Polli e Galline

Guida ai tipi di cresta di galli e galline

Polli e Galline

Guida ai tipi di cresta di galli e galline

il dic 31 2024
È forse la parte anatomica più caratteristica dei polli in generale. Stiamo parlando della cresta! Probabilmente i meno esperti di allevamento di avicoli avranno presente solo la classica cresta a lamina. In realtà, a seconda della specie o della selezione,la cresta di questi volatili da cortile può assumere diverse forme, più o meno diffuse e più o meno strane. Ecco perché abbiamo pensato di scrivere una breve guida ai tipi di cresta di galli e galline per saperli riconoscere e capire a quali razze possono appartenere. Da cosa dipende la forma della cresta di galline e galli? Le diverse sembianze che può assumere questa protuberanza carnosa dipendono ovviamente da fattori genetici, influenzati però anche dalla mano dell’uomo per mezzo dei vari incroci susseguitesi nel tempo tra diverse specie e selezioni. Cresta semplice   Iniziamo con la più conosciuta cresta semplice, per intenderci, quella a forma di lamina (piatta, eretta e col bordo seghettato). È un tipo di cresta che, in versione più o meno grande ed accentuata, accomuna la maggioranza delle specie di pollo (Rhode Island, Amrock, Faverolles, Nana Calzata, Chabo, Valdarno e Livorno ne sono solo alcuni esempi). Cresta Doppia o a Coppa   Questa tipologia di cresta è detta doppia proprio perché visivamente sembra che l’animale ne abbia 2 in testa. Considerando anche la parte concava che viene a crearsi nella parte centrale si può capire anche perché viene definita cresta a coppa. L’esempio nostrano più noto di cresta doppia appartiene a galli e galline di razza Siciliana, ma è possibile ricordare anche la Caumont. Cresta a cornetti   In questo caso la cresta assume la sembianza di un paio di corna che, a seconda della specie o dell’esemplare, possono essere poco o molto accentuate, protratte in avanti o verso l’alto, parallele o divergenti (a forma di V). Ne sono alcuni esempi le razza Polverara, Olandese ciuffata o la Breda. Cresta a Noce   L’esempio tipico di questo tipo di cresta ce lo fornisce la Moroseta. Una protuberanza posta appena sopra il becco che per forma (e nel caso specifico della Moroseta anche per colore) ricorda quello di una noce che spunta tra le piume. Cresta a Rosa   Tipo di cresta molto particolare la cui forma è data da numerosi piccoli cornetti ammassati tra loro che, a seconda di quanto sono pronunciati, ricordano proprio l’aspetto di un fiore (probabilmente anche per via della colorazione rossiccia). In alcuni casi, come nei polli Rosecomb Bantam, la cresta a rosa è accompagnata da protuberanze più allungate. Cresta a Pisello o a Baccello   Per alcuni aspetti assomiglia alla cresta a Noce, ma rispetto a questa ha una forma leggermente più allungata e curva, proprio come quella di un baccello. È possibile ritrovarla in specie come la Brahma o la combattente indiana Cornish.
Guida alle colorazioni del piumaggio dei polli

Polli e Galline

Guida alle colorazioni del piumaggio dei polli

il dic 31 2024
Dopo aver dedicato un intero articolo ai tipi di creste di galli e galline, abbiamo pensato di fare la stessa cosa anche a proposito del piumaggio (o per lo meno le varianti più note e comuni). L’obiettivo è quello di fornire alle persone meno esperte una piccola guida alle colorazioni del piumaggio dei polli, utile per orientarsi tra le diverse pigmentazioni, tra i disegni possibili delle piume e per associare, ad una certa denominazione, il tipo di piumaggio corrispondente. Colorazioni di base Iniziamo con le varianti di colore, che in molti casi possono anche contraddistinguere l’intera livrea di un esemplare. Molto diffusa è la colorazione bianca, riscontrabile in razze come quella Polverara, Moroseta, la Livorno ecc… Simile è anche la colorazione bianco columbia che contraddistingue la razza Brahma (il bianco è predominante, ma sono presenti dei ciuffi neri sul collo, sulla coda e sul bordo delle ali. Anche il nero è un colore molto presente (come ad esempio nella razza Polverara, nella Livorno o anche nella Valdarno). Spesso il piumaggio nero è “contaminato” da sfumature sul marrone o da riflessi verdi e blu scuri. Altra livrea abbastanza comune è quella fulva che caratterizza razze come l’ovaiola ibrida comune, la Cocincina, la Livorno ecc… Immancabile è anche la pigmentazione bruna. Concludiamo con la colorazione blu. Non si tratta di una vera e propria pigmentazione blu, quanto più di un grigio tendente al bluastro/viola. Si può ad esempio trovare il blu nella Cocincina Nana o nella razza Siciliana. Disegno della piuma e altre colorazioni In molti casi capita che la livrea di un gallo o di una gallina dipenda dall’accostamento di più colori. Basti pensare alla Brahma citata poco fa, ai galli collo oro (maschio di Olandese Nana), collo argento (gallo Livorno), ai polli Faverolles ecc... Diverso è il caso in cui una particolare livrea dipende dal disegno che contraddistingue le piume dell’animale. Un esempio di ciò è dato dalla livrea sparviero, che troviamo nella Amrock. Sulla piuma si alternano linee più scure ad altre più chiare (bianco, nero e grigio). Non per niente si è soliti chiamare questa variante anche come barrata. Altra alternativa è la cosiddetta millefiori. Nel complesso, l’effetto finale è quello di un piumaggio puntinato che per certi versi assomiglia a quello della livrea barrata, ma con un’alternanza di colori leggermente più casuale. Questa fantasia è dovuta al disegno paiettato che contraddistingue la stessa piuma e che spesso può alternare anche 3 colori diversi (bianco, nero e fulvo). Ne sono esempi la razza Amburgo, alcune selezioni della Chabo e della Nana Calzata. Passiamo infine alla piuma orlata (o pluriorlata), uno degli effetti più belli da vedere! Una serie di piccoli cerchi concentrici che, a seconda del contrasto dei colori, potrà apparire più o meno visibile. Questo piumaggio lo possiamo trovare nell’effetto salmonato della Faverolles (fulvo e bianco) o anche nella Sebright (bianco e nero o fulvo e nero).  
Come conservare le uova fresche di gallina

