Avicoli da Cortile

Allevare Anatre

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Allevare Anatre

il dic 20 2024
Allevare anatre è molto più semplice che tenere dei polli o galline, questo perché le esigenze di vita delle anatre sono molto più primitive di quelle dei polli. Infatti non c’è bisogno di creare degli alloggiamenti per la cova delle uova o delle desdene dove andranno a dormire. Oltre ad uno stagno sarebbe sufficiente una casetta asciutta contenente unicamente della paglia. L’alloggio deve solo essere chiuso e asciutto per tenerle al riparo da agenti atmosferici e dagli animali predatori. Le anatre, come i polli, producono uova. A differenza loro però le uova sono più grandi e sostanziose. Il rovescio della medaglia è che le loro uova si conservano molto meno a lungo, in più bisogna stare molto attenti a dove le depongono. Infatti le uova d’anatra sono porose, questo significa che se sono lasciate in un acquitrino, l’acqua sporca entrerà all’interno dell’uovo o lo renderà sporco. Per risolvere questo problema potreste lascarle rinchiuse nella loro casetta fino alla tarda mattinata. Infatti le anatre depongono le uova nelle prime ore del giorno, in questo modo se l’uovo è deposto all’asciutto nella paglia non ci sono problemi che entrino impurità al suo interno. Per quanto riguarda la loro alimentazione dovete sapere che sono molto voraci, la cosa positiva è che questi animali possono accontentarsi di sola erba fresca. Potrebbe quindi essere utile lasciarle razzolare in giardino, in questo modo avranno tuta l’erba che gli serve, in più si ciberanno delle fastidiosissime lumache e chiocce che di solito divorano fiori e piantine di verdura. Anche se hanno una dieta semplice è comunque sempre consigliato spezzare la loro dieta, soprattutto la sera e la mattina, con dei cereali. Se poi avete un orto mangeranno molto volentieri scarti di ortaggi e verdure, importante è che non le facciate razzolare nell’orto. Potreste trovarvi in breve tempo senza raccolto per voi. Per quanto riguarda la riproduzione questi animali si riproducono facilmente, è indispensabile però che abbiate una chioccia che covi le uova, in quanto non è detto che tutte le mamme facciano attività di cova. Quando i piccoli saranno nati assicuratevi che non entrino in acqua prima delle quattro settimane di vita, in quanto è possibile che le piume non siano ancora idro-repellenti, per questo motivo potrebbero anche affogare. Tutto sommato allevare questa tipologia di animali è una cosa semplice che da risultati dal punto di vista della produzione delle uova interessanti. Quindi avreste dei buoni motivi per allevarle ed amarle.
Allevare Oche...Consigli utili su come fare!!!!

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Allevare Oche...Consigli utili su come fare!!!!

il dic 20 2024
Per allevare oche non sono necessari molti equipaggiamenti e non sono difficili da tenere.  Le oche infatti, come le anatre non hanno bisogno di particolari alloggi per poter vivere in serenità e sicurezza. È sufficiente procurare loro un ambiente riparato con tetto e pavimento, è chiaro che questo riparo deve essere sicuro dagli animali che volessero attaccarle, come le volpi e le poiane. Quindi dotarsi eventualmente di un pollaio in legno potrebbe essere la scelta giusta. Oltre che per la carne, che risulta essere ottima, possono essere allevate per le loro uova, le quali sono più grandi e sostanziose di quelle delle galline e delle oche. Producono all’incirca un centinaio di uova all’anno. Questo animale ha una caratteristica importante che può essere considerata uno svantaggio o uno svantaggio, dipende dai vari punti di vista. Infatti le oche sono molto rumorose e aggressive, per questo motivo sono considerate delle ottime guardiane. Importante se deciderete di tenere delle oche è che dovete sin da subito chiarire chi è il capo. Questo animale può facilmente caricare chiunque entri nel suo territorio o che non venga visto come un essere superiore. Nel caso di attacco da questo animale è necessario afferrarlo per il collo. Non è una cosa semplice, ma è l’unica cosa che può renderlo inoffensivo. Per quanto riguarda l’alimentazione questi animali prediligono l’erba. Oltre a questo la loro dieta può essere integrata con dei cereali. Cosa fondamentale, come per tutti gli altri animali da cortile, è fornire loro sempre acqua pulita. Nel caso delle oche bisogna che l’acqua sia abbondante e che il loro abbeveratoio sia profondo in quanto adorano immergere la testa completamente sotto all’acqua. La riproduzione non è semplice nelle battute iniziali, infatti queste bestie sono molto selettive, ma una volta che si saranno accoppiati i due animali rimarranno insieme per tutta la vita. Una femmine può fare fino a venti uova, anche se non tutte si schiuderanno. Come le anatre sono delle pessime madri, quindi sarebbe preferibile disporre di una chioccia. Nella fase di cova bisogna aiutare le uova alla schiusa bagnando l’uovo. Visto che ci impiega quattro settimane a schiudersi nell’ultima settimana bisogna assicurarsi che siano sempre bagnate. Inoltre è necessario giare le uova per evitare deposizioni. Cosa importante da considerare nel periodo di cova è quella stare attenti all’esemplare maschio, il quale può rivelarsi particolarmente aggressivo. Una volta nati i pulcini possono essere nutriti con pane e latte. Se foste decisi ad allevare questi esemplari non vi servono dunque particolari attrezzature o abilità, potrebbe essere sufficiente un pollaio in legno, sarà poi necessario un po’ del vostro tempo e tanta passione e amore.
Allevare Tacchini: Brevi cenni e consigli

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Allevare Tacchini: Brevi cenni e consigli

il dic 20 2024
L’allevamento dei tacchini rispetto a quello delle galline è molto meno praticato perché sono più difficili da allevare. Per quanto riguarda il loro alloggiamento potrebbe andar bene un pollaio per galline anche se i tacchini sono molto più grandi. Infatti gradiscono la presenza di posatoi, anche se bisogna assicurarsi che siano sufficientemente robusti per sostenere il loro peso. Se aveste la possibilità di lasciarli al pascolo tutto il giorno sarebbe comunque la cosa migliore. La cosa fondamentale da fare quando si allevano questi animali è quella di tenerli lontani dalle galline. Infatti i tacchini, se vengono a contatto con dei polli, possono essere  soggetti a contrarre una malattia (enteroepatite) molto grave. Importante sarà dunque acquistare mangimi che contengono l’antibiotico per combattere questa malattia. L’alimentazione di questi animali è in tutto simile a quella delle galline. Mangiano praticamente di tutto. Far riprodurre questi animali è piuttosto difficile in quanto le loro grandi dimensioni portano l’animale a rompere le uova. Quindi per la loro riproduzione è importante avere una chioccia o un’incubatrice.
Come allevare il fagiano dorato

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Come allevare il fagiano dorato

il dic 20 2024
Il fagiano dorato è una specie ornamentale molto pregiata per via della variopinta livrea del maschio. Che vogliate allevarlo all’aperto o in una voliera, vi proporremo qualche informazione fondamentale per prendervene cura, comprese alcune indicazioni sull’alimentazione e la riproduzione. Origini e habitat del fagiano dorato Il fagiano dorato è una specie che a partire dal sud ovest della Cina si è diffuso anche nel resto del mondo. Grazie al piumaggio colorato è diventato una razza ornamentale molto ricercata. È un animale che solitamente preferisce vivere in ambienti collinari ricchi di arbusti, ma che sa adattarsi anche ad aree di sottobosco e a temperature più rigide. Piumaggio e altre caratteristiche fisiche Il suo nome già la dice lunga sulle peculiarità fisiche del fagiano. La caratteristica principale infatti è il piumaggio della testa e della nuca nel maschio adulto: lucido, di color giallo-aranciato, dorato per l’appunto! Queste penne poi ricoprono un ruolo importante in fase di corteggiamento in quanto vengono sollevate per attirare l’attenzione della femmina. Spiccano anche altri colori come il rosso acceso del petto e del ventre, il verde metallizzato del dorso, le ali dalle sfumature blu e la lunga coda marrone e nera. Esiste tuttavia una selezione di origine tedesca che si contraddistingue per la livrea totalmente gialla e nera. Completano le caratteristiche del maschio l’occhio dorato e le zampe speronate. La femmina invece presenta un piumaggio bruno-giallastro (come quello dei pulcini), l’iride scura e una coda più corta. Comportamento del fagiano dorato in cattività Il fagiano dorato si adatta bene a vivere sia in voliera che all’aperto in giardino, salvo che, in questo secondo caso, bisognerà impedirgli di volare via o di saltare al di là della recinzione. Detto ciò, ricordate che più spazio gli metterete a disposizione, più il fagiano si dimostrerà socievole! Per natura questo animale cerca di nascondersi tra i cespugli, tant’è che anche eventuali posatoi dovranno essere piazzati in zone isolate. Concedendogli invece spazio e cibo aumenterete le probabilità di socializzare. Questa sua indole da lupo solitario viene meno quando si parla di corteggiamento e riproduzione. Il fagiano maschio infatti dedica molto tempo alla costruzione del suo piccolo harem di 2-4 femmine, verso il quale (fino ad accoppiamento avvenuto) si dimostra anche molto protettivo. Le femmine, per salvaguardare la prole, possono dimostrarsi aggressive. Alimentazione del fagiano dorato Alla base dell’alimentazione del fagiano dorato ci devono essere granaglie di mais e frumento, mangimi bilanciati reperibili in commercio e tanta acqua fresca. Oltre a questa dieta principale, andranno fatte delle dovute aggiunte a seconda che i vostri fagiani vivano in giardino o in voliera. Nel primo caso sarà necessario fornire ai volatili della verdura nei periodi in cui non riusciranno a procurarsela autonomamente dall’ambiente circostante. Se avete optato per la voliera, i pennuti non riusciranno ad assimilare determinati nutrienti. Quindi oltre a verdure come cavolo o spinaci, dovreste fornire due volte alla settimana uova sode con tanto di guscio, utile anche per lo svezzamento dei pulcini. Con la riproduzione delle uova e la muta risulterà utile anche un pastoncino fatto con mangime per pulcini, latte ed integratori vitaminici da somministrare una volta alla settimana. Riproduzione del fagiano dorato La stagione della riproduzione va da fine marzo a fine maggio. Le femmine potranno deporre fino a 12 uova che andranno covate per circa tre settimane. La femmina tende ad allestire il nido nascosto tra i cespugli. Dentro una voliera sarebbe il caso di fornire una cassetta appartata per evitare che le uova non vengano covate (in tal caso si dovrebbe ricorrere ad un’incubatrice). I pulcini impiegheranno circa 3 mesi per arrivare allo svezzamento completo. A partire dal secondo mese è opportuno integrare la loro alimentazione con dei miscugli di semi (frumento, miglio e scagliola).
Conoscere gli anseriformi: consigli per allevare anatre, oche e volatili da cortile simili

