica che invece fa molto discutere nel caso in cui venga adoperata negli allevamenti intensivi. Le polemiche non sono poche quando si tratta di produzione industriale in allevamenti massivi avicoli o in pollicolture. I pulcini maschi sono ritenuti poco produttivi e meno redditizi della gallina, perché non danno uova e possono essere allevati esclusivamente per la produzione di carne. Per questo tendono ad essere divisi dalle femmine e fatti crescere separatamente, o nel peggiore dei casi, soppressi. Come sessare i pulcini: sarà un pulcino maschio o femmina? Ci sono vari metodi per scoprire la differenza tra pulcino maschio e femmina. Quello più conosciuto e comunemente praticato (almeno dagli anni Sessanta, quando negli allevamenti industriali è comparso per la prima volta il ruolo della “sessatrice di polli”) è scoprendo la cloaca del pulcino ed analizzando la membrana all’interno: se è presente un puntino si tratta di un pulcino maschio, altrimenti è una femmina. L’importante è che questa operazione si effettui nelle prime 36 ore di vita del piccolo, passate le quali non sarà più visibile il puntino caratterizzante il sesso. Questo metodo è stato scoperto nel 1933 da due allevatori giapponesi, ma non è il più preciso né l’unico conosciuto. Le eccezioni infatti sono molte: il sesso non è sempre così chiaramente distinguibile e di frequente può essere scambiato o non correttamente interpretato. Lasciando da parte eventuali esami del DNA, certamente più affidabili ma meno praticabili dai più inesperti, ed il metodo del Chicktester che consente il sessaggio tramite un esame endoscopico dell’animale, inserendo cioè un tubicino di vetro nel retto del pulcino per esaminare l’eventuale presenza di gonadi maschili, possiamo basare la distinzione del sesso con il metodo della misurazione delle penne remiganti. Le penne remiganti sono le penne “finali” dell’ala, quelle che servono agli uccelli per volare. Si dividono in primarie e secondarie, queste sono le più vicine al corpo, mentre le primarie sono quelle alle estremità dell’apertura alare. Questo metodo è il più utilizzato, il più facile da applicare ordinariamente anche ad una prima esperienza e, soprattutto, è il meno invasivo e doloroso per il piccolo animale. Non meno importante, è anche il metodo più preciso, con un margine di errore del solo 2%. La misurazione della lunghezza delle penne remiganti e delle piume nelle ali si può sperimentare nei 4-5 giorni di vita del pulcino. Consiste nello stendere ampiamente le piccole ali ed osservare la regolarità delle penne remiganti: se all’estremità è presente solo una riga di penne remiganti primarie e le piume sono tutte della stessa lunghezza, il pulcino sarà un maschio e diventerà un bel gallo! se invece la riga di penne remiganti non è regolare e le piume sono diverse in lunghezza, alcune più lunghe ed altre più corte, l’esemplare sarà una femmina, perciò una bella gallina! Un ultimo metodo, il più antico e tradizionale, casalingo e per questo decisamente meno sicuro fra tutti, è la valutazione della forma dell’uovo: se l’uovo ha una forma allungata dalla punta abbastanza accentuata, sarà con molta probabilità un pulcino maschio; se invece l’uovo presenta una forma più tondeggiante, di dimensioni più piccole e dalla punta più tozza, si tratterà di una futura gallina.