Polli e Galline

Come conservare le uova fresche di gallina

il dic 31 2024
Le uova sono senz’altro l’alimento più nutriente e più importante che le galline ci possono donare. Ma, per guastarle al meglio è necessario rispettare alcune regole per la loro conservazione: sia per evitare batteri, sia per contrastare la deperibilità. Proveremo quindi a fare chiarezza su come conservare le uova fresche di gallina. Conservazione delle uova: regole da seguire Allevare galline ovaiole significa disporre sempre di un buon numero di deliziose uova fresche. Per godere di una delle tantissime ricette che è possibile preparare con le uova fresche è necessario osservare poche e semplici regole utili a conservarle al meglio. Vediamo come conservare le uova. Controlla la loro superficie Se sei solito acquistare le uova presso un allevamento di galline ovaiole, assicurati sempre che queste siano tutte perfettamente integre. Sul guscio delle uova proliferano numerosi batteri come la salmonella, che non attendono altro che penetrare al loro interno attraverso crepe e fessure, anche di piccolissime dimensioni. Riponile le uova in frigo e nella loro confezione Per conservare le uova in frigo, ti converrà lasciarle nella loro confezione, in modo da evitare che assorbano gli odori esterni. Controlla sempre che la temperatura sia compresa tra 0 e 4 gradi, al fine di garantire una netta diminuzione dei rischi legati alla salmonellosi. Numerosi test scientifici hanno dimostrato come la refrigerazione possa influire positivamente sul valore biologico e gastronomico delle uova. La maggior parte dei batteri, infatti, tende a proliferare a temperature comprese tra 4 e 60 gradi. Produzione uova di gallina in proprio In ogni caso, sappi che le uova fresche di gallina non necessitano per forza di essere conservate in frigorifero! Questo perché, al momento della deposizione,  le uova sono perfettamente sterili. Se abbiamo la certezza che le galline che le hanno fatte sono animali sani, sapremo di conseguenza che il contenuto delle uova sarà sano, ma anche che il rischio di contaminazione del guscio esterno è alquanto remota. Discorso analogo potrebbe valere anche per le uova acquistate direttamente da un allevatore, ma se non abbiamo elementi sufficienti per essere sicuri dello stato di salute dell’animale sarebbe meglio usare il frigo. Detto ciò, se sei intenzionato a realizzare un allevamento tutto tuo, ti potrebbero interessare informazioni in più sull’alimentazione delle galline ovaiole e sul ciclo di produzione delle uova. Durata uova fresche di gallina Quanto durano le uova fresche di gallina? Chi è solito acquistare le uova presso un allevamento di galline ovaiole deve sapere che per assaporare il tipico sapore delle uova appena deposte dovrà consumarle entro i primi tre giorni, facendo molta attenzione ad evitar loro sbalzi termici e prediligendo una temperatura di conservazione inferiore ai 25 gradi. Pertanto, sarà opportuno evitare di conservare le uova nei pressi di fonti di calore e, nel caso di un estate particolarmente calda, sarà necessario riporle nel frigorifero. La durata delle uova fresche di gallina è di circa nove giorni, ma è possibile consumarle per ulteriori sette giorni senza temere alcunché. Consumare uova da allevamento galline ovaiole Chi ha la possibilità di acquistarle presso un'azienda agricola che si occupa della produzione di uova di gallina o di produrle nel proprio allevamento domestico, ha l'opportunità di consumare un prodotto dal valore biologico e nutritivo nettamente più elevato, senza dover temere nulla dal punto di vista della salute, a patto di ricordare sempre di rispettare le ovvie norme igieniche. Ricorda infatti che è consigliabile lavare sempre le mani dopo aver toccato il guscio delle uova. Se poi hai necessità di separare tuorlo dall’albume (per una carbonara o per delle meringhe ad esempio) prova ad usare strumenti appositi (più igienici) al posto del classico metodo del travaso continuo da una parte all’altra del guscio! Con questo metodo il contenuto dell’uovo verrebbe a contatto con il guscio, aumentando l’eventuale rischio contaminazione.  
Le galline non fanno uova? Ecco quali possono essere i motivi