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Conoscere gli anseriformi: consigli per allevare anatre, oche e volatili da cortile simili

il dic 20 2024
All’ordine degli anseriformi appartengono uccelli come anatre, oche e cigni. Belli, simpatici e facilmente addomesticabili, gli anseriformi si prestano bene ad un allevamento, soprattutto a scopo ornamentale. Ma come per tutti gli animali, bisogna conoscere questi volatili da cortile e saperli allevare. Caratteristiche principali degli anseriformi Gli anseriformi sono un ordine di uccelli che si distinguono per queste caratteristiche fisiche: becco solitamente largo e appiattito (depresso) che presenta delle lamelle trasversali, utili in fase di apnea per filtrare acqua e melma durante la ricerca di cibo, piumaggio molto fitto che favorisce l’impermeabilità, zampe più o meno palmate a seconda della specie. Vivendo prevalentemente in acqua gli anseriformi sono ottimi nuotatori, ma allo stesso tempo hanno anche grandi doti di volo. Altra caratteristica di questi animali è infatti è l’abitudine a migrare durante i mesi più freddi. Ciò fa si che abbiano un’elevata resistenza in volo, grazie alla quale riescono ad effettuare lunghi tragitti senza sosta. Le famiglie di anseriformi Gli anseriformi si dividono in due famiglie: gli Animidi e gli Anatidi. Alla prima famiglia appartengono poche specie tipiche del Sud America sulle quali non ci dilungheremo molto. Sappiate solo che hanno più o meno le dimensioni delle oche, un aspetto simile a quello dei galliformi, e speroni sulle ali. Molto più interessante sarà concentrarsi sulla famiglia degli Anatidi, alla quale appartengono gli anseriformi da allevamento più conosciuti. Tra le diverse varietà di oche, anatre e cigni si contano più di 170 specie, molte delle quali frutto di incroci e selezioni ad opera dell’uomo. L’habitat per l’allevamento Una prima considerazione da fare è questa: gli anseriformi non vivono bene rinchiusi nelle voliere. La cosa migliore sarebbe quella di lasciarli liberi, mettendogli a disposizione un bel prato, un’area per i bagni di sabbia (con sabbia o terriccio morbido) e alcuni punti coperti dove ripararsi. Data la loro natura acquatica, è molto importante allevare gli anseriformi in prossimità di laghetti o corsi d’acqua. Se non hai a disposizione pozze o rigagnoli naturali potresti ricrearne di artificiali. Ad esempio interrando una bacinella abbastanza grande e accessoriando il tutto con una pedana di legno che gli uccelli useranno per uscire quando il livello dell’acqua è basso. L’alimentazione Gli alimenti consigliati sono principalmente granaglie (ad esempio mais e frumento), sementi germogliate, mangimi (in pellet o in polvere) e verdure tagliate a striscioline. Anche l’acqua è importantissima, ma meglio non somministrarla con abbeveratoi. Bevendo direttamente da laghetti o corsi d’acqua questi volatili possono assumere nello stesso momento anche altri nutrienti (ad esempio trovando e mangiando invertebrati). Consigli per la riproduzione Se allo stato selvatico tendono ad essere animali monogami, lo stesso non si può dire per gli esemplari in cattività. Il comportamento dei maschi in questo caso è quello di riprodursi con più femmine, dimostrando in alcuni casi anche aggressività verso i pulcini. Data la facilità con cui riescono a riprodursi anche in cattività, è meglio far in modo che tutto avvenga nel modo più naturale possibile. Raramente le femmine abbandonano il nido durante la cova. Tant’è che possono addirittura astenersi dal cibarsi per non lasciare le uova incustodite a lungo. Per evitare che la femmina deperisca troppo, avvicina al nido pastoncini di mangime inumidito (ottimi anche per il successivo svezzamento), granaglie e acqua. Una volta schiuse le uova, si renderà indispensabile mettere mamma e prole in un recinto per i primi 10 giorni. Questo per proteggere i piccoli da eventuali maschi aggressivi, ma anche per evitare che scappino, avventurandosi da soli in situazioni pericolose (potrebbero ad esempio rischiare di annegare).
Come allevare il fagiano argentato: consigli per l’allevamento in voliera o in cortile

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Come allevare il fagiano argentato: consigli per l’allevamento in voliera o in cortile

il dic 20 2024
Il Gennaeus nycthemerus, meglio conosciuto come fagiano argentato, è un volatile da cortile allevato a scopo ornamentale. Originario della Cina meridionale, ha conquistato l’Europa per il suo aspetto fiero ed elegante, per l’ottimo adattamento alla vita in cattività e per la facilità con cui è possibile prendersene cura. Scopriamo come allevare il fagiano argentato! Caratteristiche fisiche Il fagiano argentato ha un corpo compatto, ma robusto, che conferisce eleganza al portamento dell’animale. Sulla testa del maschio risalta un ciuffo nero-blu. Lo stesso colore poi si espande dal collo al ventre. Invece dorso, ali e la lunga coda sono caratterizzati da un piumaggio bianco e nero che crea sfumature argentate (quelle da cui deriva il nome del volatile). Il becco giallognolo è contornato da rosse caruncole prive di piumaggio. Nella femmina invece prevale il colore bruno-olivastro, alternato all’argento di petto, ventre e lati della coda. Le zampe, in entrambi i sessi sono color carne, ma quelle del maschio hanno anche uno sperone che cresce all’aumentare dell’età. Le misure vanno dai 75 cm della femmina ai 110 cm del maschio. Habitat ideale in natura e in cattività Il fagiano argentato ha una notevole resistenza alla fame, alla sete, alle malattie, alle intemperie e anche alla fatica. Ciò lo renderebbe in grado di vivere con facilità in molti tipi di habitat naturali. Tuttavia, complici le scarse abilità di volo e un carattere abbastanza socievole, questo fagiano può rivelarsi una facile preda sia nei confronti di predatori naturali che dell’uomo. Proprio per questa ragione è molto più facile trovare esemplari nati e vissuti in cattività piuttosto che in natura, confermando la propensione del volatile all’allevamento. Il fagiano argentato è in grado di abituarsi bene alla presenza del suo allevatore, e anche lasciandolo libero tende a non allontanarsi troppo o comunque a fare ritorno nel luogo in cui vive.   Alimentazione per il fagiano argentato L’alimentazione del fagiano argentato dovrà essere composta principalmente di granaglie varie. Allo scopo possono andar bene miscugli con abbondante frumento, integrato da cascami di riso e spaccato di mais, con l’aggiunta di un po’ di grano saraceno e miglio. Potrebbero essere graditi anche orzo e avena frantumata. Completeranno la dieta anche frutta e verdura, soprattutto se il fagiano non ha la possibilità di trovarle da solo intorno a se. Qualche accorgimento in più dovrà essere rivolto ai pulcini che necessiteranno di mangimi bilanciati e di polivitaminici diluiti nell’acqua. Riproduzione del fagiano argentato In fase riproduttiva i maschi di fagiano argentato possono diventare un po’ aggressivi nei confronti delle altre specie con cui convive. La femmina invece per deporre le uova tende ad isolarsi dagli altri esemplari (quindi se la tieni in voliera dovrai preoccuparti di separarla dal resto del gruppo). Il nido altro non è che un avvallamento nel terreno coperto da foglie e ramoscelli. Dentro il quale verranno deposte fino alle 18 uova che si schiuderanno dopo 25 giorni circa. Lo svezzamento dei pulcini (come l’intero ciclo riproduttivo) è abbastanza semplice. Basteranno i suggerimenti alimentari visti prima. Recinto o voliera? Il fagiano argentato si adatta bene a vivere sia in libertà che dentro ad una voliera. Se lasciato libero, delimita l’area con una recinzione. 180 cm di recinzione e una spuntata alle penne di un’ala basteranno per impedirgli un’eventuale quanto improbabile fuga. Se invece sei interessato ad allevare i fagiani in voliera, mettili assieme in gruppi di 4 o 5 (tra cui un maschio). La voliera dovrà essere grande almeno 2 o 2,5 metri di lunghezza e altezza.
Consigli e suggerimenti per la riproduzione del fagiano in cattività