Galline New Hampshire: le caratteristiche e i consigli per allevarle

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Galline New Hampshire: le caratteristiche e i consigli per allevarle

il dic 24 2024
I polli razza New Hampshire sono originari statunitensi, nati intorno al 1910 nello stato del New Hamsphire, da cui prendono appunto il nome. Sono di medio-grandi dimensioni, di corporatura piuttosto robusta e compatta, dal portamento slanciato e dalla cresta semplice a cinque punte portata diritta sul capo con fierezza, in entrambi i sessi. Nel 1935 la gallina New Hampshire fu ammessa nell'American Standard of Perfection, considerata quindi 'la razza perfetta' secondo gli standard americani. Dalla duplice produttività, sia in termini di uova che di carne, la gallina New Hampshire è in grado di produrre circa 200-220 uova l'anno, anche durante i mesi invernali, sebbene non abbia però particolare attitudine alla cova. Le galline ovaiole razza New Hampshire sono oggi riconosciute come le classiche 'galline americane' per definizione. Ne esistono di due colorazioni: l'originale bruno-dorata e quella bianca. Vengono chiamate anche 'le rosse del New Hamsphire', perché discendono dalle sorelle Rhode Island Red, dal tipico piumaggio rosso. I coltivatori americani della zona del New Hampshire e del Massachusetts hanno cercato di ottenere nel tempo una razza dalla livrea più chiara, perché potesse essere distinta dalle altre, con delle caratteristiche prettamente redditizie, cioè robuste, dalla crescita veloce e dalla rapida produzione di uova. La loro diffusione iniziò nel dopoguerra anche in Europa, dove allevatori olandesi cercarono di ottenere una razza dal colore bruno-dorato blu, una terza varietà, dove il blu sostituiva il piumaggio nero dell'originale americana.  In Italia, il pollo New Hampshire venne importato successivamente, intorno al 1940, dove già la Rhode Island Red era molto conosciuta, sviluppata ed apprezzata. Intorno agli anni Sessanta, la Stazione Sperimentale di Pollicoltura di Rovigo utilizzò le galline New Hampshire e Sussex per dar vita alla sintetica veneta, l'Ermellinata di Rovigo. Galline New Hampshire: caratteristiche e allevamento Trattandosi di una tipica razza da reddito, ha un peso piuttosto consistente: gli esemplari maschi possono raggiungere quasi i 4 chilogrammi di peso, mentre le femmine vanno dai 2.5 ai 3 chilogrammi quasi. Nonostante la sua ricca produttività ovaiola, la razza del New Hampshire è un'ottima pascolatrice, adatta alla vita domestica all'aperto, dall'indole mite e tranquilla, vive senza problemi anche in uno spazio recintato, senza che il suo carattere tipicamente rustico ne possa risentire. Caratteristiche fisiche Ha una testa ed un collo mediamente lunghi, la cresta è semplice e rossa, come gli orecchioni e la faccia, e la mantellina è ricca ed arcuata. Gli occhi sono tondi e di un colore che va dal rosso all'arancione scuro, i bargigli sono larghi ed il becco è forte, mediamente lungo e di color avorio. Dalle forme arrotondate, ha il dorso largo, come il petto pieno e profondo, la coda è portata ben aperta e verso l'alto, anch'essa di media grandezza. Nel maschio è falciforme, dalle timoniere scure, larghe e ben allungate. Le zampe hanno quattro dita, sono muscolose ed evidenti, dai tarsi lunghi e dritti, di colore giallo e privi di piume. La pelle è di colore giallo ed il piumaggio è di penne larghe, portate aderenti al corpo, come le ali. Nel caso di allevamento domestico, per nulla industriale, la gallina New Hampshire sarà felice di poter crescere con un metodo detto 'free-range': altro non è che un pascolo all'aria aperta a bassa densità, cioè una gallina ogni 10 metri quadri e 4 galline per metro quadro in un pollaio chiuso. Con questo metodo di allevamento, il benessere dell'animale è messo in primo piano rispetto ai numeri della sua produttività. Purtroppo, in Italia non è ancora così diffuso, perché svantaggioso economicamente: rende infatti 10 volte meno rispetto all'intensivo (basti pensare che negli allevamenti intensivi, lo spazio dedicato ad una gallina in una gabbia è inferiore ad un foglio A4!). Alimentazione L'alimentazione delle galline New Hampshire in un contesto rustico e libero è di granaglie e farina di erba medica, oltre a tutto quello che possono trovare beccando in un campo d'erba fresca. Importante per la loro salute è avere acqua, mangimi e giacigli puliti, per evitare l'annidarsi ed il proliferare di batteri che possono comportare dannose malattie. E ovviamente una casetta a cui far ritorno la sera per passarvi la notte, basta un ricovero in legno fatto anche con materiali di recupero, purché assicuri loro la protezione da predatori, vento e umidità nei mesi più freddi.