Polli e Galline

Le galline non fanno uova? Ecco quali possono essere i motivi

il dic 31 2024
Un allevamento di galline ovaiole, come spiega il termine stesso, ha lo scopo principale di ottenere un buon quantitativo di uova da consumare a tavola. È possibile però che si presentino situazioni anomale, in cui ci sono galline che non fanno uova o che ne fanno in quantitativi inferiori al previsto. Il problema alla base può risiedere in vari fattori che andremo ad analizzare di seguito. Allevamento galline ovaiole e produzione uova Chiaramente non esiste un numero esatto di uova che devono essere prodotte. Normalmente si possono fare delle stime approssimative, basate principalmente sulla razza di una gallina e quindi sulla sua propensione naturale a deporre uova. Quando la produzione effettiva si allontana in modo considerevole dalle aspettative i dubbi sono legittimi e sensati. Ma allora quali possono essere i fattori che determinano tale problema? Quante uova fa una gallina? Sapere quante uova fa una gallina al giorno, o meglio ancora, all’anno può essere utile a stabilire se la produttività è standard o se risulta migliorata/peggiorata rispetto a quanto sperato (o anche rispetto alla deposizione precedente). Questa valutazione si rende necessaria anche per individuare e percepire alcuni stati di malessere e malnutrizione delle galline ovaiole che, in condizioni scadenti di salute, presentano una riduzione o addirittura una sospensione della deposizione. Una gallina solitamente produce un uovo al giorno, ma non necessariamente tutti i giorni o con cadenza costante. In alcuni rari casi, è possibile che un esemplare riesca a produrre 2 uova in un arco temporale di 24 ore, ma generalmente si assume che la deposizione avvenga tra 1 e 3 giorni. Meglio affidarsi alle stime annuali, quelle grazie alle quali è anche possibile determinare la maggiore o minore propensione di una razza. Tanto per intenderci, una produzione annuale di 200 uova è già un risultato più che buono. Leggi dal Blog “Galline ovaiole e cicli di produzione delle uova. Obiettivo: uova fresche e naturali!”. Cause mancata produzione uova gallina Fattori alimentari Una delle principali ragioni è di certo di origine alimentare. La produzione di uova infatti può essere limitata da carenze vitaminiche (scarsità di vitamina D e calcio, elementi indispensabili alla formazione del guscio). Inoltre va sempre ricordato che il tipo di alimentazione fornito alle galline ovaiole in fase di deposizione deve essere rapportato alle loro trasformate esigenze fisiche rispetto alla fase di riposo e di muta, per questo vanno sempre considerate delle integrazioni nutrizionali mirate. Scopri nel nostro Blog Cosa mangiano le galline ovaiole. Fattori climatici o stagionali La deposizione di uova è regolata anche dalla quantità di luce solare legata alle stagioni (che influenzano anch’esse il rilascio di vitamina D) e dalla fase di muta. La produzione di uova non può avvenire in corrispondenza della muta, ovvero del rinnovo del piumaggio, perché il corpo e le sostanze nutritive immesse con l'alimentazione, sono direttamente impiegate per questo fenomeno. Non per niente, molti allevatori studiano la prima muta annuale anche per determinare la propensione a produrre uova. Una gallina che fa la muta precocemente (luglio o agosto) subisce solitamente un periodo di inattività dalla deposizione più lungo (circa 4 mesi). Mentre ad una muta avvenuta tra settembre e ottobre corrisponderebbe un’inattività inferiore. Fattori ambientali Le galline non fanno uova anche quando si ritrovano in una situazione ambientale nuova. Il tempo necessario all'adattamento al nuovo pollaio per galline ovaiole induce un ritardo della produzione di uova, con conseguente slittamento della fase di deposizione. A tal proposito, leggi dal Blog Come allestire un pollaio e quali accessori servono. Fattori fisiologici legati all’età della gallina Non va infine dimenticato che pure l'età influenza la deposizione, perché sia galline troppo giovani che galline troppo anziane tendono a non produrre uova o a produrne molto poche. Nel primo caso, le galline troppo giovani non si trovano ancora in un'adeguata fase di maturità fisica e sessuale che consenta loro di produrre uova. Mentre nel secondo caso, le galline troppo anziane non hanno più le risorse energetiche e fisiologiche sufficienti a garantire una produzione adeguata di uova.
Qual è la differenza tra pollo e gallina? Fasi di sviluppo dei nostri amici avicoli