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Consigli e suggerimenti per la riproduzione del fagiano in cattività

il dic 20 2024
Parlando del fagiano dorato e del fagiano argentato abbiamo già speso qualche riga a proposito della sua riproduzione. Oggi invece vorremmo approfondire meglio il discorso, introducendo qualche informazione in più su nido, covata, svezzamento, problemi di convivenza e specificando le differenze tra razze. La convivenza del fagiano femmina con altri esemplari La prima cosa da sapere è che la riproduzione del fagiano in cattività è piuttosto semplice. Affinché questa sia possibile è necessario creare dei piccoli gruppi in cui sia presente un maschio e dalle 4 alle 6 femmine. In natura il fagiano femmina tende ad isolarsi dal resto del gruppo per la deposizione delle uova e la successiva cova. In cattività invece il discorso è un po’ diverso. Se allevate all’aperto, i fagiani femmina potranno isolarsi senza problemi, cosa che invece è ovviamente impossibile dentro una voliera. Per risolvere questo inconveniente si dovrà mettere a disposizione un’apposita cassetta nido o addirittura separare la femmina dal gruppo. Purtroppo è doveroso accennare anche ad altre difficoltà della convivenza. Per attirare l’attenzione delle femmine, i maschi adulti possono arrivare a distruggere i nidi. In più, possono aver luogo anche episodi di cannibalismo o atteggiamenti aggressivi non solo tra gli adulti, ma anche (come vedremo tra poco) tra i piccoli. Il nido e le uova In libertà, il nido del fagiano è costituito da una piccola buca nel terreno nascosta da foglie e pagliuzze o sotto dei cespugli. In voliera invece (come accennato prima) è consigliabile l’introduzione di una cassetta nido separata che garantisca tranquillità alla femmina. Numero e colore delle uova cambiano a seconda della singola razza. Ad esempio il fagiano dorato femmina deporrà dalle 6 alle 12 uova giallognole striate di rosa o bianco. Si passa poi al fagiano comune che depone dalle 10 alle 18 uova, fino ad arrivare alle 24 uova rosate che contraddistinguono il fagiano di Lady Amherst. La cova La cova è la parte più delicata di tutta la riproduzione. Per alcune specie, come il fagiano di Lady Amherst, la cova è una pratica abbastanza rara in cattività. Per altri esemplari invece vale il discorso fatto prima a proposito della tendenza della femmina ad appartarsi. In voliera è assai più facile che, senza un’apposita cassetta nido, le uova vengano deposte dove capita e poi abbandonate a se stesse. Questo fatto rende molto probabile la necessità di ricorrere a delle incubatrici o ad una chioccia. Per le tempistiche invece, si può attendere dai 22 ai 25 giorni circa per la schiusa. Lo svezzamento Già dopo poche ore dalla schiusa, i piccoli fagiani si dimostrano vivaci e in grado di seguire la madre. In generale i pulcini crescono in fretta. Unica eccezione è fatta per quelli di razza Lady Amherst, che godono di un tasso di mortalità più elevato rispetto alle altre razze. Di conseguenza il loro svezzamento necessiterà un po’ più di attenzione. Il vero punto dolente dello svezzamento però potrebbe essere l’aggressività che a volte dimostrano i giovani. Ad esempio all’età di 3-4 settimane i pulcini di fagiano Venerato potrebbero risultare litigiosi tra di loro. I piccoli di fagiano comune invece possono beccarsi violentemente provocandosi ferite e lacerazioni (senza contare poi che possono essere attratti dal sangue e ciò li renderebbe ancora più violenti). Per evitare questi atteggiamenti è necessario usare protezioni come occhiali, copribecchi o parabecchi. Alimentazione per lo svezzamento Ai pulcini potranno essere dati dei mangimi sfarinati e bilanciati. Come integrazione sono consigliabili tuorlo d’uovo sodo, cicoria tritata e miscugli di semi. Potrebbero risultare utili anche integratori polivitaminici da aggiungere all’acqua da bere e anche sublimato corrosivo per contrastare la difterite.
Come gestire al meglio gli allevamenti avicoli negli agriturismi

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Come gestire al meglio gli allevamenti avicoli negli agriturismi

il dic 20 2024
Negli agriturismi, allevare polli, galline ovaiole o altri volatili da cortile è una cosa abbastanza comune! Non sempre però si riesce a sfruttarne al massimo le potenzialità, capire come gestire spazio e risorse a disposizione o come rispettare tutte le esigenze degli animali… In questa sede vorremmo  proprio dare qualche consiglio per gestire al meglio gli allevamenti avicoli negli agriturismi. Quali vantaggi ottenere dagli allevamenti avicoli negli agriturismi? Partiamo col capire i vantaggi ottenibili dai propri allevamenti. 1.  Produzione di carne e uova da impiegare a scopo ristorativo. Potrà sembrare scontato, ma è bene ricordare che gli agriturismi sono prima di tutto turismo e ristorazione! Il loro punto di forza è quello di poter servire alimenti di produzione propria. Cosa che soprattutto al giorno d’oggi attira molto l’attenzione del pubblico! 2. Produzione di carne e uova da vendere a terzi. Perché limitarsi ad usare quello che si produce solo per la ristorazione? Volendo ottenere qualche reddito extra si può anche vendere a terzi la carne e le uova prodotte (macelli, mercatini locali, vendite porta a porta…). 3.  Dare un valore aggiunto dal punto di vista estetico. Galli, galline, anatre, pavoni ecc…potrebbero affascinare e conquistare i clienti! Gli agriturismi spesso sono la location ideale per feste, matrimoni o semplici gite fuori porta. La presenza animali da cortile può regalare un’atmosfera proficua per questi affari! Quanto spazio mettere a disposizione dell’allevamento? Come organizzarlo? Per dare un idea di massima sugli spazi necessari, possiamo dire che con un ettaro di terreno è possibile gestire assieme dai 500 ai 2500 capi circa (a seconda delle specie e dei relativi cicli di allevamento).  Lo spazio andrà ripartito tra ricoveri (pollai, recinti e voliere) e l’area di pascolo. Per organizzare il pascolo servono cespugli e fasce boscate che offriranno ai volatili riparo da sole, caldo e vento, nonché una dieta diversificata dai comuni mangimi o granaglie. Allevamento di polli da carne Passiamo ora alle specie da ospitare. I polli per la produzione di carne sono una risorsa molto importante, anche perché il loro ciclo di allevamento è rapido e consente di avere carne durante tutto l’anno. In media i polli possono essere macellati tra i 50 e gli 80 giorni di età circa (a seconda del tipo di allevamento), ciò consente di alternare vari cicli di allevamento all’anno. Allevamento di galline ovaiole In un agriturismo non dovrebbero mancare neanche le galline ovaiole. Queste possono garantire la produzione di circa 250-300 uova, soprattutto durante il primo anno di vita. Tra le migliori ovaiole ricordiamo la gallina padovana e le varie razze di gallina Livorno. Altri allevamenti avicoli da inserire negli agriturismi Oltre a polli e galline, è possibile allevare anche qualche altro volatile da giardino, sfruttando lo stesso spazio per produrre altri tipi di carne o semplicemente per abbellire ulteriormente il vostro agriturismo. Va da se che animali diversi avranno abitudini ed esigenze diverse da rispettare. Per esempio, se vuoi tenere degli anseriformi (anatre, oche o cigni) ricorda che è meglio lasciarli liberi piuttosto che in voliera, che avranno bisogno di corsi o pozze d’acqua dove nuotare e di recinti per la riproduzione e svezzamento dei piccoli… Informati sulle caratteristiche di ogni specie e agisci di conseguenza! Come organizzare i pollai, recinti e voliere Per quanto riguarda il numero di capi, questo è un calcolo che solo tu puoi fare, in base al fabbisogno per l’attività di ristorazione e per l’eventuale vendita a terzi. Sulla base dei calcoli fatti poi avrai bisogno di procurarti recinti, pollai o voliere adatti allo scopo. Se hai dubbi su tipo e dimensioni da adottare per i ricoveri contatta IL VERDE MONDO per ottenere qualche suggerimento in merito.
Come allevare le anatre mandarino: gli anseriformi simbolo di fedeltà eterna!

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Come allevare le anatre mandarino: gli anseriformi simbolo di fedeltà eterna!

il dic 20 2024
L’anatra mandarino (Aix Galericulata) è un anseriforme d’allevamento a scopo ornamentale che si caratterizza non solo per uno dei piumaggi più belli che si possano trovare, ma anche perché è un volatile molto socievole sia con i suoi simili che nei confronti dell’uomo. Colori, piumaggio e altre caratteristiche fisiche Il dimorfismo sessuale (differenze fisiche tra i sessi) per questo animale è estremamente accentuato. Il maschio ha il privilegio di avere un piumaggio particolare non solo per i colori, ma anche per la forma. Partiamo dal becco rosso per poi spostarci alla zona oculare bianca. Dalle guance spunta un piumaggio appuntito color rame. Un altro ciuffo di piume si allunga dalla testa verso la nuca con colorazioni che vanno dal rame al verde e al blu. Gli stessi colori poi li ritroviamo nel corpo (a parte il ventre bianco e i fianchi castani) alternati da striature bianche e nerastre. Le piume delle ali si contraddistinguono per una curvatura verso l’alto. Concludiamo con le zampe arancio. Per la femmina invece (che rimane pur sempre molto graziosa) prevale il color bruno alternato a chiazze biancastre. Il piumaggio è ben aderente e le ali (non curvate diversamente dal maschio) hanno striature bianche, nere e verdi sulla punta. Origini e habitat dell’anatra mandarino Le anatre mandarino sono originarie di Giappone e Cina. In Europa se ne trovano allo stato selvatico soprattutto in Gran Bretagna. A livello di allevamento la mandarino è diffusa praticamente in tutto il mondo. In quanto anseriformi (anatidi per la precisione) prediligono di gran lunga la vita in zone acquitrinose, anche perché faticano a muoversi a terra. Si adattano meglio a climi temperati. Sono molto attive all’alba e al tramonto, invece per il resto della giornata se ne stanno tranquille in acqua. Cosa mangiano le anatre mandarino? In natura l’anatra mandarino tende a mangiare un po’ tutto quello che si trova davanti: riso, germogli, bacche, molluschi, lumache e piccoli pesci. Quindi è fondamentale assicurarle un’alimentazione altrettanto varia anche in cattività. Non dovranno mancare granaglie di mais e frumento, sementi germogliate e verdure tagliate finemente. Vita e rapporto in gruppo: perché sono considerate simbolo di fedeltà? La mandarino instaura rapporti molto duraturi con il resto del gruppo, ma in particolare con il partner scelto per la riproduzione. La coppia infatti, una volta formata, durerà per tutta la vita e i due esemplari diventeranno praticamente inseparabili, ragione per cui è necessario acquistare assieme maschio e femmina. Questo rapporto così duraturo e romantico ha alimentato nella tradizione cinese l’ideale che l’anatra mandarino sia simbolo di fedeltà, tanto da diventare nei matrimoni cinesi un tipico regalo nozze per augurare una felice ed eterna vita di coppia! Nonostante lo stretto legame di coppia quest’anatra rimane molto unita anche al resto del gruppo, dal quale si separa solo durante la riproduzione per trovare un luogo più intimo e appartato.   Corteggiamento, riproduzione e svezzamento La fase di riproduzione si apre con il rituale di corteggiamento. Il maschio alza le piume del ciuffo e delle ali davanti alla femmina. Questa risponde con una coreografia simile, ma meno accentuata. Tutta la cerimonia si conclude con movimenti che simulano il bere assieme. Formata la coppia, i due si appartano per cercare tane abbandonate di altri animali da usare come nido. Verranno deposte fino a 12 uova che si schiuderanno dopo circa 24 giorni. In cattività saranno necessarie apposite cassette nido. Il vero punto dolente di questo animale però è l’elevata mortalità degli anatroccoli, che costringerà l’allevatore a dedicare molte attenzioni ai loro primi giorni di vita. Importantissima in questa fase sarà l’alimentazione fornita che dovrà contenere granaglie, pastoncini di pane e latte, uovo sodo sbriciolato, verdura, mangimi inumiditi per polli e insettivori.
Perché allevare volatili da cortile nei B&B? Una strana… ma vincente accoppiata!

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Perché allevare volatili da cortile nei B&B? Una strana… ma vincente accoppiata!

il dic 20 2024
Da qualche tempo stiamo ricevendo richieste da diversi bed and breakfast interessati all’introduzione di piccoli allevamenti di avicoli all’interno delle proprie attività. Questo, oltre a farci un immenso piacere, ci suggerisce uno spunto per approfondire il discorso e capire come due mondi, apparentemente lontani l’uno dall’altro (per l’appunto B&B e allevamenti di volatili da cortile) possano risultare un’accoppiata vincente! Dagli agriturismi ai B&B in campagna Nell’era del digitale molte persone potrebbero pensare che l’agricoltura o l’allevamento siano settori economici sui quali non valga la pena di investire. La realtà dei fatti invece dimostra l’esatto contrario! La costante ricerca di uno stile di vita più green, la cultura dell’alimentazione sana o la pianificazione di vacanze low cost immersi nella natura sono tutti esempi di quanto la vita in campagna possa attirare l’interesse del pubblico! Solitamente però se si associano le parole campagna e turismo verrebbe da pensare agli agriturismi piuttosto che ai B&B! Anche qui le statistiche ci correggono (fermo restando il successo degli agriturismi). In Italia, causa anche la crisi economica, quello dei B&B sembra un business in piena espansione. Per chi li gestisce diventano una fonte di reddito integrativo. Per i turisti invece rappresentano il giusto compromesso tra una camera d’albergo e l’alloggio in un ostello, soprattutto per soggiorni brevi. Ecco spiegato cosa accomuna l’allevamento di polli e galline con i bed and breakfast: turismo, vita in campagna e vantaggi economici per entrambe le parti! Basta fare una piccola ricerca in internet per rendersi conto di quante opportunità di B&B si trovano in campagna o comunque in zone rurali. Aprire un B&B in campagna? Possibile!!! Aprire un’attività di bed and breakfast non è un impresa poi tanto proibitiva! Sotto un certo numero di camere e in presenza di un periodo di inattività durante l’anno, le Leggi Regionali consentono di intraprendere questa strada anche senza l’apertura di una partita IVA, ma registrando i pernottamenti tra i redditi diversi derivanti da attività commerciali non abituali (e forse anche questo trattamento agevolato ne determina il successo). I vincoli principali invece sono due: quello di avere spazio in casa per ospitare clienti in camere private dotate di utenze proprie (ma per fortuna gli edifici in campagna si prestano bene allo scopo dato che solitamente sono più spaziosi delle case in città); e che il proprietario risieda nello stesso edificio o in una struttura separata, ma inclusa nella stessa proprietà di quella che ospita i turisti. Perché tenere un allevamento di volatili presso un B&B? Adesso proviamo a capire perché il proprietario di un bed and breakfast potrebbe interessarsi ad un allevamento di polli, galli e galline, o di qualche altro volatile. Senz’altro in ambito rurale il fatto di poter interagire con degli animali durante il pernottamento può incuriosire e far felici gli ospiti. Ciò, unito ad una buona struttura ospitativa e ad un servizio efficiente possono favorire i commenti positivi sui siti di recensioni online (come Tripadvisor o Google Places) e dare una buona visibilità al B&B. Non dimentichiamo comunque che avere anche solo un piccolo pollaio a disposizione potrebbe significare produrre carne e uova da consumare a scopo personale e famigliare, da vendere a terzi o perché no da offrire direttamente ai nostri ospiti (soprattutto i turisti stranieri potrebbero gradire una colazione sostanziosa a base di uova fresche di giornata)! All’interno di un B&B non saranno necessari allevamenti avicoli di grandi dimensioni… Basteranno anche solo una decina di capi per creare un atmosfera piacevole e ottenere in più qualche alimento sano da mangiare. Se hai un bed and breakfast (o se vuoi aprirne uno) e hai trovato interessanti queste considerazioni visita il nostro e-commerce.
Come allevare l’oca canadese: curiosità sulla loro vita in natura e in cattività