Polli e Galline

Qual è la differenza tra pollo e gallina? Fasi di sviluppo dei nostri amici avicoli

il dic 31 2024
Molto spesso si parla indifferentemente di pollo e gallina, pensando siano la stessa cosa e che i 2 termini possano essere usati come sinonimi. In realtà esiste una precisa differenza tra gallina e pollo, così come tra pollo, pollastro, pulcino ecc… Le differenze tra tutte queste diciture dipendono in parte dallo scopo dell’allevamento, ma anche dall’età dell’animale. Vediamo di fare un po’ di chiarezza con questo articolo. Differenza tra pollo e gallo o gallina La primaria differenza tra pollo e gallina è che, nonostante entrambi siano volatili da cortile della stessa specie, il primo è un animale allevato per la produzione di carne, il secondo è impiegato principalmente per la produzione di uova. Dopodiché la distinzione è basata anche sull’età dell’animale, ma questo discorso lo approfondiremo più tardi. E' superfluo, ma doveroso, sottolineare che lo stesso discorso vale anche per spiegare la differenza tra gallo e pollo. La diversità riguarda sempre l'età e la finalità dell’allevamento (nel caso del gallo non si tratterà di produzione di uova, ma di fecondazione). Il fatto che per entrambi si usi la nomenclatura al maschile non deve trarre in inganno: il termine 'pollo' a volte viene usato per riferirsi sia alle femmine che ai maschi, in altri casi si tende a fare una distinzione usando la parola 'polli' per i maschi e 'pollastre' per le femmine. Fasi sviluppo pulcino Come anticipato prima, la distinzione tra gallina (o gallo) e pollo dipende anche dall’età dell’esemplare. Le fasi di crescita di questi volatili seguono uno schema preciso che, ai fini dell’allevamento,  si identifica con il seguente: pulcino, pollastro, pollo, gallo e gallina. Pulcino e pollastro La prima fase di vita del volatile, ovviamente, corrisponde allo stadio di pulcino. Prima di passare allo stadio successivo, un pulcino dovrà subire varie mutazioni fisiche: accrescimento dello scheletro e della muscolatura, perdita del piumino e progressivo passaggio alla livrea adulta. Dalla schiusa delle uova allo stadio di adulto passano circa 20 settimane. Ad ogni modo, i tempi di sviluppo effettivi del singolo volatile possono dipendere anche dalla razza. Può interessarti anche il nostro articolo che parla di Cosa mangiano i pulcini appena nati! I pulcini sono dotati di un piumaggio provvisorio che viene definito piumino e non rispecchia quello dell'adulto. Più o meno dopo 5 o 6 settimane dalla nascita, il piumino viene perso e sostituito da un piumaggio cosiddetto giovanile, anch’esso diverso da quello definitivo del volatile. In questa fase il volatile viene considerato un pollastro. Polli e pollastre Passati 6 mesi circa dalla nascita, si ha lo stadio di pollo e pollastra (il termine al femminile è in alcuni casi usato per indicare la fase di sviluppo precedente). In questa fase l’animale non ha ancora raggiunto la maturità sessuale. Nel caso delle femmine non vi è ancora stata deposizione di uova. Galli e galline È in sostanza la maturità sessuale non ancora avvenuta che permette (oltre allo scopo dell’allevamento) di distinguere i polli da galli e galline! Con la prima deposizione e la prima riproduzione gallina e gallo saranno definitivamente tali. Se desideri informazioni in più, leggi il nostro articolo che spiega lo sviluppo dei Polli da piccoli a grandi in 20 settimane.
Sabato 16 e Domenica 17 2017 - XXIV° Campionati Italiani di Avicoltura

Polli e Galline

Sabato 16 e Domenica 17 2017 - XXIV° Campionati Italiani di Avicoltura

il dic 24 2024
Ricordiamo a tutti i Nostri Clienti e gli Appassionati Avicoli che ci seguono che sabato e domenica (16/17-12-2017) ci saranno i XXIV° Campionati Italiani di Avicoltura. Questo appuntamento è molto interessante in quanto ci saranno in gara ben 673 soggetti che rappresenteranno 66 razze avicole. Oltre a poter visionare moltissime razze si potranno osservare i migliori soggetti presenti nel territorio Italiano. Tra questi ci saranno i soggetti migliori che diventeranno appunto Campioni Italiani. Noi ci saremo in quanto è sicuramente un ottimo appuntamento per chiuque ami questi animali. Per noi sarà un'ottima occasione per vedere da vicino molti animali che non abbiamo mai osservato da vicino. Invitiamo tutti gli amanti di questi splendidi animali a seguirici in quel di Trento per passare un'ottima giornata in compagnia di splendidi galli e galline allevati dai migliori allevatori d'Italia. In esposizione troverete: Cemani Yokohama Cocincina Brahma Orpington Autralorp Amrocks Sussex Faverolles Faverolles Tedesca Marans Wyandotte Barneveld Arricciata Araucana Vorwerk Ancona Livorno Rubusta Maculata Valdarno Italiana Leghorn Lakenfeld Appenzel con Ciuffo Moroseta Moroseta con Barba Padovana Polverara Bantam Sebright Barbuta d'Anversa Barbuta di Watermael Nana Calzata Olandese Nana Serama Chabo Cocincina Nana Cocincina Nana Riccia Asyl Nana Combattente Indiano Nano Combattente Inglese Antico Nano Combattente Inglese Moderno Nano Ko Shamo Orloff Nana Twente Nana Phoenix Nana Faverolles Tedesca Nana Wyandotte Nana Sulmital Nana Vorwerk Nana Andalusa Nana Ancona Nana Livorno Nana Padovana Nana Padovana Nana Riccia Olandese con Ciuffo Nana Olandese con Ciuffo Nana Riccia Moroseta Nana Amburgo Nana Araucana Nana Arricciata Nana
Come nascono i pulcini di gallina? Dalla fecondazione alla schiusa

Polli e Galline

Come nascono i pulcini di gallina? Dalla fecondazione alla schiusa

il dic 24 2024
Una delle esperienze in assoluto più belle per un allevatore avicolo è la riproduzione. Vedere i piccoli pulcini che, a colpi di becco, si fanno strada nel mondo è un evento sempre emozionante. Per arrivare a tale risultato è fondamentale che l’allevatore conosca bene l’intero processo di riproduzione, soprattutto quando, in assenza di una chioccia, è richiesto l’ausilio di un’incubatrice. Ecco come nascono i pulcini! Fecondazione uova gallina La prima fase per la nascita dei pulcini è la fecondazione delle uova di gallina. Ovviamente per questa azione è necessaria la presenza di almeno un gallo che con l’atto riproduttivo in sé (in gergo si dice che il maschio copre la femmina) fornirà il suo sperma alla gallina. Scopri anche “A cosa serve 1 gallo nel pollaio? Convivenza tra sessi e riproduzione”. In questa fase l’uovo è ancora privo del classico guscio rigido e ciò permette all’uovo stesso di entrare in contatto con lo sperma e di dare avvio alla fecondazione (l’uovo è permeabile agli spermatozoi). Questo secondo processo durerà all’incirca 24 ore e si concluderà con la deposizione dello stesso dentro uno dei nidi per pollaio. Per favorire la deposizione delle uova all’interno del nido artificiale da parte delle galline è opportuno allestire lo stesso per bene, adagiando della paglia sul fondo. Potrebbe anche capitare che qualche gallina deponga in un altro posto, ma se affrontiamo il problema per tempo possiamo invogliarla e abituarla ad usare il nido. Come covare le uova? Come abbiamo affermato già varie volte in questo Blog, la propensione della galline alla cova non è cosa scontata e può dipendere da vari fattori tra cui la razza. Questa cosa ci mette di fronte a 3 possibili scenari diversi: la gallina che ha deposto inizia a covare; la gallina non cova, ma possiamo comunque contare su un’altra chioccia (esemplare propenso alla cova); non avendo femmine che possano covare, dobbiamo ripiegare su un’incubatrice per uova di gallina. Leggi anche dal nostro Blog “Come incubare uova di gallina: procedura e tempistiche”. Nel caso volessimo provare con una cova naturale, possiamo “invogliare” chi ha deposto l’uovo lasciando lo stesso dentro uno degli appositi nidi per galline ovaiole inseriti nel pollaio. Se la cova avviene come dovrebbe, la gallina provvederà ad accudire le uova ininterrottamente per tutte le 3 settimane necessarie allo sviluppo del pulcino. Provvederà anche a girare e spostare le uova di tanto in tanto per garantire che tutte vengano scaldate in modo uniforme. Si assenterà solo il minimo indispensabile per poter bere e mangiare. Sviluppo embrionale pulcino Conoscere come avviene lo sviluppo di un embrione-pulcino è molto importante, soprattutto nel caso in cui si stia usando un’incubatrice. In base alle varie fasi di sviluppo ci saranno alcune operazioni da svolgere: capire entro quanto inserire le uova, quando girarle, quando rimuovere il loro supporto di sostegno ecc… È altrettanto importante poi verificare che l’uovo sia effettivamente fecondo e che l’embrione sia vivo. Per fare questo si procede con la speratura di un embrione di pulcino: utilizzando una lampada apposita si verifica il contenuto dell’uovo e come questo si sviluppa. Per quanto riguarda lo sviluppo dell’embrione: subito dopo la fecondazione, le cellule cominciano già ad organizzarsi, mostrando una testa e una colonna vertebrale abbozzate; nei giorni successivi, fino al 4^, si formeranno anche il sistema vascolare e tutti gli organi vitali; dal 7^ giorno cominciano anche a vedersi ali e zampe; a 10 giorni ecco che fanno comparsa le prime piume e il becco comincia ad inspessirsi; con il 14^ giorno si sviluppano anche gli artigli; il pulcino continua a svilupparsi fino al 20^ giorno, quando cioè inizierà a beccare il guscio per rompere l’uovo ed uscire; il pulcino può impiegare anche un giorno intero per liberarsi completamente dal guscio.
Quanto vive una gallina? Aspettativa di vita e produzione di uova