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Come allevare l’oca canadese: curiosità sulla loro vita in natura e in cattività

il dic 20 2024
L’oca canadese, conosciuta anche come oca cigno, è un volatile molto adatto all’allevamento. Sia per la sua capacità di adattarsi a situazioni climatiche diverse, sia per la natura docile nei confronti dell’uomo. Ecco qualche curiosità in più sulle abitudini dell’oca canadese in natura e in cattività. Una doverosa premessa: differenza tra anatra, oca e papera Partiamo con un veloce chiarimento. Anatre e oche sono entrambe anseriformi (anatidi per la precisione), ma appartengono a sottofamiglie diverse. Col termine papera e papero invece si indicano i giovani esemplari di oca che non hanno ancora raggiunto la maturità sessuale. Caratteristiche dell’oca canadese Le caratteristiche fisiche dell’oca canadese sono le stesse per entrambi i sessi. Il collo e la coda sono neri, la zona che va dalle guance alla gola invece è bianca, come pure la base del collo e il ventre. Sul dorso e sulle ali invece domina un color bruno che caratterizza anche becco e zampe. In base alla sottospecie specifica, l’oca canadese può misurare dai 60 ai 110 cm. Aree di diffusione e habitat naturale Visto il nome, si può intuire che l’area di origine di questo anseriforme è l’America del Nord. Tuttavia vive anche in Siberia, Europa settentrionale e in Nuova Zelanda. La sua diffusione territoriale ci suggerisce che questo tipo di oca si adatta bene a diverse condizioni climatiche. Spesso è possibile vederla convivere in tranquillità con i cigni. Ha buone doti di volo e di nuoto. Preferisce vivere in prossimità dell’acqua e dove sia presente vegetazione acquatica da usare come riparo. È un uccello migratore e in quanto tale si sposta in gruppo seguendo le stesse rotte da nord a sud e viceversa a seconda della stagione. Comportamento in cattività dell’oca canadese L’oca canadese ha un carattere docile grazie al quale riesce ad adattarsi anche alla vita da allevamento e alla presenza umana. Non trascorre tutto il suo tempo in acqua, preferendo alternare momenti sulla sabbia ad altri sulla terra o anche sugli alberi. Tuttavia, vista la naturale propensione ad insediarsi dove c’è acqua, meglio mettere a disposizione una pozza o un laghetto, anche artificiali! Di giorno possono essere lasciate all’aperto. Di notte è meglio prendere in considerazione il fattore “predatori”. Se il rischio predatori è basso, per la notte potrebbe bastare anche solo una recinzione alta. Altrimenti puoi proteggerle mettendo a disposizione un ricovero notturno chiuso (anche un pollaio). Alimentazione in natura e in allevamento Le oche canadesi sono animali praticamente onnivori. In natura mangiano germogli, insetti e molluschi. Per allevarle dovrai fornire loro molta verdura (insalata, cavolo o spinaci), ma anche granaglie, mangimi bilanciati, pane ammorbidito nell’acqua e qualche pastoncino (che comprenda ad esempio mais, frumento o crusca sminuzzati, mangime per polli, polivitaminici e integratori). Attenzione! Le oche vanno matte per foglie e germogli freschi. Se ci tieni alle piante in giardino, provvedi a limitare l’accesso ai pennuti. Comportamenti riproduttivi dell’oca cigno In cattività l’oca canadese si riproduce con facilità. Anche con esemplari d’oca di specie affini. Non ci sono particolari raccomandazioni al riguardo se non quella di gestire bene gli spazi, dato che i maschi si dimostrano aggressivi in questo periodo. Una volta formata la coppia (quest’oca è monogama) inizia un vero e proprio gioco di squadra finalizzato a proteggere i piccoli. Entrambi i genitori, di fronte ad un pericolo, reagiranno con fare minaccioso attaccando chiunque si avvicini alla prole (anche animali ben più grandi di loro). La femmina prepara il nido (solitamente a terra) con erba e piumino e vi depone dalle 4 alle 8 uova che coverà senza problemi per circa 28 giorni, il tutto sotto l’occhio vigile del maschio che resta di guardia.
Come allevare il pavone, il principe dei giardini

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Come allevare il pavone, il principe dei giardini

il dic 20 2024
Dimensioni generose, colori sgargianti e l’inconfondibile ruota fanno del pavone il volatile da cortile a scopo ornamentale per eccellenza. Questo uccello dall’aspetto esotico con i giusti accorgimenti può essere inserito benissimo in un allevamento, sia in voliera che all’aperto. Scopri di più sul pavone! Caratteristiche fisiche del maschio Nel maschio di razza comune, oltre le lunghe penne del sopracoda, risaltano i colori vivaci. A partire dal blu-verde che dalla testa scende lungo il collo, fino al petto. Sul dorso e sulle ali si alternano il bruno, il rame, il dorato e il verde metallico. Si prosegue  con le lunghe penne del sopracoda dove spiccano i caratteristici occhi azzurri contornati di verde e ocra. Concludiamo con le generose misure: dai 220 ai 250 cm dei quali almeno 3/4 di strascico. Caratteristiche fisiche della femmina Il colore prevalente nella femmina comune è il bruno che sfuma verso il marroncino. Gli unici punti in cui compare del verde sono la parte inferiore del collo e il ventre. Come nel maschio, anche la femmina presenta un ciuffetto di piume sulla testa. Le sue misure complessive si aggirano sugli 85 cm. Le mutazioni del pavone Oltre a quella appena descritta, esistono altre mutazioni del pavone comune. Iniziamo col pavone nigripenniss il cui maschio si distingue per collo e petto di un blu più intenso e per le ali nere sfumate di blu. Altra mutazione molto conosciuta è quella del pavone bianco. Dall’incrocio tra esemplare comune e bianco poi è possibile ottenere il pavone arlecchino, il cui piumaggio sarà contaminato da entrambi gli esemplari di partenza. Il pavone specifero invece è da considerarsi come razza diversa da quella comune, non solo per i colori tendenti al verde, ma anche per una stazza maggiore. Il corteggiamento e la tipica ruota del pavone La famosissima ruota del pavone è la principale arma di corteggiamento del maschio. Diversamente da quel che può sembrare a prima vista, queste lunghe penne non sono poste sulla coda (che in realtà è poco pronunciata), ma sul dorso. Lo strascico è l’ultima cosa che si sviluppa nei maschi (attorno ai 3 anni) e il suo ricambio in periodo di muta è abbastanza lungo (le penne vengono perse in settembre per ripresentarsi in aprile). Habitat e vita in allevamento Il pavone trova le sue radici in India, a Ceylon e nelle zone dell’Himalaya (e in Indocina per la razza specifero). Adattandosi bene a qualunque clima, può benissimo essere tenuto in cattività nei nostri territori, ovviamente a scopo ornamentale. Il Pavone può essere allevato sia in voliera che all’aperto. Nonostante la sua capacità di alzarsi in volo, non ci si deve preoccupare che scappi. Quindi possibilmente concedigli tempo all’aperto! Considerando le dimensioni (soprattutto se apre la ruota) gabbie o voliere dovranno essere molto spaziose. L’alimentazione L’alimentazione è costituita per lo più da sementi e mangimi bilanciati, soprattutto in periodo di riproduzione. Oltre a ciò, se vive in voliera, il pavone necessiterà anche di verdura, frutta e piccoli invertebrati. Cose che invece riuscirà a procurarsi autonomamente se lasciato libero in giardino. La riproduzione In periodo di riproduzione un pavone maschio solitamente ha dalle 4 alle 6 femmine. Una volta effettuato l’accoppiamento, la femmina realizza un nido rudimentale a terra dove depone dalle 6 alle 8 uova che verranno covate per 28 giorni circa. Durante la cova la femmina non abbandona il nido. Ciò obbligherà l’allevatore a controllarla con maggior cura e ad avvicinargli il cibo di cui necessita. Se le uova vengono deposte in voliera è possibile prelevarle e farle covare da una chioccia di tacchino (più adatta visto le maggiori dimensioni delle uova.
Come allevare l’anatra Carolina: habitat, alimentazione, riproduzione e abitudini sociali