Polli e Galline

Quanto vive una gallina? Aspettativa di vita e produzione di uova

il dic 24 2024
Le galline, fin dai tempi antichi, sono parte della nostra storia e vengono tutt’ora allevate principalmente per la produzione di carne e di uova, ma possono essere allevate anche come animali ornamentali o da compagnia. Sapere cose come caratteristiche, attitudini o alimentazione può essere estremamente utile per un allevatore. Così come può essere importante conoscere l’aspettativa di vita di una gallina, in modo da regolare di conseguenza l’intero allevamento! Aspettativa vita gallina Ma una gallina quanto vive? Ovviamente, sono tante le variabili che possono influire sull’aspettativa di vita dei nostri amici volatili: razza, adattamento all’ambiente, igiene e salubrità del luogo in cui vive, temperature, rapporto con i simili, condizioni di allevamento ecc… Ad ogni modo, la vita media di una gallina si aggira attorno ai 10 anni circa. Anche se non è poi così tanto raro sentir parlare di avicoli vissuti anche 15 o quasi 20 anni. Vita media gallina ovaiola Le galline dette “ovaiole”, vengono chiamate così proprio in virtù della loro propensione a deporre un elevato numero di uova. Ogni gallina ovaiola depone in media quasi un uovo al giorno (raramente più di uno) per un totale annuo che si può aggirare attorno alle 300 uova. Subiscono un calo di produzione quando la temperatura esterna diventa molto fredda o molto calda, per riprendere poi un ritmo abituale in primavera. Scopri nel nostro Blog “Le migliori razze di galline ovaiole secondo il Verde Mondo”. Quanto vive una gallina ovaiola? L’aspettativa di vita della gallina ovaiola, in base alla razza, va da 5 ad 11 anni. Nell’arco di questo periodo quindi, deporranno una grande quantità di ottime uova fresche. La capacità di deposizione di una gallina ovaiola però, raggiunge il suo picco all’età di 12 mesi. Da quel momento in poi le prestazioni diminuiranno gradualmente con il passare degli anni. Gallina-vita media e organizzazione dell’allevamento Ma oltre che per semplice cultura personale, per quale motivo può essere importante sapere quanto vivono le galline? Prendiamo ad esempio il caso di un allevamento finalizzato alla produzione di uova. Conoscere l’aspettativa di vita e il periodo di potenziale fertilità è estremamente utile per calcolare all’incirca quante uova si possono ottenere, prevedere cali di produzione e capire se e quando procurarsi delle nuove ovaiole. A tal proposito, leggi anche “Galline ovaiole e cicli di produzione delle uova. Obiettivo: uova fresche e naturali!”. E una volta concluso il ciclo di produzione delle uova? Una gallina non fertile può ancora dare il suo contributo? La risposta potrebbe essere affermativa! Se il nostro allevamento è finalizzato alla riproduzione, un esemplare che ha ormai concluso il suo ciclo riproduttivo, potrebbe darsi ancora da fare nella cova. Una gallina con una buona propensione alla cova potrebbe (anche spontaneamente) rendersi disponibile come chioccia sostitutiva, facilitando la gestione delle uova feconde.
Malattie alle zampe delle galline: quali sono e come curarle