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Come allevare l’anatra Carolina: habitat, alimentazione, riproduzione e abitudini sociali

il dic 20 2024
Se avete a disposizione un piccolo laghetto (anche artificiale) e volete abbellirlo con qualche volatile acquatico, forse l’anatra Carolina fa al caso vostro! La Carolina, detta anche anatra sposa è un anseriforme ampiamente diffuso negli allevamenti a scopo ornamentale in quanto facilmente addomesticabile. Scopriamo assieme qualcosa di più! Caratteristiche fisiche della Carolina Questo volatile misura circa 45 – 50 cm. Anche per questa specie il dimorfismo sessuale è a netto vantaggio del maschio. La testa del maschio si distingue per le colorazioni scure (nero, blu e verde) alternate a righe bianche e per il ciuffo allungato di piume sulla nuca (simile a quello dell’anatra mandarino). Occhi e becco sono arancioni. Sul resto del corpo prevale un color bruno-giallastro, alternato anche qui da righe bianche e da sfumature verdi-blu. Nella femmina prevale nettamente la colorazione bruna. Habitat naturale e in cattività L'anatra Carolina è un volatile originario dell'America del Nord. L'habitat naturale della Carlina, è costituito da aree alberate situate vicino a corsi d'acqua come stagni, ruscelli e fiumi, dove riesce a muoversi agevolmente volando, nuotando, ma anche camminando piuttosto velocemente a terra. Per intraprendere un allevamento di anatre Carolina occorrerà riprodurre questo habitat nel modo più fedele possibile.   Vita sociale e di coppia della Carolina Per natura, l'anatra sposa ha un carattere molto socievole e tende a vivere sempre in gruppo (in inverno poi è facile vedere queste anatre convivere in colonie molto numerose). I comportamenti litigiosi tra simili sono assai rari. Nel caso di zuffe, queste non durano mai per tanto tempo. È un animale diurno che in genere, sceglie di dormire in acqua (fatta eccezione per le femmine che hanno i piccoli). Il maschio dell'anatra Carolina è monogamo. Si accoppia con la propria compagna e vi rimane fedele per l'intera stagione riproduttiva, anche se in quella seguente può scegliere un'altra compagna.   La riproduzione in cattività In natura, l'anatra Carolina depone le proprie uova in piccoli anfratti naturali disabitati (tronchi cavi o radici d’albero, buche a terra, tane abbandonate di altri animali, cavità tra le rocce). A seconda della zona, il periodo della deposizione può andare da febbraio ad aprile. Il numero delle uova può variare da 6 a 15 (a volte si può arrivare anche a 20). La cova è di circa 30 giorni. Per agevolare l’intero ciclo di riproduzione gli unici accorgimenti sono di mettere a disposizione delle cassette nido già foderate di paglia e di procurarsi dei recinti dove tenere eventualmente mamma e prole (per evitare che i piccoli vadano a caccia di guai). Cosa dare da mangiare all’anatra Carolina L'anatra Carolina è un animale onnivoro. Nell'alimentazione predilige piante acquatiche, frutta, bacche e insetti acquatici. In allevamento, è importante riproporre un'alimentazione simile a quella naturale, per fornire un adeguato apporto calorico e vitaminico. Una soluzione ottimale può essere l'uso di mangimi per anatidi, adeguatamente integrato con granaglie (ad esempio di frumento e mais), verdure fresche e grana verde, miscuglio di cui vanno particolarmente ghiotte.
L’oca di Magellano: cosa bisogna sapere per allevamento, alimentazione e riproduzione

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L’oca di Magellano: cosa bisogna sapere per allevamento, alimentazione e riproduzione

il dic 20 2024
L'oca di Magellano è una delle specie di oche più adatte all'allevamento. Rispetto agli altri volatili da cortile, tendenzialmente docili nei confronti dell'uomo, l'oca di Magellano ha un carattere piuttosto territoriale, specie in fase di riproduzione. Per meglio comprendere il suo comportamento, è importante conoscere le sue origini, le sue peculiarità ed il suo comportamento in natura ed in cattività. Habitat e comportamento L'Oca di Magellano è una specie originaria dell'America del Sud. Predilige vivere in zone ricche di acqua (anche zone paludose), ma dove siamo comunque presenti aree verdi da usare come pascolo. In natura, vive tranquillamente in branchi numerosi, dimostrando il suo carattere coraggioso e gregario. In cattività si adatta tranquillamente alla convivenza con altre specie di oche. Caratteristiche morfologiche dell'Oca di Magellano Esistono 2 sottospecie di questo volatile, l’oca di Magellano maggiore (o Chloephaga Picta Picta) e minore (Chloephaga Picta Leucoptera). La prima sottospecie è molto più diffusa della seconda. L'Oca di Magellano maggiore misura circa 60-65 centimetri. Presenta un evidente dimorfismo sessuale, quindi le caratteristiche morfologiche del maschio e della femmina sono differenti. Il maschio ha la testa ed il collo completamente bianchi, il corpo ricoperto da striature nere e le ali grigie. La femmina ha la testa ed il collo bruno-rossastri, con striature nere su fondo marrone. Mentre nel maschio le zampe sono nere (come il becco e gli occhi), nella femmina le zampe sono giallastre con aree di pigmento scure e il becco grigio-nero. L’oca di Magellano minore invece ha dimensioni leggermente inferiori, un colore di piumaggio leggermente più chiaro, zone grigie più accentuate nel maschio, e striature più vaste nella femmina. L’alimentazione dell’oca di Magellano L'Oca di Magellano è ghiotta di erba, bacche, germogli e di piccoli insetti. Tuttavia in cattività la sua alimentazione può essere arricchita con sementi di vario genere, verdure fresche e pastoncini morbidi a base di pane. Durante il periodo delle cove, è importante integrare l’alimentazione con granaglie e mangimi specifici (come granturco o sorgo bianco). La riproduzione in cattività Il periodo riproduttivo dell'animale, rappresenta una fase molto delicata per l’oca di Magellano. Sia il maschio che la femmina tendono ad isolarsi, per questo motivo sarebbe meglio proteggere la coppia in un ampio recinto. I due esemplari poi si daranno da fare entrambi per la costruzione di un nido ricoperto da folto piumino. Se l’allevamento risulta sovraffollato, il maschio potrebbe riprodursi con più femmine. La femmina depone fino a 10 uova e la cova dura circa un mese. Dalla cova allo svezzamento dei piccoli il maschio si dimostrerà molto territoriale, difendendo partner e prole da eventuali intrusi. I piccoli, a contatto con i genitori per alcuni mesi, divengono completamente indipendenti dopo 20 settimane.
Allevare il fagiano venerato in cattività: consigli per l’allevamento in giardino o in voliera

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Allevare il fagiano venerato in cattività: consigli per l’allevamento in giardino o in voliera

il dic 20 2024
Allevato prettamente a scopo ornamentale (per via del suo aspetto e della lunga coda) il fagiano venerato pare debba il suo nome proprio al fatto di esser stato venerato dagli antichi. D’altronde la sua bellezza è indiscutibile e merita di essere messa in mostra nei nostri giardini. Curioso di scoprire qualcosa di più per allevare il fagiano venerato? Continua a leggere! Caratteristiche del fagiano venerato Conosciuto anche come fagiano di Reeves, questo volatile ha una stazza maggiore rispetto ad altri fagiani. Il maschio ha la testa bianca ornata da una maschera e un collare nero. Del corpo spiccano le penne colorate: ocra e nero sul dorso, bianco e nero sulle ali, bianco e marrone attorno al ventre. Infine colpisce anche la lunga coda bicolore. Nella femmina prevalgono i colori giallastro e marrone. Adattamento alla cattività Il fagiano venerato tende ad affezionarsi al luogo in cui vive abitualmente. Per un allevamento all’aperto potrebbe essere utile mettergli a disposizione alberi e rami su cui si possa appollaiare. Discorso più complicato vale invece per la convivenza! Questo volatile può essere piuttosto aggressivo e territoriale sia con le femmine del gruppo, sia nei confronti dell’allevatore. Non ama nemmeno condividere lo stesso territorio con altre specie di volatili. Raccomandazioni per la gabbia o voliera Il fagiano venerato possiede una notevole potenza e velocità di sollevamento da terra, grazie alla quale può raggiungere quote non indifferenti in poco tempo. In cattività questa velocità di elevazione rappresenta per lui un pericolo perché, soprattutto se spaventato da qualche fattore esterno, potrebbe schiantarsi sul tetto della voliera e farsi male con la conseguente caduta a terra. La soluzione a questo problema è di fornire una voliera con tetto non eccessivamente alto. La voliera dovrebbe invece essere più ampia in larghezza in modo da consentirgli libertà di movimento. Se lasciato libero in giardino, bisognerà provvedere a spuntargli le penne delle ali per ostacolarne il volo. L'accoppiamento e la riproduzione Il fagiano venerato manifesta la sua volontà ad accoppiarsi gonfiando le penne e sollevando la coda (dando l’impressione di avere la testa incoronata dalle sue stesse piume). Durante il corteggiamento diventa aggressivo e territoriale anche nei confronti delle femmine che tentano di sottrarsi alle avances. Dati il becco possente, e gli speroni forti, per la femmina scontrarsi con lui può risultare pericoloso. Per evitare il peggio, conviene circondare il maschio con più femmine, in modo da dividere la sua foga in direzioni diverse. Le femmine sono già pronte per la riproduzione alla fine del primo anno di vita, e sono in grado di fare fino a 30 uova nella stagione che va dalla primavera fino all'inizio dell'estate. Le uova si schiudono dopo una cova di 24 giorni. Come nutrire il fagiano venerato Quanto all’alimentazione, possono essere fornite delle granaglie miste (meglio se a guscio duro in modo da consentire al fagiano di tenere in esercizio il becco). A queste possono essere aggiunti mangimi bilanciati, frutta e verdura. Non dovrà mancare l’acqua, sempre fresca e pulita. Se tenuto in voliera, l’alimentazione va completata da integratori (data l’impossibilità di procurarsi liberamente altri alimenti come ad esempio insetti).
10 cose da sapere per allevare l'anatra di Pechino (o anatra comune)

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10 cose da sapere per allevare l'anatra di Pechino (o anatra comune)

il dic 20 2024
È probabilmente la specie di anatra più diffusa al mondo per l’allevamento. L’anatra di Pechino (o anatra comune) è riconosciuta come un ottimo esemplare da carne e da uova, ma si presta molto bene anche a scopo ornamentale. In questo articolo elencheremo le 10 cose da sapere per un corretto allevamento dell’anatra di Pechino. 1. Caratteristiche fisiche Per quanto riguarda l’aspetto fisico non c’è molto da dire. Il bello dell’anatra comune sta nel suo piumaggio bianco in netto contrasto con becco e zampe arancione vivo. 2. Selezioni dell’anatra di Pechino Attualmente per l’allevamento si differenziano due tipi di razze, l'anatra di Pechino Tedesca (la più somigliante a quella originariamente importata dalla Cina) e l’anatra di Pechino Americana. Quella tedesca si differenzia dalla parente d’oltreoceano per il piumaggio più tendente all’avorio che al bianco puro, per il peso leggermente inferiore e per una postura decisamente più eretta. 3. L'habitat naturale… Il nome non può trarre in inganno! L’anatra di Pechino ha origini cinesi, il che significa che il suo habitat naturale è costituito da ambienti ricchi d'acqua (basti pensare alle risaie). Tuttavia, al fine dell’allevamento e della riproduzione, in cattività l’assenza d’acqua non pregiudica necessariamente il benessere dell’animale. 4. ...e quello in cattività L’anatra comune quindi può anche rinunciare alla presenza di acqua dove nuotare, ma in questo caso è fondamentale compensare mettendo a disposizione tanto spazio per vivere serenamente. Infatti, pur essendo pesantuccio come animale, la sua indole attiva e vivace la rende insofferente agli spazi sacrificati. Per questo e per un'adeguata ricerca di cibo, l'anatra di Pechino necessita di aree grandi e aperte. 5. Il rapporto con l’allevatore Per quanto riguarda il rapporto con l’allevatore, quest’anatra potrebbe sembrare generalmente diffidente nei confronti dell'uomo, ma se viene abituata fin da cucciola alla sua presenza, allora la convivenza non dovrebbe dare problemi. 6. La produzione di uova dell’anatra comune Nel periodo in cui sono fertili, le anatre di Pechino producono circa 130 uova all'anno. Proprio per questo non c’è da meravigliarsi se, oltre ad essere un’ottima ovaiola, riesce pure a riprodursi con estrema facilità anche in allevamento. 7. La riproduzione Per avere la certezza che l’accoppiamento dia il risultato desiderato, per ogni 5 esemplari femmina, deve essere presente un maschio. Una Pechino femmina comincia a deporre le uova tra novembre e dicembre. 8. La cova delle uova Ma nonostante la produzione considerevole, non è detto che si riveli una buona covatrice. Eh sì! Le anatre di Pechino non sono delle brave chiocce! Per permettere alle uova di schiudersi, potrebbe essere necessario ricorrere ad incubatrici o a delle galline per la cova. 9. La schiusa delle uova Le uova si schiuderanno dopo circa 1 mese e da quel momento la crescita degli anatroccoli sarà rapida, tanto da far raggiungere entro i quattro mesi di vita i quattro chili di peso. 10. Cosa mangiano le anatre comuni L’anatra comune mangia un po’ di tutto ed essendo abbastanza vorace la sua alimentazione non dovrebbe costituire un grosso problema. La sua dieta sarà composta principalmente da granaglie ricche di proteine alle quali aggiungere verdure fresche. Per lo svezzamento degli anatroccoli è meglio usare mangimi specifici.
Come allevare la faraona volturina: lo splendido volatile dal piumaggio nero e blu

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Come allevare la faraona volturina: lo splendido volatile dal piumaggio nero e blu

il dic 20 2024
La faraona volturina è un animale che riuscirà a riempire con la sua presenza tutti i pollai. Originaria dell'Africa, la numida volturina, (altro nome con cui è conosciuta questa razza avicola), è molto apprezzata per la sua docilità. Quanti hanno intenzione di allevare la faraona volturina devono innanzitutto considerare quali sono le caratteristiche tipiche di questo animale e il comportamento in natura. Habitat e comportamento La faraona volturina proviene dalla parte orientale dell'Africa, in particolare da Somalia, Etiopia e Kenya. È in grado di adattarsi bene ai nostri territori, a meno che le temperature non vadano sotto i 5°, nel cui caso comincerebbe seriamente a patire il freddo. Questo uccello ama vivere in gruppi gregari, composti anche di 25 unità, ed è piuttosto stanziale, dunque non ama spostarsi troppo dai luoghi in cui vive. Se allarmata essa non tenta il volo, ma una volta emesso il caratteristico grido della specie tenta la fuga mettendo in funzione le sue lunghe zampe. La numida volturina può essere allevata in cattività senza grossi problemi, dato che ben si adatta alla convivenza con altre specie di faraone. Aspetto fisico della faraona volturina Questa razza avicola ha un aspetto differente rispetto a quello delle altre faraone, dato che la sua testa è più simile a quella di un avvoltoio che a quella di un pollo. Ha gli occhi di colore rosso, il capo calvo e il collo parzialmente nudo, oltre che lungo e affusolato. La livrea della faraona volturina è stupenda, una delle più belle di tutte le razze avicole. Il petto assume un intenso blu, con delle lunghe penne con striature bianche che creano uno splendido contrasto. Il resto del corpo della faraona è invece di colore nero con tanti punti bianchi che ricoprono la parte posteriore delle ali e della coda, la cui forma è a punta e rivolta verso terra. Tra i due sessi non sono presenti elementi significativi di differenza dal punto di vista fisico. Alimentazione e allevamento della faraona volturina La faraona volturina si nutre principalmente di granaglie e germogli, ma non disprezza neppure frutti e bacche. Nella sua dieta possono essere integrati pure piccoli invertebrati e altri insetti. Quando si alleva un animale del genere bisogna tener presente che esso è piuttosto timido, dunque si spaventa facilmente e può lanciarsi in veri e propri attacchi di panico. Nonostante ciò, allevare la numida volturina non comporta altre e particolari raccomandazioni in quanto è un animale rustico che si adatta facilmente alla vita in grandi recinzioni. La riproduzione La femmina depone dalle 10 alle 15 uova, di color giallognolo-marroncino, che poi vengono covate per almeno 23 giorni. I maschi sono molto territoriali e i pulcini crescono piuttosto in fretta, raggiungendo lo svezzamento dopo un mese circa dalla nascita.
Come allevare i tacchini? I 10 consigli per prendersene cura

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Come allevare i tacchini? I 10 consigli per prendersene cura

il dic 20 2024
"Il tacchino è probabilmente il volatile da cortile più conosciuto dopo il pollo, soprattutto a scopo alimentare. Di certo un allevamento di tacchini è più complicato rispetto a quello delle galline (e ciò è dovuto in particolare alla massa corporea maggiore), ma seguendo alcune raccomandazioni potrebbe risultare decisamente più semplice. Ecco 10 consigli per allevare i tacchini. 1 - Attitudine dei tacchini all’allevamento I tacchini sono animali fedeli e territoriali, che tendono a restare sempre nel luogo nel quale li si alleva, senza scappare o disperdersi. Proprio per questo motivo non necessitano di particolari recinzioni. Tuttavia, risultano sensibilmente più difficili da allevare rispetto ad altri volatili da cortile. 2 - Di quanto spazio necessitano i tacchini? Tutti coloro che possiedono almeno 500 metri quadrati di terreno libero da coltivazioni possono pensare di allevare tacchini, ospitandone fino a venti capi. 3 - Cosa usare come ricovero notturno per i tacchini?... Per quanto riguarda l'alloggio per la notte, potrebbe essere utile modificare un normale pollaio per galline, riadattandolo sulla base delle maggiore stazza dei tacchini (grossomodo si devono considerare 4 o 5 tacchini per metro quadrato). 4 - … E come arredarlo? Anche i tacchini, esattamente come le galline, gradiscono la presenza dei posatoi, sebbene questi ultimi debbano essere ripensati per sostenerne il peso maggiore. Lo spazio non occupato dai posatoi dovrà essere trasformato in lettiera, posando sul suolo uno strato di almeno dieci centimetri di paglia. 5 - Condivisione degli spazi con altri animali  I tacchini vanno tenuti separati e ben lontani da galline e polli, poiché attraverso il contatto con questi volatili, possono contrarre una malattia assai grave quale l'entero-epatite. 6 - Alimentazione e salute del tacchino Oltre alla necessaria separazione dalle specie appena citate, andrà acquistato e offerto ai tacchini un particolare mangime che contenga l'antibiotico impiegato per prevenire l'insorgenza di questa patologia. Chi volesse variarne l'alimentazione, potrà offrire loro praticamente di tutto, esattamente come si fa con le galline. 7 - L’importanza del pascolo I tacchini, inoltre, vanno lasciati per molte ore al pascolo e messi in condizione di riposarsi soltanto quando essi lo ritengono necessario. Pascolando poi potranno anche procurarsi da soli gran parte del cibo di cui hanno bisogno (fermo restando che ciò dipende anche dall’area specifica che viene messa a loro disposizione). 8 - La riproduzione: difficile, ma non impossibile La riproduzione dei tacchini è un capitolo particolarmente complesso! Considerate le dimensioni importanti dell'animale, è piuttosto elevata la possibilità che rompa le uova col peso del proprio corpo. Per incrementare la percentuale riproduttiva dei tacchini diventa necessario disporre di un'incubatrice o di una chioccia adatta. 9 - Lo svezzamento dei pulcini Se la riproduzione va a buon fine, sappiate che ai pulcini di tacchino andranno somministrati alimenti proteici per favorire lo svezzamento (come ad esempio la soia). Per il resto, la dieta potrà benissimo ricalcare quella usata per gli adulti (preferendo sementi come mais, crusca, grano o orzo). 10 - Come scegliere i capi da inserire nell’allevamento? A chi volesse cominciare un allevamento di tacchini, sconsigliamo nella maniera più assoluta, l'acquisto di capi presso gli allevamenti industriali, poiché gli animali allevati industrialmente risultano assai più delicati ed inclini ad ammalarsi. L'allevamento all'aperto è invece ideale per gli animali derivanti da ceppi rustici, tendenzialmente più robusti ed abituati a nutrirsi di ogni genere di cosa riescano a reperire in natura."
Come allevare i fagiani di Lady Amherst