Polli e Galline

Malattie alle zampe delle galline: quali sono e come curarle

il dic 24 2024
Quando si pensa al pollaio da giardino, si fatica a credere che galline e polli siano animali fragili. Siamo abituati a vederli in libertà, beccare vermi dall’erba, sostare sulla paglia senza troppi fastidi, dando l’idea che non abbiano bisogno di molte cure. In realtà, c’è da tenere a mente che sono animali piuttosto delicati, vanno preservati dalle temperature troppo alte o troppo basse, ma soprattutto necessitano di un ricovero pulito e di una corretta e completa alimentazione. Se manca l’attenzione a uno di questi fattori è facile che si verifichino malattie degenerative e patologie invalidanti, che possono portare anche alla soppressione dell’animale. Malattie alle zampe dei polli: acari, parassiti e rogna La più frequente malattia delle zampe dei polli è una malattia parassitaria, chiamata rogna. La rogna è causata dal proliferare sottocutaneo di un acaro, simile a quello della scabbia nell’uomo, che attecchisce nella profondità dell’epidermide delle zampe dell’animale e si riproduce molto velocemente, provocando l’indurimento delle dita, dermatiti, scaglie bianche e croste che, se non curate nel modo e nei tempi corretti, possono provocare ferite, sanguinamenti e conseguenti infezioni. Nell’animale che contrae questa malattia si manifesterà prurito, nervosismo, inappetenza con conseguente dimagrimento e piumaggio scomposto, ma soprattutto una maggior staticità nei movimenti. L’indurimento e l’ispessimento della pelle delle zampe porterà difficoltà a muoversi e si noterà che l’animale stazionerà con molta più frequenza in superfici piane, evitando posatoi, pioli o rami d’albero dove sostare. La causa del proliferare dell’acaro della rogna è principalmente la scarsa igiene. L’importanza di tenere pulito il ricovero degli animali è fondamentale per la prevenzione dello svilupparsi di acari e parassiti. Si consiglia di pulire spesso la lettiera ed il ricovero con un’idropulitrice a vapore e di spostare regolarmente le mangiatoie e gli abbeveratoi, favorendo allo stesso tempo la diversificazione dell’area di pascolo. Galline e polli risentono molto dello sbalzo delle temperature e delle correnti d’aria. Nel periodo estivo, ad esempio, si abbassano le loro difese immunitarie a causa delle temperature elevate e si rendono quindi più sensibili agli attacchi di parassiti e acari. Nelle stagioni intermedie, primaverili e autunnali, sarebbe buona norma sistemare il loro ricovero: oltre al mantenimento di un’adeguata pulizia, hanno bisogno di una tettoria coperta in tre lati, posatoi di varie dimensioni per favorire appoggi diversi e della paglia asciutta su cui riposare o covare in tranquillità. Come curare la rogna delle zampe delle galline Le malattie alle zampe dei polli si possono curare per tempo, grazie all’utilizzo di pomate antibiotiche o all’applicazione di qualche goccia di antiparassitario ad uso avicolo nella parte interessata, massaggiando fino all’assorbimento. Questo procedimento è da farsi 2 o 3 volte ogni quindici giorni. È importante ammorbidire e mantenere morbida la cute di zampe e dita, applicando unguenti o creme a base di paraffina. In caso di miglioramento si noterà che le scaglie formatesi sulle zampe cadranno da sole o si riusciranno ad asportare con molta facilità, senza ad esempio l’uso di forbici o lame. Se non si notano miglioramenti, è possibile ripetere il ciclo di cura. La rogna è una malattia specifica degli uccelli e non è trasmissibile all’uomo, ma è ovviamente sempre consigliabile l’uso di guanti in lattice quando ci si approccia all’animale e alle sue ferite. Galline dalle zampe gonfie: Pododermatite e Ipercheratosi Altre due malattie che si possono riscontrare alle zampe delle galline sono la pododermatite e la ipercheratosi, quest’ultima molto più frequente su animali anziani. La pododermatite è frequente su polli e tacchini da allevamento intensivo. Si tratta di un processo infiammatorio della superficie plantare del piede. Le cause sono carenza di vitamina A, obesità, posatoi inadeguati, punture d’insetti e infezioni batteriche o parassitarie. Anche per la prevenzione di questa malattia è di fondamentale importanza l’igiene, come la diversificazione dei posatoi nelle dimensioni per favorire la corretta circolazione del sangue. Per la cura, si dovranno utilizzare pomate antibiotiche e l’integrazione di vitamina A nell’alimentazione. L’ipercheratosi invece è molto più frequente nella fase della vecchiaia dell’animale. Si tratta di una produzione abnorme di pelle, quindi di cheratina, nella zona del tarso e metatarso della zampa, cioè nella parte pigmentata. Le cause sono dovute alla vecchiaia appunto, allo scarso movimento e alla carenza di vitamina A. Anche in questo caso si può curare la zona con pomate emollienti e antibiotiche, e solo successivamente all’eventuale esportazione della pelle.
Sessaggio pulcini: come distinguere i maschi dalle femmine

Polli e Galline

Sessaggio pulcini: come distinguere i maschi dalle femmine

il dic 24 2024
Distinguere i pulcini maschi dalle femmine non è una cosa così banale come si crede, anzi: tutt’altro. Per alcune razze risulta semplice già dalla nascita, perché il piumaggio si presenta da subito di colori diversi in base al sesso, ma per le più comuni non è così. Per chi alleva polli e galline in modo amatoriale o domestico, questa distinzione è sì importante ma non di vitale importanza: si pratica già dai primi giorni di vita del pulcino e serve per poter raggruppare i pulcini dalla nascita secondo lo stesso sesso, in modo da poterli accudire e farli crescere nel modo corretto, secondo le loro diverse esigenze.  Il sessaggio dei pulcini è una pratica che invece fa molto discutere nel caso in cui venga adoperata negli allevamenti intensivi. Le polemiche non sono poche quando si tratta di produzione industriale in allevamenti massivi avicoli o in pollicolture. I pulcini maschi sono ritenuti poco produttivi e meno redditizi della gallina, perché non danno uova e possono essere allevati esclusivamente per la produzione di carne. Per questo tendono ad essere divisi dalle femmine e fatti crescere separatamente, o nel peggiore dei casi, soppressi. Come sessare i pulcini: sarà un pulcino maschio o femmina? Ci sono vari metodi per scoprire la differenza tra pulcino maschio e femmina. Quello più conosciuto e comunemente praticato (almeno dagli anni Sessanta, quando negli allevamenti industriali è comparso per la prima volta il ruolo della “sessatrice di polli”) è scoprendo la cloaca del pulcino ed analizzando la membrana all’interno: se è presente un puntino si tratta di un pulcino maschio, altrimenti è una femmina. L’importante è che questa operazione si effettui nelle prime 36 ore di vita del piccolo, passate le quali non sarà più visibile il puntino caratterizzante il sesso. Questo metodo è stato scoperto nel 1933 da due allevatori giapponesi, ma non è il più preciso né l’unico conosciuto. Le eccezioni infatti sono molte: il sesso non è sempre così chiaramente distinguibile e di frequente può essere scambiato o non correttamente interpretato. Lasciando da parte eventuali esami del DNA, certamente più affidabili ma meno praticabili dai più inesperti, ed il metodo del Chicktester che consente il sessaggio tramite un esame endoscopico dell’animale, inserendo cioè un tubicino di vetro nel retto del pulcino per esaminare l’eventuale presenza di gonadi maschili, possiamo basare la distinzione del sesso con il metodo della misurazione delle penne remiganti. Le penne remiganti sono le penne “finali” dell’ala, quelle che servono agli uccelli per volare. Si dividono in primarie e secondarie, queste sono le più vicine al corpo, mentre le primarie sono quelle alle estremità dell’apertura alare. Questo metodo è il più utilizzato, il più facile da applicare ordinariamente anche ad una prima esperienza e, soprattutto, è il meno invasivo e doloroso per il piccolo animale. Non meno importante, è anche il metodo più preciso, con un margine di errore del solo 2%. La misurazione della lunghezza delle penne remiganti e delle piume nelle ali si può sperimentare nei 4-5 giorni di vita del pulcino. Consiste nello stendere ampiamente le piccole ali ed osservare la regolarità delle penne remiganti: se all’estremità è presente solo una riga di penne remiganti primarie e le piume sono tutte della stessa lunghezza, il pulcino sarà un maschio e diventerà un bel gallo! se invece la riga di penne remiganti non è regolare e le piume sono diverse in lunghezza, alcune più lunghe ed altre più corte, l’esemplare sarà una femmina, perciò una bella gallina! Un ultimo metodo, il più antico e tradizionale, casalingo e per questo decisamente meno sicuro fra tutti, è la valutazione della forma dell’uovo: se l’uovo ha una forma allungata dalla punta abbastanza accentuata, sarà con molta probabilità un pulcino maschio; se invece l’uovo presenta una forma più tondeggiante, di dimensioni più piccole e dalla punta più tozza, si tratterà di una futura gallina.
Gallo che canta di notte: i possibili motivi

Polli e Galline

Gallo che canta di notte: i possibili motivi

il dic 23 2024
Il canto del gallo di notte è un comportamento intrigante che può essere influenzato da una varietà di fattori biologici, ambientali e sociali. In molte culture e tradizioni, il gallo è associato al sorgere del sole e al nuovo giorno che inizia, ma ciò non gli impedisce di cantare anche durante le ore notturne. Perché il gallo canta la notte Ecco alcuni motivi che potrebbero spiegare questo comportamento: Territorialità e dominanza: i galli sono animali territoriali e il loro canto può servire a marcare il loro territorio e a comunicare la loro presenza ad altri galli nelle vicinanze. Cantare di notte potrebbe essere un modo per rafforzare la loro posizione dominante nel gruppo. Segnalazione di pericolo: i galli sono anche guardiani del pollaio ed emettono suoni di allarme in risposta a potenziali minacce, come predatori o intrusi. Cantare di notte potrebbe essere un modo per avvisare gli altri membri del gruppo di un pericolo imminente. Richiamo sessuale: il canto del gallo è una parte importante del corteggiamento nei confronti delle galline. Cantare di notte potrebbe essere un tentativo di attrarre le femmine o di stabilire il proprio status dominante all'interno del gruppo. Risposta agli stimoli ambientali: i galli sono sensibili agli stimoli esterni, come la luce e i rumori. Cambiamenti improvvisi nell'ambiente, come luci artificiali o rumori notturni, potrebbero stimolare il gallo a cantare anche durante le ore più buie. Disturbi nel ritmo circadiano: alcuni galli potrebbero avere disturbi nel loro ritmo circadiano, il che potrebbe farli cantare in momenti inattesi, inclusa la notte. Questo potrebbe essere dovuto a fattori genetici, ambientali o di stress. Condizioni ambientali: le condizioni meteorologiche e ambientali, come cambiamenti nella temperatura o nell'umidità, potrebbero influenzare il comportamento dei galli. Ad esempio, alcune ricerche suggeriscono che i galli possano cantare di più durante le notti di luna piena. Abitudine individuale: come per molti animali, i galli possono sviluppare abitudini individuali basate sulla loro storia di vita e sull'ambiente in cui vivono. Alcuni galli potrebbero aver imparato a cantare di notte per ragioni specifiche legate alle loro esperienze personali. Il canto notturno dei galli è dunque un comportamento complesso, che può essere influenzato da una combinazione di fattori biologici, ambientali e sociali. Studiare questo fenomeno può fornire preziose informazioni sulla biologia e sul comportamento di queste affascinanti creature. Tu hai mai sentito il gallo cantare durante la notte? Oppure conosci altri motivi che potrebbero influenzare questo comportamento? Scrivicelo nei commenti!