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Come allevare i fagiani di Lady Amherst

il dic 20 2024
Il fagiano di Lady Amherst prende il nome dalla donna che per prima introdusse questi volatili in Europa nei primi dell'800, ovvero la moglie dell'allora governatore delle Indie. Per molti versi è simile al fagiano dorato, ma se ne distingue, per i colori e per un carattere più selvatico. Iniziamo quindi a scoprire come allevare i fagiani di Lady Amherst. Caratteristiche fisiche dei fagiani di Lady Amherst Il fagiano maschio misura circa 1 metro. Presenta un caratteristico ciuffo scarlatto sulla testa e una mantella attorno al collo a cerchi concentrici bianchi e neri. Le piume del dorso e delle ali sono verdi e blu, il groppone è giallo. Nella coda prevale il bianco e il nero con alcune piume rosso scarlatto. La parte anteriore del collo è verde e nera, mentre il ventre è completamente bianco. Durante il primo anno di vita, i maschi risultano molto simili alle femmine, ma dopo la prima muta acquisiscono il tipico manto colorato che li distingue dagli altri fagiani. Il fagiano femmina invece presenta una colorazione bruna, che le consente di mimetizzarsi durante il periodo della cova. Per molti aspetti assomiglia alla femmina di fagiano dorato, ma si distingue da quest’ultima per una livrea più tendente al rossiccio, per le dimensioni maggiori, per il colore violaceo dei tarsi (nel fagiano dorato tendono al giallo), e per una zona priva di piume situata nei dintorni degli occhi. Habitat in natura e in cattività Questo fagiano è originario delle foreste del sud della Cina e della Birmania. Nel suo ambiente naturale predilige gli areali nei quali abbondano i boschi di bambù. È un animale tranquillo e abbastanza schivo, sebbene capace di adattarsi perfettamente alla vita in cattività. Considerata l'abitudine a vivere in ambiente silvestre, necessita di voliere ampie e ben ombreggiate, possibilmente ricche di piante. Il nostro e-commerce è specializzato nella vendita di voliere da allevamento per volatili da cortile, quindi potrai trovare senza difficoltà quello di cui hai bisogno. In alternativa, dove spazio e vegetazione non sono un problema, lo si può anche lasciare libero. Il fagiano di Lady Amherst è un volatile in grado di adattarsi perfettamente ad ogni tipo di clima. Non ha pretese, risulta facile da allevare ed è consigliato anche a chi non ha molta dimestichezza con questo genere di attività. La riproduzione Il maschio è poligamo, pertanto è possibile allevarne solo uno a fronte di una popolazione femminile di almeno 3 o 4 esemplari. Rispetto al “cugino dorato” è un po’ più aggressivo nei confronti delle femmine. Le uova del fagiano di Lady Amherst sono rosate e si schiudono dopo circa 23 giorni. Detto questo, sappi che la riproduzione in sé di questo animale è piuttosto facile. Piuttosto ci sarà da preoccuparsi per la successiva cova (le femmine, soprattutto se tenute in voliere da esterno, tendono a non covare) e per lo svezzamento dei piccoli (il tasso di mortalità purtroppo è abbastanza elevato). L’Alimentazione del fagiano di Lady Amherst Senza addentrarci in troppi dettagli, l’alimentazione del fagiano di Lady Amherst è simile a quella del fagiano dorato e dovrà essere prevalentemente basata su granaglie, alle quali andranno aggiunte verdura e tanta acqua fresca. Se lasciato libero in giardino, questo animale sarà comunque in grado di procurarsi da solo buona parte degli alimenti di cui ha bisogno. Per una dieta più precisa ti invitiamo a leggere il nostro articolo sul fagiano dorato.
Come allevare cigni reali

Avicoli da Cortile

Come allevare cigni reali

il dic 20 2024
Sono gli anseriformi più belli ed eleganti in assoluto. Sono l’emblema del romanticismo. Candidi e maestosi, sono anche elementi ricorrenti nelle fiabe… Sono i cigni! Le prossime righe sono dedicate proprio a loro, in particolare ad una delle razze più diffuse e conosciute in assoluto: il Cigno Reale. Capiremo quindi come allevare cigni reali, dove possono vivere, come si nutrono, come si riproducono e la loro attitudine all’allevamento. Attitudine all’allevamento Superato l’ostacolo del luogo in cui allevarli (è necessario avere a disposizione un corso o uno specchio d’acqua) allevare cigni reali non dovrebbe comportare grossi problemi… non per niente, almeno in Italia, è più facile trovare cigni reali in cattività che liberi. Questi volatili acquatici vivono bene in gruppo e hanno generalmente un carattere docile anche nei confronti dell’uomo. Si dimostrano aggressivi e territoriali solo durante la stagione degli amori e della riproduzione. Descrizione della razza Ovviamente non c’è nulla di sconosciuto sul loro aspetto fisico. I caratteri distintivi sono il piumaggio completamente bianco, il collo lungo e ricurvo, l’apertura alare enorme (oltre i 2 metri) e le zampe palmate grigio scuro e il becco arancione bordato di nero. La cosa interessante da dire è che non ci sono differenze anatomiche di rilievo neanche tra maschio e femmina (il dimorfismo sessuale è praticamente inesistente). I due sessi, oltre al piumaggio identico, hanno anche dimensioni molto simili. Si distinguono per lo più per il rigonfiamento carnoso alla base del becco più accentuato nel maschio. Gli esemplari giovani invece si caratterizzano per il piume e becco grigiastri che mutano con la crescita (l’aspetto poco gradevole raccontato nella favola del brutto anatroccolo. Habitat del cigno reale Il cigno reale è un animale che col tempo si è adattato a vivere senza problemi un po’ dappertutto, complice soprattutto la larga diffusione di questo anseriforme per l’allevamento. È un uccello migratore che predilige aree umide, acquitrinose e ricche di vegetazione. Per allevare i cigni reali è necessario avere o predisporre uno stagno o un corso d'acqua, considerato che la maggior parte della giornata di un cigno si svolge lì. Anche l’alimentazione e le varie fasi di corteggiamento e riproduzione avvengono soltanto in ambiente acquatico. Alimentazione Fermo restando che in acqua possono procurarsi buona parte del cibo di cui necessitano, la dieta per il cigno reale di allevamento ricalca quella prevista in generale per gli anseriformi: granaglie spaccate a base soprattutto di frumento, mais, risone, avena e orzo. Indispensabile è l’integrazione con frutta e verdura fresca, ma ogni tanto si possono dare anche alcuni pezzetti di pane che i cigni mangeranno direttamente in acqua. Riproduzione e cura dei piccoli I cigni sono monogami, le coppie una volta formate dureranno per tutta la vita ed entrambi i sessi si prenderanno cura della nidiata. Come d'abitudine si riproducono nel periodo dell'anno compreso tra aprile e giugno. Dopo l'accoppiamento, la femmina depone un numero di uova che oscilla tra le 3 e le 8. Queste vengono covate per circa 36 giorni e danno vita ad esemplari che acquisiscono indipendenza a partire dai tre mesi di vita. Durante il periodo riproduttivo, la femmina porta a termine un'unica covata, salvo che non si voglia procedere con la tecnica della cova sostitutiva (facendo schiudere le uova in incubatrice la femmina potrebbe fare una o anche 2 covate più durante l’anno.